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    Chiellini: “Infortunio? Pensavo fosse una cosa più lieve”

    “Pensavo fosse qualcosa di più lieve. In realtà mi sono reso conto che avevo bisogno di più giorni di riposo per recuperare”. Giorgio Chiellini parla così del problema all’adduttore che venerdì sera lo terrà fuori dalla decisiva sfida contro la Svizzera. “Siamo un grande gruppo, siamo bravi e il segreto del triennio è che cambiando gli addendi il risultato rimaneva lo stesso – ha detto a Rai Sport – Faremo una grande partita, sono tranquillo e sereno. Sarò comunque qui per stare vicino alla squadra, non per questioni diverse”.
    Chiellini: “Sarò vicino ai miei compagni”
    “Devo dare forfait per un problema fisico, ma sarò vicino ai compagni per questa partita importante che ci aspetta. Sono tranquillo, fiducioso, è lo stesso sentimento che ci sta dando il mister. Sono certo che raggiungeremo l’obiettivo Mondiale. Tutte le nazionali sono in emergenza, tutte le squadre hanno lavorato e hanno avuto meno recupero. Anche la Svizzera ha molte assenze, ma tutte le hanno. È un aspetto che bisognerà valutare per il calendario, oggi è insostenibile per chi fa Champions e coppe europee. Speriamo di essere ascoltati e di trovare una soluzione che tuteli tutti. Senza i giocatori più importante è diverso”. 
    Guarda la galleryItalia, Belotti si scalda nel derby con Bonucci. Riecco Barella LEGGI TUTTO

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    L'Italia senza Chiellini e Bonucci, la Juve senza 14 giocatori

    TORINO- Il forfait di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci (risentimento per il capitano, affaticamento muscolare per il secondo) contro la Fiorentina crea problemi anche al ct dell’Italia Roberto Mancini che dovrà rinunciare al muro bianconero per la difficile sfida, valida per le qualificazioni al Mondiale in Qatar nel 2022, contro la Svizzera (venerdì all’Olimpico di Roma), con cui gli azzurri condividono la vetta del girone C, a quota 14 punti. I due difensori risponderanno alla convocazione dell’Italia e dopo le visite mediche a Coverciano dovrebbero fare ritorno a Torino. Senza loro, e senza Moise Kean, che rientrerà dall’infortunio dopo la sosta, restano soltanto tre i bianconeri che vestiranno l’azzurro: Manuel Locatelli, Federico Chiesa e Federico Bernardeschi saranno a disposizione anche per la trasferta dell’Italia in Irlanda del Nord (lunedì 15al Windsor Park di Belfast).

    Juve, Allegri senza 14 bianconeri

    In totale sono 14 gli juventini che lasceranno per una decina di giorni la Continassa: nell’elenco manca anche il polacco Wojciech Szczesny, convocato dal ct Paulo Sousa per le gare contro Andorra e Ungheria, ma il portiere ieri ha saltato la Fiorentina, fermato da una contusione al costato che gli imepdiva di allungarsi e quindi di parare. Dovrebbe presentarsi nel ritiro della Polonia, ma poi rientrare in Italia. […] Tutti termineranno gli impegni martedì e saranno a disposizione di Allegri giovedì 18 novembre.

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    Chiellini ko prima di Juve-Fiorentina: Rugani in campo

    TORINO – Giorgio Chiellini ha accusato un problema all’adduttore destro durante il riscaldamento ed è per questo che Allegri ha mandato in campo Daniele Rugani, che inizialmente doveva andare in panchina. In panchina c’è anche Leonardo Bonucci, che non gioca per un affaticamento muscolare, ma potrebbe scendere in campo all’occorrenza se ci fosse un infortunio. Con l’uscita di Chiellini, il capitano sarà Paulo Dybala.Guarda la galleryJuve-Fiorentina, la formazione ufficiale di Allegri LEGGI TUTTO

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    Juve, Chiellini: “Si riparte con equilibrio e senza anarchia”

    TORINO – “Le difficoltà bisogna saperle analizzare con equilibrio e saperle riconoscere. Poi bisogna cercare le soluzioni: si può superare un momento difficile, ma ci vuole unione all’interno di un gruppo di lavoro”. Parole da capitano, di chi sa come si attraversano e superano momenti bui, Chiellini indica la via alla Juve, in crisi di risultati in campionato. “Servono sempre equilibrio e lucidità nell’analizzare le situazioni e poi trovare le soluzioni. Se un gruppo di lavoro condivide ed è convinto di quello che sta facendo, anche se l’idea non è del tutto corretta, poi la porta in porto. Se l’idea è corretta ma il gruppo di lavoro non è convinto di portarla avanti, non potrà essere vincente” ha spiegato il difensore bianconero in una diretta su LinkedIn.Guarda la galleryClamoroso allo Stadium: Juve beffata al 95’ dal Sassuolo
    I mentori di Chiellini: da Legrottaglie a Buffon
    “Di mentori ne ho avuti tanti. Calcisticamente e tecnicamente due che mi vengono in mente sono Cannavaro e Legrottaglie. Fabio è stato uno dei difensori più grandi della storia italiana, quando giocavamo insieme ho cercato ogni giorno di rubare tutto quello che potevo. Legrottaglie invece è stato il mio primo vero partner difensivo, mi ha insegnato tanto: grazie a lui ho capito che questo potesse essere il mio ruolo ideale. Poi c’è Gigi Buffon, è stato un fratello maggiore per me ed il mio capitano per tanti anni nella Juventus e in Nazionale. Gigi ha sempre saputo trovare le parole giuste nel momento giusto: non è una dote semplice, non si costruisce, ma è qualcosa di magico che ha sempre avuto”.
    La ricetta per vincere
    “Come si fa ad avere una squadra coesa? Con le regole e le gerarchie: siamo 25 e tutti sullo stesso livello. Ma abbiamo gerarchie diverse che dettano la strada da seguire. L’anarchia non ha mai portato da nessuna parte. Io in primis in passato ho sbagliato ad andare oltre quelle che erano le mie competenze e si sono creati problemi. La ricerca di un obiettivo comune riesce a dare comunque risalto ai singoli”.
    Chiellini: “Non sarò mai come Buffon”
    “Prima di tutto ognuno deve essere se stesso, non si può copiare anche se faccio un esempio con Buffon, non sarò mai come lui. Provare a copiarlo toglie leadership e credibilità. Quello che si fa, lo si fa tutti i giorni, dando l’esempio agli altri. La cosa principale è essere se stessi: non tutti possono esserlo ma non vuol dire che non puoi essere importante. All’interno delle gerarchie, ognuno è importante. Porta qualcosa di diverso, altrimenti il gruppo non è così forte. C’è chi è più in vista, chi meno, ma sono comunque importanti. Penso a una squadra: siamo 25, multiculturali, età e luoghi diversi, oltre agli status sociali, siamo un miscuglio difficile da unire ed è importante il capocannoniere come il terzo portiere. Quello che gioca 10 partite e chi gioca 40. Trovare un equilibrio è fondamentale, bisogna dare qualcosa per aiutare la squadra” ha concluso Chiellini. LEGGI TUTTO

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    Ronaldo, stoccata a Bonucci e Chiellini? “Chi mi critica mi teme”

    MANCHESTER (Regno Unito) – “So quando la squadra ha bisogno del mio aiuto in difesa. Ma il mio ruolo nel club è vincere, aiutare la squadra a vincere e segnare gol. La difesa fa parte del mio lavoro. Le persone che non vogliono vederlo è perché non gli piaccio, ma ad essere onesti ho 36 anni, ho vinto tutto, perché mi devo preoccupare delle persone che dicono cose cattive su di me? Dormo bene la notte. Vado a letto con la coscienza a posto. Continuo così perché chiuderò ancora la bocca a chi mi critica e vincerò altri trofei”. Pur senza nominarli nell’intervista concessa a Sky Sports Uk, secondo i media inglesi l’ex fuoriclasse della Juventus Cristiano Ronaldo, tornato in estate al Manchester United, avrebbe voluto rispondere a Chiellini e Bonucci, che avevano criticato le tempistiche del suo trasferimento in Inghilterra.
    Cristiano Ronaldo: “Chi mi critica conosce il mio potenziale”
    “Le critiche fanno sempre parte del mondo del calcio e del business. Non sono preoccupato per questo. E la vedo come una cosa buona ad essere onesti. Se si preoccupano per me o parlano di me, è perché conoscono il mio potenziale e il mio valore nel calcio. Quindi va bene. Ti faccio un esempio: se sei in una scuola e sei lo studente migliore, chiedi allo studente peggiore chi gli piace di più, dirà che il migliore non gli piace”.
    Cristiano Ronaldo: “Sono allo United per vincere”
    “Penso che la cosa principale sia che sono ancora felice e mi sto godendo il calcio. Non importa quante cose ho vinto nella mia carriera. Ho vinto tutto ma sono ancora motivato. Sono in un nuovo capitolo del mio vita, nonostante la mia età, ed è per questo che sono qui – per provare a vincere – e penso che il Manchester debba essere a questo livello per vincere e pensare di vincere grandi cose, quindi sono qui per aiutare. Il Manchester United ha una storia fatta di vittorie e non sono qui per le vacanze. Ho detto ai miei compagni che vedo un enorme potenziale in questa squadra; giocatori molto giovani, giocatori con potenziale, e sono qui per vincere e per aiutare il team a costruire nuove cose. Non ho cantato perché ho detto loro che cantavo qualche anno fa! Ma è stato bello. I ragazzi, mi hanno capito, è stato un bel discorso ed ero felice quella sera”.
    Cristiano Ronaldo: “Un pareggio con l’Everton è come una sconfitta”
    “Non mi piace perdere. Era un pareggio? Per me pareggiare in casa contro l’Everton – con tutto il rispetto – è come una sconfitta. Forse sto pensando male, ma questo è il motivo per cui ho vinto tanti trofei durante la mia carriera e ho giocato per i club più importanti del mondo. Quindi, come ho detto, qui le critiche ci saranno sempre. Non mi nascondo e, a dire il vero, non mi interessa proprio perché so che il calcio è così. Le mie reazioni sono quelle che provo in quel momento. La maggior parte delle volte quando parlo è molto, molto positivo, ma a volte, a seconda delle situazioni, forse dico cose su cui non si è d’accordo, ma sono fatto così”.
    Cristiano Ronaldo: “Sono così, non cambierò mai”
    “Tutti mi conoscono. Sono sempre stato così; non cambierò ora con la mia età. Darò sempre il 100% per questo club e le mie reazioni fanno parte di ciò che sono. Non voglio però ferire qualcuno. So che ci saranno occhi su di me a causa di quello che sono, quello che raggiungo, quello che vinco. Non vogliono darmi credito per le cose buone, troveranno sempre le cose cattive, ma per me non è un problema. La vita è una lezione costante e imparo ancora con i miei errori, cercando di migliorare sempre”. LEGGI TUTTO

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    Ronaldo e Juve, le verità

    Non si può discutere l’apporto tecnico di Cristiano Ronaldo nei suoi tre anni alla Juventus. Chi azzardasse qualsiasi ragionamento per sminuirne la portata sarebbe colpito dal violento ceffone statistico che recita 101 gol in 134 partite; dovrebbe fare i conti con due scudetti vinti anche e forse soprattutto grazie a quelle reti; avrebbe non poche difficoltà a oscurare i lampi di classe che hanno divertito ed esaltato il popolo juventino dal 2018 al 2021. Tutto questo ha avuto un costo economico. Sicuramente pesante, secondo alcune analisi esagerato, secondo altre più congruo. Ma quello che sta emergendo nella Juventus dei primi due mesi del dopo CR7 è il “costo umano”, ovvero l’impatto del fenomeno portoghese sul gruppo che, quando è sbarcato a Torino, aveva compiuto la mirabile impresa di aver vinto sette scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia e disputato due finali di Champions League (oltre a qualche sparpagliata impresa europea). E’ stato un costo notevole, forse addirittura più gravoso di quello finanzario, che non è stato esattamente uno scherzo.Guarda la galleryRonaldo lascia la Juve: le reazioni sui social

    Negli ultimi giorni si sono ascoltate riflessioni a voce alta di Leonardo Bonucci prima e di Giorgio Chiellini dopo. Due senatori, due padri del ciclo e depositari dei valori del gruppo, quindi forse le voci più autorevoli per capire cosa è successo nelle tre stagioni ronaldesche. Ha detto Leonardo Bonucci: «Giochiamo più da squadra? È assolutamente vero. Nel recente passato avevamo perso questa caratteristica da Juve, giocavamo con un grande campione come Ronaldo e volevamo metterlo in condizione di fare sempre bene pensando potesse risolvere lui tutte le partite. Quest’anno stiamo ritrovando quell’umiltà giusta che serve per ritrovare la vittoria». Ha detto Chiellini: «Cristiano aveva bisogno di nuovi stimoli e di una squadra che, com’è giusto, giocasse per lui, perché quando trova una squadra del genere è sempre decisivo, lo sta dimostrando anche in questi primi mesi e non mi sorprende, perché lo ha dimostrato in tutti gli anni della sua carriera e anche nei tre anni in cui è stato insieme a noi». E’ importante notare come da parte di entrambi ci sia riconoscenza e rispetto del talento di CR7, ma entrambi sottolineano come Ronaldo catalizzasse il gioco, i passaggi e l’attenzione. E nella Juventus, in quella Juventus costruita sull’umiltà e l’unità del gruppo, questo porta ad alterare gli equilibri. Quelli psicologi e disciplinari prima ancora che quelli tattici. LEGGI TUTTO

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    Chiellini: Ronaldo via dalla Juve per questo motivo

    TORINO – Tre vittorie su tre partite in Champions League, ma in campionato non c’è stato lo stesso avvio: per analizzare l’inizio della stagione della Juve servono le parole di Giorgio Chiellini che si è raccontato ai microfoni di Dazn in una lunga chiacchierata con Diletta Leotta. Tra i motivi dell’inizio di Serie A con risultati non da Juve, il capitano bianconero mette quello dell’addio di Cristiano Ronaldo: “E’ andato via il 28 agosto, uno choc lo crea: penso che lo abbiamo pagato in termini di punti nell’avvio di campionato. Sarebbe stato meglio fosse partito magari il primo di agosto, ci saremmo preparati e saremmo arrivati più pronti all’inizio di stagione, anche se io avevo percepito qualcosa: aveva bisogno di nuovi stimoli e di una squadra che giocasse per lui, qui alla Juve è in atto un percorso di ringiovanimento e ripartenza”.Guarda la galleryFinalmente Kulusevski! Festa Juve, battuto lo Zenit a San Pietroburgo LEGGI TUTTO

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    Juve, De Ligt: “Allegri pensa solo a vincere. Eriksen il mio idolo”

    Matthijs De Ligt, tra i migliori difensori al mondo nonostante la carta d’identità dica 22 anni, ha rilasciato una lunga intervista a DAZN. Tanti i temi trattati dall’olandese della Juve. L’ex Ajax ha parlato di Massimiliano Allegri e a proposito del tecnico bianconero dice: “È un allenatore con grande esperienza che sa di calcio, che ha vinto tanto con Juventus e Milan. Sono contento che lui sia il mio allenatore adesso, questo è molto importante per migliorare. Tatticamente mi aiuta tantissimo, lui ha quest’idea di giocare per tutti i novanta minuti con la giusta mentalità, per vincere la partita. Non è importante se giochiamo un calcio bello o brutto, l’unica cosa che conta è vincere”.
    De Ligt su Bonucci, Chiellini e le critiche ricevute
    De Ligt in questi anni in bianconero ha avuto la possibilità di allenarsi e giocare con due grandi del ruolo, Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci: “Ho parlato tantissimo con loro – ammette -, sono un riferimento molto grande per le vittorie che hanno ottenuto con la Juventus e l’Italia. Io ho tanta forza fisica e ho un buon feeling con la palla, ma mi hanno consigliato di stare concentrato e tranquillo per tutta la partita: questo lo sente anche la squadra, con la tranquillità tutte le squadre giocano meglio”. A chi lo critica risponde: “Secondo me nel calcio la critica è normale, io sono colui che critica di più la mia persona. È importante avere questa idea su cosa bisogna fare per migliorare, poi è normale che ognuno preferisca ricevere dei complimenti. La critica però è normale, tutti dobbiamo imparare e a volte può essere anche costruttiva”.
    De Ligt: ecco cosa avrei fatto se non fossi diventato calciatore
    Il difensore olandese ha poi svelato cosa avrebbe fatto se non fosse diventato un calciatore: “Se non avessi fatto il calciatore sarei diventato un pallavolista. Tutti sottolineavano, soprattutto il primo anno, i miei interventi con la mano. A dire la verità non lo so, ho sempre pensato di fare il calciatore, ho fatto tutto per diventarlo e sono contento di com’è andata. I miei genitori tennisti? Sì, ho giocato a tennis per sei-sette anni: mi piaceva ma non come il calcio, il mio amore. Mi è sempre piaciuto giocare con gli amici. Il tennis è uno sport troppo individuale, mi piace di più giocare con la squadra”. Nella famiglia di De Ligt c’è anche un ex calciatore: suo suocero ha militato nell’Ajax. “Con il padre della mia fidanzata parliamo tanto di calcio, lui ha giocato e sa come funziona questo mondo. E’ sempre bello parlare con lui che ha più esperienza di me nella vita e nel calcio, questo mi fa sentire più tranquillo. Poi naturalmente discutiamo anche di altre cose”.
    De Ligt senza veli
    Si passa poi alle fatidiche sette domande. A proposito dell’avversario che vorrebbe sfidare in carriera, De Ligt risponde: “Lewandowski è difficile perché lui ha tanta esperienza e non ha bisogno di giocare sempre bene con il senso del goal che si ritrova: questo è molto complicato per un difensore”. Poi rivela il suo idolo da bambino: “Era Christian Eriksen, perché lui ha giocato all’Ajax da centrocampista e io lo sono stato in passato. Partita migliore? Quella contro il Real Madrid. Lo stadio più bello? L’Amsterdam Arena”. L’olandese parla poi dello spogliatoio: “McKennie ci mette un sacco a rispondere su Whatsapp, mentre Cuadrado ascolta troppa musica colombiana, non mi piace”. Infine un consiglio ai turisti di Torino: “I posti più belli sono: Parco del Valentino o Piazza San Carlo”.

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