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    Dybala super, la Juve è agli ottavi: Zenit ko all'Allianz

    TORINO- Adesso l’importante è non esagerare con gli elogi per il filotto europeo di vittorie conseguite da una Juventus comunque trasformata: nello spirito, nella personalità, nella voglia di azzannare l’avversario. Gestire poco, correre, attaccare molto e vincere: potenza dei primi giorni di ritiro alla Continassa, aspettando conferme a breve. I bianconeri battono (4-1) lo Zenit, scappano nel girone di Champions, si qualificano agli ottavi con due giornate d’anticipo e ora contendono al Chelsea la palma del primato, decisiva con un occhio al sorteggio che verrà. Un leader su tutti allo Stadium: Paulo Dybala, autore di una prestazione superlativa, da capitano vero. Glielo chiedevano tutti, la Joya non ha tradito.

    Le Roi Paulo

    Allegri ne cambia cinque rispetto alla Juve sconfitta a Verona, con il rientrante De Ligt, ribaltando il centrocampo e fidandosi dell’ottima vena di McKennie (suoi gli ultimi due gol bianconeri, seppur inutili) al posto di Bentancur. Lo Zenit cerca l’impresa contando sulla verve di Mostovoj e Claudinho dietro il bomber iraniano Azmoun. Succede però che Dybala e soci alzino subito i ritmi, siano costanti nella pressione, tengano il palleggio e il possesso senza sprechi e/o attese passive dell’avversario. Paulo è il solito tuttofare, bravo anche ad attaccare la profondità e con Bernardeschi preciso nel centrare il russo Kritsyuk. È il primo squillo del match, ne seguiranno altri a partire dal terzo palo/traversa della Joya: lo Zenit viene dopo il Sassuolo e il Verona, stavolta l’argentino ci prova con il destro, ma l’interno del palo respinge il pallone. All’antipasto segue il primo piatto: minuto 11, su azione d’angolo battuto da Bernardeschi è decisiva la sponda aerea di De Ligt e il mancino di Dybala è una sentenza. E qui il 10 si sovrappone a un altro 10, perché Paulo esulta come Platini l’8 dicembre 1985 a Tokyo in Coppa Intercontinentale contro l’Argentinos Juniors dopo il famoso gol annullato a Le Roi Michel. La posa è praticamente identica, Dybala (e Platini) come Paolina Borghese del Canova: tutto non casuale, la 105ª perla in bianconero consente a Dybala di superare il mito francese e agguantare John Charles. E’ una partita a senso unico: l’argentino conduce lo show, sua la sterzata e l’assist a Morata che non centra il portone. È un gol sbagliato, lo spagnolo se ne farà una ragione. Ma la sfiga ci vede benissimo e quando nessuno se l’aspetta ecco l’1-1 beffardo: cross di Karavaev, Bonucci la devia di testa e la traiettoria del pallone è talmente ingannevole da beffare Szczesny. È un lampo, perché poi la partita la fa sempre la Juve con Locatelli che arma un poco fortunato Chiesa prima di un gol annullato a Morata per leggero fuorigioco.

    Guarda la galleryDybala supera Platini ed esulta come Le Roi

    Traverse e magie

    Si ricomincia nel ricordo dell’ultima occasione sprecata da McKennie in coda al primo tempo (Kritsyuk c’è). E si ricomincia ancora con un mancino di Dybala lievemente largo dopo aver scherzato Karavaev. Ma è una Juve in palla, brava a mixare il movimentismo di Bernardeschi e la vivacità di McKennie, il senso della posizione di De Ligt e l’ordine di Locatelli. Manca il guizzo di Chiesa, che si fa attendere ma quando si accende sono dolori. L’esterno sprinta in occasione del rigore per la Juve: stop irreale e fuga con sgambetto evidente di Claudinho. Dybala prima mette il pallone a lato, ma l’arbitro fa ripetere e allora la Joya sfrutta l’occasione: 2-1 in archivio. Il brasiliano dello Zenit prova a dare un senso alla sua serata impegnando Szczesny, che si ripeterà deviando un tiro velenoso del subentrato Malcom. Non gira bene ai bianconeri, visto che dopo i gol sale a due anche il conteggio dei legni: la traversa di McKennie grida vendetta. Chiesa, si diceva: sublime la rete del 3-1 (avviata da un’intuizione di Bernardeschi) e provate a chiedere a Lovren come ci si senta ad essere messi giù da una sola finta, terribilmente bella e determinante, al pari del diagonale di sinistro che chiude la partita e consente alla Juve di passare in modalità gestione. Allegri regala il finale a Rabiot e Arthur, che rimpiazzano Bernardeschi e Locatelli, poco prima della rete di Morata. Lo spagnolo non segnava da 43 giorni (Juve-Milan 1-1). C’è tempo per la standing ovation a uno strepitoso Dybala: dentro Kulusevski, oltre a Rugani per Bonucci. Il 2-4 di Azmoun su sponda di Dzyuba nel recupero non cambia le cose. Esulta lo Stadium, non succedeva dal 17 ottobre. Una vita fa, di questi tempi un po’ bianchi e un po’ neri.

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    Verona-Juventus, che feeling con l'esito Goal

    Dopo dieci turni di Serie A la Juventus ha ben 13 punti in meno in classifica rispetto alle capolista Napoli e Milan. In questa giornata la squadra di Allegri è di scena a Verona contro una formazione che rispetto ai bianconeri ha tre sole lunghezze di ritardo ed è facile ipotizzare che l’undici allenato da Tudor (ex juventino) scenderà in campo con intenzioni di… aggancio.
    Verona-Juventus, indovina il risultato esatto e vinci!
    Il clean sheet è una rarità
    Sulla carta il rendimento recente delle due formazioni è identico (due vittorie, un pareggio ed una sconfitta nelle ultime quattro esibizioni) anche se la “Vecchia Signora” deve far dimenticare ai propri tifosi il ko casalingo dell’ultimo turno contro il Sassuolo.
    Si accennava al ruolino di marcia recente identico di Verona e Juventus ma non è questo l’unico elemento di similitudine che si può riscontrare tra le due formazioni. Gli scaligeri, nelle dieci giornate di campionato finora andate in archivio, hanno collezionato la bellezza di otto esiti “Goal” (entrambe le squadre in campo hanno realizzato almeno una rete) e, di conseguenza, due soli esiti “No Goal” (Bologna-Verona 1-0 e Verona-Spezia 4-0). In questa stessa ottica i dati relativi all’undici di Allegri non si discostano molto da quelli appena descritti: per Chiesa e compagni gli esiti “Goal” sono stati finora infatti sette (soltanto uno in meno rispetto al Verona) mentre i “No Goal”, di conseguenza, arrivano a tre (Juventus-Empoli 0-1, Torino-Juventus 0-1 e Juventus-Roma 1-0).
    Il totale è presto fatto… otto più sette uguale quindici per un match che, a prescindere da come andrà a finire, potrebbe vedere il “Goal” come protagonista. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Roma si preannuncia equilibrata

    Allo Stadium di Torino va in scena la sfida tra la Juventus e la Roma. Per le quote Locatelli e compagni partono favoriti ma non si possono escludere sorprese.
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    Mai “X” con la Roma in campo
    La “Vecchia Signora”, reduce da tre vittorie consecutive con solamente un gol di scarto, al momento sta pagando un avvio di stagione decisamente al di sotto delle aspettative. Chiesa e compagni nelle prime 4 giornate di campionato hanno perso con Napoli (2-1) ed Empoli (1-0) e pareggiato con Milan (1-1) e Udinese (2-2). Il computo dei gol segnati e subiti dai bianconeri recita 11 reti all’attivo e 10 al passivo. La Roma dal canto suo ha realizzato 5 gol in più della Juventus ma da cinque gare a questa parte in Serie A alterna la vittoria alla sconfitta. Il big match, osservando i recenti risultati delle due squadre, si preannuncia molto equilibrato e potrebbe terminare con la “X” al novantesimo. Da sottolineare poi come i giallorossi in questo campionato non abbiano ancora mai pareggiato. Prima o poi… LEGGI TUTTO

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    La Juve punta su Chiesa, Shomurodov per la Roma

    Decisioni che Massimiliano Allegri prenderà nelle ultime ore alla vigilia del match, come d’abitudine. Sono alcuni i dilemmi che lo tormentano: chi al posto di Adrien Rabiot, bloccato dal Covid, e come schierare l’attacco. Due situazione collegate, a seconda delle scelte. Tutto ruota (ovviamente) intorno a Federico Chiesa, l’uomo in più in questa fase della Juventus. La squadra è cresciuta quando è cresciuto lui. Lo ha fatto sulla amata fascia, lo ha fatto anche da attaccante, prima punta o in appoggio, quando il tecnico glielo ha chiesto. Un ruolo svolto con efficacia per una partita e mezza, prima contro il Chelsea e quindi nel secondo tempo con il Torino. Un ruolo che Allegri vede come sbocco futuro per il numero 22, che sarà ancora riproposto davanti a tutti per una emergenza che vede fuori Alvaro Morata (in Champions con lo Zenit e, forse, in campionato a Milano con l’Inter) e non recuperato appieno Paulo Dybala.

    Le alternative di Allegri e Mourinho

    Chiesa, domani contro la Roma, potrebbe agire da centravanti puro, con Federico Bernareschi alle sue spalle e Weston McKennie a sinistra, al posto di Rabiot. Oppure potremmo vederlo un classico 4-4-2, con Moise Kean centrale al fianco di Chiesa e Bernardeschi per Rabiot. […] A sentirlo uscire da Trigoria, le possibilità di vederlo in campo sono buone. «Hopefully», speranzoso, la definizione utilizzata da Tammy Abraham a chi gli chiedeva le chance di giocare con la Juve. Parole che si scontrano con una realtà che ha visto ieri lo ha visto non allenarsi e trascorrere la giornata tra terapie (tekar e laser) e lavoro in piscina, più massaggi volti a ridurre il gonfiore al calcagno destro. Un lavoro propedeutico al provino di questa mattina, prima della partenza per Torino. […] L’impressione, però, è che dal primo minuto possa partire Yeldor Shomurodov. Ieri l’uzbeko si è reso partecipe di una bella iniziativa della fondazione Roma Cares andando a visitare il reparto pediatrico U.O.C. dell’ospedale Sant’Andrea, facendo felici grandi e piccoli con foto, gadget, palloni e autografi.

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    Marchisio: “Chiesa, che scossa! Dybala leader, lui e la Juve felici insieme”

    Icona di stile, ma con il focus puntato sempre e comunque sul calcio. Claudio Marchisio ieri ha presentato la sua partnership con il marchio Red nella splendida cornice di Terrazza Martini a Milano. Con il Duomo alle spalle, l’ex centrocampista bian- conero ha fatto una disamina sulla Juventus attuale e sui suoi protagonisti.

    La Juve è partita un po’ a singhiozzo come qualche anno fa, quando poi ci fu la rimonta fino allo scudetto. Ci sono delle analogie o parliamo di percorsi diversi?

    « È sempre complicato fare paragoni con il passato. Quello che conta è il presente. La Juve ha avuto una partenza difficile, con assenze importanti, con difficoltà nel gioco e nei risultati che, adesso, sembra che stiano andando alle spalle come dimostrano le gare giocate prima della sosta per le nazionali, sia in campionato sia in Champions. Ci sono state tante partite, anche con le nazionali, credo che aver trovato un minimo di equilibrio sia la base per ripartire bene».

    Con un Dybala sempre più leader e, magari, con un contratto nuovo?

    «Ha già dimostrato in passato di poter essere un lea- der della Juventus, anche quando era più giovane. Ha molte più partite alle spalle, sa quanto ha dato e sa quanto può dare. Lui come tanti altri. La Juve, lo scorso anno, ha vinto due trofei e se arrivano critiche, è perché la Juve vuole stare sempre in alto. Paulo, così come altri, dovranno avere grande voglia di dimostrare sul campo di poter essere competitivi oltre a un grande senso di attaccamento alla maglia. I contratti, per come la vedo io, andrebbero chiusi prima dell’inizio della stagione, ma speriamo che si chiuda il prima possibile e che sia Dybala sia la Juve possano essere felici insieme»

    […]

    Federico Chiesa è un campione o ancora un progetto di campione?

    «Ora è super determinante, perché la Juve sta giocando senza Dybala e Morata. Ma è super determi- nante perché è stato l’unico a dare la scossa alla squadra. E’ molto importante per questo, ma per diventare un campione non bastano solo le prestazioni, servono degli anni in cui accumuli esperienza. Ci saranno momenti in cui le giocate non gli verranno, ma sulla strada per diventare campioni, si passa anche da questi passaggi»

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    Juve o Italia, cambiano i colori ma non Chiesa

    Che si tratti di bianconero oppure di azzurro, non esiste differenza: Federico Chiesa riesce sempre e comunque a incidere. Gli è capitato, l’ultima volta, giovedì sera nell’Italia battuta dalla Spagna nella semifinale di Nations League. Suo lo strappo in contropiede a 8 minuti dalla conclusione, con l’assist per la rete di Lorenzo Pellegrini, utile ad alimentare le ultime speranze ma non a raggiungere la squadra di Luis Enrique. È stato il secondo stagionale, venuto subito dopo quello per Manuel Locatelli per decidere il derby a favore della Juventus. E, prima ancora, due gol: quello del 2-2 a La Spezia, decisivo per la rimonta fino al primo successo firmato da Matthijs de Ligt, e quello che che messo sotto il Chelsea campione d’Europa, in Champions League.Guarda la galleryDa Chiesa a Locatelli, è di nuovo Ital-Juve in Nations League

    Una crescita sul campo, quella di Chiesa, coincisa con quella della Juventus. Come se in questo inizio di stagione uno si riflettesse nell’altra, e viceversa. Il numero 22 bianconero ha avuto bisogno di alcune correzioni in corsa, così come la squadra. Quando Massimiliano Allegri ha trovato gli equilibri che inseguiva, il passo è cambiato, con tre vittorie consecutive che hanno lanciato i bianconeri nell’obiettivo rimonta. Il tecnico aveva individuato nella pausa di novembre (quella che si aprirà dopo il match interno del 6 novembre contro la Fiorentina) quale momento per stilare i primi bilanci: nel giro di sette partite – tra Serie A e Champions – se ne riparlerà.

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    Juve casa e Chiesa: il sogno riparte

    TORINO – C’è Chiesa. C’è Fede, per gli amici. Ci sono tanti, tantissimi credenti bianconeri. I quali confidano che l’ex viola possa fare la differenza questa sera contro il Chelsea. Ed ergersi a protagonista, nel momento del bisogno. Bisogno di qualcuno che la butti dentro, si intende, in un momento in cui la sfortuna pare aver preso di mira il reparto d’attacco juventino visto che uno in fila all’altro, durante la partita di domenica scorsa contro la Sampdoria, si sono infortunati sia Paulo Dybala sia Alvaro Morata (ne avrà per almeno 2-3 settimane il primo, alle prese con una elongazione; e per almeno 3-4 il secondo, che si è procurato una lesione di basso grado). Come se non bastasse, per capire l’antifona, torna utile precisare che i suddetti si aggiungono a Kaio Jorge, il quale s’è infortunato praticamente mentre stava ancora disfando le valigie… E dunque, torniamo a Chiesa e ai veri bomber che si vedono nel momento del bisogno. Moise Kean, che di fatto è l’unico attaccante di ruolo a disposizione di Massimiliano Allegri, potrebbe persino partire dalla panchine per scelta tecnica (voglia di stupire). E spetterebbe invece a Chiesa – insieme con Bernardeschi, Kulusevski e/o Cuadrado – darsi da fare per pungere a dovere là davanti. LEGGI TUTTO