Il Bari, l'unica imbattibile
TORINO – In questa B delle grandi piazze, si parla poco del Bari. Eppure, la squadra di Mignani, dopo 5 giornate è l’unica a essere ancora imbattuta. Se i pugliesi sono “solo” quinti (a -3 dal duo di testa, Reggina e Brescia), è perché, pur non subendo mai gli avversari, hanno raccolto qualche pareggio di troppo (3 in tutto). Soprattutto in casa, dove non hanno ancora vinto. Se il 2-2 di Parma all’esordio valeva quasi come una vittoria, anche per la grande prova disputata, al Bari sono finora mancati i risultati del San Nicola: 1-1 col Palermo, 2-2 più sanguinoso con la Spal, dopo essere stati avanti 2-0. Ma la squadra ha buoni valori, visti i già 2 successi esterni su tre uscite: prima il 3-1 di Perugia, sabato scorso l’1-0 di Cosenza. Insomma, pur disponendo della spinta unica del San Nicola, il Bari per ora si esprime meglio fuori casa, ma non è certo un difetto, c’è tutto il tempo per migliorare il rendimento casalingo. Anche perché le potenzialità ci sono tutte. Davanti, il duo Cheddira-Antenucci è già andato a segno 7 volte (4+3), miglior coppia d’attacco della B, 9 in tutto le reti segnate, solo la Reggina (11) ha fatto meglio. E nell’ultimo giorno di mercato, l’attacco è stato completato con gli arrivi di Salcedo (Inzaghi non voleva che lasciasse l’Inter, ha dovuto convincerlo lui) e del francese Scheidler, un gigante prelevato dal Digione, con caratteristiche diverse dalle altre punte, per rendere il reparto ancora più assortito, considerato che c’è pure il colombiano Ceter, una specie di Lukaku dei poveri, finora frenato da qualche problema fisico di troppo ma che se sta bene, in B può fare grandi cose. In panchina, siede il genovese Michele Mignani, 50 anni, che esordì da giovanissimo come difensore nella Samp che vinse lo scudetto nel 1991, vivendo poi una onesta carriera fra B e C. Da allenatore, era da qualche anno che andava tenuto d’occhio. Nel 2018, col Siena aveva sfiorato la B (con una squadra falcidiata dalle assenze fu sconfitto in finale playoff dal Cosenza). Nella passata annata ci è riuscito col Bari, centrando un obiettivo che nelle due precedenti stagioni, con squadre sicuramente sulla carta più forti, il secondo club dei De Laurentiis aveva fallito. Dunque Mignani qualcosa di suo ci mette, praticando un 4-3-1-2 armonico ma sempre pronto alla verticalizzazione ficcante e spesso decisiva. E attenzione al portiere: fra i pali è stato lanciato Elia Caprile, il miglior 2001 d’Italia nel suo ruolo, scuola Chievo, prelevato dal Leeds ma nella scorsa stagione era in prestito in C alla Pro Patria: ragazzo solido, ottimo fisico, con le sue parate sta portando punti come gli attaccanti. Completano un cocktail veramente saporito, elementi come l’argentino Ruben Botta, trequartista con un estro da categoria superiore, il jolly Folorunsho (Mignani lo utilizza da mezzala) che da l’impressione di essere cresciuto ancora. E poi l’esperienza di Maiello in mediana e di Pucino sulla fascia destra. E attenzione pure all’altra mezzala, Maita, una delle più belle scoperte di questa B, che aveva assaggiato solo da ragazzino nella Reggina, a dimostrazione di quanti talenti navighino nell’anonimato della C e aspettino solo di essere valorizzati. Infine, aver cambiato la norma sulle multiproprietà, posticipando la cessione al 2028, ha dato tranquillità alla società e probabilmente pure alla squadra. Anche se ai tifosi baresi, non dispiacerebbe che i De Laurentiis fossero obbligati a cedere prima, cioè nel caso in cui la squadra salisse in A. E potrebbe accadere già in questa stagione, perché i mezzi ci sono anche se è sempre meglio viaggiare a fari spenti e lasciare il peso di essere favoriti alle altre grandi piazze. Come il Cagliari, a cui il Bari fa visita sabato alle 14, crocevia importante per capire chi delle due può far sul serio per la A. LEGGI TUTTO