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    Il Modena che verrà con Bisoli

    TORINO – Che Modena sarà quello che affronterà, sotto la guida della famiglia Rivetti, il suo terzo campionato di fila in Serie B? La scorsa stagione, i canarini si sono “portati avanti” col lavoro. Assumere nel finale di campionato un marpione delle panchine cadette come Pier Paolo Bisoli, potrebbe essere stata la mossa giusta. Al contrario di quella fatta un anno fa, quando si scommetteva sull’esordiente (in B) Paolo Bianco: poteva essere l’uomo giusto, il promettente curriculum non mancava, avendo lavorato per De Zerbi e Allegri. Però alla fine, il campo, ha detto che la squadra ha finito per replicare, grossomodo, l’annata precedente, quella con Attilio Tesser, i valori delle due squadre erano più o meno analoghi. Con Tesser però, colui che aveva portato in B i canarini dopo un memorabile testa a testa con la Reggiana, si soffrì molto meno, la squadra non ebbe certI lunghi blackout avuti con Bianco, pur disputando un campionato che era più competitivo di quello appena concluso. Dunque toccherà a Bisoli, legatosi ai canarini fino al 2025, allenatore della vecchia scuola, difesa e contropiede ma non solo, proseguire il lavoro impostato nel finale della scorsa stagione: il tecnico di Porretta Terme prese il Modena il 4 aprile, lo trovò al 13° posto, con la squadra attanagliata dalla paura di retrocedere e la piazza un po’ troppo sulle barricate quando c’era da stare calmi e provare a ragionare su come levarsi dai guai. Con Bisoli arrivavano 8 punti in 5 gare la salvezza andava in porto, Modena che chiudeva la stagione al 10° posto, a 4 lunghezze dai playoff e ad altrettanti punti dai playout. Attenzione, però. Bisoli, probabilmente, pur allenando in piazze più blasonate, sarà sempre ricordato per la formidabile annata fatta col Sudtirol, quando subentrando sulla panchina altoatesina, riuscì a portare una squadra e una società debuttante in B, in semifinale playoff contro il Bari, venendo eliminato con qualche rimpianto: dopo la vittoria di misura dell’andata, al Druso di Bolzano, nel ritorno al San Nicola, pur in superiorità numerica, fu sconfitto dal Bari, che andò in finale in virtù del miglior piazzamento in campionato. Quel Sudtirol però, giocava un 4-4-2 molto interessante per la compattezza che mostrava in campo, con difesa e centrocampo sempre vicine e mai slegate, cioé ciò che forse più servirà al Modena che verrà, per provare a conquistarsi una stagione migliore dell’ultima appena trascorsa. Il neo ds, Andrea Catellani, che ha appena sostituito Davide Vaira, destinato al Pisa, in queste ore è soprattutto impegnato a sfoltire la rosa con elementi come Manconi (che piace al Benevento e Avellino), Giovannini e Guiebre destinati a fare le valige. Il problema maggiore che aveva la squadra dell’anno scorso era però lo scarso peso offensivo (si era fatta sentire la partenza di Diaw). Dunque quest’anno si vorrebbe un bomber importante come Coda, su cui però ci sono anche altri club, probabilmente più avanti nell’ottenerlo dal Genoa, proprietario del cartellino. Intanto, è stato riscattato un centrocampista da tenere d’occhio come Simone Santoro, giunto a gennaio dal Perugia, da cui magari ci si attendeva di più, nei suoi primi sei mesi coi canarini, ripensando al giocatore visto in B col Perugia. Però il ragazzo c’è tutto e ha i mezzi per imporsi nella prossima stagione, la mediana canarina è forse il punto di forza del Modena, specie quando Gerli e Palumbo danno il meglio di sé. Resta il fatto che, per provare a fare il salto di qualità, il Modena deve essere più “pesante” in attacco. LEGGI TUTTO

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    Ascoli-Cremonese: Stroppa cerca la zampatA

    TORINO – La 25ª giornata di Serie B si apre stasera, fischio d’inizio alle 20.30, con un anticipo che incrocia la lotta per la salvezza con quella per andare in Serie A: Ascoli-Cremonese. I marchigiani di Castori vengono da due sconfitte di fila e nelle 5 uscite del 2024 hanno raccolto solo 5 punti. In classifica, sono a quota 22, assieme a Ternana e Spezia, con un punto di vantaggio sulla Feralpisalò e due sul Lecco, ultimo. Poiché le ultime squadre ad essere salve, Sampdoria e Sudtirol, hanno un margine di 5 punti sulla zona playout, si potrebbe anche pensare che alla fine, i giochi per non retrocedere, siano ormai ristretti alle ultime 5: tre retrocederanno direttamente, le altre due cercheranno di mantenere la categoria vincendo il playout. Ma la Serie B è uno dei campionati più imprevedibili al mondo e dunque, attendiamoci ancora sorprese. Certo, l’Ascoli deve cambiare registro. E anche oggi rischia di essere privo del suo giocatore cardine, il portoghese Pedro Mendes, 10 gol in questa B, il fiore all’occhiello dei marchigiani: ha ancora un problema alla caviglia, farà un provino poco prima della gara. E stasera al Del Duca sbarca una Cremonese reduce dal pari interno con la Reggiana, 1-1 in rimonta, grazie al gran gol di Massimo Coda chesi è portato in vetta alla classifica cannonieri con 12 reti, acciuffato il sorprendente Daniele Casiraghi del Sudtirol. Tuttavia, contro la Regia di Nesta, la Cremo ha fatto una buona partita, in linea con le precedenti prove, nelle quali i grigiorossi, dall’inizio del 2024, avevano sempre vinto per 1-0, la squadra di Stroppa è quella che ha fatto più punti dall’inizio del girone di ritorno: 13 sui 15 disponibili, contro i 10 di Parma, Como e Palermo, i 9 del Venezia. Non solo, la Cremonese ha la miglior difesa del campionato, 17 gol al passivo, dato col quale quasi sempre si fa molta strada. Tuttavia, la lotta a cinque per salire in A, non concede pause e se stasera Stroppa la sfanga dal Del Duca, si porta per una notte a -3 dalla capolista Parma (che domani riceve il Pisa), in attesa di avere buone nuove dal Como, che ha gli stessi punti dei grigiorossi e che domani sarà di scena al Barbera, in casa del Palermo che se vince acciuffa i lariani, mentre il Venezia, a un punto dal duo Cremonese-Como, domenica ha una gara non semplice in casa col Modena che nell’ultimo turno ha riconquistato la zona playoff. Insomma, senza mancare di rispetto all’Ascoli – che anzi, spesso al Del Duca gioca con una “garra” unica – stasera Stroppa ha una occasione che non si può assolutamente fallire. Per Castori invece, sarà comunque una serata speciale: quella di stasera sarà la sua panchina numero 549 in B, eguaglia Eugenio Fascetti, secondo in una classifica guidata da Guido Mazzetti, a quota 572. LEGGI TUTTO

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    Samp a Cremona: Pirlo insegue la svolta

    TORINO – Dopo i quattro anticipi di ieri (Modena-Pisa 2-0, Palermo-Feralpisalò 3-0, Parma-Reggiana 0-0, Sudtirol-Ascoli 3-1), la 4ª giornata di Serie B prosegue oggi con le altre sei partite. La prima alle 16.15: al Rigamonti il Brescia fa il suo esordio in campionato ricevendo il Cosenza. Si gioca a porte chiuse perché i lombardi devono scontare la follia della gara di ritorno del playout della passata stagione. Anche allora a Brescia c’era il Cosenza che quando pareggiò, scatenò l’ira degli ultrà delle rondinelle, fecero sospendere la partita con lancio di fumogeni e invasione di campo, la gara non riprese più e il Cosenza ottenne anche la vittoria a tavolino. Curioso che si debba riprendere proprio dalla stessa sfida, per non parlare di un regolamento che ha riammesso in B una squadra sconfitta sul campo, vietando di premiare una possibile emergente dalla C. Quattro gare alle 18.30. La Sampdoria di Pirlo è di scena a Cremona e verrebbe voglia di dire, blucerchiati, battete un colpo. Non solo la Samp è reduce da due sconfitte di fila in casa (contro Pisa e Venezia, meno male che non era il palio delle Repubbliche Marinare) ma la squadra è uscita incompleta dal mercato. Nell’ultimo giorno neanche un colpo ma per puntare alla A servivano un portiere, un difensore e un bomber d’affidamento. Invece, il nulla, forse qualcuno arriverà in seguito, dagli svincolati. Ma con la squadra attuale, più che ai quartieri alti per i quali la rosa non è attrezzata, Pirlo dovrà pensare di evitare rischi. Sull’altro fronte la Cremonese degli ex genoani, Ballardini e soprattuuto Coda, quest’ultimo era stato anche a un passo dalla Samp, prima di firmare per i grigiorossi. Una Cremo che ha vissuto una partenza diesel ma che è reduce dalla vittoria di Terni nell’infrasettimanale, gara decisa proprio da Coda, 52 gol nelle precedenti 3 annate di B, promosso in A con Lecce e Genoa. Oggi fa il suo esordio anche il Lecco che il 30 agosto, assieme al Brescia, ha vinto la battaglia legale per un posto in B. I blucelesti, che tornano nella categoria dopo mezzo secolo, sono costretti a giocare all’Euganeo di Padova, in attesa che lo stadio di casa, il Rigamonti-Ceppi, sia a norma per la B. Oggi affrontano un Catanzaro che va tenuto d’occhio per come si sta facendo strada. Dopo lo 0-0 di Cremona, la squadra di Vivarini ha raccolto due vittorie di fila (2-1 alla Ternana e soprattutto 3-0 allo Spezia), risultati che pongono i calabresi come una possibile candidata nella lotta per la A anche se per patron Noto l’obiettivo è la parte sinistra della classifica. Già, però, vincessero oggi, affiancherebbero il Parma in vetta. Il Bari invece, è di scena a Terni. I pugliesi hanno completato l’organico solo nelle ultime ore di mercato con gli arrivi, soprattutto, di Aramu e Acampora. Ancora imbattuti, in classifica sono un po’ attardati, anche per il pari subito in casa dal Cittadella nell’infrasettimanale ma i mezzi per risalire non mancano. La Ternana invece, finora ha raccolto tanti complimenti ma zero punti in tre uscite. Lucarelli è alle prese con la complicata rifondazione di una squadra che ha cambiato pelle sul mercato, via i big, spazio a giovani promettenti. L’allenatore si sente sulla graticola e ha risposto da par suo, ci sono io in panchina perché tutti gli altri si sono rifiutati, ha detto. Ma anche perché ha un contratto fino al 2025, eredità della gestione Bandecchi. Sempre alle 18.30, il confronto fra due squadre che avrebbero ambizioni ma che finora stanno deludendo, Spezia-Como, entrambe con un solo punto (anche se hanno giocato solo due gare). Si gioca a Cesena per il lavori al Picco, chi perde oggi fra Longo e Alvini, potrebbe vedersela brutta. Clima teso soprattutto a La Spezia. Se a Como, coi soldi dei potenti fratelli Hartono, quasi non s’è badato a spese per fare una squadra competitiva, sui liguri ci sarebbe molto da dire. Nessuno aveva, potenzialmente, la liquidità del club di Platek, considerando il paracadute per la retrocessione (25 milioni) e le decine di altri milioni incassati con le cessioni dei big che avevano offerte. Eppure, il mercato è stato fatto al risparmio. Al momento, con la squadra attuale, è quasi una scommessa pensare di tornare subito in A. Alle 20.45, il turno si chiude con il derby veneto Cittadella-Venezia. I padroni di casa, rifondati in estate con 10 acquisti perlopiù giovani, in caso di successo in classifica acciuffano i lagunari a quota 7. Curiosità per Claudio Cassano, il 20enne di Trani e di scuola Roma che nell’ultima uscita ha incantato al San Nicola, dove esplose il suo celebre omonimo, Fantantonio da Bari. Ma la vera attesa è per il Venezia di Vanoli che ha chiuso il mercato senza cedere bomber Pohjanpalo mentre il prezioso Johnsen nelle ultime ore ha rifiutato il Real Valladolid. Ciò vuol dire avere i mezzi per andare in A, anche direttamente. Da quasi un anno Vanoli sta facendo un gran lavoro sulla panchina dei lagunari che può portare molto lontano, magari in quella A persa nel 2022. E intanto, vincere stasera vorrebbe dire acciuffare il Parma in vetta. LEGGI TUTTO

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    Samp-Pisa: Pirlo battezza Aquilani

    TORINO – La 2ª giornata di Serie B si apre stasera con un grande anticipo: a Marassi, fischio d’inizio alle 20.30, va in scena Sampdoria-Pisa. Nell’esordio in campionato i blucerchiati di Pirlo hanno vinto e convinto nel successo di Terni (1-2). Il Pisa invece, è all’esordio in campionato, avendo saltato la prima giornata, il calendario li aveva abbinati a una delle squadre che saranno ammesse in B solo dopo la sentenza del Consiglio di Stato prevista per il 29 agosto. Dunque, stasera al Ferraris, sarà il debutto in campionato per Alberto Aquilani sulla panchina dei nerazzurri, dopo gli anni a farsi le ossa da allenatore nel vivaio della Fiorentina. Incuriosisce molto questo Pisa, forse uno dei maggiori oggetti misteriosi di questa B. L’unica partita ufficiale dei toscani è quella dell’11 agosto, quando il Pisa, in Coppa Italia, fu eliminato in casa del Frosinone, ko a causa di una sfortunata autorete di Canestrelli, ma prova nel complesso onorevole da parte dei nerazzurri che contro una squadra di categoria superiore mostrarono un atteggiamento più propositivo che in passato, anche se di fatto non tirarono mai in porta (non pare risolto il problema offensivo della scorsa stagione. basterà l’arrivo di Mlakar, che si definisce in queste ore?). Ma comunque da allora il Pisa si è mosso abbastanza sul mercato. Gli ultimi due colpi chiusi sono il regista Barberis, svincolato ex Monza, tesserato dopo accurati e lunghi test fisici, ben accolto dalla piazza che ricorda un fugace ma positivo passaggio di Barberis nel Pisa in età giovanile. Oggi però, non sarà in campo, è rimasto a Pisa a completare la preparazione. Con lui, dopo un infinito corteggiamento, è appena sbarcato il trequartista Valoti, in prestito con diritto di riscatto dal Monza, con cui nel 2022 era salito in A, stasera dovrebbe partire dalla panchina. Pisa chiamato a mettersi alle spalle l’assurda scorsa stagione: iniziò con Maran in panchina e fu subito disastro (due punti nelle prime sei uscite). Proseguita col ritorno di D’Angelo, la storica guida dei toscani, capace di riportare la squadra fino al quinto posto, salvo poi crollare nel girone di ritorno, col campionato chiuso all’undicesimo. Insomma, annata assai deludente, venuta dopo l’atroce beffa della finale playoff del maggio 2022, con la A soffiata al Pisa dal Monza. Ma ora si riparte da zero. Di Aquilani si dice un gran bene da anni, vedremo che Pisa proporrà stasera a Marassi. Dove troverà una Samp in cui Pirlo recupera due pedine importanti come Borini e Ricci, cioé i giocatori che hanno seguito il Maestro alla Samp dopo aver lavorato insieme nei turchi del Karagumruk, probabile che entrambi partiranno dalla panchina. Indisponibile uno dei ultimi arrivati, l’attaccante Sebastiano Esposito, giunto alla Samp con un problemino muscolare. In tribuna, atteso il duo Radrizzani-Manfredi, sarà la prima partita ufficiale della Samp a cui assisteranno i due chiamati a risollevare le sorti blucerchiate, in questi giorni alle prese con la messa in sicurezza del club che vivrà ancora tappe cruciali nei prossimi mesi, anche se i giorni dell’incubo della ripartenza dalla Serie D sembrerebbero ormai un ricordo. Vigilia blucerchiata della partita segnata dal possibile arrivo del bomber Coda dal Genoa: pareva tutto fatto, poi c’è stato il sorpasso della Cremonese che peraltro era sul giocatore da diverse settimane. Pirlo dunque, dovrebbe riproporre il suo 4-3-3 con lo stesso attacco della vittoria all’esordio di Terni e la decisiva presenza di Depaoli avanzato da terzino ad ala destra, la mossa che ha fatto vincere la partita (si è procurato il rigore che ha sbloccato la partita e segnato il raddoppio). Aquilani dovrebbe ribattere col 4-2-3-1, favorito Moreo nel ruolo di centravanti e grande fiducia in due pezzi importanti del mercato pisano: l’infinito regista Veloso (37 anni), giunto dal Verona e la ficcante ala D’Alessandro (altro arrivo dal Monza) che dovrebbe giostrare a sinistra. E chissà, si potrebbe assistere a una sfida scoppiettante fra due allenatori che vorrebbero sempre giocarsela a viso aperto, privilegiando il gioco palla a terra. Con la vittoria di Terni, la Samp ha cancellato il -2 in classifica con cui ha iniziato il campionato. Vincere stasera vorrebbe dire andare per un giorno in testa, in attesa che fra domani e domenica si completi il turno. LEGGI TUTTO

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    Perché Ballardini può riportare in A la Cremonese

    TORINO – Zio Balla – come affettuosamente chiamano i tifosi genoani Davide Ballardini – ha una nuova missione. Sì, proprio lui, col tempo specializzatosi nelle salvezze impossibili che raggiungeva in A soprattutto col Genoa, adesso deve misurarsi col compito di riportare subito la Cremonese nella massima categoria, dopo la retrocessione maturata nella scorsa stagione: Ballardini aveva ereditato da Alvini una situazione ormai compromessa ma la squadra con lui ha mostrato buone cose, soprattutto la solidità che Zio Balla sa dare, maturate nella cavalcata in Coppa Italia, dove i grigiorossi sono stati capaci di arrivare fino in semifinale. Giusto dunque confermarlo perché ha iniziato un lavoro che può portare ottimi frutti. Anche perché dal mercato stanno arrivando buone nuove, fra un mese la Cremonese potrebbe essere una delle squadre da battere. Il colpo più intrigante non può essere che quello del Mudo Vazquez, lasciato partire dal Parma nonostante i 25 gol delle sue due stagioni emiliane: coi crociati faceva la differenza anche quando le cose non giravano, se si conferma su quei livelli, potremo vederne delle belle. Ma soprattutto la Cremonese avrà una mediana nuova di zecca. L’ultimo colpo è Michele Collocolo, prelevato dall’Ascoli per quasi due milioni, superando il Palermo che pareva in vantaggio per l’acquisto di un elemento che aveva mercato anche in A. Poi, dopo l’esperienza coi turchi del Karagumruk guidato da Pirlo, è tornato in Italia Andrea Bertolacci che Ballardini ebbe al Genoa. Inoltre, dal Cesena, è giunto un prospetto interessante, Alessio Brambilla, 22 anni, scuola Milan. Sempre dal Cesena, dovrebbe arrivare il difensore Luca Coccolo, ex Juventus Under 23. E attenzione, perché proprio dalla Next Gen bianconera è giunto l’attaccante Nikola Sekulov, 21 anni, origini macedoni ma nato a Piacenza, sul suo esordio in B c’è molta curiosità. Poi, come sempre accade dopo una retrocessione, chi avrà mercato in A o all’estero, è destinato a partire (Dessers si è già sistemato ai Rangers Glasgow). Ma la sensazione è che patron Arvedi, il re italiano dell’acciaio, investirà ancora nella squadra cdella sua città, come minimo la Cremonese andrà tenuta d’occhio nella corsa alla A, anche se chi stila le griglie di partenza del prossimo campionato, qualche volta si dimentica dei grigiorossi e preferisce fare altri nomi. Certo, c’è sempre l’incognita del post-retrocessione che può portare scorie non semplici da superare, chi arriva dalla A non è raro che fatichi al primo campionato di B. Rispetto alla Cremonese che nel 2021/22 salì in A con Pecchia in panchina, ora si punta su elementi più esperti, quella squadra invece aveva i più interessanti giovani italiani. Ma in B paga quasi sempre schierare veterani, se sanno calarsi nella categoria. A iniziare da bomber Daniel Ciofani, reduce da una stagione in A coi fiocchi: una delle prime mosse della Cremonese è stata quella di rinnovargli il contratto, anche se il 31 luglio compie 38 anni. Ha chiuso la stagione in A dei grigiorossi con 8 reti in 32 gare: quanti potrà farne in B, a maggior gloria della Cremonese? Magari avvicendandosi in avanti con Massimo Coda, il bomber del Genoa reduce da 52 reti segnate negli ultimi tre campionati di B, portando in A i rossoblù e prima il Lecce. Mezza Serie B lo vorrebbe ma forse solo la Cremonese di Arvedi può avere le risorse per aggiudicarselo. E sarebbe pure un ritorno: Coda giocò per i grigiorossi dal 2008 al 2011, poco più che ventenne e la porta la vedeva già bene (81 presenze, 24 reti). Insomma, la carne al fuoco per Ballardini non mancherà e le sue idee calcistiche potrebbero ancor più esaltarsi nel calcio più fisico che tecnico della B. LEGGI TUTTO

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    Parma: Partipilo può far dimenticare Vazquez

    TORINO – Ci sarà anche il Parma nella lotta per la A diretta? Le ultime mosse fatte dal club di Kyle Krause fanno pensare che chissà, potrebbe essere la volta buona per riconquistare quella massima serie persa nel 2021. Le basi si sono messe col non semplice rinnovo dell’allenatore Pecchia. L’ex vice di Benitez alla fine della passata stagione era un po’ sfiduciato e nicchiava sulla possibilità di rinnovare il contratto fino al 2025, come poi in realtà accaduto. C’era di mezzo il mercato, ovviamente. I tanti gioielli del Parma erano (e sono) ambiti non solo dalla A ma da mezza Europa, Pecchia chiedeva delle garanzie che evidentemente ha ottenuto al momento del rinnovo. Tiene poi banco il dilemma Buffon: si ritira o no? Intanto non è stato convocato per il ritiro, ufficialmente per un permesso. Ma al di là del forte impatto mediatico che potrebbe avere il suo addio anticipato di un anno al calcio giocato, quello sulle sorti della squadra sarebbe ridotto: nella passata stagione, Buffon e Chichizola si sono alternati quasi equamente fra i pali del Parma e se si vanno a vedere i numeri del due, l’argentino è andato meglio del 45enne Gigi, dunque non sarebbe un problema rilevarlo, Chichizola di fatto è già il titolare ed è uno dei migliori portieri della B. Quello che ha lasciato un po’ perplessi, è il mancato rinnovo del Mudo Vazquez, 25 gol nelle sue due stagioni al Parma, giocando quasi ovunque (trequartista, falso nueve, mediano), un contributo che non sarà semplice da surrogare. Poi però, a far capire come il Parma quest’anno vada tenuto d’occhio, c’è stato il colpo Partipilo, probabilmente il più pesante di questa prima fase del mercato di B. Anthony Partipilo, classe 1994, una decina abbondante di anni fa veniva associato ad Antonio Cassano. Giocatori diversi, anche caratterialmente. Ma accumunati dal fatto di essere entrambi baresi, i più grandi talenti sfornati dal vivaio dei galletti negli ultimi decenni. Eppure Partipilo nella sua città non è mai riuscito a sfondare. Nel 2016 rescindeva il contratto col Bari e meditava seriamente di ritirarsi a soli 22 anni. E invece no, il ragazzo si metteva ai remi e si faceva un nome in C con buoni numeri per Bisceglie e Virtus Francavilla. La svolta nel 2019, quando approda alla Ternana di Bandecchi. Partipilo diventa l’uomo in più nella promozione degli umbri in B del 2021, a suon di record. Seguono le due annate deludenti nella categoria con gli umbri, lui però, si mette in mostra per la tecnica superiore, il dribbling e la rapidità con cui parte largo per accentrarsi ed essere letale. Già la scorsa stagione poteva sbarcare in A, lo voleva il Lecce ma all’epoca Bandecchi chiedeva la luna e intanto gli prolungava il contratto. Quest’anno invece, alla Ternana, nell’ambito di un delicato cambio di proprietà,  tira aria di saldi da fine stagione, bravo il Parma ad approfittarne, portandosi a casa, con appena 1.5 milioni, un elemento che in B può fare la differenza (e magari far dimenticare anche Vazquez). L’arrivo di Partipilo fa pensare che il Parma stia cambiando nella scelta dei giocatori da acquistare. La gestione Krause ha portato, perlopiù, giovani talenti internazionali in rampa di lancio. Strategia che può portare ottime plusvalenze (vedi Oosterwolde ceduto a gennaio al Fenerbahce a peso d’oro) ma che per la riconquista della A, finora non sta pagando. Però la squadra è in crescita. Nel 2021 retrocedeva dalla A al termine di un’annata sconcertante. L’anno successivo partiva in B come la squadra da battere, la panchina passava da Maresca a Iachini senza che il Parma mai lottasse neanche per i playoff, chiuse al 12° posto. Nell’ultima annata Pecchia, con una rosa di fatto analoga, è riuscito a dare la sua impronta, la squadra ha chiuso quarta e la A è sfuggita in maniera beffarda in semifinale playoff col Cagliari poi promosso. Certo, si poteva fare di più, il Parma ha trovato la continuità della grande squadra solo negli ultimi due mesi di campionato. Ma almeno, rispetto alla precedente disastrosa annata, è stata in lizza per la A quasi fino all’ultimo. La base per riprovarci, insomma, c’è. Un anno fa c’erano solo le macerie di due stagioni fallimentari. Pecchia comunque, ha riportato il Parma in alto senza disporre di un vero, affidabile, centravanti di ruolo (e infatti perlopiù ha dovuto farlo Vazquez). Ora c’è il tempo per risolvere anche questo grosso problema mentre si tratta la risoluzione dell’oneroso contratto di Inglese che nel ruolo partiva forte un anno fa, salvo poi smarrirsi. E chissà che alla fine, a guidare l’attacco emiliano, possa esserci Coda, reduce da due promozioni in A di fila  con Lecce e Genoa, 52 gol segnati nelle sue ultime tre stagioni di B. Il Parma ci lavora, non è semplice arrivare a lui, il contratto che lo lega al Genoa non è facilmente sostenibile per una squadra di B. Ma se dovesse arrivare, si confermerebbe il cambio di strategia del Parma. Non più prevalenza di giovani talenti che talvolta danno l’impressione di giocare più per se stessi che per la squadra. Ma con Partipilo e magari Coda, elementi che la B l’affrontano, come dicono i loro numeri, con tutt’altro piglio, quello che ci vuole per condurre un campionato al vertice. LEGGI TUTTO

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    Gudmundsson e il Genoa, storia di un grande amore

    TORINO – La scorsa settimana Albert Gudmundsson ha definitivamente conquistato i tifosi del Genoa che già sono in luna di miele con lui da mesi. L’attaccante islandese ha posato per un servizio fotografico indossando maglie del passato del Grifone, a iniziare da quella della stagione 1991/92, quando il Genoa si spinse, sotto la guida di Osvaldo Bagnoli, fino in semifinale di Coppa Uefa, in cui giocava perché nella stagione precedente i rossoblù avevano chiuso al 4° posto in campionato, il miglior risultato dal dopoguerra. I suoi fan a vederlo con quelle maglie che hanno fatto la storia del Genoa, sono letteralmente impazziti. Poi, sabato scorso, l’islandese nato a Reykjavík che il 15 giugno festeggia 26 anni, ha deciso la fondamentale vittoria del Genoa a Cittadella, è sempre più vicino il ritorno in A dei rossoblù dopo un anno. E alla fine, le reti di Albert, come tutti lo chiamano a Genova e come porta scritto sulla maglia, avranno un peso enorme: 9 in campionato (che diventano 12 con la Coppa Italia), più 5 assist. Una crescita continua, anche perché Gilardino, che di attaccanti di sicuro se ne intende, lo fa giocare da vera punta, più vicino alla porta, nell’ormai consolidato 3-5-2 in cui di norma l’islandese giostra con Coda, coppia davvero ben assortita perché entrambi sanno giocare anche per l’altro. Gudmundsson era sbarcato a Genova il 13 gennaio 2022, giorni difficili per i rossoblù, in cui il gm Spors cercava i rinforzi giusti per una salvezza in A che già allora risultava complicata. Nella massima serie, Albert, che vi arrivava dopo le esperienze in Olanda per Psv Eindhoven e Az Alkmaar, dimostra di poterci stare, lasciando intendere di essere il migliore dei colpi fatti da Spors 15 mesi fa, tanti ancora innervano la squadra attuale. In A raccoglie 12 presenze e 1 gol, segnato nella vittoria sulla Juve, anche se poi il Genoa retrocede. In B diventa subito un uomo chiave: in virtù di una superiorità atletica talvolta schiacciante, oltre a una buona tecnica, Albert è quello che può creare superiorità numerica e strappare le partite. Ma con Blessin giocava più lontano dalla porta, tant’è che nelle 15 partite sotto la guida del tedesco segna un solo gol (oltre ai tre di Coppa Italia). Con Gila invece, sono 8 in 18 gare, numeri niente male davvero. Ma tutto gira al meglio anche per il rapporto speciale che Gudmundsson ha instaurato con Genova. A differenza di tanti calciatori che sono alieni nelle città in cui vivono, lui la Superba se la gode tutta, spingendosi con la famiglia nei caruggi, i vicoli del centro storico, dove non ti aspetti di trovare un calciatore a spasso ma accade spesso, per la gioia della tifoseria rossoblù. E poi, a rendere ancora più forte il rapporto con la città, mettiamoci l’esclusione dalla Nazionale islandese, il cui ct, Vidarsson, il 15 marzo spiegava così la sua mancata convocazione: “Sono deluso da Gudmundsson, non vuole seguire le nostre regole”. A Genova ci hanno riso su: meglio così, grazie, Albert potrà pensare solo a noi e ci porterà in A. Quella A che da qualche tempo segue con interesse le prove dell’islandese. La scorsa settimana si è parlato di un sondaggio della Fiorentina. Nessuna apertura da parte del Genoa che valuta il giocatore non meno di 10 milioni. In realtà Albert è un giocatore internazionale e può avere offerte anche dall’estero, alla prossima sessione di mercato ne arriveranno per lui  da più parti. Il Genoa terrà duro e potrebbe capitolare solo di fronte a un’offerta monstre. Ma, in linea di massima, la società rossoblù, con l’avvento della 777 Partners, non dovrebbe essere più la fabbrica di plusvalenze che era con Preziosi. La musica dovrebbe essere cambiata, ma se ne riparla in estate. LEGGI TUTTO

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    Stasera Genoa-Reggina: la carica dei 30mila

    TORINO – La 31ª giornata di Serie B inizia stasera con un anticipo di prestigio: Genoa-Reggina, fischio d’inizio alle 20.30. Per l’occasione, a Marassi ci saranno circa 30mila spettatori (di cui 1500 per i calabresi), si stabilirà  il record stagionale di presenze al Ferraris, sarà il risultato dell’appello a riempire lo stadio fatto dalla società rossoblù che considera cruciale la sfida: con 3 punti il Genoa rafforzerebbe il 2° posto (l’ultimo buono per andare direttamente in A) e, in attesa di Perugia-Frosinone (in programma domani), provare a insidiare la capolista ciociara, al momento avanti di 6 punti (ma un mese fa ne aveva 12 di vantaggio). Sarebbe una sfida d’alta quota, visto che la Reggina è settima in classifica. Ma se si guarda alla graduatoria del 2023, cioé quella del girone di ritorno, si scopre che la sfida è quasi un “testa-coda”, col Genoa che nel nuovo anno ha fatto il quadruplo dei punti della Reggina, 24 contro 6. Già, il rendimento degli amaranto calabresi è diametralmente opposto a quello del girone d’andata, quando la squadra di Pippo Inzaghi veleggiava nelle primissime posizioni, sembrava potesse anticipare i tempi sul piano triennale sottoscritto da patron Saladini col tecnico per il ritorno in A della Reggina. E invece, da gennaio un blackout che non è semplice spiegare, in cui gli amaranto hanno perso 8 partite su 10 (il 5 aprile alle 20.15 recupereranno la sfida di Perugia della 29ª giornata rinviata per rischio sismico). Tuttavia, il Genoa non si fida. Il ricordo della sconfitta dell’andata (al Granillo finì 2-1) è ancora vivo, da quel ko nel clan rossoblù s’iniziò a capire che il Grifone faticava a volare sotto la guida di Blessin, all’epoca, era il 7 novembre, la squadra non si era ancora calata nella realtà della B. Adesso però, è un altro Genoa, che con Alberto Gilardino, in sella dal 6 dicembre, viaggia alla media di 2.27 punti a gara, viene da tre vittorie di fila (4 nelle ultime 5 gare) che hanno spedito Sudtirol e Bari, le più dirette concorrenti per la A diretta, rispettivamente a -5 e -6 punti. La sosta per le nazionali poi, ha consentito al Genoa di recuperare giocatori importanti, Coda su tutti (ma anche Aramu), out da quasi un mese: l’ex bomber del Lecce stasera si gioca il posto con Puscas, possibile una staffetta fra i due. Il Gila i problemi maggiori li ha sulla fascia sinistra per le assenze da infortunio di quasi tutti gli interpreti: out Pajac, il giovane Boci, Cyzborra e Haps, resta disponibile solo la bandiera Criscito o, in alternativa, si può adattare Sabelli (con l’inserimento di Hefti a destra). Per il resto, il Gila ha ampia scelta in mezzo mentre la difesa a tre Bani-Vogliacco-Dragusin non si tocca (ma sul romeno c’è qualche dubbio, dopo gli impegni con la nazionale), è diventata la miglior retroguardia della B. Inzaghi comunque, cercherà di dare filo da torcere. Dopo l’ultimo tonfo (lo 0-4 rimediato dal Cagliari), la Reggina è andata in ritiro, mentre le altre squadre si concedevano qualche giorno di stacco, vista la sosta. Non convocato il promettente Pierozzi, tornato acciaccato dall’Under 21, situazione analoga per la mezzala Fabbian, capo cannoniere della squadra con 8 gol, potrebbe partire dalla panchina. Per gli amaranto, si preannuncia un finale di stagione complicato: serve una riscossa, perché col passo attuale si perde la zona playoff ma non solo: martedì scorso la Reggina è stata deferita per i mancati versamenti dell’Irpef (scadenza di febbraio) e può arrivare un -4 di penalizzazione che rischia di far precipitare gli amaranto a ridosso della zona calda della classifica. Tuttavia, la società di Saladini è convinta di aver operato correttamente: i versamenti richiesti non sono stati effettuati perché bloccati dal Tribunale di Reggio Calabria, questo perché la società ha aderito a una legge dello Stato, entrata in vigore nello scorso agosto, sulla ristrutturazione del debito ereditato dalla precedente proprietà, nella quale un commissario ad hoc del Tribunale stabilisce cosa la Reggina può pagare e cosa no. E oltre a bloccare i versamenti Irpef di febbraio, ha detto no anche a quelli Inps di marzo, per i quali è atteso un secondo deferimento (in questo caso però, l’eventuale penalizzazione potrebbe ricadere sulla prossima stagione). Una vicenda intricata, un caso destinato a fare giurisprudenza, nel quale il club calabrese è convinto di dimostrare l’assenza di dolo. Ma è anche un nodo da sciogliere a livello federale: altre società potrebbero in futuro aderire alla stessa legge che di fatto non è stata ancora recepita a livello Figc, nonostante il Coni ne consigli l’utilizzo a chi ne ha i requisiti. Resta il fatto che, coi tempi non celeri della giustizia sportiva, considerati tutti i gradi di giudizio, il “caso Reggina” rischia di condizionare il finale di stagione della B con possibili rinvii delle gare di playoff e playout. LEGGI TUTTO