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    Atalanta, anche Lucas Vazquez ha qualche dubbio: “Non so se il rosso c’era”

    Lucas Vazquez (getty images)

    Il primo round degli ottavi di finale di Champions League lo vince il Real Madrid. In quel di Bergamo, nell’andata della sfida di Coppa, sono i blancos ad imporsi contro l’Atalanta con un gol di Mendy allo scadere. A far discutere, però, il clamoroso cartellino rosso sventolato ad inizio partita all’indirizzo di Remo Freuler, giudicato dai più, decisamente severo. Anche in casa madrilena trovano difficile dare un giudizio sulla decisione del direttore di gara. Parlando a Movistar +, come riporta anche Mundo Deportivo, è Lucas Vazquez a commentare anche quell’episodio.

    Atalanta-Real Madrid, parla Lucas Vazquez
    Atalanta-Real Madrid (getty images)
    “Sono i dettagli a fare la differenza in queste partite”, ha commentato Lucas Vazquez. “Dall’esperienza che abbiamo maturato negli anni in Champions, le gare ad eliminazione sono quasi sempre decise dai dettagli. Il cartellino rosso per l’Atalanta? Sinceramente l’azione di gioco era molto veloce. Non so dire se fosse rosso oppure no“, ha ammesso l’esterno blancos. “So solo che il gol di Mendy è stato decisivo e siamo contenti per lui e per la squadra. Contava vincere”.

    E ancora: “Abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. Sapevamo che era sarebbe stato difficile contro una grande rivale. Ma penso che il risultato sia giusto e meritato. Dopo il loro cartellino rosso hanno giocato in difesa e lo hanno fatto bene. Era difficile trovare spazi ma poi Mendy ha trovato quel bel gol e ne siamo felici. Sappiamo, comunque, che non è finita qui e che c’è ancora la gara di ritorno”. LEGGI TUTTO

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    L'Atalanta è in corsa: contro il Real prestazione notevole, da squadra matura

    È piaciuta l’adattabilità all’imprevisto, la capacità di mutare secondo necessità. Siamo abituati ad una Dea aggressiva, ieri è andata sotto di un uomo e si è raccolta, compattata. Mentre l’arbitro Stieler…

    Un’altra italiana sconfitta nell’andata degli ottavi di Champions, ma l’Atalanta non ha fatto la figuraccia della Lazio, umiliata dal Bayern e in pratica già eliminata, né la brutta figura della Juve, caduta a Oporto e in grado di rimediare nel ritorno. LEGGI TUTTO

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    Pioli lancia la staffetta del gol: stasera Leao, domenica Ibra

    Il Milan deve ripartire con i serbi, il tecnico prepara due squadre pensando anche alla Roma: “Zlatan a Sanremo? La pressione lo motiva”

    Vederci doppio e restare in piedi, correre tra Europa League e campionato come e meglio di prima. Non è roba per tutti, ma per il Milan, quel Milan che per quattro mesi ha messo in fila successi e record sorprendenti può esserlo senz’altro. Ecco, il punto adesso è proprio questo: il blackout si è davvero chiuso tra Spezia e Inter, come assicura Stefano Pioli? LEGGI TUTTO

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    Il tecnico che guidò Dortmund e Bayern alla conquista della Champions: “Flick ha assenze pesanti, in particolare quella di Muller, ma alla Lazio serve la partita perfetta”

    Il tecnico tedesco più vincente di sempre. L’unico ad aver portato due squadre della stessa nazione a vincere la Champions League. Ottmar Hitzfeld ha pilotato il Bayern Monaco sul tetto d’Europa nel 2001, quando, a Milano, riuscì a battere il Valencia di Cuper e Mendieta ai rigori. Ci era già riuscito nel 1997, con il Dortmund, sorprendendo la Juventus. Con quella squadra aveva affrontato ed eliminato la Lazio ai quarti di finale della Coppa Uefa. LEGGI TUTTO

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    Makaay: “Lazio, il Bayern è Golia. Ma se vuoi essere Davide…”

    L’ex attaccante dei bavaresi e Scarpa d’Oro 2003: “Fermare Lewandowski è praticamente impossibile. Immobile? Forte, ma non quanto lui. Però c’è un modo in cui Inzaghi può spuntarla”

    Per lui il Bayern è “unbelievable”. Il più forte d’Europa. E Lewandowski una “goal machine” che spaventa tutti, Lazio compresa. Parola di Roy Makaay, olandese, ex punta del Bayern e Scarpa d’Oro del 2003. “Arrivai davanti a Vieri e Ronaldo”. Ventinove gol col Depor dei miracoli, ai quarti di Champions per due anni di fila (2001 e 2002). LEGGI TUTTO

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    Klose gioca Lazio-Bayern: “Immobile forte, ma non ai livelli di Lewandowski”

    Il vice allenatore dei bavaresi: “Lazio pericolosa, ma se scenderemo in campo nel modo giusto si dovrà vedere la differenza tra noi e loro”

    Una notte speciale, un avversario particolare. Dopo 20 anni la Lazio torna agli ottavi di Champions League, e li giocherà per la prima volta con uno scontro a eliminazione diretta (nel 2001 agli ottavi c’era ancora la seconda fase a gironi). Contro avrà il Bayern Monaco campione d’Europa e del mondo. Contro avrà Miro Klose, miglior marcatore straniero della storia biancoceleste, oggi vice del tecnico Flick al Bayern. LEGGI TUTTO

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    Hierro snobba l'Atalanta: “Ai miei tempi i top club erano un'altra cosa”

    TURIN – MAY 14: Alessandro Del Piero of Juventus is tackled by Fernando Hierro of Real Madrid during the UEFA Champions League semi final, second leg match between Juventus and Real Madrid on May 14, 2003 at the Stadio Delle Alpi in Turin, Italy. Juventus won the match 3-1 and 4-3 on aggregate. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

    Hierro e le italiane, una certa esperienza. La “locomotiva” del Real Madrid ha giocato 103 incontri internazionali con  il Madrid nelle competizioni europee. E 15 sono state contro squadre italiane. Due volte, entrambe da dimenticare, contro il Milan. Gioie e dolori contro la Juventus, affrontata cinque volte.  Quindi due partite contro il Torino e la Lazio, una contro l’Inter e tre con la Roma. Abbastanza, per dire la sua ad AS in vista della sfida con l’Atalanta. Un doppio confronto che non toglie il sonno allo spagnolo.

    ALTRA COSA – Hierro ricorda le sue Champions e gli incroci con le italiane. E pur mostrando rispetto verso l’Atalanta, l’ex capitano dei blancos ritiene che la Dea non sia all’altezza delle squadre di serie A affrontate durante la sua carriera. “Con tutto il rispetto del mondo, l’Atalanta è una squadra meravigliosa che gioca un calcio molto offensivo, ma ai nostri tempi i club italiani che abbiamo incontrato erano di diversa caratura. Se penso a Juventus, Inter, Milan, è ben altra cosa. Gli italiani, a quei tempi,  erano i dominatori d’Europa. Si sono sempre distinti per potenza fisica e tattica. Erano due concetti che funzionavano molto bene. Poi nel primo decennio degli anni 2000 li abbiamo subentrati. Ecco perché il Madrid ora deve avere fiducia nelle sue possibilità, perché l’Atalanta non è una da cui lasciarsi intimorire”.

    (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)
    PRECEDENTI – Del resto Hierro parla a ragion veduta. Pochissime soddisfazioni, quando ha incrociato le italiane. “Erano molto organizzate tatticamente. Il primo ricordo è il Milan di Sacchi. Io non c’ero ma i miei compagni mi hanno parlato di quel 5-0. L’ultima volta invece è stata contro la Juventus, nel 2003. Una squadra straordinaria, perdemmo 3-1, Figo sbagliò un rigore, Ronaldo si infortunò e il gol di Zidane non ci è bastato. Avrei voluto salutare l’Europa e la Champions vincendo. Incontrare le italiane mi ricorda anche la Septima, la Coppa più importante della storia recente del Real. Vincere è stato importante per liberarci di una ossessione di una vittoria che non arrivava da 32 anni”. LEGGI TUTTO