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    “Robiolina” Invernizzi, l’allenatore quasi per caso che solo Cruijff riuscì a fermare

    È stato l’ultimo italiano prima di Inzaghi a portare i nerazzurri alla finalissima. Tecnico per volere dei senatori della Grande Inter, portò la squadra fino a un incredibile scudetto e a un passo dalla Coppa dei Campioni del 1972 L’ultimo allenatore italiano dell’Inter a disputare la finale di Coppa dei Campioni, prima di Simone Inzaghi, fu Giovanni Invernizzi. Rotterdam, 31 maggio 1972. I nerazzurri guidati da capitan Mazzola contro l’Ajax di Cruijff. Non ci fu partita: 2-0 per gli olandesi, doppietta del divino Johan nell’occasione marcato dal giovanissimo Oriali, e tutti a casa. Ma quella di Invernizzi è una storia che merita di tornare sotto i riflettori perché racconta un aspetto del calcio che troppo spesso viene trascurato: il lato umano. LEGGI TUTTO

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    Ma in finale meglio il Manchester City o il Real Madrid?

    Haaland fenomeno, Guardiola è un genio ma il gioco è più leggibile. Ancelotti sa come si vince e Benzema è imprevedibile. Insomma, chi è meglio ritrovare a Istanbul?Dal nostro inviato Fabio Licari17 maggio
    – ManchesterNon c’è un rivale ideale in una finale di Champions, ma il Real può essere peggio del City. Come valore assoluto gli inglesi sono superiori, hanno codici di gioco più scientifici e un’organizzazione accademica, ma ogni partita ha la sua storia e, soprattutto, un rivale diverso. L’Inter può essere più pronta a fronteggiare la manovra “filosofica” di Guardiola che l’improvvisazione pratica di Ancelotti. LEGGI TUTTO

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    Trapanelli: “Io nel derby con Meazza: il più giovane in gol al debutto. Con il Milano”

    Aveva 17 anni e 319 giorni, oggi ne ha 99 ed è l’ex giocatore di Serie A più anziano in vita: “È stato il giorno più bello della mia vita”. Il Diavolo si chiamava così per volere del DucePiero Trapanelli ha quasi 99 anni, ha giocato nel Milan con Pepin Meazza, ha esordito e segnato in Serie A contro l’Ambrosiana Inter, all’Arena. È il più vecchio calciatore vivente, è il più giovane marcatore esordiente di tutti i derby. Ha realizzato il “suo” gol a 17 anni e 329 giorni. La storia di Piero è lunga e tumultuosa. Nasce a Chiaravalle Milanese e diventa subito rossonero. La famiglia di Trapanelli è tutta milanista, lo zio Vittorio è responsabile del settore giovanile. LEGGI TUTTO

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    Veissiere, l’arbitro dell’Euroderby 2003: “Mai una gara così tesa. E che silenzio prima del via…”

    Il francese diresse la sfida di ritorno: “Al gol di Sheva ho tirato un sospiro di sollievo, i supplementari sarebbero stati difficili davvero. Materazzi e Gattuso borbottarono per tutta la partita, ancora sento le loro voci” Il primo punto lo mette lui. “Fu la partita più complicata della mia carriera”. Gilles Veissiere, 63 anni, se la ride e racconta il derby più lungo della città di Milano con scatti nitidi. “Ho diretto centinaia di gare, non ne ricordo una così tesa per giocatori, allenatori, dirigenti e tifosi”. Il francese arbitrò a San Siro la semifinale di Champions di ritorno tra Inter e Milan, il 13 maggio 2003. Anche quella volta con il solito rituale portafortuna: “Per avere più concentrazione, passavo gli ultimi minuti prima di entrare in campo nello spogliatoio, rileggendo ad alta voce nomi e numeri dei giocatori. Non potevo sbagliare niente”. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “L’Inter è più forte, ma ha un difetto. Milan, puoi ribaltarla così”

    I rossoneri devono provare ad aggredire subito senza dare respiro agli interisti, che spesso concedono spazio a chi li attaccaUn mio amico, quando deve sostenere la tesi dell’imprevedibilità della vita (e dunque anche del calcio), ripete che soltanto i treni hanno la strada segnata: corrono su e giù per i binari e non c’è verso di spostarli. Ma noi uomini il destino lo abbiamo nelle nostre mani, nei nostri piedi, nelle nostre teste, e quindi, trasferendo il discorso sul prato dove oltretutto rimbalza un pallone, non ci può essere un risultato già scritto: nulla è mai finito fino a che l’arbitro non fischia tre volte, tutto è sempre in divenire. LEGGI TUTTO

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    Emre: “Inter, ti aspetto nella mia Istanbul. Quanto ho pianto dopo il ko del 2003”

    L’allenatore turco è nato nella città che ospiterà la finale, dove ora allena il Basaksehir: “Se avessimo battuto il Milan avremmo vinto la Champions League. Ho visto il derby d’andata allo stadio: Barella vuole sempre vincere, come me. E per il futuro tenete d’occhio Guler”Lo scorso 10 maggio, giorno del derby d’andata Milan-Inter, Emre Belozoglu era allo stadio. Nonostante viva nella città in cui è nato, a 1900 chilometri di distanza in linea d’aria, è salito su un’aereo e ha occupato un posto sugli spalti del Giuseppe Meazza. Anzi, due, perché ha portato con sé il figlio che è tifosissimo nerazzurro con cui vorrebbe ammirare la sua ex squadra proprio all’Ataturk: “Il mio cuore è ancora all’Inter! In tribuna ci sarebbe un vecchio calciatore, io, con un nuovo tifoso, ovvero mio figlio”. LEGGI TUTTO

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    Le sedute extra, la dieta, la marcatura di… Farris: come Lukaku è tornato Big Rom

    Il belga è quasi irriconoscibile rispetto a inizio 2023: è tornato dominante e ha ritrovato una condizione fisica ottimale grazie ad accorgimenti su misura che gli hanno permesso di mettersi alle spalle gli infortuniLe immagini non corrispondono, come nei polizieschi statunitensi quando l’identikit disegnato a matita sulla base dei racconti dei testimoni serve a trovare un fuggitivo. In questo caso, il Romelu Lukaku tratteggiato a inizio 2023 non può essere lo stesso che da un mese a questa parte se la dà a gambe inseguito dalle difese italiane ed europee. Forse è per quello che non riescono ad acchiapparlo: è irriconoscibile rispetto alle prestazioni in maglia nerazzurra in inverno. Provate a prenderlo, ora, Big Rom. LEGGI TUTTO