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    Juve-Spezia 3-0: Cristiano Ronaldo aggancia Pelé

    TORINO – Se giochi con un centravanti è più facile fare gol. Non c’era nella tesi con la quale Andrea Pirlo si è laureato a Coverciano, ma questa sera il tecnico non vedeva l’ora che arrivasse il 60′ per riuscire a buttare dentro Alvaro Morata. Il 9 bianconero, alle prese con il citomegalovirus, ha un’autonomia di circa mezzora, così la Juventus fatica per un’ora, poi quando entra Morata appare più logica, meno involuta, a tratti perfino bella. Ci mettono meno di un minuto Morata e Bernardeschi, che entrano insieme, a portare in vantaggio la Juventus: l’azzurro vola sulla sinistra e mette in mezzo un pallone sul quale entra con perfetta sincronia il bomber. E’ la svolta della partita, perché la Juventus trova a stretto giro di posta il raddoppio con un volitivo Chiesa che prova il tiro, non si arrende quando questo è respinto da Provedel e da terra con un gesto più agonistico che estetico la sbatte dentro. C’è tutto Chiesa e la sua forza di volontà in quella giocata che mette al sicuro il risultato. E c’è anche il sospiro di sollievo di una Juventus che per un’ora è stata confusa e affaticata.

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    La Juve non molla lo scudetto: Morata-Chiesa-Ronaldo, tris allo Spezia
    DUE PARTITE IN UNA – Ci sono state due partite. La prima durata un’ora e fa emergere in modo impietoso l’emergenza nella quale è costretti a barcamenarsi Andrea Pirlo sul quale si abbatte perfino l’infortunio di De Ligt durante il riscaldamento (al suo posto gioca Frabotta), più del risultato. La Juventus è lenta nella costruzione, fatica a cambiare gioco per sfruttare le ali e penetrare nella difesa spezzina, non riesce quasi mai ad aggredire alta la squadra di Italiano, che per lunghi tratti del primo tempo tiene la partita sotto controllo, invertendo i ruoli con i padroni di casa. C’è un disagio atletico nei bianconeri, molti dei quali sono acciaccati (vedi McKennie) o spremuti da un utilizzo intensificato dagli infortuni. Ma soprattutto nei momenti in cui la Juventus arriva sulle trequarti avversaria, diventa difficile trovare un punto di riferimento in area: Kulusevski si danna, ma è in difficoltà. Lo stesso Ronaldo è defilato e sfortunato quando prende il palo al 41′.MOSTRO RONALDO – Poi c’è la seconda partita, quando entrano Morata e Bernardeschi. A quel punto la Juventus trova uno sbocco più naturale della manovra offensiva. Kulusevski rifiorisce come una pianta finalmente annaffiata: liberato dagli oneri di punta, si piazza fra le linee ed è un punto importante per aprire la difesa. Bernardeschi è brillante e convincente anche al di là del cross vincente per Morata. Lo Spezia si spaventa, rincula, soffre. L’uno-due Morata-Chiesa quasi chiude la partita dentro la quale rimane quasi solo Ronaldo, alla ricerca del gol che lo porta sullo stesso pianerottolo di Pelè a 767 gol in carriera. Lo segna in contropiede e conferma quando mostruoso sia non solo per qualità tecniche, ma per determinazione. Nel finale c’è gloria anche per Szczesny, che para un rigore di Galabinov.  LEGGI TUTTO

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    Cristiano Ronaldo e le punizioni. Così si sbloccherà

    Il calcio di punizione è forse il gesto tecnico più difficile e di maggiore spettacolo a cui uno spettatore di una partita possa assistere. L’esecuzione di un calcio di punizione richiede un talento tecnico, un allenamento e soprattutto anche lo studio della squadra avversaria, così da rendere la sua esecuzione estremamente selettiva. È sotto gli occhi di tutti che da quando Cristiano Ronaldo è atterrato a Torino, la Juventus abbia trovato maggiori difficoltà ad andare a segno sui calci piazzati, con una frequenza di realizzazione che si è abbassata di quasi 6 punti percentuali. Basti pensare che negli ultimi due anni e mezzo la Juve ha messo a segno solamente 3 gol su 80 calci piazzati, viceversa nel biennio precedente l’arrivo di CR7 le marcature erano state 11 su 74.

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    Ronaldo segna il 40,9% dei gol Juve: in A solo un altro ha inciso di più

    CR7, per 44 volte l’occasione non è stata sfruttata
    Il dato che salta maggiormente all’occhio è la poca vena realizzativa del campione portoghese che, su 65 tiri dalla distanza, ha fatto esultare i propri compagni e tifosi solamente una volta, nel derby con il Torino. Analizzando per bene questi numeri, possiamo notare che per la bellezza di 44 volte, vale a dire il 67,7% dei calci piazzati, la traettoria della palla si è infranta contro la barriera, con una vena realizzativa pari allo 0,65%.
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    Verona-Juve, Ronaldo a Maresca: Facci giocare!

    Alla fine del primo tempo della gara tra Verona e Juventus, terminato sul punteggio di 0-0, è avvenuto un siparietto tra Cristiano Ronaldo e l’arbitro Maresca. Secondo quanto riportato da Diletta Leotta e Federico Balzaretti, il campione portoghese avrebbe avuto un mini colloquio con il direttore di gara circa la gestione della partita.

    Ronaldo-Maresca: ecco cosa si sono detti
    Ronaldo, poco prima di rientrare negli spogliatoi, si è rivolto così all’arbitro Maresca: “Lascia giocare un po’ di più, non fischiare sempre”- queste le parole del fuoriclasse della Juventus per i troppi fischi del direttore di gara durante la prima frazione di gioco. Dello stesso avviso anche Magnani del Verona, che d’accordo con CR7, avrebbe chiesto maggiore scorrevolezza del gioco. LEGGI TUTTO