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    Grosso, dove eravamo rimasti?

    TORINO – Dopo 19 giorni di pausa, torna la Serie B con sei partite, in campo per la 20ª giornata, la prima del girone di ritorno. Alle 16.15, la capolista Frosinone riceve il Modena per confermarsi, anche dopo la sosta, almeno una spanna sopra la concorrenza. Grosso dovrà fare i conti con 4 defezioni pesanti (Lucioni, Boloca, Kone e Mazzitelli). Ma il suo Frosinone ha già dimostrato di non soffrire le assenze, l’ampia e competitiva rosa finora ha permesso di sopperire a ogni problema, a patto che oggi non si sottovaluti il Modena di Tesser, a un punto dalla zona playoff, in trasferta sa essere temibile (ha vinto in casa di Ascoli, Spal, Parma e Sudtirol). Anche all’andata fu una partita equilibrata, il Frosinone vinse a Modena grazie a una sbavatura del portiere Gagno, poi uno dei migliori interpreti del campionato. Le altre cinque gare alle 14. La Reggina ospita la Spal e cerca quei 3 punti che la porterebbero almeno per qualche ora in vetta col Frosinone. E la Spal non vive un momento facile. Oggi la squadra di De Rossi, che con lui viaggia alla media di un punto a partita, disputerebbe i playout col Venezia e ha chiuso il 2022 cadendo in casa col Pisa. In più, al mercato ha appena perso il faro del centrocampo, quell’Esposito da giugno nel giro della Nazionale, approdato in A allo Spezia, non ancora sostituito in rosa. Invece, nel Cagliari che ospita il Como, a distanza di 35 anni Claudio Ranieri fa il suo secondo esordio sulla panchina sarda. Oggi il Cagliari è undicesimo ma a un solo punto dalla zona playoff. La squadra sarà debitamente rinforzata, per ora è arrivato l’esterno sinistro Azzi dal Modena, al resto ci dovrà pensare Sir Claudio: la stagione non è compromessa, l’entusiasmo che sta portando il suo ritorno può fare la differenza. Però attenzione al Como: ha vinto le ultime due partite del 2022, Moreno Longo sta raddrizzando la baracca e per la prima volta la squadra si trova fuori dalla zona calda (+2 dai playout). Però, uno dei match più interessanti della giornata, è Bari-Parma. I pugliesi, prima della sosta, sono stati scalzati dal 3° posto da un Genoa capace di vincere al San Nicola nonostante la spinta di quasi 50mila spettatori, curioso come i pugliesi siano la squadra meno sconfitta del torneo (3 volte) ma i ko siano arrivati tutti in casa, quando si dispone della tifoseria più numerosa della B. Bari che però resta la miglior matricola del campionato, in grado di difendere l’attuale 4° posto. In questi giorni in città si è quasi solo parlato del futuro delle stelle Cheddira e Caprile, la piazza è un po’ agitata ma è assai probabile che la famiglia De Laurentiis non li ceda a terzi ma alla casa madre del Napoli, lasciandoli fino a giugno a Bari in prestito. Pugliesi che trovano un Parma 6° in classifica, a -3 dal Bari, reduce dalla “vittoriosa sconfitta” in Coppa Italia a San Siro con l’Inter: con Pecchia il Parma ha sicuramente messo alle spalle le macerie di due stagioni fallimentari ma la squadra viaggia ancora a corrente alternata. Attenzione anche a Pisa-Cittadella. I toscani, col ritorno di D’Angelo in panchina non hanno mai perso e sono quinti a -10 dal Frosinone soltanto perché scontano ancora il pessimo avvio di stagione con Maran. Se no, con la media punti tenuta con lo storico condottiero nerazzurro, sarebbero in testa. E oggi ospitano un Cittadella che ha chiuso il 2022 con 4 sconfitte di fila che l’hanno fatto precipitare al penultimo posto: mai i veneti in questi anni avevano rischiato tanto, le 5 qualificazioni ai playoff (fra il 2017 e il 2021, con due finali disputate), oggi appaiono un ricordo lontano. Da non perdere anche Perugia-Palermo. Gli umbri prima della sosta hanno conquistato due preziose vittorie consecutive (sul Venezia e a Benevento) che hanno riportato entusiasmo a Perugia, il Grifone ha lasciato il fondo della classifica e ora è a un solo punto dai playout. Dovrà farci molta attenzione il Palermo di Corini, a -2 dalla zona playoff, che comunque, dopo diversi rovesci, prima della sosta aveva trovato una certa continuità, i siciliani sono imbattuti da 5 giornate, nelle quali hanno conquistato 9 punti. Domani altre tre gare (alle 14 Sudtirol-Brescia, alle 16.15 Cosenza-Benevento e Ternana-Ascoli), il turno si chiude lunedì con Genoa-Venezia (alle 18.45). LEGGI TUTTO

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    Longo e il Como, sfida complicata

    TORINO – Si tende a sottovalutare il lavoro che sta facendo Moreno Longo al Como, solo perché la squadra è “appena” in zona playout. In realtà, domenica scorsa, con la vittoria larga di Terni (0-3), l’ex tecnico di Torino e Alessandria ha messo insieme 16 punti in 11 uscite, non poco, considerato che alla 7ª giornata aveva ereditato il Como al penultimo posto con 3 punti e zero vittorie, allo sbando per i problemi di salute di Giacomo Gattuso, con la squadra scesa in campo senza la sua guida per sei turni. Certo, in questa B ultra competitiva, la classifica resta infelice ma almeno adesso il Como è in lizza, pare in grado di dare un altro volto alla stagione, anche perché con Longo si viaggia alla media di 1.33 punti a partita, con cui ci si salva . Il problema della piazza sono le alte aspettative che si erano create in estate con un mercato che appariva scintillante: la stella Fabregas, certo, ma anche Cutrone, Baselli, Mancuso e Faragò, tutti elementi di un certo nome, soprattutto per la B, ma poco si è riflettuto su come tutti e cinque venissero da stagioni come minimo non positive. E meno male che dalla vecchia guardia, reduce dallo scorso buon campionato in B da matricola, nel momento più difficile sono arrivati contributi preziosi, come la vittoria sul Perugia griffata Arrigoni, o quella sul Venezia risolta da Bellemo. Nel frattempo, giornata dopo giornata, la squadra sta trovando un’identità, si avvicina la fusione fra vecchi e nuovi giocatori, figli di due filosofie diverse, anzi opposte, di fare mercato. Questo ha detto la vittoria di Terni, la prima stagionale in trasferta, peraltro in casa di una squadra che sta facendo ben altro campionato, seppur favorita dai due pali e dagli errori sottoporta della squadra di Andreazzoli. Fra i marcatori, 1° gol in Serie B per il baby attaccante Giuseppe Ambrosino, classe 2003, uscito in estate dal vivaio del Napoli con numeri ottimi e finora poco utilizzato da Longo: a Terni ha segnato giocando per 23’,  prima ne aveva raccolti 15’ nelle precedenti due uscite. La sensazione diffusa è che il ragazzo meritasse più spazio già prima, visto anche quanto stavano deludendo i big.  Senza dimenticare che il Como ha qualcosa da recriminare a livello arbitrale. Giustamente Longo si è lamentato per il rigore concesso alla Reggina, nella sfida interna di due turni fa, che ha fatto la differenza: l’interpretazione sul braccio in area di Bellemo non sembra in linea coi dettami arbitrali ma va anche detto che i lariani prima avevano fallito un’occasione colossale con Mancuso che sbagliava un gol già fatto, poteva dare un’altra classifica non solo al Como, ma a tutta la B. Comunque sia, la squadra adesso è carreggiata, a patto che a Santo Stefano non fallisca l’impegno in casa col Cittadella in crisi, reduce da tre sconfitte di fila e falcidiato dalle assenze. Poi arriverà la sosta e sul mercato si cercherà nuova linfa, non c’è reparto che non ne abbia bisogno. Da vedere con quale filosofia: elementi funzionali alla B, in crescita, o nomi importanti ma in cerca di rilancio? Ma forse, la lezione impartita dal mercato estivo, è servita. E per far posto alle presunte stelle, nell’ultimo giorno di mercato si cedette Ettore Gliozzi al Pisa, autore già di 7 reti, a Como lo si rimpiange non poco, anche perché il Pisa è stato alle spalle dei lariani e ora è in zona playoff. LEGGI TUTTO

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    Diretta Palermo-Como ore 20.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Dove vedere Palermo-Como: diretta tv e streaming
    La partita tra Palermo e Como sarà trasmessa su Sky, Dazn ed Helbiz Live.
    Tutta la Serie BKT è su DAZN. Attiva ora
    Palermo-Como: le probabili formazioni
    PALERMO (4-3-3): Pigliacelli; Mateju, Nedelcearu, Marconui, Sala; Saric, Gomes, Broh; Valente, Brunori, Di Mariano. Allenatore: Corini.A disposizione: Grotta, Massolo, Pierozzi, Accardi, Floriano, Segre, Stulac, Vido, Damiani, Soleri, Devetak, Bettella. Indisponibili: Buttaro, Crivello, Elia, Lancini. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno.
    COMO (4-3-1-2): Ghidotti; Vignali, Odenthal, Binks, Ioannou; Faragò, Bellemo, Arrigoni; Blanco; Cerri, Mancuso. Allenatore: Longo.A disposizione: Vigorito; Cagnano, Da Riva, Gabrielloni, Scaglia, Celeghin, Ba, Delli Carri, Cutrone, Ambrosino. Indisponibili: Baselli, Chajia, Fabregas, lovine, Kerrigan, Parigini, Solini. Squalificati: nessuno. Diffidati: Baselli, Cerri, Vignali.
    Arbitro: Dionisi(L’Aquila). Assistenti: Trinchieri & F.Longo. IV uomo: Cosso. Var: Nasca. Avar: Camplone. LEGGI TUTTO

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    La rincorsa di Longo al Como

    TORINO – La risalita non è semplice ma piano piano il Como di Moreno Longo prova a uscire dalla zona retrocessione. L’ex tecnico di Torino e Alessandria è in sella dalla 7ª giornata. Aveva ereditato una squadra che nelle prime 6 uscite aveva raccolto solo 3 punti, frutto di altrettanti pareggi. Con lui sono arrivati 11 punti in 8 partite, cioè ora il Como viaggia alla media di 1.37 punti a gara. Non male, viste le premesse, di questo passo la salvezza può arrivare, anche se la situazione sul fondo della classifica è molto incerta. Nelle altre annate, a questo punto della stagione, le indiziate di retrocessione c’erano già. Adesso, con tante big trovatesi nella zona calda, è impossibile pronosticare chi finirà in C. Certo, il Como avrebbe un organico in grado di raddrizzare una stagione iniziata male, complice i problemi di salute che avevano afflitto il tecnico Giacomo Gattuso, andato in panchina solo alla prima giornata e poi rilevato dal vice Guidetti. La società, per non mancare di rispetto a Gattuso, che è una bandiera lariana, lo ha aspettato il più possibile, sperando fino all’ultimo che potesse tornare in sella. Ma quando si è insediato Longo, la situazione si era parecchio incancrenita. Il suo stesso esordio (ko per 3-1 a Cosenza) metteva qualche brivido. Poi gradualmente la squadra si è assestata, ha vinto 3 partite di fila in casa e ora è terzultima, con le carte in regola per uscire dalla zona retrocessione. Al mercato di gennaio il club dei fratelli Hartono (la proprietà più ricca d’Italia), potrà aggiustare la rosa, servirebbe nuova linfa in ogni reparto. Anche se già la scorsa estate non erano mancati gli sforzi per provare a essere protagonisti in B dopo la salvezza agevole della passata stagione, quando il Como era una matricola. Tuttavia, per una ragione o per un’altra, i tanti nomi illustri sbarcati sul Lario, finora sono molto al di sotto delle aspettative. Non solo la stella Fabregas, giunto in ritardo di condizione e che finora ha lavorato per raggiungere il livello dei compagni. Anche da nomi del calibro di Cutrone, Baselli, Mancuso, Faragò, Da Riva, Binks e Vigorito era lecito attendersi di più. Ma nulla è perduto, visto quanto è corta la classifica, quel che conta è che ora la squadra si sia rimessa in linea di galleggiamento, in attesa di fare quel salto di qualità che le permetta di uscire dalle sabbie mobili della classifica. Domenica alle 15, il Como sarà di scena ad Ascoli, campo non certo semplice ma bisogna invertire la rotta soprattutto in trasferta, dove finora sono arrivati solo 2 punti, discorso che vale anche per la gara successiva, la sera dell’8 dicembre a Palermo. Poi, l’11 dicembre, i lariani ospiteranno la Reggina (che pur seconda in classifica, qualche rovescio in trasferta l’ha vissuto). Il 18 altra trasferta a Terni e chiusura del girone d’andata a Santo Stefano in casa col Cittadella. Dunque, in 5 uscite, di cui solo 2 in casa, il Como dovrà mettere insieme almeno 8 punti, in modo di arrivare al giro di boa a una quota che consenta loro nel girone di ritorno di mettere in sicurezza una stagione natta sotto una cattiva stella. Ma dalla quale ci si può risollevare, perché i mezzi ci sono tutti. LEGGI TUTTO

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    Genoa, assalto alla zona Serie A

    TORINO – La 13ª giornata di Serie B si chiude oggi pomeriggio con Genoa-Como (fischio d’inizio alle 16.15). I liguri, dopo la caduta di lunedì scorso in casa della Reggina, cercano di riprendersi la zona promozione diretta: con 3 punti riagganciano proprio la Reggina al 2° posto. Il ko del Granillo ha lasciato qualche scoria nella calda piazza rossoblù e Blessin, per la prima volta dal suo sbarco a Genova nel gennaio scorso, è stato messo in discussione da larghe fette della tifoseria. Non è piaciuto il modo in cui il Genoa ha perso a Reggio Calabria e il fatto che la squadra, pur considerata dagli addetti ai lavori come la più forte della B, fatichi ad esprimere tutto il suo potenziale, soprattutto in attacco, pur disponendo di un reparto sulla carta formidabile. Così, per ovviare anche ai problemi offensivi, oggi Blessin potrebbe schierare il Genoa col 4-4-2, con Coda in avanti affiancato da Puscas, finora piuttosto trascurato dal tecnico tedesco. Novità anche negli altri reparti: Frendrup potrebbe scalare a terzino sinistro, lasciando il suo posto in mediana a Badelj, al rientro dopo la squalifica, che giocherebbe in coppia con Strootman mentre Gudmundsson e Aramu giostrerebbero da esterni alti. Il Genoa finora ha raccolto poco a Marassi: una sola vittoria (sul Modena) e 4 pareggi (con Benevento, Parma, Cagliari e Brescia), la svolta è d’obbligo. Sull’altro fronte c’è un Como terzultimo ma che dall’avvento di Moreno Longo in panchina ha raccolto 9 punti in 6 gare, con 3 vittorie interne e altrettanti ko fuori casa, dove ha racimolato finora un solo punto, a inizio stagione, a Pisa. Nelle ultime ore, l’indisponibilità di Baselli, utilizzato da Longo come vertice basso del 4-3-1-2, potrebbe rilanciare quella che doveva essere la stella della B, lo spagnolo Cesc Fabregas, già campione del Mondo e d’Europa, ma che con Longo non è titolare e che quando l’ha utilizzato l’ha fatto giostrare sulla trequarti.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Fabregas: se ci sei, batti un colpo

    TORINO – Col Frosinone sempre più solo in vetta, la 12ª giornata di Serie B prosegue oggi con una gara alle 16.15, Como-Venezia, il turno si chiuderà domani alle 20.30 col match clou Reggina-Genoa che definirà la classifica in testa. Ma oggi invece, si gioca una gara delicatissima. Perché Como e Venezia sono fra le maggiori sorprese negative di questo primo terzo di stagione, entrambe penultime con soli 9 punti, pur avendo ben altre ambizioni. Nei lariani, verrebbe da dire: Fabregas, se ci sei batti un colpo. Sarebbe ingeneroso scaricare sullo spagnolo, già Campione del Mondo e d’Europa, tutti i problemi del Como. Però i suoi numeri sono impietosi: il 35enne centrocampista finora ha giocato per 373’ spalmati su 6 apparizioni, con un assist che risale al 17 settembre, nel 3-3 interno con la Spal. Con l’avvento di Moreno Longo in panchina, Fabregas ha giocato da trequartista nelle prime tre uscite, restando poi malinconicamente in panchina nelle ultime due, nelle quali il Como ha battuto in casa il Benevento e perso a Parma. Certo, il giocatore va anche gestito, viste le stagioni vissute in precedenza al Monaco, funestate da problemi fisici e con pochissime partite giocate. In settimana, Fabregas ha fatto sapere che a Como finirà la sua carriera da giocatore (ha firmato un biennale) e probabilmente sta già studiando da allenatore, favorito dal soggiornare in panchina, senza dimenticare che lo spagnolo, assieme a Thierry Henry, è anche diventato socio del club, il più ricco d’Italia, controllato dai fratelli indonesiani Hartono. Quanto alla gara di oggi, Longo chiede più attenzione su angoli e calci da fermo, dai quali sono arrivati 9 dei 21 gol subiti (peggior difesa del campionato assieme al Cosenza, che però ha giocato una gara in più). Sull’altro fronte, c’è molta curiosità per il Venezia, nel quale fa il suo secondo esordio in panchina Andrea Soncin, che aveva già guidato gli arancioneroverdi nelle ultime 5 uscite della passata stagione, quando la squadra in A era già virtualmente retrocessa. Rileva il croato Ivan Javorcic che aveva racimolato un solo punto nelle ultime 4 gare. Soncin comunque, è in carica ad interim: la sua permanenza è legata alla prova di oggi e a quella di sabato prossimo in casa con la Reggina. Poi ci sarà la sosta per le Nazionali (ma la B giocherà durante il Mondiale) e la società deciderà il da farsi. Per l’eventuale sostituzione, in pole c’è Alfredo Aglietti ma fino all’ultimo si cercherà di convincere Beppe Iachini, sempre molto amato dalla piazza per i suoi trascorsi da giocatore coi lagunari.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Fabregas contro Cannavaro: si salvi chi può!

    TORINO – Fabregas contro Cannavaro: si salvi chi può! Chi l’avrebbe detto, ma siamo a questo punto. Sabato, fischio d’inizio alle 14, al Sinigaglia di Como arriva il Benevento e va in scena uno scontro che odora di spareggio salvezza, poco importa che fra i protagonisti ci siano due campioni del mondo. La classifica parla chiaro: il Como è penultimo, ha 6 punti e se vince aggancia il Benevento a quota 9, ad ora una lunghezza sopra la zona playout. Insomma, Fabregas e Cannavaro potevano essere le stelle di prima grandezza della B e invece, per ora, si giocano la permanenza nella categoria. Del resto, i loro numeri dopo 9 giornate, son quel che sono. Il 35enne spagnolo, già fuoriclasse di Barcellona, Arsenal e Chelsea, nel Como ha finora raccolto 373’ di gioco, spalmati su 6 presenze: ha saltato le prime due uscite perché stava rincorrendo la forma, ha debuttato nel ko interno col Brescia (0-1), giocando gli ultimi 18’. Saltata la trasferta di Frosinone per un affaticamento muscolare, ha giocato 23’ nella sconfitta interna col Sudtirol (causando con un fallo di mano il rigore del raddoppio ospite), 76’ nel 3-3 con la Spal (producendo un assist), tutta la partita nei ko di Cosenza e Modena, inframmezzati dalla vittoria sul Perugia, l’unica dei lariani, in cui è rimasto in campo per 78’. Il Como  da tre partite è sotto la guida di Moreno Longo che ha sostituito Giacomo Gattuso, andato in panchina alla prima giornata e poi fermato da problemi di salute. Con l’ex tecnico di Torino e Alessandria, al di là della vittoria sul Perugia, sono arrivati due preoccupanti tonfi a Cosenza e Modena, 3-1 e 5-1. Non si può certo scaricare tutte le responsabilità su Fabregas, visto che nei lariani abbondano stelle e stelline (Cutrone, Cerri, Baselli, Mancuso, Faragò). Però a Como fa discutere come viene impiegato lo spagnolo. Longo sta utilizzando il 4-3-1-2, già impiegato nel turno precedente al suo insediamento, quando in panchina andava in vice di Gattuso, Guidetti. Ma quando Longo si presentò, disse che Fabregas l’avrebbe visto bene in una corposa mediana, in un 3-5-2, non da trequartista nel modulo finora usato sotto la sua gestione. Vedremo se col Benevento ci saranno novità nell’assetto, anche alla luce della figuraccia rimediata a Modena, coi tifosi lariani che hanno lasciato lo stadio dopo il quarto gol. E se Fabregas piange, Cannavaro non ride. Il Campione del Mondo e Pallone d’Oro 2006, alla sua prima esperienza in Italia da allenatore dopo i fasti cinesi, non riesce a risollevare il Benevento, 15° in classifica sotto di 10 punti dalla Ternana prima,  a -7 dal Benevento della passata stagione che un anno fa, dopo lo stesso numero di giornate, era al 3° posto. Nelle tre partite della sua gestione, Cannavaro, che ha firmato fino al 2024 per un milione complessivo, ha racimolato 2 punti, il suo Benevento viaggia a una media di 0.66 a partita. Il suo predecessore, Fabio Caserta, ne aveva raccolti 7 in 6 gare, media 1.16. Insomma, già da Como bisogna svoltare, prima che sia troppo tardi, anche se il rendimento dei campani finora è stato frenato dall’alto numero di infortunati. Ma sabato potrebbero tornare disponibili Simy e Viviani, mentre il prezioso Acampora che pareva prossimo al rientro, ha riportato una distrazione di primo grado al bicipite femorale e ne avrà per un mese. LEGGI TUTTO

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    Cannavaro, come è dura la B

    TORINO – Come è dura la B per Fabio Cannavaro. Il Campione del Mondo e Pallone d’Oro 2006, alla sua prima esperienza in Italia da allenatore, non riesce proprio a risollevare il Benevento che dopo 9 giornate è 15° in classifica con 9 punti, appena una lunghezza sopra la zona playout e soprattutto sotto di 10 rispetto alla Ternana prima, con 7 punti in meno rispetto al Benevento della passata stagione che un anno fa, dopo lo stesso numero di giornate, era al terzo posto. E nel capoluogo campano, dopo la sbornia per il suo insediamento, ormai datato un mese fa, ci si interroga sulla bontà della scelta. In tre partite, Cannavaro ha racimolato 2 punti, dunque il suo Benevento viaggia a una media di 0.66 a partita. Il suo predecessore, Fabio Caserta, ne aveva raccolti 7 in 6 gare, media 1.16. Sarebbe un po’ presto per fare paragoni, bisognerebbe che l’ex difensore raggiungesse almeno lo stesso numero di partite di chi iniziò l’annata. Ma intanto, la situazione si sta facendo pesante e al momento, l’attesa svolta che doveva esserci col suo arrivo, c’è stata sì, ma al contrario. Certo, le attenuanti non mancano, a iniziare dall’alto numero di infortuni che hanno sicuramente minato il rendimento della squadra e da diversi giocatori che scendono in campo in una forma precaria. Ma a rivedere le tre uscite del Benevento firmato Cannavaro, c’è poco da stare allegri. L’ex difensore esordì il 2 ottobre in casa con l’Ascoli: primo tempo pessimo, squadra bloccata e passata in svantaggio, con la fortuna che più volte i marchigiani mancarono il raddoppio. Ripresa migliore, pareggio e nel finale una traversa che però, per quello che s’era visto, se fosse stato gol avrebbe dato 3 punti immeritati. Quindi la trasferta a Bolzano in casa Sudtirol: qui il Benevento passa per primo ma poi subisce il pari degli altoatesini, il cui allenatore Bisoli, a fine partita, parlerà di 1-1 che stava loro stretto. Fino al patatrac di sabato scorso: all’intervallo della sfida interna con la Ternana, il Benevento era sopra 2-0, a fine gara, gli umbri l’avevano ribaltata sul 2-3. Nel dopo partita, Cannavaro ha parlato di aspetto mentale da curare, di una squadra troppo disattenta sui calci piazzati, che dev’essere più cinica e cattiva nel portare a casa i punti e soprattutto di “una paura che non deve esistere”. Paura però, che sembra più presente nel suo Benevento che in quello del suo predecessore. Per carità, non è che con Caserta le cose filassero lisce e  tutto sommato, per le ambizioni della piazza, il suo esonero poteva starci. Ma certi risultati interessanti con lui erano arrivati: il pari a Marassi col Genoa e la vittoria sul Frosinone (squadre che ora sono a -1 dalla vetta), oltre a quella di Venezia, partite in cui paure particolari non s’erano viste. Ora la riscossa del Benevento potrebbe passare dal recupero di alcuni giocatori chiave. Cannavaro spera soprattutto nel ritorno di Glik, anche se per l’immediato potrebbero essere pronti solo Simy e Acampora, quest’ultimo un fondamentale tuttocampista, fra i più positivi della passata annata, che si chiuse in semifinale playoff. E sabato alle 14, il Benevento sarà di scena a Como, altra grande delusione di questo campionato, reduce dal bruciante 5-1 incassato a Modena. Dei lariani, in estate, s’era soprattutto parlato per l’arrivo di Fabregas, altro Campione del Mondo, come Cannavaro, che fatica a incidere in una B che non guarda in faccia nessuno e sa essere spietata coi nomi altisonanti. Per entrambi, non è ancora il tempo di trarre conclusioni, con 29 partite ancora da giocare. Resta il fatto che quando si punta su certi nomi di grido, di sicuro si fa marketing che porta, nell’immediato, molta attenzione sul club e l’entusiasmo della piazza. Ma che poi funzionino, è tutto un altro discorso. LEGGI TUTTO