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    «Scudetto, non è finita»

    Le premesse e forse le aspettative erano altre in seno a tifosi e società ad inizio anno. Non è stata una stagione da incorniciare per la squadra di Andrea Pirlo. La Juve si ritrova a lottare per un posto che possa garantirle la qualificazione alla Champions, obiettivo che non deve assolutamente fallire, però calcoli e calendario a portata di mano, i bianconeri hanno l’obbligo morale di credere ancora nel sogno scudetto. È pur vero che l’Inter è vicina al tricolore, ma la squadra di Conte che meritatamente si trova in testa alla classifica, non può permettersi di rilassarsi nonostante i 12 punti di vantaggio. Con 24 punti a disposizione e con lo scontro diretto a Torino, non è utopia tentare di fare un’impresa che avrebbe dell’incredibile. È pur vero che se lì davanti i nerazzurri continueranno a macinare punti i giochi sono conclusi, ma la Juve ha la rosa e le carte in regola per tentare di vincerle tutte fino alla fine senza avere rimpianti, più di quanti già ce ne siano.

    Almeno 6 puntiLa settimana che intercorre tra la sfida con il Napoli, la trasferta di La Spezia e la partita in casa con il Verona è decisiva per l’assegnazione del tricolore, sulla sponda dei Navigli. Non me ne vogliano i tifosi nerazzurri, però se malauguratamente l’Inter non dovesse portare a casa minimo 6 punti in queste tre partite potrebbe riaccendere un lumicino di speranza all’ombra della Mole. I bianconeri, sottolineando ancora che bisognerebbe vincerle tutte da qui alla fine, dovrebbero cercare di arrivare allo scontro diretto a 5 punti di distacco e poi lì giocarsi il tutto per tutto come se fosse una partita secca da dentro o fuori, cercando di vincere con due gol di scarto e costringendo i nerazzurri a prendere obbligatoriamente i tre punti nell’ultima partita in casa con l’Udinese. È pur vero che bisogna concentrarsi di più sul raggiungere un posto certo tra le prime 4, ma se lì davanti qualcuno dovesse avere qualche tentennamento, bisognerà essere bravi a non lasciarsi sfuggire nulla, anche perché la storia ci insegna che finché non c’è l’aritmetica tutto è possibile e il calcio sa regalare sempre grandi emozioni. Si sa, la pressione e le vertigini quando stai lassù in alto possono fare brutti scherzi.

    * intermediario e procuratore sportivo LEGGI TUTTO

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    Inter, il piano di Conte: Hakimi versione Lichtsteiner

    MILANO – Achraf Hakimi come Stephan Lichtsteiner. Anzi, meglio. Il gol decisivo nella vittoria per 1-0 al Cagliari ha riproposto uno schema collaudato dell’Inter capolista: il terzino destro marocchino irrompe come una freccia in area, riceva palla nei pressi della linea di fondo e con pulizia di calcio assoluta indirizza al centro un cross rasoterra forte e preciso. I classici passaggi che devono solo essere spinti in rete. Domenica è toccato a Matteo Darmian recepire il messaggio da tre punti.
    Come dieci anni fa
    Questo tipo di azione rimanda a uno dei principi di gioco fondamentali del 3-5-2 di Antonio Conte: la predisposizione a cercare l’esterno destro in propensione offensiva, quasi da ala aggiunta, per far capitolare le difese avversarie. Con l’opzione conclusiva affidata al diretto interessato: assist per un compagno oppure conclusione in prima persona. Alla Juventus, guidata dall’attuale allenatore nerazzurro, questo ruolo toccava a Lichtsteiner. Emblematico il fatto che fu proprio il giocatore svizzero, prelevato dalla Lazio nell’estate 2011 (la stessa dell’arrivo del tecnico salentino sulla panchina bianconera), a segnare il primo gol della gestione Conte. A un decennio di distanza, l’alchimia vincente di Conte nasce sempre nell’alambicco della fascia destra. Servono architetture più elaborate per arrivare in quella zona nevralgica che permette di scardinare le difese avversarie. Ma il risultato non cambia. Con una prospettiva ancora più ampia grazie all’anagrafe: Lichtsteiner arrivò alla Juventus a 27 anni e mezzo, Hakimi è sbarcato sul pianeta Inter a 21 anni e 10 mesi. 
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    Inter, Conte: “Scudetto in tasca? Al massimo ho 40 euro”

    MILANO – “Ci siamo riportati a +6, giocare sapendo che le dirette inseguitrice si sono avvicinate c’è una bella pressione, che aumenterà sempre più”. C’è grande soddisfazione nelle parole di Conte nel post-partita di Inter-Atalanta e non potrebbe essere diversamente. Soprattutto perché si è vinto contro una big della Serie A: “Abbiamo giocato contro una squadra che prende punti a tutte le grandi, è difficile, ostica, rischi di prendere un’imbarcata. Loro l’hanno preparata molto meglio rispetto alle altre volte, forse sapevano che potevamo fargli male. Sono stati meno arrembanti infatti. Sono tre punti importanti, stacchiamo l’Atalanta anche per il discorso scudetto, andiamo a 13 punti e sono tanti. L’Atalanta è una squadra che, insieme alle altre sei, poteva ambire non solo alla Champions ma anche allo scudetto. Merito a Gasperini e al club, hanno giocatori di grande livello”, ha aggiunto Conte a Sky.

    Inter-Atalanta, il tabellino
    Conte: “L’Atalanta ci temeva”
    “Abbiamo fatto un solo tiro nello specchio, è vero, ma abbiamo fallito grandi occasioni. Loro si sono resi pericolosi con due calci d’angolo, anche noi, ma ci sono state altre situazioni per fare gol. La partita è stata molto tattica, ma chi gioca contro di noi ci mette sempre qualcosa in più. Loro erano meno aggressivi perché ci temevano. Abbiamo il migliore attacco e oggi giocavamo contro il secondo miglior attacco. Abbiamo trovato il giusto equilibrio, i giocatori ora riconoscono le diverse fasi della partita per capire quando aspettare e quando aggredire. L’anno scorso l’atteggiamento aggressivo ci ha portato al secondo posto e in finale di Europa League, ma ci mancava lo step dell’equilibrio, che ora abbiamo. Oggi contro il miglior secondo attacco abbiamo concesso solo due situazioni da calcio d’angolo: noi abbiamo prodotto poco, ma loro ancora meno”.
    Conte ammonito per proteste: ecco che cosa ha detto all’arbitro
    Conte e i 40 euro
    “Lautaro? Un grande applauso per lui, si è impegnato anche nella fase difensiva e si è sacrificato molto, abbassandosi e coprendo per poi dare pressione in fase di uscita. Tutti i ragazzi però hanno fatto bene, sono impegnati e devoti alla causa perché sanno bene che per vincere bisogna sacrificarsi tutti insieme. Se mi guardo in tasca trovo 40 euro, non lo scudetto, mi sono rimasti solo quelli perché ho fatto benzina (ride, ndr). Detto questo, continuiamo così prima della sosta, abbiamo Torino e Sassuolo, poi riposeremo, ricarichiamo le batterie e ci prepariamo. Faccio un applauso a chi gioca meno come Gagliardini, D’Ambrosio, Kolarov, Ranocchia, Vecino, Young, loro sono la vera forza. Anche D’Ambrosio, oppure Kolarov che ci ha dato esperienza e saggezza. È giusto dare merito a questi ragazzi”.

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    Skriniar da attaccante decide Inter-Atalanta: vola Conte LEGGI TUTTO

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    Inter, Conte: “Ci mancano 13 finali, ora finalmente posso scegliere”

    PARMA – Il Milan secondo ora è a sei punti di distanza. All’Inter di Antonio Conte è servita una doppietta di Alexis Sanchez nel secondo tempo per imporsi sul Parma 2-1. Nonostante un po’ di sofferenza nel finale, i nerazzurri ottengono l’obiettivo prefissato. L’allenatore pugliese non ha nascosto la sua soddisfazione ai microfoni di Sky al termine del match: “Partita giocata da ambedue le squadre, abbiamo avuto tante occasioni per arrotondare il risultato. Complimenti al Parma, che in organico ha giocatori importanti, un ottimo allenatore. Sono stati bravi, auguro il meglio a questa squadra. Ecco perché prima di queste ultime due partite avevo detto che fossero due esami di maturità. Quando c’è da tirare fuori unghie e denti bisogna essere bravi. Noi stiamo migliorando. Sul 2-0 abbiamo concesso gol e dovevamo fare meglio, normale che a quel punto ti venga apprensione. Ma non penso che Handanovic abbia fatto parate particolari”.

    La carica di Conte su Hakimi
    Divertente il siparietto con Hakimi nel finale di match: “Non era uno schiaffone, gli ho detto bravo. Lui è stato bravissimo, era in recupero è andato a pressare e costringere il giocatore del Parma a buttarla fuori. Quella situazione ha portato a termine la partita. Erano i tre punti. Sono contento per i giocatori, che comunque stanno dimostrando grande applicazione. Aumenta la resilienza e non era semplice. Bene così”. Sempre sull’esterno, l’allenatore dell’Inter ha aggiunto: “Io penso di esserre un allenatore molto democratico. Non regalo niente a nessuno e aspetto fino a un certo punto. Loro sanno benissimo che abbiamo un’idea, c’è una squadra e il singolo viene dopo. Loro sanno benissimo che se vogliono andare d’accordo con me devono fare questo. Ho un gruppo di ragazzi desiderosi. Lo stesso Hakimi ha avuto delle difficoltà all’inizio, faceva bene la fase offensiva ma lasciava a desiderare in quella difensiva. Ha scaldato il posto in panchina alcune volte, come è capitato a lui anche ad altri. E non dimentichiamo che Darmian ha giocato al posto suo la partita scorsa e secondo me è stato tra i migliori”.
    Il tabellino di Parma-Inter
    Il giudizio su Sanchez
    Conte ha elogiato l’autore della doppietta decisiva, Alexis Sanchez: “Ho parlato ieri di Sanchez. Non oggi che ha fatto due gol. Adesso è in una condizione psicofisica come non ha mai avuto da quando è qui. Bravo lui e bravi noi ad avere anche tanta pazienza con lui a farlo lavorare. Lui sa che il lavoro l’ha portato lì. E anche Romelu e Lautaro sanno che dietro di loro c’è Sanchez. Creare questa situazione per noi diventa importante. Per un anno e mezzo siamo andati avanti con due attaccanti. L’anno scorso avevamo Esposito che adesso sta giocando in Serie B, quest’anno abbiamo un altro ragazzo, Andrea Pinamonti, che secondo me può diventare un giocatore forte. Ma anche lui è giovane e ha tantissima strada da fare. Deve utilizzare quest’anno per diventare più forte. Bene avere scelta, bisogna guardare le partite. Finora non ho mai avuto queste preoccupazioni, facendomi il segno della croce che nessuno si facesse male. Adesso sto sicuramente più tranquillo e anche la squadra lo è. Sono tutti coinvolti”.
    Corsa per lo Scudetto
    Riguardo l’analisi tattica della partita, Conte spiega l’attenzione nel recupero palla: “I giocatori sanno benissimo che quando si perde palla bisogna cercare in 5-6 secondi di provare a recuperarla. Se dopo un’aggressione di 5-6 secondi non riusciamo bisogna poi abbassarsi. Prima facevamo una cosa, ora riusciamo a scegliere una zona di campo di attesa per ripartire con la pressione. Anche durante la partita loro riescono a riconoscere le situazioni. Prima invece partivamo in un modo e finivamo alla stessa maniera. Oggi non era semplice, il Parma lo avevamo studiato, loro aspettavano che andissimo alti per spaccarci in due tra la difesa e il centrocampo con la palla lunga per Kucka e gli esterni che andavano ad attaccare la profondità. Quando si parla di zone di pressing si valuta la squadra avversaria e si cerca di capire dove ci possa fare male”. L’allenatore dell’Inter chiude con la fuga Scudetto: “Noi sicuramente siamo in una buonissima classifica, rispetto all’anno scorso siamo davanti a tutti. C’è stato un miglioramento importante sotto questo punto di vista. Mancano 13 partite, ma il campionato italiano è una battaglia, si possono lasciare punti contro tutti. Non bisogna mai sottovalutare nessuno. Abbiamo 13 finali davanti, ce le vogliamo giocare con tutti dando il nostro meglio. Se arriveremo al primo posto ne saremo orgogliosi, perché nel giro di poco tempo avremo fatto passi avanti importanti”. LEGGI TUTTO

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    Conte non parlerà in conferenza: Inter in ansia da Covid

    MILANO – Niente conferenza stampa della vigilia per il tecnico dell’Inter Antonio Conte. L’allenatore nerazzurro non parlerà ai giornalisti prima della sfida contro il Genoa di domani alle 15 a San Siro. Dopo le positività emerse nella dirigenza (tra cui l’ad Beppe Marotta e il ds Piero Ausilio), la squadra si trova in isolamento fiduciario, aspettando di svolgere nuovi tamponi dopo quelli che ieri hanno dato risultato negativo per tutti.  LEGGI TUTTO