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    De Ligt, il saluto da leader e capitano. Dell’Olanda. E La Juve? Applaude

    TORINO – (e.e.) L’ultima immagine di Matt De Ligt prima delle meritate vacanze: lui vincente e con la fascia da capitano. Dell’Olanda… («Importante chiudere la stagione con un successo – battuto 3-2 il Galles di Bale e Ramsey – e adesso è tempo di ferie»). Il difensore della Juventus è un leader nato, a 22 anni sembra un veterano passato attraverso mille battaglie. Via Chiellini, sembra naturale passare da De Ligt, senza che Bonucci si senta sminuito, per il rilancio in Italia e in Europa. E’ l’ex Ajax quello in grado di traghettare i bianconeri verso la vetta. E’ stato chiaro, tra l’altro: «Due quarti posto non mi bastano». Già, non possono bastare a uno abituato a vincere sin dalle giovanili dei Lancieri. Lo Juve lo sa benissimo, e mai vorrebbe privarsi del ragazzo. Che però ha mercato, soprattutto in Premier (il suo mentore Ten Hag lo vorrebbe allo United, Tuchel al Chelsea, così per dire). Se arrivasse mai un’offerta extra large da 80 milioni in su allora la trattativa sarebbe obbligata. Nel frattempo continuano i contatti con il suo entourage per rinnovare (c’è sempre la questione della clausola) un rapporto comunque sincero e a prova di gradi: al comando c’è Matt. LEGGI TUTTO

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    Italia, quanto manca Chiellini. E lui avrebbe salutato i tifosi…

    INVIATO A MONCHENGLADBACH – Questa Italia in trasformazione sembra uno di quei frutti con un poco di polpa all’interno, ma racchiusa dentro a una scorza talmente fragile che rischia di spaccarsi al primo scossone, con il rischio che tutto quanto vada perduto senza che ne nasca nulla. Come è successo, appunto, contro Argentina e Germania: la prima e l’ultima gara di questo “mini ciclo” di 5 partite successivo all’eliminazione Mondiale contro la Macedonia. Tracciare un bilancio è complesso, anche perché ci si deve districare tra commenti eccessivi nell’uno o nell’altro senso: non era vero che dopo la vittoria contro l’Ungheria a Cesena l’Italia era rinata (o dopo il pari contro l’Inghilterra che solo tre giorni dopo ne ha prese quattro – quattro a zero – dall’Ungheria) così come non sono affatto stupefacenti le sconfitte contro Argentina e Germania che hanno aperto e chiuso il ciclo regalandoci un passivo i 8 gol subiti a zero. Ecco, se coltivassimo di più la misura e l’equilibrio nelle analisi non dovremmo ogni volta affannarci nel ricorrere a iperboli per ri-posizionarci tra esaltazione e catastrofismo. Basterebbe, per esempio, ricordare sempre che da dopo l’a vittoria contro la Spagna all’Europeo del 2016, l’Italia nei tempi regolamentari ha battuto solo una Nazionale (il Belgio che incarna il mistero gaudioso del ranking) tra le prime cinque del mondo. Insomma, ogni volta che si alza l’asticella si fatica a rimanere competitivi e lo conferma il fatto che si è perso male sia con i veterani in campo (contro l’Argentina) sia con i giovani (contro la Germania la formazione con l’età media più bassa dell’era Mancini).
    GIOVANI NON BASTA Perché, e questa è la riconferma di un assioma che dovrebbe contribuire a smontare parecchia retorica, la giovinezza non è un valore in assoluto se non abbinato al talento e a molto altro. Intendiamoci: Mancini fa bene a percorrere la strada del rinnovamento che in queste 4 gare di Nations League ha portato avanti in maniera massiccia: 12 esordienti che portano a 50 il numero totale. Ma alla fine si è forse un poco fatto prendere la mano contro una Germania troppo consolidata e più forte per potersi permettere degli esperimenti. La verità è che, esordi a parte, la Nazionale ha funzionato quando hanno giocato coloro che più hanno qualità e che le hanno già mostrate fuori dal recinto azzurro, con Pellegrini esempio più fulgido. Poi, certo, queste gare lasciano in eredità la buona prova di Gatti (ma anche lì: che Inghilterra è questa?) e la scoperta di Gnonto che, gol estemporaneo a parte, contro la Germania ha però trovato pane durissimo. E, infine, la certezza che il futuro sarà ancora un mix con il re inserimento di coloro che hanno vinto l’Europeo. Al Borussia Park, in ogni caso, si è avuta la conferma plastica di quanto mancherà Chiellini. Non solo in campo per qualità e temperamento, ma anche fuori: lui, ne siamo certi, dopo la partita si sarebbe fermato per salutare i connazionali che vivono in Germania e che, loro sì avviliti prima e derisi poi, chiedevano soltanto un gesto di amicizia. Ecco, si cresce anche così. LEGGI TUTTO

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    Chiellini saluta la Juve: “Grato per questi anni, ora voglio vincere a Los Angeles”

    “LAFC ha annunciato oggi che il Club ha firmato un contratto con il leggendario difensore italiano Giorgio Chiellini utilizzando Targeted Allocation Money (TAM) fino al 2023”, si legge sul sito ufficiale. “Chiellini occuperà uno slot di roster internazionale al ricevimento del suo visto P1 e del certificato di trasferimento internazionale (ITC). LAFC presenterà formalmente Chiellini in una conferenza stampa la mattina di mercoledì 29 giugno al Banc of California Stadium. “Giorgio è un giocatore e una persona speciale, unico nel suo genere”, ha dichiarato John Thorrington, Co-President & General Manager di LAFC. “Firmare Giorgio è stata un’occasione unica per migliorare il nostro club. Completerà quella che crediamo sia già una squadra forte poiché ogni giorno darà il giusto esempio con la sua competitività di leadership e la sua esperienza. È un vincitore seriale ai massimi livelli e siamo grati che abbia scelto LAFC per unirsi alla nostra ricerca di trofei”. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Chiellini emoziona il popolo bianconero: “Questa maglia…”

    TORINO – «Questa maglia non va indossata, va cucita sulla pelle. Chi lo capisce ne diventa leggenda! Fino alla fine». Giorgio Chiellini lo ha scritto sull’ultima maglia della Juventus indossata che oggi ha donato al J-Museum, consegnandola al presidente Paolo Garimberti. Ora è in una teca particolare, completamente personalizzata per Chiellini, la cui maglia era già esposta nella sezione dei veterani, ovvero i giocatori che hanno più di 300 presenze nella Juventus e possono avere l’onore di vedere la loro maglia nella hall of fame bianconera.Guarda la galleryChiellini nella storia della Juve, la consegna della maglia al museo

    Frase motivazionale

    L’ultima maglia del Chiello, invece, ha un suo spazio e la dedica non ha mancato di suscitare grande emozione nei tifosi della Juventus che l’hanno fatta rimbalzare ovunque sui social. Anche perché non c’è solo retorica nelle parole di Chiellini, ma c’è la piena consapevolezza che il difensore ha messo in pratica quello che ha scritto, cucendosi addosso la juventinità e intrepretandola ai massimi livelli. E chissà che in futuro non diventi una delle frasi motivazionali da scrivere nei corridoi dello Stadium o perché no, sul colletto della maglietta, in modo che i giocatori la leggano prima di indossarla. LEGGI TUTTO

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    Juve, Chiellini consegna la maglia al museo: dedica da brividi

    TORINO – Dopo 17 anni termina l’avventura in bianconero di Giorgio Chiellini. La grande festa dello Stadium, poi contro la Fiorentina l’ultima battaglia: ora è arrivato il momento definitivo dei saluti per un vero e proprio monumento della difesa della Juve. Un grande campione che ha deciso di consegnare la sua maglia numero 3, che ha onorato in questi lunghi a Torino con la conquista di 9 Scudetti consecutivi, allo Juventus Museum. Su twitter le foto della cerimonia con la dedica da brividi che Chiellini ha impresso sul bianco e nero della divisa: “Questa maglia non va indossata, va cucita sulla pelle. Chi lo capisce ne diventa leggenda! Fino alla fine”.Guarda la galleryChiellini nella storia della Juve, la consegna della maglia al museo LEGGI TUTTO

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    Juventus, Chiellini 'Mvp of the year' di eFootball

    TORINO – Dopo il tributo riservatogli dai tifosi allo Stadium in occasione del match contro la Lazio e poi quello di tutto il calcio italiano alla fine della partita persa al ‘Franchi’ contro la Fiorentina (la sua ultima con la maglia della Juventus indossata per 17 stagioni) arriva un altro riconoscimento per Giorgio Chiellini. LEGGI TUTTO

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    Juve, Chiellini guerriero 'fino alla fine': “Ognuno ha il suo destino”

    TORINO – “Fino alla fine”. Parafrasando il celebre motto della Juventus, con cui ieri sera – nel ko rimediato a Firenze – ha disputato la sua 560ª ed ultima presenza, al 3° posto nella classifica all time in tutte le competizioni dietro soltanto a Del Piero e Buffon, Giorgio Chiellini scherza su Instagram mostrando i punti al sopracciglio dopo il violentissimo scontro aereo con Piatek. Iconiche sono le tante immagini del difensore toscano in campo con il turbante, segni e cicatrici di mille battaglie e – come specificato in una successiva storia pubblicata sul medesimo social network – “ognuno ha il proprio destino”…Guarda la galleryJuve, Chiellini ferito e sostituito dopo lo scontro con Piatek
    Chiellini, lo scontro durissimo all’ultima con la Juve: i messaggi
    Chiellini mostra su Instagram i segni lasciatigli addosso dal durissimo scontro con Piatek, congedandosi dalla Juve dopo l’ultima di infinite battaglie: su Instagram, divertiti, riconoscenti ed ammirati, i primi a commentare il post con cuori e faccine sorridenti sono Marchisio, Benatia e Iaquinta. Tra i like, invece, spiccano quelli di Vlahovic, De Ligt, Danilo, Locatelli, McKennie, Pellegrini, Arthur, De Sciglio, Pinsoglio, Demiral, Kaio Jorge, Vidal, Mandzukic, Douglas Costa, Fagioli, Emre Can, Giovinco, Miretti, Dragusin e Soulé, oltre al ct della Nazionale Mancini e le ‘Women’ Girelli, Boattin, Rosucci, Caruso, Grosso, Hyyrynen e Bonfantini (più le ex bianconere Franco e Bacic).
    Guarda la galleryChiellini, Berardi e Handanovic: ecco la top 10 delle ultime bandiere in Serie A LEGGI TUTTO

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    Fiorentina-Juve 2-0: i bianconeri si congedano con una sconfitta

    TORINO – La Juventus chiude mestamente il campionato: tanti assenti e nessun obiettivo da raggiungere contro una Fiorentina invece alla ricerca di un posto in Europa dopo cinque anni. Finisce 2-0 per i viola, con il gol di Duncan e il rigore di Gonzalez, per un settimo posto che significa Conference League. La Juventus, invece, incassa l’ottava sconfitta in stagione e saluta molti protagonisti: da Chiellini, rimasto in campo per 45′, a Bernardeschi, fino a Dybala che si congeda con la fascia da capitano. Ora i pensieri si concentrano sul mercato, con Pogba e Di Maria primi obiettivi da portare a casa.Guarda la galleryJuve, Chiellini ferito e sostituito dopo lo scontro con Piatek

    Chiellini-Bonucci 200

    La Juventus si presenta con un 3-5-2 tendente al 4-4-2, con De Ligt che si trasforma in terzino destro, mentre la Fiorentina si affida inizialmente in attacco alla coppia Piatek-Gonzalez supportata da Saponara. La partita scorre via senza particolari emozioni. I viola vanno a strappi, i bianconeri controllano abbastanza agevolmente, con la coppia Bonucci-Chiellini all’ultima uscita, festeggiata con cifra tonda: 200 partite insieme da titolari. Tra gli uomini di Italiano il più attivo è Bonaventura, che vede un suo sinistro deviato da De Ligt in angolo al 19′ e un’altra conclusione al 27′ impattare su Chiellini, con traiettoria che spiazza Perin, ma finisce sul fondo. La rete arriva improvvisa, dopo un doppio giallo a Kean (diffidato) e Igor che litigano per un pallone. Ci pensa Duncan a risolvere una situazione confusa in area con un sinistro imparabile. Nella stessa azione Chiellini si procura l’ennesimo infortunio alla testa, che provoca una vistosa perdita di sangue senza ulteriori conseguenze.

    Guarda la galleryLa Juve chiude con un ko: la Fiorentina vince e vola in Europa

    C’è anche Pinsoglio

    Il capitano esce nell’intervallo (dentro Rugani), la fascia passa a Dybala, mentre tra i pali si vede Pinsoglio. Poche le emozioni, da segnalare un altro litigio che vede protagonisti Venuti e Rabiot: ammoniti entrambi e squalifica anche per il francese. La partita si accende dopo la mezz’ora, prima Rugani anticipa Bonaventura, pronto a colpire, quindi Pinsoglio regala una doppia parata decisiva su Piatek. Tra i bianconeri, nel frattempo, è entrato anche Vlahovic (accolto dai fischi del Franchi), ma la Juventus non trova la strada verso la porta viola. È invece la Fiorentina a confezionare il 2-0 finale, con un rigore trasformato da Gonzalez e decretato per un fallo di Bonucci su Torreira. E la dedica per il ritorno in Europa è una tshirt dedicata a Davide Astori, il capitano che non c’è più. LEGGI TUTTO