Torino, la cura Nicola che può significare salvezza
TORINO – Un uomo che sta salvando il Toro sotto tutti i punti di vista: Davide Nicola. Il tecnico, infatti, sta portando in salvo una squadra dopo averla presa in una posizione disperata e rivalutando alcuni giocatori che soltanto due mesi fa nessuno avrebbe voluto, neppure in prestito gratuito. Liofilizzando il discorso sta salvando la categoria e il patrimonio economico della società per quanto riguarda l’aspetto del mercato. Ma non solo. Nicola a gennaio ha chiesto due giocatori (Sanabria e Mandragora) che si sono rivelati azzeccati e hanno cambiato il volto della squadra. E se pensiamo al flop globale dei sei colpi estivi, sotto la gestione tecnica precedente, si capisce quanto siano importanti le intuizioni degli allenatori sulla campagna potenziamento.
Nicola, le ultime sul prolungamento del contratto
Nonostante questo – incredibile ma vero – Urbano Cairo non gli ha ancora dato garanzie per la prossima stagione e i tifosi, più perplessi che mai, si chiedono: ma quando annuncerà il suo prolungamento di contratto che scade a giugno ed è legato non solo alla salvezza ma anche ad una media punti intorno all’1,5 a partita? Blindarlo subito significherebbe dare certezze a squadra e club. Dopo il successo di Udine il Toro con 27 punti si è portato a più cinque dal Cagliari (sconfitto ieri dall’Inter con gol dell’ex granata Darmian: un segno del destino?) che è terz’ultimo, con la partita di Roma contro la Lazio ancora da giocare (almeno allo stato attuale dell’iter della giustizia sportiva). Tutto questo grazie a tre vittorie e cinque pareggi in 11 partite dove i granata di Nicola hanno conquistato 14 punti con la media di 1,27 a partita. Il Toro, dall’arrivo del nuovo tecnico ad oggi, sarebbe 11º in classifica mentre Giampaolo aveva conquistato 13 punti in 18 gare (media terrificante di 0,72).
Verso la salvezza
La salvezza non è ancora conquistata – e Nicola non si stanca di ripeterlo – ma è diventata alla portata. Anzi: continuando di questo passo i granata potrebbero togliersi dalla zona pericolosa prima del previsto senza dover aspettare le ultime due-tre giornate di campionato dove da sempre può succedere tutto e il contrario di tutto. Meglio evitare questi rischi, dunque, e schiacciare il piede sull’acceleratore a partire dalla prossima sfida in programma domenica al Grande Torino contro la Roma. Dalla classifica alla squadra. Sanabria, anche se a Udine si è divorato un’occasione facile facile su assist di Belotti, in questo momento vale il doppio di quello che è stato pagato. I 7 milioni (più 3 di bonus) che si dovranno pagare al Betis Siviglia sono stati abbondantemente ammortizzati. E lo stesso discorso vale per Mandragora.
Zaza rivalutato
In mezzo a tutte queste situazioni, di per sé già importanti, il tecnico sta rivalutando giocatori che stavano diventando un peso per la squadra e un handicap per il club visto che il loro valore si era sgonfiato in maniera preoccupante. Zaza, per esempio. A gennaio alcune società se la sono date a gambe quando Vagnati lo aveva proposto per uno scambio. Adesso l’attaccante è tornato competitivo per la prima volta da quando indossa la maglia granata. Stesso discorso per Verdi pagato 25 milioni e divenuto oggetto misterioso. Nicola gli ha cambiato ruolo e il giocatore ha subito dato segnali di ripresa.
Izzo è tornato
E poi ancora: Izzo è tornato ad essere uomo importante della difesa dopo essere stato nel dimenticatoio con Giampaolo e giocatori come Vojvoda e Gojak cominciano a far intravedere qualcosa di positivo dopo le tante negatività del passato. Ha poi definitivamente lanciato il giovane Buongiorno e confermato la fiducia a Singo e Bremer che assieme a Belotti sono inseguiti e corteggiati da tutti i grandi club italiani e stranieri. Dal 19 gennaio, giorno in cui è stato annunciato in sostituzione di Giampaolo, Nicola ha capovolto tutte le situazioni portando punti, positività e serenità. Ecco perché Cairo dovrebbe al più presto dargli un attestato di stima tangibile con il prolungamento di contratto. Sarebbe un segnale per tutto l’ambiente e l’allenatore, agli occhi dei giocatori, diventerebbe ancora più forte. Aspettare la fine del campionato non ha senso, certe programmazioni vanno fatte con largo anticipo, seguendo la classifica e le sensazioni.
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