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    Juve in stile Blues: così si batte il Chelsea

    TORINO – Rivoltare contro il Chelsea  campione d’Europa le stesse armi usate dalla squadra di Tuchel per diventarlo: rubare palla con l’avversario in avanti, come il City di Guardiola nella finale di Porto, e colpirlo in velocità in spazi  larghi. Potrebbe essere questo il piano della Juventus di  Massimiliano Allegri nella  sfida contro i Blues. Di certo,  l’allenatore e anche Chiellini lo hanno detto e ripetuto, campo aperto la squadra bianconera non intende concederne al Chelsea:  in questa stagione ancor più micidiale in spazi larghi, con Lukaku più potente e più preciso in fase di finalizzazione rispetto a Werner. Ovviamente, però, sono  molte le squadre che fanno attenzione a non lasciare spazi ampi ai blues, almeno finché il risultato non le costringe. E questo non ha  impedito al Chelsea di diventare campione d’Europa l’anno scorso, né di essere ai vertici della Premier  League adesso (secondo a 1 punto dal Liverpool).

    Le caratteristiche del Chelsea

    Questo perché la squadra di Tuchel sa segnare anche contro avversarie chiuse: grazie all’ampiezza data dagli esterni di centrocampo,  all’aggressività dei difensori  di centro-destra e centro-sinistra (con la palla e senza) e  alla qualità del fraseggio interno tra i due centrocampisti e le due mezzepunte che possono appoggiarsi su Lukaku. A quest’ultima soluzione la Juventus opporrà grande densità, con due linee strette e cinque uomini in zona centrale.

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    Diretta Shakhtar Donetsk-Inter ore 18.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    KIEV (UCRAINA) – Archiviato il pareggio di campionato contro l’Atalanta, l’Inter di Simone Inzaghi vola in Ucraina per affrontare lo Shakhtar Donetsk di Roberto De Zerbi nel secondo turno della fase a gironi della Champions League. Per il secondo anno consecutivo le due squadre sono finite nello stesso girone. La scorsa stagione entrambe le gare si chiusero a reti inviolate, risultati che impedirono ai nerazzurri di qualificarsi agli ottavi. Intanto sia Inter che Shakhtar hanno perso al debutto stagionale nella competizione: gli ucraini sono caduti in casa dello Sheriff per 2-0, mentre i nerazzurri, nonostante una buonissima partita, si sono dovuti arrendere di fronte al Real Madrid (1-0). Il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi, nella conferenza stampa della vigilia, ha ribadito: “Non sarà una partita decisiva, ma di certo è molto molto importante. Lo Shakhtar per alcuni aspetti è molto simile al Sassuolo. Dovremo stare molto attenti e fare una partita intensa, loro hanno ottime individualità e giocano molto bene a calcio”
    Shakhtar Donetsk-Inter: dove vederla in tv e in streaming
    Shakhtar Donetsk-Inter, gara valida per il secondo turno della fase a gironi della Champions League, è in programma alle ore 18.45 allo stadio Olimpiyskiy di Kiev, Ucraina, e sarà visibile in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport 252 e Mediaset Infinity. Inoltre sarà disponibile anche in streaming su Now e sulla piattaforma Sky Go.
    Shakhtar Donetsk-Inter: probabili formazioni
    SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1): Pyatov; Dodo, Marlon, Matviyenko, Ismaily; Maycon, Marcos Antonio; Tete, Alan Patrick, Pedrinho; Traoré. Allenatore: De Zerbi.
    A disposizione: Trubin, Shevchenko, Vitao, Konoplja, Stepanenko, Marlos, Bondarenko, Mudryk, Sudakov, Konoplya, Kornijenko, Sikan, Bondar.
    INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Martinez. Allenatore: Inzaghi.
    A disposizione: Radu, Cordaz, D’Ambrosio, Ranocchia, Kolarov, Darmian, Dimarco, Gagliardini, Vecino, Vidal, Sanchez, Correa.
    ARBITRO: Kovacs (Rom).
    ASSISTENTI: Marinescu e Artene.
    IV UOMO: Chivulete.
    VAR: Fritz (Ger).
    ASS. VAR: Hategan (Rom). LEGGI TUTTO

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    Milan, Pioli: “Atletico? Non è decisiva. So come battere il Cholo”

    MILANO – “Il livello è molto alto e l’abbiamo visto contro il Liverpool, abbiamo pagato i nostri errori e ci hanno punito. Dobbiamo giocare semplice, veloce, non sbagliare scelte perché poi queste squadre ti possono colpire in qualsiasi momento. Il nostro livello deve salire sotto ogni punto di vista, l’esperienza di Liverpool però ci farà essere più attenti e più forti”. Così Stefano Pioli presenta in conferenza stampa il big match di Champions League contro l’Atletico Madrid di Simeone, secondo partita del girone dopo il ko incassato dal Milan a Liverpool contro Klopp. “Fino a sabato l’Atletico era imbattuto ed è ancora nei primi posti della Liga, è una squadra molto forte, molto solida, con un allenatore preparato e giocatori di grandissimo livello, pronti a cogliere ogni minimo errore. Dovremo giocare una partita tecnicamente di altissimo livello ed essere concentrati e attenti per tutti i 95 minuti”, ha aggiunto l’allenatore rossonero.Guarda la galleryIl Milan vola con Daniel Maldini e Brahim Diaz: 2-1 allo Spezia
    Pioli su Giroud
    “Stiamo facendo le nostre esperienze e sfruttiamo ogni situazione per fare qualcosa in più, per fare meglio. Siamo una squadra giovane e questo dà tanti vantaggi, dove non arriviamo con l’esperienza ci arriviamo con le idee e con l’entusiasmo, entusiasmo che ci daranno i nostri tifosi anche domani. Giroud? Il minutaggio a La Spezia era necessario e giusto per migliorare la condizione, crescerà nelle prossime partite”, ha aggiunto Pioli.
    L’arbitro di Milan-Atletico Madrid
    Pioli: “Match importante ma non decisivo”
    “La voglia di fare la partita non ci mancherà, torniamo a giocare davanti ai nostri tifosi, nella competizione che abbiamo voluto con tutte le nostre forze. Contro l’Atletico sarà una partita importante ma non decisiva per il passaggio del turno, perché poi ce ne saranno altre quattro. Vogliamo però togliere lo zero dalla nostra classifica. Il mio rapporto con il Milan? Nella mia testa il rapporto col club, con i giocatori, con l’ambiente Milan non ha scadenza. Abbiamo le stesse motivazioni, le stesse ambizioni di ottenere il massimo da ogni partita, da ogni stagione. Ma ora pensiamo alla partita di domani”, ha detto Pioli. LEGGI TUTTO

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    Inter, Inzaghi: “Che emozione la prima in Champions a San Siro”

    MILANO – L’Inter campione d’Italia si appresta a fare il suo esordio in Champions League contro il Real Madrid, il tutto avverrà tra le mura di San Siro per una notte emozionante come definita da Simone Inzaghi. L’ex allenatore della Lazio ha parlato ai microfoni di Amazon Prime prima della partita raccontando le sue sensazioni: C’è tantissima emozione per questo esordio. Esordire in un palcoscenico come San Siro, con una squadra importante come l’Inter, è emozionante – aggiunge – Io vorrei un guizzo da tutti quanti: da allenatore il mio desiderio è che chi comincia lo faccia nel migliore dei modi. Alle volte è più importante chi entra rispetto a chi inizia”. LEGGI TUTTO

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    Dudek ricorda la Champions 2005: “Ecco come parai il rigore a Shevchenko”

    “Mi credi se ti dico che non sapevo che fosse l’ultimo? (ride). Ti posso assicurare che non avevo fatto alcun tipo di calcolo, non mi ero reso conto di nulla nel delirio generale. Poi, dopo aver parato il tiro di Shevchenko ho visto tutti i ragazzi correre verso di me e capii che avevamo vinto davvero”. Jerzy Dudek, ex portiere del Liverpool clamoroso vincitore della Champions League nel 2005 ai rigori contro il Milan (sotto di tre gol al 45′), ricorda il penalty parato al fuoriclasse ucraino ai microfoni di FanPage: “L’euforia era enorme, anzi piuttosto parlerei di follia! E dissi a me stesso: ‘Ce l’hai fatta, ce l’hai fatta davvero!’. Sheva è un bravissimo ragazzo, e il nostro rapporto è ottimo. Ci siamo incontrati qualche volta durante delle partite amichevoli organizzate da ex calciatori e anche in altri momenti. E ovviamente l’argomento era sempre quello della finale di Istanbul”.
    Dudek: “Un assistente di Benitez ci disse come recuperare”
    “Il nostro sconforto era evidente. L’esito sembrava scontato. Poi Alex Miller, uno degli assistenti di Rafa Benitez, ci disse: ‘So cosa state pensando, ma dovete svuotare la mente. Non dovete pensare che questo potrebbe essere il peggiore risultato di sempre in Champions League. I vostri rivali hanno molta fiducia in loro stessi perché stanno vincendo 3-0.  Se riuscite a segnare un gol nei primi dieci minuti sarà lo scenario ideale, perché il Milan non reagirà, e voi avrete moltissimo tempo per segnare di nuovo. E nel caso in cui ciò accada, loro finiranno nel panico e voi potrete davvero pareggiare!’. In realtà la sua voce era disperata. E non credo che i ragazzi in campo ci credessero davvero. Anzi, prima dell’intervallo avevamo pensato addirittura di finire sotto per 0-5 o 0-6, per come stavano andando le cose…”.
    Dudek: “Carragher mi disse di imitare Grobbelaar contro la Roma”
    “Dopo i supplementari lo scenario era caotico, erano tutti in preda al delirio post rimonta. Il più invasato di tutti era Jamie Carragher. Prima dei calci di rigore mi spinse con vigore e gridò : ‘Jerzy, tocca a te. Devi spezzare il loro ritmo. Ricordi Grobbelaar contro la Roma? Fu bravissimo a irritare e a distrarre tutti quanti. Prova a fare lo stesso. Fai qualcosa sulla linea di porta. Gioca con loro, devi destabilizzarli… Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi: ‘Ok, Carra, ok, ma ora basta. Dammi un momento per concentrarmi prima dei rigori’. Avevo bisogno di calma. Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi: ‘Ok, Carra, ok, ma ora basta. Dammi un momento per concentrarmi prima dei rigori’. Avevo bisogno di calma. Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi: ‘Ok, Carra, ok, ma ora basta. Dammi un momento per concentrarmi prima dei rigori’. Avevo bisogno di calma”.
    Dudek: “Il Liverpool è una squadra diverse dalle top europee”
    “Klopp ha saputo creare una squadra equilibrata tra difesa e attacco. E il Liverpool di oggi è ben noto soprattutto per questo suo grande pregio di cambiare rapidamente tipo di azione. Hanno una difesa solida e gente importante davanti come Mané, Firmino e Salah, grandi giocatori che fanno la differenza a livello offensivo. È una squadra costruita in modo diverso dalle top europee, ma credo che alla fine visto il loro potenziale potranno lottare per il titolo. È anche vero però che il torneo è lungo e se diamo un’occhiata alle squadre favorite e al denaro che hanno investito quest’estate, ti rendi conto che Klopp, escludendo l’ingaggio di Konaté, non ha praticamente speso nulla. Credo che ogni partita sia a sé e la forma del momento condizionerà il risultato. Ma credo anche che il Liverpool mostrerà le sue migliori qualità già dalla fase di gruppi. Una volta passato il girone tutto può succedere, e le semifinali sono tranquillamente alla portata della squadra di Klopp”.
    Dudek: “Il dominio della Juve ha tolto prestigio al Milan”
    “Il Milan? È una squadra totalmente diversa rispetto a quella che incontrammo noi a Istanbul. Nel 2005 era piena di giocatori strepitosi, inutile girarci attorno. Negli ultimi anni hanno effettuato una politica di rinnovo che ovviamente è stata condizionata da alcune decisioni a livello economico perché oggi il calcio è governato dai soldi. Il Milan di oggi ha avuto molte difficoltà e il dominio assoluto della Juventus nel campionato italiano non lo ha aiutato a recuperare il proprio prestigio. Credo però che adesso siano finalmente ritornati a casa loro, ossia in Champions League. Perché alla fine, tranne quelli dell’Inter (ride), tutti i tifosi di calcio del mondo hanno sempre visto il Milan come una delle squadre più identificate con la Champions. In primis va ricordato che entrambe sono nel gruppo della morte della Champions, considerati i titoli vinti dalle squadre che lo compongono. Credo che sulla carta il Milan si giocherà il terzo posto col Porto, perché Liverpool e Atletico Madrid hanno molta più esperienza, un background più solido e sono favorite a qualificarsi in questo girone. Per questo motivo credo che qualsiasi risultato dal terzo posto in poi rappresenterebbe un gran successo per il Milan, oltre a dare un ottimo riscontro sul lavoro svolto ultimamente”. LEGGI TUTTO

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    La sveglia di Allegri, la ceramica di Gasperini

    Erano quasi nove anni che la Juve in Champions League non segnava tre gol nel primo tempo ed era dal 2 marzo che non riusciva a chiudere una partita senza subire gol: bastano questi due dati per comprendere l’importanza della vittoria di Malmoe, decisamente tonificante dopo il disastroso avvio in campionato e l’unico punto raggranellato nelle prime tre giornate. Sia chiaro: sarebbe un errore pensare che tutti i problemi siano stati risolti d’acchito in Svezia, come se la falsa partenza stagionale dovesse essere minimizzata o, peggio ancora, cancellata.

    Il primo a esserne consapevole è Allegri, tuttavia la sveglia che ha dato alla squadra ha funzionato. Oltre, naturalmente, al recupero dei grandi assenti al Maradona se è vero che rispetto alla partita in Campania, inizialmente Max ha presentato una formazione nuova per sei undicesimi. Dybala era atteso a una prova degna della sua classe e l’argentino ha risposto, coadiuvato da Morata che, Allegri lo ripete spesso, segna sempre gol pesanti. E come non sottolineare l’indispensabilità di Cuadrado: quando c’è lui in campo, è un’altra Juve. Il successo di Malmoe restituisce una parte della serenità perduta: per ritrovarla completamente, domenica il Milan capiterà a proposito.

    Il debutto stagionale delle italiane in Champions è stato molto positivo: per merito della Juve e dell’Atalanta di ferro che a Vila-Real poteva vincere, ha rischiato di perdere, ma ha firmato un pareggio degno dell’EuroDea. Alla terza partecipazione consecutiva, Gasperini ha ripresentato una squadra in spolvero, nello stadio della Ceramica, la casa dei vincitori dell’ultima Europa League capaci di portare ai rigori il Chelsea campione d’Europa nella finale di Supercoppa. Dice bene Musso, superstar in Spagna: in Champions, tutto può succedere. Anche che CR7 perda contro lo Young Boys in un girone dove tutto può accadere. E dove l’Atalanta si divertirà molto. LEGGI TUTTO

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    De Laurentiis rivela: “Studio un progetto da 10 miliardi di euro”

    LONDRA (INGHILTERRA) – “La Champions e l’Europa League non generano entrate sufficienti per i club per giustificare la partecipazione al torneo.Per essere competitivo, hai bisogno di tanti giocatori di alto livello. Ciò significa che devi spendere di più e il premio in denaro delle competizioni europee non ne tiene conto. Ecco perché i club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e redditizio per tutti i partecipanti”. Ha le idee chiare il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che, in un’intervista al tabloid inglese Daily Mail, traccia un bilancio sulle difficoltà economiche dei club di calcio.
    De Laurentiis svela il suo progetto
    “Dobbiamo ridurre il numero di gare riducendo le divisioni in tutta Europa – continua il numero uno del club azzurro -. Inoltre, creiamo un campionato europeo con un sistema di ingresso democratico, basato su ciò che le squadre ottengono nelle loro competizioni nazionali. Ho esaminato un progetto pronto a portare 10 miliardi di euro al gioco europeo, ma ci vuole volontà e totale indipendenza”. De Laurentiis parla poi del calcio inglese alla vigilia dell’esordio del Napoli in Europa League proprio contro il Leicester, campione d’Inghilterra nel 2016 sotto la guida dell’italiano, doppio ex della sfida di giovedì, Claudio Ranieri. “Noi italiani dobbiamo imparare dal calcio inglese. Se non cambiamo le regole del gioco e non lo rendiamo uno spettacolo migliore, i giovani ci abbandoneranno e il calcio non sarà più la parte centrale della nostra vita. La mia ricerca mi dice che le persone tra gli otto e i 25 anni hanno smesso di guardare il calcio e preferiscono giocare con gli smartphone: hanno completamente trasformato i nostri figli. Non sto dicendo che l’abitudine di guardare il calcio in uno stadio morirà, ma ora abbiamo lo ‘stadio virtuale’, che può attirare miliardi di persone a giocare gli uni contro gli altri. Chissà se riusciremo a riportarli sulla strada dello sport più grande e influente del mondo?”. 

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