Strategie, legami, paura: ultras d’Europa, il pericolo arriva da Est
Dal “modello inglese” che fa acqua alle nuove devastazioni in tutta Europa, il tifo violento cambia dinamiche e geografia. E le curve italiane non sono più un modello da imitare Tony Johnson aveva 55 anni. Era tifoso del Blackpool, squadra che annaspa in fondo alla classifica della Championship, seconda serie inglese. Johnson è morto qualche giorno fa, dopo una breve agonia in ospedale, per i colpi alla testa sferrati dai tifosi del Burnley. Domenica 4 marzo: una rissa fuori da un pub, al termine della partita tra le due squadre. Ad affrontarsi, secondo la ricostruzione della polizia, una quindicina di tifosi, armati con sedie e bottiglie. La sua tragedia ha fatto poco rumore, forse per la categoria e lo scarso blasone delle due formazioni. L’episodio, però, corrobora alcune convinzioni. La violenza non è affatto scomparsa dal calcio britannico, come la vulgata che sostiene il cosiddetto “modello inglese” si ostina da anni a ripetere. LEGGI TUTTO