Buon compleanno Cittadella, splendida cinquantenne
TORINO – Buon compleanno, Cittadella! Sei davvero una splendida cinquantenne. I granata veneti nel 2023 stanno festeggiando il mezzo secolo di vita con una serie d’iniziative che coinvolgono tifosi e vecchie glorie, tutti uniti alla società e ai giocatori per festeggiare cinquant’anni di successi di un club che non ha eguali, da decenni il suo modo di fare calcio viene considerato esemplare. L’Associazione Sportiva Cittadella nacque il 12 giugno 1973 dalla fusione di due club dilettantistici del borgo veneto: l’Unione Sportiva Cittadellese e l’Olympia Cittadella, la prima militava in Prima Categoria, la seconda in Promozione. Fosse stata una fusione politica, si sarebbe parlato di una sorta di Compromesso Storico: la Cittadellese aveva sostenitori comunisti, l?Olympia radici cattoliche, Peppone e Don Camillo insieme, insomma. Il primo successo eclatante arriva nel 1980, quando il Cittadella vince la Coppa Italia Dilettanti, due anni dopo i granata iniziano a giocare nello stadio attuale, il Tombolato. Il professionismo, cioè la C2 dell’epoca, lo si raggiunge nel 1989. Negli anni successivi, coi granata si fa un nome un allenatore all’epoca considerato rivoluzionario, Ezio Glerean. che col Citta utilizza il 3-3-1-3 o il 3-3-4, si parla di lui in tutto il Paese, calcio totale, si discute dei granata perché giocano come l’Ajax. Nel 2000 è per la prima volta in B, visti i problemi societari che ci sono nella vicina Padova, lì emigra, assumendo la denominazione di Cittadella Padova, salvo tornare al nome originario (e a giocare al Tombolato) nel 2004. Il resto è la storia recente, fatta quasi sempre di campionati di B, andando due volte a un passo dalla A. Dal 2017 al 2021, gli anni migliori del Cittadella con Roberto Venturato in panchina, i granata disputano regolarmente i playoff, giocando anche due finali, nel 2019 e nel 2021, perdendo sempre al cospetto di un’altra veneta, rispettivamente Verona e Venezia. Nelle ultime due stagioni, con Gorini in panchina, sono arrivati un 11° e un 15° posto. Non è che il modello Cittadella sta mostrando la corda, anzi. I granata restano un club esemplare nella conduzione sportiva, per la tigna con cui scendono in campo e a livello societario, sempre coi conti a posto. Ma la concorrenza nel frattempo è molto aumentata, si parla di Serie B che sembra un’A2, ma il Citta è sempre lì, a giocarsela. Nell’ultima stagione a dicembre si temeva il peggio, la squadra si era incartata e pareva destinata alla C. Poi a gennaio il dg Stefano Marchetti, lo storico deus ex machina del Cittadella, trova l’uomo giusto, il centrocampista (ma anche trequartista) Giovanni Crociata. Se lo fa imprestare dall’Empoli, visto che nella prima parte della stagione aveva faticato al Sudtirol. E lui ripaga a suon di gol belli e decisivi (è anche eletto dall’Aic miglior calciatore della B di febbraio) che rimettono la squadra in carreggiata, fino alla salvezza finale. E adesso Marchetti cerca di varare un altro Cittadella che possa ancora salvarsi rifondando la squadra perché a suo avviso, si è chiuso un ciclo e bisogna aprirne un altro. Molto dipenderà dal futuro del trequartista Mirko Antonucci, 24 anni. Marchetti due stagioni fa se lo faceva dare dalla Roma per un tozzo di pane, a Cittadella il ragazzo è diventato uno vero, mettendo assieme 14 gol in 72 partite, imponendosi soprattutto nell’ultima annata: lo scorso autunno il Cittadella ha vissuto uno dei momenti più alti della sua storia battendo il Genoa a Marassi con un suo gol e col Citta che a fine gara usciva fra gli applausi del pubblico genoano. Antonucci meriterebbe la A e c’è una trattativa col Frosinone. Così come dovrebbe aver mercato il portiere albanese Kastrati, altra grande intuizione di Marchetti che lo prese a zero euro dopo l’esclusione del Trapani. In entrata, finora sono arrivati giovani prospetti dalla C, tutti da verificare. Ma a Cittadella, quel che fa la differenza, è lo spirito unico con cui gioca la squadra, sempre seguita come un figlio da Marchetti che ha appena confessato di essere stato in lizza per il dopo Giuntoli a Napoli. Ma lui è l’anima del Citta, non poteva lasciarlo, serve il suo manico. Che non mancherà neanche nel prossimo mezzo secolo. Buon compleanno Cittadella, splendida cinquantenne. LEGGI TUTTO