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    Real Madrid-Inter 3-2, il tabellino

    MADRID – Una rimonta da 0-2 a 2-2 non basta all’Inter per portare via punti da Valdebebas. Vince 3-2 il Real Madrid, avanti con Benzema e Ramos e ripreso dai gol di Lautaro Martinez e Perisic. Decide a 10′ dal termine il gol di Rodrygo.
    REAL MADRID-INTER 3-2: NUMERI E STATISTICHE
    REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Lucas, Ramos, Varane, Mendy; Kroos (78′ Modric), Casemiro, Valverde; Asensio (63′ Rodrygo), Benzema, Hazard (63′ Vinicius). A disposizione: Isco, Altube, Mariano, Jovic, Lunin, Marcelo, Santos. Allenatore: Zidane.
    INTER (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella (77′ Gagliardini), Brozovic, Vidal (86′ Nainggolan), Young; L.Martinez, Perisic (77′ Sanchez). A disposizione: Darmian, Eriksen, Kolarov, Padelli, Pinamonti, Ranocchi, Skriniar, Stankovic. Allenatore: Conte.
    ARBITRO: Turpin (Francia)
    MARCATORI: 24′ Benzema (R), 32′ Ramos (R), 34′ L.Martinez (I), 67′ Perisic (I), 80′ Rodrygo (R)
    NOTE: Ammoniti Mendy, Valverde, Casemiro, Courtois (R); Brozovic, Vidal, Barella (I). Recupero: 0′ – 3′ LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Inter 3-2: Rodrygo condanna Conte all’ultimo posto

    MADRID (Spagna) – La volata europea di Conte si fa tutta in salita. A Madrid serviva l’impresa, una vittoria che potesse portare alla svolta, e invece non è arrivato neanche il pari. I soliti noti (Benzema e Sergio Ramos) in compagnia della stellina Rodrygo hanno condannato l’Inter a Valdebebas, firmando il 3-2 Real che la relega all’ultimo posto nel Gruppo B dopo la goleada del Moenchengladbach in Ucraina. Le reti nerazzurre sono state di Lautaro Martinez e Perisic in una partita che nella ripresa è stata quasi sempre in bilico fino all’80’, il minuto in cui il giovane brasiliano ha calato il tris. Adesso ci si giocherà tutto a San Siro: il ritorno del big match è in programma il prossimo 25 novembre.
    Real Madrid-Inter 3-2: tabellino e statistiche

    Primo tempo show. E che tacco di Barella!
    Come da previsione, quella tra Real Madrid e Inter, è stata una partita ad alto tasso di spettacolarità. La squadra di Zidane ha tentato sin da subito di imporre il proprio gioco, impaurendo la difesa nerazzurra con le occasioni di Asensio e Valverde mentre quella di Conte ha risposto con Barella prima (colpo di testa sulla traversa) e Lautaro dopo. Il momento chiave lo ha regalato il grande ex Hakimi che con un retropassaggio ha servito sciaguratamente l’1-0 a Benzema al 24’. E se la forza dei blancos s’è fatta palese con il raddoppio di Sergio Ramos (zuccata prepotente da calcio d’angolo al 32’), l’inventiva dell’Inter ha riaperto la sfida: tacco magico di Barella e destro vincente di Lautaro due minuti più tardi.
    Inter a un passo dal ribaltone
    Il lavoro nerazzurro è stato evidente, la cattiveria in zona gol all’inizio della ripresa un po’ meno. Nel Real da applausi le prestazioni di Benzema e Lucas Vazquez: il francese si è confermato su livelli universali, lo spagnolo ha dimostrato la solita versatilità partendo dall’out basso di destra e tagliando spesso e volentieri verso il centro per provare la conclusione. Ma alla lunga la migliore gamba della squadra di Conte ha portato i suoi frutti: Perisic ha superato Courtois con un diagonale per il pareggio (69’), Lautaro e ancora il croato sono andati a un passo dal clamoroso ribaltone. Che non è arrivato, anzi. Doccia fredda per l’Inter all’80’ (Rodrygo-gol), 3-2 e ultimo posto. LEGGI TUTTO

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    Cristiano Ronaldo da primato: sfida Puskas a casa sua

    TORINO – Josef Bican appare lontano, con i suoi 805 gol, però non si possono porre limiti al Cristiano Ronaldo attuale. Con la doppietta di domenica allo Spezia CR7 è salito a quota 744 e se pensiamo che, da quando è arrivato alla Juventus, ha viaggiato alla media di 32 gol a stagione (e non contiamo il bonus Portogallo), allora il formidabile attaccante austro-cecoslovacco non è poi così distante. Bican detiene il primato mondiale di reti segnate in carriera con la maglie di club e Nazionale (escludendo, per tutti, giovanili e rappresentative olimpiche): 805, per l’appunto. Ma Ronaldo incalza e, ora che è tornato a pieno servizio, si appresta a scalare posizioni, con l’obiettivo di cominciare a salire sul podio.

    L’occasione è ghiotta, con un risvolto ricco di fascino. CR7 può provare l’aggancio, o addirittura il sorpasso, domani sera a Budapest in casa del Ferencvaros: nel mirino la coppia formata da Romario e Ferenc Puskas (746), ed è il secondo nome quello che ci interessa di più. Puskas è stato infatti il simbolo di un calcio capace di attraversare tre decenni, dal 1943 al 1966. Due le vite dello straordinario attaccante. Prima quella con la Honved, guidata al primo titolo nel 1950, interrompendo l’egemonia di altre tre squadre della capitale: il Ferencvaros, l’Mtk e l’Ujpest. Eccellenza nel club che andava in parallelo con una formazione altrettanto straordinaria, talmente forte da essere soprannominata Aranycsapat, la squadra d’oro.
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    Ferencvaros-Juve, a Budapest ci sarà la bolgia

    Ventimila tifosi. Ma che valgono come quarantamila, perché il pubblico del Ferencvaros ha una tradizione di atmosfera infuocata e, talvolta, problematica. Noti in Europa per la frangia più violenta del loro tifo, i supporter del club di Budapesst sono stati più volte causa di multe per il club, anche da parte dell’Uefa. L’ultima, in ordine di tempo, è arrivata dopo il sentito derby contro l’Ujpest del 24 ottobre: 16mila euro (non uno scherzo per gli standard ungheresi) per lancio d fumogeni e cori di stampo razzista.

    Domani si stanno preparando per creare lo stesso clima in vista della partita contro la Juventus. In altre occasioni sarebbe stato un elemento di preoccupazione da parte del club bianconero, perché certi stadi possono diventare davvero difficili (in Turchia o in Grecia, per esempio), ma nel calcio ai tempi del Covid, l’idea di ritrovare ventimila persone sugli spalti è vissuta come una buona notizia da parte di Andrea Pirlo.
    Lo aveva spiegato proprio dopo la partita di Kiev, dove – coma a Budapest – era ammessa una quota consistente di pubblico nello stadio e, secondo il tecnico, aveva dato una carica speciale ai campioni della Juventus.
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    Diretta Real Madrid-Inter ore 21: come vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    MADRID (SPAGNA) – Nel terzo turno della fase a gironi della Champions League l’Inter di Antonio Conte fa visita al Real Madrid. Squadre in campo alle ore 21 all’Estadio Alfredo Di Stefano. I nerazzurri nelle prime due sfide hanno raccolto due punti, pareggiando all’esordio in casa contro i tedeschi del Borussia Moenchengladbach e non riuscendo ad andare oltre lo 0-0 in Ucraina contro lo Shaktar Donetsk, attualmente in vetta al Gruppo B con 4 punti. Peggio hanno fatto i Blancos di Zinedine Zidane che dopo il ko proprio contro la formazione di Castro hanno pareggiato nel finale la gara contro il Borussia Moenchengladbach. Per le Merengues quella di stasera sarà una sfida delicatissima, tanto che il tecnico francese l’ha definita come una finale. Guardando gli scontri diretti tra le due formazioni, il Real Madrid ha vinto sei delle sette sfide interne europee contro l’Inter (1P), ma ospita i nerazzurri per la prima volta dal settembre 1998 – 2-0 per il Real in quella che è stata la partita d’esordio dell’Inter in Champions League.
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    Real Madrid-Inter: come vederla in tv e in streaming
    Real-Madrid-Inter è in programma alle ore 21 all’Estadio Alfredo Di Stefano di Madrid e sarà visibile in diretta su Sky Sport 1 e Sky Calcio 2 e in chiaro su Canale 5. Inoltre sarà disponibile in streaming sulla piattaforma Sky Go e su Mediaset Play.
    Real Madrid-Inter: probabili formazioni
    REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Lucas Vazquez, Varane, Sergio Ramos, F.Mendy; Valverde, Casemiro, Kroos; Asensio, Benzema, Hazard. ALL.: Zidane.
    A DISP.: Lunin, Altube, Marcelo, Santos, Modric, Isco, Rodrygo, Vinicius Junior, Mariano Diaz, Jovic.
    INTER (3-4-1-2): Handanovic: D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Vidal, Brozovic, Young; Barella; L.Martinez, Perisic. ALL.: Conte.
    A DISP.: Padelli, Stankovic, Skriniar, Ranocchia, Kolarov, Darmian, Gagliardini, Nainggolan, Eriksen, Pinamonti, Sanchez.
    ARBITRO: Turpin (Francia). LEGGI TUTTO

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    Diretta Atalanta-Liverpool ore 21: probabili formazioni, dove vederla in tv e in streaming

    BERGAMO – Dopo il poker danese con il Midtjylland e il pareggio ottenuto rimontando due reti all’Ajax, l’Atalanta è chiamata alla super sfida con il Liverpool nel match che chiuderà il girone d’andata della fase a gironi di Champions League. Jurgen Klopp ha tessuto le lodi nei confronti della Dea nella consueta conferenza stampa pre-partita (“Mi diverte vederli giocare, possiamo imparare molto dai nerazzurri”), spazio alle emozioni, invece, per Gian Piero Gasperini: “Sappiamo di doverci confrontare con il top mondiale, ma la cosa non ci spaventa, anzi: ci stimola al massimo. È un’occasione unica nella carriera”, le parole del tecnico della Dea alla vigilia.
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    Dove vedere in tv e streaming Atalanta-Liverpool
    Il match in programma al Gewiss Stadium di Bergamo alle 21 sarà visibile su Sky Collection e Sky Sport 253, oltre che nelle piattaforme streaming SkyGo e NowTv. In alternativa, sarà possibile seguire la diretta testuale del match sul nostro sito.
    Atalanta-Liverpool, le probabili formazioni
    ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Toloi, Romero, Djimsiti; Hateboer, Pasalic, Freuler, Mojica; A. Gomez; Muriel, Zapata. A disp. Gollini, F. Rossi, Palomino, Pessina, Depaoli, Malinovskyi, Miranchuk, Da Riva, Diallo, Ilicic, Lammers. All. Gasperini.
    LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, J. Gomez, R. Williams, Robertson; Milner, Henderson, Wijnaldum; Salah, Firmino, Mané. A disp. Adrian, N. Williams, Matip, Keita, Shaqiri, Jones, Minamino, Jota, Origi. All. Klopp.
    Arbitro: Hategan (Romania).
    Assistenti: Sovre e Gheorghe (Romania).
    IV uomo: Coltescu (Romania).
    Var: Munuera (Spagna).
    Avar: Kovacs (Romania). LEGGI TUTTO

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    Marca: “Real Madrid, Militao positivo al coronavirus”

    MADRID – Éder Militao è risultato positivo al coronavirus stando a quanto riporta Marca. Questa positività significa che il brasiliano salterà la sfida di Champions League contro l’Inter. Questa assenza si aggiunge a quelle di Carvajal, Odriozola e Nacho. Per Zidane saranno disponibili solo Lucas, Varane, Ramos, Mendy e Marcelo contro i neroazzurri. In una nota ufficiale il club ha specificato che tutti gli altri giocatori sono risultati negativi al tampone. Inizio di stagione sfortunato per Militao, che è stato già fuori un mese a causa di un infortunio muscolare rimediato in un’amichevole estiva.
    Inter, Conte e il Real Madrid: quel no che ancora brucia LEGGI TUTTO

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    Intervista ad Amoruso: “Zidane favorito su Conte, e un giorno tornerà alla Juve”

    Nicola Amoruso che ricordo ha di Zinedine Zidane e Antonio Conte come compagni di squadra?«Antonio era un capitano di grande carisma, dava sempre tutto in allenamento. Per ognuno di noi era un esempio ed è sempre stato un trascinatore. Zizou aveva un carattere diverso, era più taciturno però parlava in campo con tutto il suo talento».
    Si aspettava che una volta appese le scarpette al chiodo diventassero entrambi allenatori?«Conte sì. Zidane non ce lo vedevo molto, forse proprio per il fatto di essere una persona di poche parole. Invece è diventato uno degli allenatori più vincenti in attività. Mi ha sorpreso da questo punto di vista».

    Domani si incrociano in Champions. Chi è il favorito?«Sia Inter che Real hanno grandissima qualità, solo che i blancos secondo me restano i favoriti perché hanno qualcosa in più dal punto di vista dell’esperienza. Non scordiamoci che il Real ha vinto tanto con Zidane».
    Quali sono secondo lei i loro punti di forza come allenatori?«Zidane sa parlare di calcio: è stato Pallone d’Oro, ha vinto tutto, conosce benissimo l’ambiente di Madrid. Anche se è arrivato senza esperienza aveva comunque grande credibilità. Ha delle idee di gioco semplici, ma risultano sempre molto efficaci. Conte è arrivato all’Inter e ha cambiato la mentalità di tutta la squadra. Antonio è andato lì per vincere e lo farà, anzi lo sta già facendo perché ha dato un’identità alla squadra che può avere degli alti e bassi, ma sicuramente è un’Inter diversa sopratutto dal punto di vista dell’approccio alle partite e nella sicurezza. Stanno crescendo molto con lui».
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