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    Roma e il caso della Barcaccia: con il Feyenoord non sarà la solita finale

    Nel 2015 in occasione dei sedicesimi di Europa League i tifosi olandesi devastarono il centro della capitale: il simbolo dei danni fu la storica fontana del Bernini, gravemente danneggiata Roma-Feyenoord non sarà solo una partita da vincere solo perché è una finale e c’è in palio la prima Conference League della storia dell’Uefa. No, c’è anche dell’altro, e affonda le radici in un’altra storia, quella della Capitale italiana. E nel suo orgoglio cittadino, nel rispetto delle tradizioni di una città e di un patrimonio storico che non ha eguali al mondo. C’è una Barcaccia da vendicare, sportivamente parlando ovviamente, un oltraggio alla storia di Roma che nessuno mai da questa parti ha dimenticato. LEGGI TUTTO

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    Così Mourinho ha risvegliato un popolo. E in finale Tirana diventerà… Tiroma

    Il club giallorosso torna in una finale europea dopo 31 anni ed è la prima volta di una squadra italiana dal 2010. Il merito? In primis di José. Ecco perchè… In una meravigliosa bolgia giallorossa, la Roma trascinata da 70 mila tifosi al suo fianco e grazie ad Abraham, il suo giocatore più forte, conquista la prima finale di Conference Cup a Tirana contro il Feyenoord. I nostri club non vincono in Europa dalla Champions dell’Inter del 2010 e in panchina quel giorno c’era lo stesso uomo che proverà ad alzare questa coppa: Josè Mourinho. Con una semifinale di Champions (2018), una semifinale Uefa (2021) e la finale di Conference (2022) la Roma è la società italiana che meglio ha fatto in Europa negli ultimi quattro anni. LEGGI TUTTO

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    Ranieri vota Roma: “Scusa Leicester ma qui è casa mia. E con Mou si vince”

    Il tecnico ha guidato due volte i giallorossi e vinto la Premier League con gli inglesi. “Siamo favoriti. Se si passa volo a Tirana” È stato il fantasma gentile della partita d’andata. Le immagini di Claudio Ranieri, l’allenatore romano e romanista, scorrevano sui maxischermi del King Power di Leicester come quelle del figlio prediletto – Coppa al cielo – capace di raccontare la favola più bella che il calcio recente ha consegnato ai posteri. LEGGI TUTTO

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    Abraham e Vardy tra Conference e Qatar: ecco perché Roma-Leicester è come un derby

    Tammy: “Possiamo battere tutti e io voglio il trofeo”. Con Jamie è rincorsa al MondialeNel mondo reale, quando un lupo incontra una volpe l’esito della sfida – se mai ci fosse – sarebbe segnato. Nell’universo del calcio, invece, può accadere che gli “animali da campo” sappiano ribaltare le gerarchie della natura. In questo senso, giovedì toccherà a Tammy Abraham e Jamie Vardy essere i simboli di due pianeti nello stesso tempo simili e distanti. LEGGI TUTTO

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    Trent’anni fa il Toro “con l’anima ultrà” si mangiò il Real Madrid

    Quindici aprile 1992: Lentini scatenato, Casagrande come una rockstar, la botta di Fusi, i granata battono i blancos di Butragueno e vanno in finale di Coppa Uefa. I retroscena di una notte storicaChe notte, quella notte. Una notte da Toro. Identità, appartenenza, orgoglio; tutta la retorica – ma stavolta giustificata – di una storia speciale. E cuore, sì. Cuore Toro. Era la semifinale di Coppa Uefa, partita di ritorno. Torino-Real Madrid. Il Delle Alpi bolliva. 15 aprile 1992, trent’anni fa. C’erano quasi 70.000 spettatori, sette i milioni di italiani davanti alla tivù per la diretta Rai. “Uno straordinario bagno di folla”, lo definì Bruno Pizzul in telecronaca. LEGGI TUTTO