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    Champions, Bonansea non basta: Juve Women ko contro il Chelsea

    Prima sconfitta in Champions per la Juve di Montemurro. Dopo l’iniziale vittoria contro il Servette, le bianconere hanno ceduto (a testa altissima) al Chelsea nella seconda partita del Gruppo A. In un Allianz Stadium finalmente con il pubblico (circa 20 mila gli spettatori) il provvisorio pari di Barbara Bonansea non ha permesso di evitare il ko: l’1-0 delle inglesi è stato firmato dalla Cuthbert, mentre il gol decisivo è arrivato al 69’ con la Harder. Ora il prossimo impegno della Juve in Europa è sempre a Torino, il 9 novembre, contro il Wolfsburg.Guarda la galleryBonansea in gol, ma la Juve Women perde con il Chelsea LEGGI TUTTO

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    Juve, Arrivabene: “Siamo pronti al dialogo per la Superlega”

    TORINO – Presente all’Allianz Stadium per assistere alla sfida tra la sua Juventus e il Chelsea in Champions League, l’amministratore delegato bianconero Maurizio Arrivabene fa il punto sulla questione Superlega, che vedeva anche i Blues tra i club coinvolti: “Sono questioni politiche che normalmente gestisce il presidente – dice il dirigente della Juve a Sky – detto ciò, non sono il tipo a tirarmi indietro e a non rispondere. Partiamo dall’inizio, il Chelsea è stato uno dei club fondatori, è stato sempre dentro, fin dal primo comunicato stampa in cui si era pronti al dialogo. E’ ovvio che, per dialogare, bisogna essere in due. Se dall’altra parte ci sono insulti o c’è il desiderio e il delirio di grandezza, perfetto, il dialogo non è possibile. Però mi auguro che prima o poi si arrivi una conclusione che soddisfi tutte le parti”.
    “La Juve deve andare avanti in Champions”
    Sull’avventura in Champions League della Juventus di Allegri, aggiunge: “Questa sera incontriamo i Campioni d’Europa, ma questo non deve fermare né la determinazione della squadra, né la concentrazione. Bisogna entrare in campo senza paura, questo è quello che deve fare una grande squadra. Riguardo alla Champions, il nostro obiettivo è qualificarci e poi guardare avanti, andando avanti. Questo deve essere l’obiettivo della Juventus. Questo è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere”. LEGGI TUTTO

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    Anche Lapo Elkann applaude l'EuroJuve: «Bel gioco, bravi!»

    TORINO – Anche Lapo Elkann applaude la Juventus di Champions: «Testa bassa e tanto lavoro da fare, ma stasera bel gioco: bravi #FinoAllaFine». La squadra di Allegri, così duramente criticata per l’avvio disastroso in campionato, in Europa ritrova gioco e gol, abbatte gli errori e si impone 3-0 a Malmoe, in Svezia, ritrovando se stessa: Alex Sandro, Dybala, Morata a segno, ma potevano essere anche di più. Ora, come dice Lapo, sotto con il lavoro, perché c’è il Milan all’orizzonte e bisogna cominciare a risalire anche in Serie A.Tuttosport League “Torneo a Gironi”, crea la tua squadra ora LEGGI TUTTO

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    Marotta: “Inter ancora con Real e Shakhtar, è inusuale”. E sul mercato…

    ISTANBUL (Turchia) – Saranno Real Madrid, Shakhtar e Sheriff le prossime avversarie dell’Inter nel Gruppo D della Champions League 2021/2022. Questo il sorteggio uscito dall’urna di Istanbul che il dirigente nerazzurro Giuseppe Marotta ha commentato con un tono critico: “C’è da distinguere tra il campionato e la Champions, dove ci sono anche diversi condizionamenti, come il clima. L’importante è capire che c’è questa differenza. E’ inusuale che il nostro girone abbia tre squadre uguali alla passata stagione. Lo Shakhtar ha un buon allenatore e lo Sheriff è una squadra inedita. Il girone è insidioso, ma l’importante è arrivare agli appuntamenti al momento giusto”. Un raggruppamento insidioso con trasferte di grande pregio, come quella di Madrid: “Portare via punti al Bernanbeu sarà difficilissimo, quindi giocare li sarà per loro un grande vantaggio. E’ uno stadio pieno di tifosi che spingono la squadra, sarà quindi più complicato dell’anno scorso”.Guarda la galleryInter, Correa scalpita: indosserà la 19 di Cambiasso
    Marotta: “Non ci saranno altri arrivi”
    Una sessione estiva di mercato molto complessa per l’Inter, partenze illustri rimpiazzate immediatamente dalla dirigenza nerazzurra. Marotta spiega così la rosa che è stata costruita per Inzaghi: “Innanzitutto dovevamo rispondere a delle linee guida della società, che ci ha indicato di reperire risorse finanziare dal mercato. Lo abbiamo fatto con vendite importanti e ringrazio Piero Ausilio e Dario Baccin per il lavoro svolto. Abbiamo cercato di individuare quei giocatori che facessero al caso nostro, in base alle disponibilità economiche e devo dire che ci siamo riusciti anche grazie a situazioni precise, come Calhanoglu e Dzeko, o Correa. Abbiamo una caratteristica diversa all’anno scorso, siamo più imprevedibili”. Dopo le dovute precisazione, l’annuncio: “Il mercato è chiuso, non credo ci saranno altre operazioni. La rosa è delineata e omogenea. Inzaghi poi è bravissimo, ha entusiasmo, abbiamo fiducia. Non è stato facile sostituire Hakimi e Lukaku, ma lo abbiamo fatto e soprattutto abbiamo messo in sicurezza la società. Sono sicuro che i tifosi capiranno il momento”. LEGGI TUTTO

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    Juve, le date 2021/2022: ritiro a metà luglio

    Adesso vacanza, almeno per i bianconeri che non sono impegnati all’Europeo (dall’11 giugno all’11 luglio, undici juventini convocati dalle rispettive Nazionali) e in Coppa America (dal 13 giugno al 10 luglio in Argentina con almeno quattro bianconeri in campo, non Dybala e Arthur). Si guarda però già alla prossima stagione che naturalmente partirà senza i nazionali: il ritiro cadrà probabilmente nella seconda decade di luglio con ritrovo a Torino per le visite mediche e poi lavoro alla Continassa. In via di organizzazione pure le amichevoli estive, ma prima di ragionare su date e avversari bisognerà vedere chi siederà sulla panchina bianconera.

    Le date di Champions e Supercoppa

    Il campionato inizierà nel fine settimana del 21-22 agosto e si concluderà domenica 22 maggio 2022. Confermata anche la pausa natalizia dal 23 dicembre al 6 gennaio. La Champions League comincerà il 14-15 settembre con la prima partita della fase a gironi. Ancora non si conosce invece la data della Supercoppa italiana, che regalerà l’ennesima sfida tra Juventus e Inter. Le alternative sono due: giocarla a metà agosto (domenica 15) con il rischio però che le due squadre abbiano i nazionali non ancora al top della forma, oppure metterla in calendario in inverno, come nell’ultima edizione (a gennaio 2021). Per quanto riguarda la sede nel 2018 la Lega Serie A aveva firmato un contratto con l’Arabia Saudita e l’accordo prevedeva che tre finali si disputassero lì. Due edizioni, vinte da Juventus e Lazio, si sono già tenute in Medio Oriente, la prossima dovrebbe essere la terza anche visto l’annuncio di Dal Pino in tal senso. In questa stagione, proprio a causa della pandemia, la Supercoppa si è giocata in Italia, al Mapei Stadium di Reggio Emilia, ma tra sei mesi la situazione dei contagi potrebbe consentire la trasferta in Medio Oriente.

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    Pirlo: “Il futuro? Lo vedo alla Juve, ma non decido io”

    BOLOGNA – Quattro giorni che potrebbero aver cambiato il destino di Andrea Pirlo e della Juve gli ultimi quattro, che hanno portato ai bianconeri la Coppa Italia (vinta ai danni dell’Atalanta) e la qualificazione in Champions League all’ultimo tuffo con il 4-1 sul campo del Bologna, che ha consentito di beffare all’ultima curva il Napoli. “Io pensavo solo a finire bene il lavoro iniziato in estate – dice il tecnico juventino dopo la gara del Dall’Ara -, vincendo Coppa Italia e conquistando un obiettivo importante come la Champions. Sono sempre stato tranquillo e ora lasciamo la parola a chi dovrà fare le scelte. Il mio futuro? Lo vedo al 100% nella Juve ma non sono io a decidere. Ora godiamoci questa vittoria e la qualificazione, poi avremo tempo per parlarne con la società”.
    Bologna-Juve: tabellino e statistiche
    La Juve del futuro
    Eppure Pirlo già pensa alla Juve che verrà: “Mi immagino una squadra più forte – dice ancora l’ex campione del mondo – e consapevole delle proprie capacità, come ad esempio il Rabiot dell’ultimo mese che ha lasciato per strada le incertezze e dimostrato di essere un centrocampista di livello mondiale, per qualità fisiche e tecniche”. E poi c’è Dybala, quest’anno mancato tantissimo: “Uno come lui cambia il livello di ogni squadra e noi non lo abbiamo praticamente mai avuto, prima per i postumi dell’infortunio dell’anno scorso e poi per un’infezione e un problema al ginocchio. Si era allenato poco aveva bisogno di acquisire minutaggio ma ha dimostrato le sue qualità nelle gare giocate e anche oggi”.  
    Equilibrio trovato
    Una risposta poi sull’esclusione di Cristiano Ronaldo dai titolari: “È stata una scelta condivisa – spiega Pirlo -, perché era stanco per le fatiche di Coppa Italia e comunque ha giocato un certo Morata, non l’ultimo arrivato”. E anche senza CR7 del resto la Juve ha chiuso alla grande un finale di stagione in cui ha mostrato di aver raggiunto il giusto equilibrio: “Questa era la mia prima esperienza e non era facile, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per trasmettere al gruppo i principi che volevo. Qui ci sono tanti campioni che mi hanno aiutato e li ringrazio, conoscendoli meglio sono riuscito poi a metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio. Quest’anno – conclude il tecnico – è successo di tutto ed è stato complicato, ma sento di essere migliorato e cresciuto”. LEGGI TUTTO

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    Milan in Champions League, Napoli no. Per la Roma c'è la Conference

    TORINO – Milan in Champions League, Napoli no. Questi due dei verdetti più pesanti dell’ultima giornata di Serie A, che ha visto il Diavolo passare sul campo dell’Atalanta con due rigori segnati da Kessié (0-2) e chiudere così al secondo posto il campionato proprio davanti alla ‘Dea’, mentre la squadra di Gattuso si fa rimontare al ‘Maradona’ dal Verona (1-1) e si vede così soffiare il quarto posto all’ultima curva dalla Juve (vittoriosa per 4-1 a Bologna). In Europa League con gli azzurri andrà la Lazio (ma questo già si sapeva), battuta 2-0 in trasferta da un Sassuolo che resta invece fuori di un soffio dalla Conference League: la settima piazza finale è infatti della Roma, che se lo prende a cinque minuti dalla fine sul campo dello Spezia con un gol di Mkhitaryan per un 2-2 in rimonta sufficiente a garantire un palcoscenico europeo al prossimo tecnico giallorosso José Mourinho.
    Serie A, la classifica
    Il Milan passa a Bergamo
    Indisponibili Kovalenko e Hateboer per Gasperini che schiera il solo Zapata in attacco con Malinovsky e Pessina alle spalle, mentre sulle corsie esterne ci sono Maehele e Gosens e Romero guida la difesa a tre. Senza Ibrahimovic, Rebic e Gabbia invece Pioli dà spazio a Leao davanti con Diaz sotto punta e Kessie e Bennacer in mediana, mentre i terzini sono Calabria e Theo Hernandez. Il primo tentativo è rossonero (destro alto di Saelemaekers al 4′), ma sono davvero poche le emozioni in un primo tempo equilibrato giocato a ritmi insolitamente bassi dall’Atalanta contro un Milan guardingo, in attesa dell’episodio giusto. Quello che arriva al 42′, quando Theo Hernandez scambia bene con Diaz ed entra in area dove poi va giù sulla doppia entrata di Maehele  e Romero: per l’arbitro è rigore e dal dischetto l’ex Kessié non dà scampo a Gollini. Proteste per Gasperini, che viene ammonito e va all’intervallo sotto di un gol ma al rientro negli spogliatoi si ripresenta con Muriel (fuori Pessina). La prima palla buona capita però a Zapata, che la riceve da Malinovsky e con un rasoterra incrociato sfiora palo e pareggio (56′). Ancora proteste atalantine poi per un tocco col braccio (attaccato al corpo) di Tomori su un rimpallo, prima di un destro alto su punizione di Muriel (61′) e del contropiede che porta il rossonero Leao a colpire il palo e a mancare così il colpo del ko (68′). Il Milan non vuole rischiare più niente e riesce a reggere senza troppi affanni la pressione atalantina, per andare poi persino a raddoppiare nel finale, quando Gosens tocca la palla con il braccio in area e De Roon si prende il rosso stendendo Krunic: dal dischetto va ancora Kessié che al 92′ mette il sigillo sulla Champions League.
    Atalanta-Milan 0-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryMilan, festa Champions con doppietta dell’ex Kessie. L’Atalanta è 3ª
    Harakiri Napoli: sfuma la Champions
    Out Ghoulam, Koulibaly e Maksimovic per Gattuso che conferma il 4-2-3-1 con Osimhen unica punta supportato da Lozano, Zielinski e Insigne (in mediana Bakayoko e Fabian Ruiz) mentre in difesa c’è Rrhamani con Manolas e i terzini sono con Di Lorenzo e Hysaj. Sull’altro fronte fuori Benassi e Vieira per Juric, che all’ultimo momento perde anche Tameze: nel 3-4-3 a centrocampo tocca così a Dawidowicz con Ilic mentre in difesa (davanti al giovane Pandur) vengono schierati Ceccherini, Gunter e Dimarco, con Zaccagni e Bessa sulla trequarti a sostegno di Kalinic. Frenati forse dalla tensione gli azzurri sembrano meno brillanti rispetto alle ultime partite, imbrigliati da un Verona che gioca invece senza pressioni e con la testa libera. Ad accendere il Napoli dopo mezz’ora ci prova allora capitan Insigne, ma sul suo sinistro a giro la palla sfila fuori a pochi centimetri dal palo. Prima del riposo il Verona perde per infortunio Dawidowicz (dentro Udogie) e dopo una conclusione a lato dell’azzurro Lozano spaventa ancora i padroni di casa, ma Di Lorenzo è bravo a fermare Kalinic ben servito da Zaccagni. Nessun cambio all’inizio di una ripresa in cui ci si aspetterebbe un altro Napoli ed è invece ancora il Verona a partire meglio: sinistro di Dimarco fermato da Meret (50′). Gattuso inizia ad essere preoccupato ma la svolta sembra arriva su un calcio d’angolo al 60′, quando l’ex veronese Rrhamani prima ci prova di testa e poi ribadisce di destro in rete senza esultare per la sua prima rete in Italia, in segno di rispetto verso i suoi vecchi compagni. Gli animi si accendono con Gattuso e Juric che hanno qualcosa da dirsi e si beccano entrambi l’ammonizione, poi nove minuti cala il gelo sul ‘Maradona’: lunghissimo lancio di Gunter per Faraoni, che brucia Hysaj e batte Meret. Tutto da rifare per ‘Ringhio’ che rischia allora il tutto per tutto e passa al 4-2-4, gettando nella mischia Politano, Mertens e Mario Rui (fuori Lozano Zielinski e Hysaj). Gli azzurri vanno all’assalto ma Faraoni mura Bakayoko (75′) e poi l’arbitro lascia correre quando Mertens va già nel finale su un contatto con Udogie. L’ultima chance capita sul piede del neo entrato Petagna che spara però alta sopra la traversa la palla e le ultime speranze Champions.
    Napoli-Verona 1-1: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryIl Verona sbatte il Napoli fuori dalla Champions League
    La Roma fa festa nel finale
    Fuori Acampora, Chabot, Mattiello, Piccoli, Dell’Orco oltre allo squalificato Farias per Italiano, che consegna la cabina di regia del suo 4-3-3 ad Agoumé e davanti si affida al tridente composto da Verde, Nzola e Gyasi. Dall’altra parte lunga la lista di indisponibili (Zaniolo, Calafiori, Veretout, Perez, Spinazzola, Diawara, Smalling, Pellegrini, Ibanez e il portiere Pau Lopez) per Paulo Fonseca, che alla sua ultima in giallorosso schiera Fuzato tra i pali e Pedro, Mkhitaryan ed El Shaarawy alle spalle del centravanti Borja Mayoral (inizia in panchina Dzeko). A partire forte sono i liguri, che sporcano subito i guanti di Fuzato con Verde, ex di turno che non si accontenta e al 6′ porta avanti i suoi su assist di Nzola. I giallorossi accusano il colpo e tre minuti dopo Cristante rischia il rigore su un contatto con Gyasi (vane le proteste), mentre all’11’ è Fuzato a salvarli sulla conclusione di Pobega e poi sul tap-in dello scatenato Verde. La reazione romanista è in una conclusione di El Shaarawy respinta da Rafael, ma è troppo poco contro uno Spezia che con la salvezza in tasca gioca in scioltezza. E prima del riposo, dopo una parata di Fuzato su Bastoni, trova anche il raddoppio su calcio piazzato: angolo calciato da Verde, sponda del solito Nzola e zampata vincente di Pobega. Al rientro dall’intervallo c’è Ricci nel Sassuolo (fuori Pobega) e Reynolds al posto di Santon nella Roma che sembra subito un’altra: dopo una conclusione debole di Borja Mayoral è El Shaarawy ad accorciare le distanze con il destro (52′). Lo Spezia non ci sta e prova subito a riallungare con Verde, a cui dice però di no Fuzato come fa sul cambio di fronte Rafael con il ‘Faraone’ e poi con Mkhitaryan. C’è però ancora tempo per Fonseca che getta nella mischia Villar, Dzeko e poi Pastore (fuori Darboe, Borja Mayoral e Pedro), con il ‘Flaco’ che impiega poco a mettere davanti alla porta Cristante poco lucido però nel calciare malamente addosso a Rafael (75′). La tensione sale sulla panchina giallorossa mentre le lancette continuano a scorrere ma a scioglierla ci pensa Mkhitaryan, che a cinque minuti dalla fine si avventa su una sponda di Dzeko e segna il gol del 2-2 che regala alla Roma il pass per la Conference League.
    Spezia-Roma 2-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryMkhitaryan ed El Shaarawy in rimonta: Roma in Conference League
    Sassuolo, vittoria amara
    Out capitan Magnanelli e Romagna per De Zerbi, che alla sua ultima in neroverde (per lui pronta la nuova avventura in Ucraina con lo Shakhtar Donetsk) rivoluziona la formazione reduce dalla vittoria col Parma: fasce a Toljan e Kyriakopoulos, Defrel unica punta con Djuricic alle sue spalle fiancheggiato da Berardi e Boga. Sull’altro fronte lunga la lista di assenze per Simone Inzaghi (in bilico la sua permanenza a Roma), che arriva al Maepi Stadium senza Acerbi, MIlinkovic-Savic, Caicedo e Immobile oltre agli squalificati Pereira, Luiz Felipe e Luis Alberto: in difesa c’è così Parolo a fare il centrale tra Marusic e Radu, mentre a centrocampo c’è spazio per Cataldi e Akpa Akpro con Muriqi-Correa coppia d’attacco. Il Sassuolo la sblocca già al 10′ con un sinistro di Kyriakopoulos e la Lazio prova subito a reagire con Muriqi (che supera in velocità Consigli ma poi calcia sull’esterno del palo) ma al 18′ perde anche Correa per un problema muscolare: dentro Fares con Lulic a fare la mezzala e Cataldi ora sottopunta. Buono il contropiede alla mezz’ora, con Lazzari che si lamenta invano per un contatto in area, ma prima del riposo è di nuovo la squadra di casa ad andare vicino al gol con Kyriakopoulos, che di sinistro sfiora palo e doppietta. Un primo tempo da ricordare per il greco, che rischia però di rovinare tutto nella ripresa facendosi ammonire due volte (dure le entrate su Leiva e Lazzari) e lasciando così in dieci il Sassuolo al 61′. Con l’uomo in più la Lazio ha più spazi per colpire ma Muriqi manca clamorosamente la porta due volte (58′ e 72′), mentre Cataldi viene murato da Chiriches (71′). Il pareggio biancoceleste sembra nell’aria ma la gara si chiude al 78′, quando Berardi trasforma un rigore (generoso) concesso per un contatto tra Parolo e il nuovo entrato Caputo. Tutto pronto per la festa, rovinata però dal gol di Mkhitaryan nel finale di La Spezia che ‘salva’ la Roma e beffa i rossoverdi, fuori dalla Conference League per un soffio.
    Sassuolo-Lazio 2-0: tabellino e statistiche
    Guarda la gallerySassuolo, è una vittoria amara: Lazio battuta 2-0 LEGGI TUTTO