TORINO – Se nel primo tempo gli attaccanti più pericolosi sono due signori che di mestiere i gol piuttosto provano a evitarli – De Ligt e Chiellini – no, non ci siamo. Se nel secondo tempo è Bentancur su assist di tacco di Morata a chiamare l’intervento di Donnarumma e per l’unico tentativo di Ronaldo occorre aspettare 68 minuti di nulla, la Juventus semplicemente non c’è. Traditi, i campioni d’Italia che furono, da un duo d’attacco che al netto dell’eccellente esibizione difensiva del Milan è passato davanti all’obliteratrice e anziché timbrare ha preferito dileguarsi. Se Morata al di là del tacco di cui sopra non ha fatto altro, se a Dybala sono bastati dieci minuti per combinare qualcosa in più dei sodali di reparto, il problemone è però altrove. Si chiama mister Champions, all’anagrafe Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro.Guarda la galleryJuve, la sconfitta con il Milan vista dai social: tutte le ironie
Record negativo
Sempre meno impattante, CR7, sempre più girovago, quasi a spasso nella città delle tenebre, lì dove di compagni attorno non ne vedi perché immersi nel buio di un immobilismo totale. Tutti fermi e lui gira e rigira per il campo. Ma state sicuri: non se la spassa per niente. Un dato su tutti: nel primo tempo il signor Ronaldo non ha toccato neppure un pallone nell’area avversaria. Nel secondo è andata leggermente meglio, ma di un pelo, e Cristiano una conclusione delle sue l’ha provata pure, ma senza schivare il nulla cosmico. Mai una vittoria – quella di Udine, segnata dal doppio gancio del portoghese negli ultimi minuti – si rivelò più illusoria. Un Ronaldo moscio, poco o nulla aggressivo, insoddisfatto perfino quando Kessie gli rubava il tempo nella metà campo juventina e gli impediva un passaggetto in orizzontale.
Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO