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    Spalletti esalta Koulibaly e Insigne: “Sono imprescindibili per il Napoli”

    Spalletti: “Con le cinque sostituzioni non sei mai al sicuro”
    “Se si va a prendere in esame l’ultima disputata penso che la cosa nuova delle cinque sostituzioni abbia allungato la vita alla partita di calcio. Di conseguenza per essere al sicuro bisogna fare tre gol. Mentre prima con due gol diventava un risultato difficile da ribaltare, ora con le cinque sostituzioni non sei mai al sicuro. Di conseguenza per quello che è stato lo spazio avuto e la possibilità di andare ad attaccare la linea difensiva del Cagliari, quando ha tentato di fare qualcosa in più, c’erano capitate delle situazioni che noi dovevamo sfruttare. E’ un po’ una riflessione che è stata posta alla squadra, di cui abbiamo parlato”, afferma Spalletti in conferenza stampa.
    Spalletti: “Nel calcio di oggi si segna molto di più”
    “Gli allenatori giovani che ci sono ora provano ad avvicinare il calcio ad un calcio europeo: pressing alto, riconquista nella metà campo avversaria, costruzione del basso. Dei principi che danno beneficio alla possibilità di segnare più gol. Ma la cosa fondamentale è mettere tre-quattro calciatori nel reparto offensivo a venti minuti dalla fine per avere delle vampate di velocità e tecnica che possono veramente ribaltare un risultato in pochi minuti”.
    Spalletti: “Napoli ambiente ideale per Lozano e Osimhen”
    Su Lozano: “E’ un ragazzo splendido, una persona di una squisitezza unica. Però qui dentro tutti hanno quelle capacità lì e quelle caratteristiche lì. Lui si trova benissimo. Ha un pochettino ritardato il migliorare la sua condizione a causa dell’incidente in nazionale, ora però lo vedo molto motivato, sorridente. Tra l’altro secondo me lo vedo nell’ambiente giusto per lui, come Osimhen. Napoli mi sembra un ambiente adatto per calciatori come Lozano e Osimhen. L’apporto dei tifosi? Questo contatto diretto ci permette di acchiappare quelle sensazioni che ti danno solo i rapporti umani ravvicinati. Per quanto mi riguarda cambia poco perché anche quando l’ho trovato vuoto, per il primo allenamento, i miei occhi hanno visto lo stadio pieno, con il rumore dei napoletani che si sentiva benissimo”.
    Spalletti: “Mi dispiace aver lasciato fuori Ghoulam”
    Sugli infortunati: “Li vedo bene. Sono stati fatti degli allenamenti personalizzati perché Sinatti è un preparatore attento ai dettagli. La disponibilità dei calciatori stessi fa la completezza della situazione. Quando sei lì da solo, non ti vede nessuno, non ci sono le telecamere. Qui invece si riesce a far bene anche quella parte un po’ più nascosta, che poi è quella che fa la differenza. Per domani siamo tutti pronti. Dispiace aver lasciato fuori Ghoulam dalla lista, l’abbiamo fatto perché era infortunato in quel momento e si è andati per regola. Ma nei pensieri di poter anche non prendere il terzino sinistro c’era, come doppio ruolo, questa predisposizione per un campione e uomo squadra come lui. E’ un po’ uno di quelli che dettano quelli che sono i ritmi, i tempi di tutto il gruppo. Quando hai calciatori così, che sono degli allenatori in campo, il mio lavoro diventa più facile”.
    Spalletti: “Sono un contadino, guardo il raccolto”
    “Insigne ha detto che si diverte? Anche io mi diverto. Sto bene quando finisce la partita e abbiamo vinto. A volte dicono che sono contadino ed è vero, sono un po’ contadino. E per noi contadini sognare non è mai prudente. Noi guardiamo al raccolto di domani perché se la stagione cambia e non fai il raccolto è inutile fare sogni a lunga scadenza. Dipende dalla stagione che passerà domani e cosa riuscirai a portare a casa. Noi pensiamo a quello che abbiamo avanti, a quello che è domani, a ciò che possiamo raccogliere domani. Perché domenica è un po’ più in là e non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni”.
    Spalletti: “È essenziale che non ci sia presunzione”
    “La formazione? E’ una situazione in funzione di quella successiva. Quei 3-4 calciatori che potremo risparmiare per averli freschi nella partita successiva saranno risparmiati. Tre, quattro, quattro e mezzo… La confidenza? Bisogna averla perché bisogna dirsi le cose in maniera libera. Se c’è qualcuno che può dire la sua perché vede che sia una soluzione in più la può dire e se la dice corretta noi ne prendiamo atto e andiamo tutti ad eseguire. L’allenatore non è quello che è intelligente. Quello intelligente è quello che dice cose intelligenti. L’essenziale è che non ci sia presunzione, che i calciatori vogliano condividere questo momento in cui tutti ci si mette a disposizione e si fa ciò che va fatto. Nel parametro dei gol non presi c’è la bravura della difesa, ma anche i rientri di Insigne per 70 metri per aiutare la linea e fare blocco squadra basso. E’ lo stare dentro la squadra, non mettersi laggiù a un chilometro di distanza. Si sta tutti lì e quando c’è bisogno di quello che ha personalità perché vogliono venire a importi delle cose esce fuori. L’atteggiamento di squadra è il segreto, si passa sempre da quello. Anche se i difensori nel modo di comportarsi devono pensare di farcela da soli contro undici calciatori, nel modo di essere squadra gli altri componenti danno una mano”.
    Spalletti: “In Russia tengono moltissimo al confronto europeo”
    “Lo Spartak ha perso la prima partita in caso e questa è un’insidia. Potrebbe sembrare che loro siano una squadra doma, mentre come diceva Insigne prima loro hanno perso una partita immeritata dal punto di vista della qualità. Se vi fosse capitato di vedere come ha segnato il Legia Varsavia al 90′ c’è da sgranare gli occhi. Per loro quindi ora diventa questa la partita per poter rimanere dentro, se perdono anche questa sono fuori. In Russia tengono moltissimo al confronto europeo. Per loro non c’è il prendere sottogamba le altre competizioni. Gli italiani poi sono uno stimolo in più per loro. A lottare sono i più forti di tutti perché sono abituati loro a lottare in maniera forte, anche per le difficoltà sociali. Loro lo mettono sempre sul piano della disponibilità al sacrificio e la lotta, lì non si insegna niente a nessuno da questo punto di vista. Non si va solo per qualità di gioco, ma anche per impatto fisico quando si gioca contro di loro”.
    Spalletti: “Il Napoli ha una discreta mentalità, s’è visto col Leicester”
    Sul match con il Leicester nella prima giornata della fase a gironi di Europa League: “La squadra ha raccolto un risultato tramite la reazione, l’equilibrio in campo nonostante il risultato. La squadra non s’è fatta deprimere dagli episodi, anche quando abbiamo preso gol ci sono stati degli erroretti ma non ci siamo comportati male, potevamo avere più fortuna. Il carattere e la mentalità sono fondamentali per andare avanti. Secondo me la squadra ha una discreta mentalità. Dobbiamo arrivare al punto di pensare che ogni volta che arriviamo in campo stiamo per disputare una partita dalla quale ne vogliamo uscire vittoriosi, deve essere questo grossomodo l’atteggiamento”.
    Spalletti su Cannavaro, il padel e gli amici russi
    Su Cannavaro: “Siamo molto amici, ci conosciamo bene, ci siamo sentiti molte volte al telefono anche quando lui era in Cina. Quando l’ho conosciuto per me è stato come il raggiungimento di un obiettivo. Fabio è un ragazzo splendido, sa quello che dice, come comportarsi. Però per il momento l’ha detto e basta, non mi ha invitato ancora. Che si affretti. Il padel? Sono scarso a qualsiasi gioco. Gioco un po’ a tutto, ma non ho gran qualità. Il gioco avanza tempo. Però mi garba il padel, è una cosa simpatica. Giocando ho capito perché piace a tutti. La pallina ti viene a cercare. Mentre negli altri giochi la pallina scappa via, in questo gioco la pallina viene a cercarti e puoi stare anche fermo. La comodità piace a tutti”. Spalletti, che ha allenato per quasi cinque anni lo Zenit San Pietroburgo, rivolge poi “un caro saluto a tutti i miei amici russi”. LEGGI TUTTO

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    Juve in stile Blues: così si batte il Chelsea

    TORINO – Rivoltare contro il Chelsea  campione d’Europa le stesse armi usate dalla squadra di Tuchel per diventarlo: rubare palla con l’avversario in avanti, come il City di Guardiola nella finale di Porto, e colpirlo in velocità in spazi  larghi. Potrebbe essere questo il piano della Juventus di  Massimiliano Allegri nella  sfida contro i Blues. Di certo,  l’allenatore e anche Chiellini lo hanno detto e ripetuto, campo aperto la squadra bianconera non intende concederne al Chelsea:  in questa stagione ancor più micidiale in spazi larghi, con Lukaku più potente e più preciso in fase di finalizzazione rispetto a Werner. Ovviamente, però, sono  molte le squadre che fanno attenzione a non lasciare spazi ampi ai blues, almeno finché il risultato non le costringe. E questo non ha  impedito al Chelsea di diventare campione d’Europa l’anno scorso, né di essere ai vertici della Premier  League adesso (secondo a 1 punto dal Liverpool).

    Le caratteristiche del Chelsea

    Questo perché la squadra di Tuchel sa segnare anche contro avversarie chiuse: grazie all’ampiezza data dagli esterni di centrocampo,  all’aggressività dei difensori  di centro-destra e centro-sinistra (con la palla e senza) e  alla qualità del fraseggio interno tra i due centrocampisti e le due mezzepunte che possono appoggiarsi su Lukaku. A quest’ultima soluzione la Juventus opporrà grande densità, con due linee strette e cinque uomini in zona centrale.

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    Diretta Shakhtar Donetsk-Inter ore 18.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    KIEV (UCRAINA) – Archiviato il pareggio di campionato contro l’Atalanta, l’Inter di Simone Inzaghi vola in Ucraina per affrontare lo Shakhtar Donetsk di Roberto De Zerbi nel secondo turno della fase a gironi della Champions League. Per il secondo anno consecutivo le due squadre sono finite nello stesso girone. La scorsa stagione entrambe le gare si chiusero a reti inviolate, risultati che impedirono ai nerazzurri di qualificarsi agli ottavi. Intanto sia Inter che Shakhtar hanno perso al debutto stagionale nella competizione: gli ucraini sono caduti in casa dello Sheriff per 2-0, mentre i nerazzurri, nonostante una buonissima partita, si sono dovuti arrendere di fronte al Real Madrid (1-0). Il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi, nella conferenza stampa della vigilia, ha ribadito: “Non sarà una partita decisiva, ma di certo è molto molto importante. Lo Shakhtar per alcuni aspetti è molto simile al Sassuolo. Dovremo stare molto attenti e fare una partita intensa, loro hanno ottime individualità e giocano molto bene a calcio”
    Shakhtar Donetsk-Inter: dove vederla in tv e in streaming
    Shakhtar Donetsk-Inter, gara valida per il secondo turno della fase a gironi della Champions League, è in programma alle ore 18.45 allo stadio Olimpiyskiy di Kiev, Ucraina, e sarà visibile in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport 252 e Mediaset Infinity. Inoltre sarà disponibile anche in streaming su Now e sulla piattaforma Sky Go.
    Shakhtar Donetsk-Inter: probabili formazioni
    SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1): Pyatov; Dodo, Marlon, Matviyenko, Ismaily; Maycon, Marcos Antonio; Tete, Alan Patrick, Pedrinho; Traoré. Allenatore: De Zerbi.
    A disposizione: Trubin, Shevchenko, Vitao, Konoplja, Stepanenko, Marlos, Bondarenko, Mudryk, Sudakov, Konoplya, Kornijenko, Sikan, Bondar.
    INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Martinez. Allenatore: Inzaghi.
    A disposizione: Radu, Cordaz, D’Ambrosio, Ranocchia, Kolarov, Darmian, Dimarco, Gagliardini, Vecino, Vidal, Sanchez, Correa.
    ARBITRO: Kovacs (Rom).
    ASSISTENTI: Marinescu e Artene.
    IV UOMO: Chivulete.
    VAR: Fritz (Ger).
    ASS. VAR: Hategan (Rom). LEGGI TUTTO

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    Milan, Pioli: “Atletico? Non è decisiva. So come battere il Cholo”

    MILANO – “Il livello è molto alto e l’abbiamo visto contro il Liverpool, abbiamo pagato i nostri errori e ci hanno punito. Dobbiamo giocare semplice, veloce, non sbagliare scelte perché poi queste squadre ti possono colpire in qualsiasi momento. Il nostro livello deve salire sotto ogni punto di vista, l’esperienza di Liverpool però ci farà essere più attenti e più forti”. Così Stefano Pioli presenta in conferenza stampa il big match di Champions League contro l’Atletico Madrid di Simeone, secondo partita del girone dopo il ko incassato dal Milan a Liverpool contro Klopp. “Fino a sabato l’Atletico era imbattuto ed è ancora nei primi posti della Liga, è una squadra molto forte, molto solida, con un allenatore preparato e giocatori di grandissimo livello, pronti a cogliere ogni minimo errore. Dovremo giocare una partita tecnicamente di altissimo livello ed essere concentrati e attenti per tutti i 95 minuti”, ha aggiunto l’allenatore rossonero.Guarda la galleryIl Milan vola con Daniel Maldini e Brahim Diaz: 2-1 allo Spezia
    Pioli su Giroud
    “Stiamo facendo le nostre esperienze e sfruttiamo ogni situazione per fare qualcosa in più, per fare meglio. Siamo una squadra giovane e questo dà tanti vantaggi, dove non arriviamo con l’esperienza ci arriviamo con le idee e con l’entusiasmo, entusiasmo che ci daranno i nostri tifosi anche domani. Giroud? Il minutaggio a La Spezia era necessario e giusto per migliorare la condizione, crescerà nelle prossime partite”, ha aggiunto Pioli.
    L’arbitro di Milan-Atletico Madrid
    Pioli: “Match importante ma non decisivo”
    “La voglia di fare la partita non ci mancherà, torniamo a giocare davanti ai nostri tifosi, nella competizione che abbiamo voluto con tutte le nostre forze. Contro l’Atletico sarà una partita importante ma non decisiva per il passaggio del turno, perché poi ce ne saranno altre quattro. Vogliamo però togliere lo zero dalla nostra classifica. Il mio rapporto con il Milan? Nella mia testa il rapporto col club, con i giocatori, con l’ambiente Milan non ha scadenza. Abbiamo le stesse motivazioni, le stesse ambizioni di ottenere il massimo da ogni partita, da ogni stagione. Ma ora pensiamo alla partita di domani”, ha detto Pioli. LEGGI TUTTO

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    Inter, Inzaghi: “Che emozione la prima in Champions a San Siro”

    MILANO – L’Inter campione d’Italia si appresta a fare il suo esordio in Champions League contro il Real Madrid, il tutto avverrà tra le mura di San Siro per una notte emozionante come definita da Simone Inzaghi. L’ex allenatore della Lazio ha parlato ai microfoni di Amazon Prime prima della partita raccontando le sue sensazioni: C’è tantissima emozione per questo esordio. Esordire in un palcoscenico come San Siro, con una squadra importante come l’Inter, è emozionante – aggiunge – Io vorrei un guizzo da tutti quanti: da allenatore il mio desiderio è che chi comincia lo faccia nel migliore dei modi. Alle volte è più importante chi entra rispetto a chi inizia”. LEGGI TUTTO

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    Dudek ricorda la Champions 2005: “Ecco come parai il rigore a Shevchenko”

    “Mi credi se ti dico che non sapevo che fosse l’ultimo? (ride). Ti posso assicurare che non avevo fatto alcun tipo di calcolo, non mi ero reso conto di nulla nel delirio generale. Poi, dopo aver parato il tiro di Shevchenko ho visto tutti i ragazzi correre verso di me e capii che avevamo vinto davvero”. Jerzy Dudek, ex portiere del Liverpool clamoroso vincitore della Champions League nel 2005 ai rigori contro il Milan (sotto di tre gol al 45′), ricorda il penalty parato al fuoriclasse ucraino ai microfoni di FanPage: “L’euforia era enorme, anzi piuttosto parlerei di follia! E dissi a me stesso: ‘Ce l’hai fatta, ce l’hai fatta davvero!’. Sheva è un bravissimo ragazzo, e il nostro rapporto è ottimo. Ci siamo incontrati qualche volta durante delle partite amichevoli organizzate da ex calciatori e anche in altri momenti. E ovviamente l’argomento era sempre quello della finale di Istanbul”.
    Dudek: “Un assistente di Benitez ci disse come recuperare”
    “Il nostro sconforto era evidente. L’esito sembrava scontato. Poi Alex Miller, uno degli assistenti di Rafa Benitez, ci disse: ‘So cosa state pensando, ma dovete svuotare la mente. Non dovete pensare che questo potrebbe essere il peggiore risultato di sempre in Champions League. I vostri rivali hanno molta fiducia in loro stessi perché stanno vincendo 3-0.  Se riuscite a segnare un gol nei primi dieci minuti sarà lo scenario ideale, perché il Milan non reagirà, e voi avrete moltissimo tempo per segnare di nuovo. E nel caso in cui ciò accada, loro finiranno nel panico e voi potrete davvero pareggiare!’. In realtà la sua voce era disperata. E non credo che i ragazzi in campo ci credessero davvero. Anzi, prima dell’intervallo avevamo pensato addirittura di finire sotto per 0-5 o 0-6, per come stavano andando le cose…”.
    Dudek: “Carragher mi disse di imitare Grobbelaar contro la Roma”
    “Dopo i supplementari lo scenario era caotico, erano tutti in preda al delirio post rimonta. Il più invasato di tutti era Jamie Carragher. Prima dei calci di rigore mi spinse con vigore e gridò : ‘Jerzy, tocca a te. Devi spezzare il loro ritmo. Ricordi Grobbelaar contro la Roma? Fu bravissimo a irritare e a distrarre tutti quanti. Prova a fare lo stesso. Fai qualcosa sulla linea di porta. Gioca con loro, devi destabilizzarli… Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi: ‘Ok, Carra, ok, ma ora basta. Dammi un momento per concentrarmi prima dei rigori’. Avevo bisogno di calma. Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi: ‘Ok, Carra, ok, ma ora basta. Dammi un momento per concentrarmi prima dei rigori’. Avevo bisogno di calma. Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi: ‘Ok, Carra, ok, ma ora basta. Dammi un momento per concentrarmi prima dei rigori’. Avevo bisogno di calma”.
    Dudek: “Il Liverpool è una squadra diverse dalle top europee”
    “Klopp ha saputo creare una squadra equilibrata tra difesa e attacco. E il Liverpool di oggi è ben noto soprattutto per questo suo grande pregio di cambiare rapidamente tipo di azione. Hanno una difesa solida e gente importante davanti come Mané, Firmino e Salah, grandi giocatori che fanno la differenza a livello offensivo. È una squadra costruita in modo diverso dalle top europee, ma credo che alla fine visto il loro potenziale potranno lottare per il titolo. È anche vero però che il torneo è lungo e se diamo un’occhiata alle squadre favorite e al denaro che hanno investito quest’estate, ti rendi conto che Klopp, escludendo l’ingaggio di Konaté, non ha praticamente speso nulla. Credo che ogni partita sia a sé e la forma del momento condizionerà il risultato. Ma credo anche che il Liverpool mostrerà le sue migliori qualità già dalla fase di gruppi. Una volta passato il girone tutto può succedere, e le semifinali sono tranquillamente alla portata della squadra di Klopp”.
    Dudek: “Il dominio della Juve ha tolto prestigio al Milan”
    “Il Milan? È una squadra totalmente diversa rispetto a quella che incontrammo noi a Istanbul. Nel 2005 era piena di giocatori strepitosi, inutile girarci attorno. Negli ultimi anni hanno effettuato una politica di rinnovo che ovviamente è stata condizionata da alcune decisioni a livello economico perché oggi il calcio è governato dai soldi. Il Milan di oggi ha avuto molte difficoltà e il dominio assoluto della Juventus nel campionato italiano non lo ha aiutato a recuperare il proprio prestigio. Credo però che adesso siano finalmente ritornati a casa loro, ossia in Champions League. Perché alla fine, tranne quelli dell’Inter (ride), tutti i tifosi di calcio del mondo hanno sempre visto il Milan come una delle squadre più identificate con la Champions. In primis va ricordato che entrambe sono nel gruppo della morte della Champions, considerati i titoli vinti dalle squadre che lo compongono. Credo che sulla carta il Milan si giocherà il terzo posto col Porto, perché Liverpool e Atletico Madrid hanno molta più esperienza, un background più solido e sono favorite a qualificarsi in questo girone. Per questo motivo credo che qualsiasi risultato dal terzo posto in poi rappresenterebbe un gran successo per il Milan, oltre a dare un ottimo riscontro sul lavoro svolto ultimamente”. LEGGI TUTTO

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    La sveglia di Allegri, la ceramica di Gasperini

    Erano quasi nove anni che la Juve in Champions League non segnava tre gol nel primo tempo ed era dal 2 marzo che non riusciva a chiudere una partita senza subire gol: bastano questi due dati per comprendere l’importanza della vittoria di Malmoe, decisamente tonificante dopo il disastroso avvio in campionato e l’unico punto raggranellato nelle prime tre giornate. Sia chiaro: sarebbe un errore pensare che tutti i problemi siano stati risolti d’acchito in Svezia, come se la falsa partenza stagionale dovesse essere minimizzata o, peggio ancora, cancellata.

    Il primo a esserne consapevole è Allegri, tuttavia la sveglia che ha dato alla squadra ha funzionato. Oltre, naturalmente, al recupero dei grandi assenti al Maradona se è vero che rispetto alla partita in Campania, inizialmente Max ha presentato una formazione nuova per sei undicesimi. Dybala era atteso a una prova degna della sua classe e l’argentino ha risposto, coadiuvato da Morata che, Allegri lo ripete spesso, segna sempre gol pesanti. E come non sottolineare l’indispensabilità di Cuadrado: quando c’è lui in campo, è un’altra Juve. Il successo di Malmoe restituisce una parte della serenità perduta: per ritrovarla completamente, domenica il Milan capiterà a proposito.

    Il debutto stagionale delle italiane in Champions è stato molto positivo: per merito della Juve e dell’Atalanta di ferro che a Vila-Real poteva vincere, ha rischiato di perdere, ma ha firmato un pareggio degno dell’EuroDea. Alla terza partecipazione consecutiva, Gasperini ha ripresentato una squadra in spolvero, nello stadio della Ceramica, la casa dei vincitori dell’ultima Europa League capaci di portare ai rigori il Chelsea campione d’Europa nella finale di Supercoppa. Dice bene Musso, superstar in Spagna: in Champions, tutto può succedere. Anche che CR7 perda contro lo Young Boys in un girone dove tutto può accadere. E dove l’Atalanta si divertirà molto. LEGGI TUTTO