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    Juve, Dybala osserva il colpo Vlahovic e aspetta il suo turno

    TORINO – Per un Dusan Vlahovic che sbarca sul pianeta Juventus e un Alvaro Morata che, di conseguenza, valuta il daffarsi ecco un Paulo Dybala spettatore. Oltreoceano. Spettatore di quanto sta accadendo a Torino e di questa nuova era bianconera, rinata sull’onda dell’entusiasmo frutto d’un grande acquisto che può pesare molto dal punto di vista tecnico e qualitativo, ma che già da ora ha una valenza enorme dal punto di vista dell’immagine. Il messaggio ai naviganti è chiaro, da parte del club bianconero: altro che società allo sbando, il club ha voglia di costruire cose importanti e ha in mente grandi progetti. Che a quanto pare ha già iniziato a realizzare. Oltre a osservare le faccende bianconere, però nello specifico, ieri notte Dybala ha osservato – dalla panchina – anche le questioni Albiceleste.[…]Sullo stesso argomentoDybala, Antun abilitato in Italia: ora l’incontro decisivo con la JuveCalciomercato Juventus

    Dybala tra l’arrivo di Vlahovic e il rinnovo

    […] L’aria della Nazionale, comunque, fa bene a Dybala che dopo le ultime vicissitudini legate al rinnovo di contratto può isolarsi qualche giorno e lasciarsi alle spalle i tormentoni frutto delle dichiarazioni dell’amministratore delegato Maurizio Arrivabene e dei criptici sguardi in tribuna dello stesso Dybala. Il numero 10, però, ha avuto modo di cogliere – sia pure a distanza – la portata dell’operazione Vlahovic. Investimento monstre e pressoché inedito, in casa Juventus, se si pensa alle campagne acquisti invernali. Roba da far venire voglia di sposare ancora di più un progetto di un certo tipo. In caso di permanenza alla Juventus Dybala potrebbe finalmente gustarsi una squadra nella quale può giocare “con” un altro grande attaccante e non “per” un altro grande attaccante.[…] La sua speranza è che da qui a pochi giorni si possa mettere un punto sull’annosa vicenda rinnovo e anche, soprattutto, una firma. Febbraio sarà il mese degli incontri con i giocatori in scadenza.

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    Sullo stesso argomentoVlahovic alla Juve, Balbo: “Acquisto straordinario. Con Dybala coppia da paura”Calciomercato Juventus LEGGI TUTTO

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    Dybala, Antun abilitato in Italia: ora l'incontro decisivo con la Juve

    TORINO – Dybala resta o va via? È questo il grande interrogativo in casa Juve. Con l’arrivo di Vlahovic ormai vicinissimo, resta da risolvere l’ingarbugliato rebus circa il futuro della Joya. Si è parlato tanto del suo rinnovo: prima sembrava cosa fatta, poi le nuvole si sono addensate. Ora, però, è tutto pronto per l’incontro che a febbraio sancirà il rinnovo di Dybala o aprirà a nuovi scenari ad oggi ancora lontani. Intanto Jorge Eduardo Antun, procuratore di Dybala e grande amico di famiglia, è ufficialmente diventato un agente riconosciuto dal Coni, pertanto ora il suo ruolo è accettato anche in Italia.Guarda la galleryJuve, la nuova formazione con l’arrivo Vlahovic
    Antun e il riconoscimento del Coni
    L’uomo, 66 anni appena compiuti, cura gli interessi del numero 10 della Juve da dopo l’addio a Triulzi, l’ex manager che curò anche il trasferimento dal Palermo alla Vecchia Signora. In passato Antun non è mai stato nel giro dei procuratori calcistici, ma ha curato gli interessi di alcuni tennisti argentini. Da oggi, invece, ricevuto l’ok dal Coni, è a tutti gli effetti un agente riconosciuto anche nel nostro Paese. 
    Guarda la galleryDybala mette Joya all’Argentina. Che show del Papu Gomez! LEGGI TUTTO

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    Soulé: “Spero di restare a lungo alla Juve. Dybala è un genio”

    BUENOS AIRES (Argentina) – Intervistato dal quotidiano ‘La Capital del Mar de la Plata’, Matias Soulé, giovane promessa argentina della Juve under-23, ha raccontato del suo presente in maglia bianconera e delle sue speranze per il futuro: “Tutto quello che è successo nel 2021 è stato incredibile. A metà anno sono andato ad allenarmi con i più grandi. Poi è arrivato il debutto, qualcosa che sognavo sin da quando ero piccolo. E ancora di più in un club come la Juve, uno dei primi cinque al mondo. Poi c’è stata la convocazione in Nazionale: tutto incredibile. È stato tutto velocissimo, non me l’aspettavo. Ma voglio sempre di più, non sono soddisfatto. So di non aver ottenuto ancora nulla, ma quello che ho fatto mi è piaciuto al massimo”, ha spiegato il talento scuola Velez.
    Soulé: “Spero di restare qui a lungo”
    Parlando di obiettivi e ambizioni, Soulé non ha dubbi sul futuro: “Spero di restare qui il più a lungo possibile. Mi ha colpito tutto di questo mondo: l’organizzazione, la struttura, sono cose di un altro livello. È un privilegio essere in un club così grande. Ho anche imparato abbastanza bene la lingua italiana, anche se a volte mi confondo”.
    “Dybala è un genio”
    Tra i vari compagni di squadra, il talento argentino ha speso parole d’elogio soprattutto per il connazionale Paulo Dybala: “È un genio in tutti i sensi, fuori e dentro al campo. Mi ha aiutato nelle prime trasferte, come Bentancur o Morata che parlano spagnolo. Mi sono integrato bene: giochiamo alla playstation, usciamo”. LEGGI TUTTO

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    “Dybala resta a Torino”: l'attaccante della Juve risponde col gol ai tifosi

    TORINO – Durante il match fra Juve e Sampdoria di Coppa Italia, vinto 4-1 dai bianconeri, i tifosi della squadra di Allegri hanno intonato cori a favore di Paulo Dybala nel momento dell’ingresso in campo dell’argentino durante il secondo tempo. E la Joya, cinque minuti dopo, ha fatto un “regalo” ai cinquemila tifosi presenti allo Stadium segnando il gol del 3-1 ed esultando con tanto di ringraziamenti ai supporters presenti sulle tribune, provando a mettere a tacere le polemiche dei giorni scorsi dovute alla sua precedente esultanza nel match contro l’Udinese. LEGGI TUTTO

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    Dybala, cosa fai? Agnelli e Elkann furiosi

    TORINO – La Juventus non l’ha presa bene. Intesa come gruppo dirigente, ma anche e soprattutto come presidenza e proprietà. Sabato sera, Andrea Agnelli e John Elkann sono rimasti delusi e arrabbiati per il gesto di Paulo Dybala dopo il gol all’Udinese. E non è stata solo una goffa caduta di stile quella mancata esultanza e quello sguardo, truce, di sfida e di rivincita rivolto alla tribuna dove sedevano Maurizio Arrivabene (probabilmente bersaglio di Dybala), Pavel Nedved e Federico Cherubini, lo stato maggiore bianconero, senza Agnelli, a casa perché positivo al Covid (da ieri è negativo, questa sera potrà tornare allo stadio), ma collegatissimo alla partita. La società e la proprietà sono rimaste delusissime dall’atteggiamento egoista del numero dieci e capitano bianconero che ha anteposto una questione personale al momento difficile della squadra, che di tutto ha bisogno tranne che di una polemica interna in questa fase di risalita, faticosa e complicata dalle circostanze. Se può esserci comprensione per chi è alle prese con la trattativa che può condizionare il suo futuro, non può essercene per un gesto così plateale, pubblico e destabilizzante per l’ambiente. […]Guarda la galleryJuve-Sampdoria, la probabile formazione di Allegri: spazio a De Winter e Kaio Jorge
    La situazione attuale
    […] Il nervosismo di Dybala è giustificato dal clima che si è creato intorno a lui dall’esegesi mediatica delle parole di Arrivabene, ma dopo le uscite del nuovo amministratore delegato bianconero, all’entourage di Dybala erano giunte delle parole di rassicurazione da parte della società. E lo stesso Allegri lo aveva tranquillizzato. Ecco perché lo strappo di sabato sera è stato un fulmine, magari non a cielo proprio sereno, ma certamente non così tempestoso. E adesso? Resta l’appuntamento di febbraio e un mese per cercare di rasserenare il clima fra Dybala e la Juventus. Se oggi i rapporti sono tesi, un divorzio a fine stagione non è da dare per scontato. C’è tempo per chiarirsi, discutere il futuro e magari trovare un accordo riappianando tutto. Se non altro perché in questo momento per Paulo Dybala non ci sono offerte concrete. D’altra parte, fino a qualche giorno fa, la sensazione era che difficilmente il numero dieci avrebbe divorziato dalla Juventus. Ora che l’ipotesi è seria e concreta qualcuno si farà sicuramente avanti.
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    Guarda la galleryJuve, caccia alla punta: ecco i possibili colpi last minute LEGGI TUTTO

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    Dybala spacca Juve. I tifosi vip divisi: “Folle cederlo, però…”

    Dybala sì, Dybala no. Resta o non resta? Rinnova? E se rinnnova, a quali condizioni? Il mondo Juve s’interroga e i tifosi vip non sono da meno, perché qui si tratta del 10 più precario in circolazione. Il capocannoniere bianconero con il contratto in scadenza il 30 giugno: è tutto vero, fino a prova contraria. Ecco quattro pareri di tifosi eccellenti sulla Joya in bilico.

    Massimo Giletti

    «Nessuno può chiedere un rinnovo a quelle cifre e il calcio italiano non può permetterselo. Dybala dovrebbe conoscere il mondo in cui stiamo vivendo. Lo sa che il contesto è cambiato? Altroche l’attaccamento e i baci alla maglia: sono gesti stereotipati, è retorica. Eppure io ho spinto fortemente perché la Juventus acquistasse Dybala. Ricordo una cena a Roma: ero con Nedved, Marotta, Paratici, parlai a lungo con loro dell’argentino che avrebbe potuto far fare un salto di qualità tecnico alla squadra. Ed è stato così. Però oggi c’è un problema di collocazione: dove lo fai giocare?E poi sei davvero un leader o un campione? Allora devi esserlo sempre.Purtroppo, anchea causa dei tanti infortuni,con Dybala non è stato così e lo dico con grande dispiacere. […] »

    Michele Placido

    «Più che a Dybala, penso ad Allegri: Max sta ricostruendo la Juventus. Paulo un è grande giocatore,ha dimostrato di essere il faro della nostra squadra e penso che anche il futuro si possa costruire attorno a lui. […] Bisognerà vedere cosa sta meditando quella volpe di Marotta, grandissimo dirigente».

    Neri Marcorè

    «Dybala è un gran talento, ma non gli si può chiedere di essere leader. Rinnovargli il contratto a 8 milioni più bonus è un bel costo, ma perderlo a zero mi sembra folle. […] »

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    Guarda la galleryJuve, Dybala non esulta dopo il gol: rabbia e sguardo di sfida verso la tribuna LEGGI TUTTO

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    Juventus-Dybala: chi ha ragione? Ecco i fatti per decidere (e votare)

    TORINO – Chi ha ragione: Dybala o la dirigenza della Juventus? Ammesso che esista la ragione e il torto in questa vicenda, per affrontare un’analisi vale la pena stabilire gli elementi oggettivi.

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    L’inizio

    La trattativa del contratto di Paulo Dybala è iniziata nell’autunno del 2020, quattordici mesi fa. La dirigenza della Juventus era rappresentata da Fabio Partici, ora al Tottenham. E l’offerta sul tavolo era di 10 milioni di euro netti a stagione, a fronte di una richiesta, da parte di Dybala di oltre 12 milioni netti. Fu proprio in quel periodo che il presidente Andrea Agnelli, confermando la centralità di Dybala nel futuro della Juventus, disse: «La nostra è una proposta che lo pone tra i primi venti giocatori più pagati in Europa. Stiamo aspettando serenamente una sua risposta, la cosa più importante è che risponda sul campo. Tutti insieme vorremmo diventasse uno dei primi cinque giocatori in Europa, lui ancora non lo è lo sa».

    I dubbi della Juve

    Dal dicembre del 2020, quando Agnelli aveva pronunciato quella frase, Paulo Dybala non è diventato uno dei primi cinque giocatori del mondo. Vittima di infortuni e ricadute, ha giocato 34 partite delle 62 disputate dalla Juventus e segnato 13 gol. Più specificatamente il rendimento di Dybala nelle ultime tre stagioni è il seguente, stagione 2019-20 con Sarri: 47 gare, 17 gol; 2020-21 con Pirlo: 21 gare, 10 gol; 2021-22 con Allegri (finora) 21 gare 10 gol. Ma al netto dei numeri, ciò che spesso la società ha imputato a Dybala nelle ultime stagioni è la mancanza nelle partite più difficili o importanti della stagione, come quelle costate l’eliminazione dalle ultime Champions, per esempio (assente all’andata e al ritorno con il Porto; presente ma non incisivo all’andata con il Lione e infortunatosi al ritorno; assente all’andata con l’Ajax, presente ma non incisivo nella gara di ritorno). In questa stagione, Paulo Dybala ha segnato 7 gol in campionato, che gli garantiscono il 15° posto nella classifica cannonieri, al pari di Pedro della Lazio (che guadagna 3,8 milioni netti a stagione).

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    L’accordo di ottobre

    La Juventus, che nel frattempo ha cambiato i suoi vertici, ha ricominciato la trattativa per il rinnovo del contratto alla fine della scorsa stagione. Curiosamente, la crisi economica ha mutato la base della negoziazione: la Juventus ha offerto meno dei 10 che offriva a dicembre 2020, Dybala chiedeva 10. Così, dopo una serie di incontri estivi, a ottobre ha raggiunto un’intesa di massima sulla base di un complesso accordo, nel quale i bonus hanno un ruolo decisivo. Dybala avrebbe uno stipendio da circa 8 milioni di euro più 2 milioni legati al rendimento sul campo. Perché, a quel punto, l’accordo non è stato firmato? Per varie ragioni. Primo: Jorge Antun, amico della famiglia Dybala, che ha trattato per lui, non è un agente e deve mettersi in regola con la burocrazia italiana per poter rappresentare legalmente Paulo e intascare le commissioni. Secondo: il contratto è passato attraverso una lunga fase di analisi da parte degli avvocati proprio in virtù della complessità dei bonus.

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    Il contenimento dei costi

    Nel frattempo, la Juventus ha varato e compiuto l’aumento di capitale da 400 milioni di euro, al quale è legato un piano di sviluppo e una strategia precisa di contenimento dei costi. La parola d’ordine è: sostenibilità. Cosa c’entra con il contratto di Dybala? Molto. Perché non è un mistero che il nuovo amministratore delegato bianconero, Maurizio Arrivabene si è chiesto se quelle cifre corrispondevano al reale impatto che Dybala aveva in campo, insomma se quel contratto è da considerarsi “sostenibile”. E, senza una firma che lo rende definitivo, forse ha anche iniziato a ragionare sull’opportunità di modificarlo (ma non sono mai state fatte altre offerte al ribasso). È un destino comune agli altri giocatori in scadenza (Cuadrado, Bernardeschi e De Sciglio, per i quali tuttavia le cifre sono diverse e la situazione è meno tesa) e fa parte dell’esigenza di pesare con attenzione ogni costo del club, proprio nell’ottica di riportare quell’equilibrio finanziario perso con la pandemia e alcune mosse di mercato particolarmente dispendiose. Tutto è rinviato a febbraio (ma non è da escludere che si sfori a marzo). Cosa cambia? Non moltissimo, ma il club potrebbe avere idee più chiare sulla qualificazione Champions e sulle prestazioni di Dybala nel frattempo.

    Le ragioni di Dybala

    E si arriva, dunque, alle ragioni di Dybala che, dopo aver raggiunto un accordo in ottobre, lo vede in pericolo dopo le ultime dichiarazioni di Arrivabene che, va specificato, non ha mai messo in discussione l’accordo, ma ha solo punzecchiato il campione con precisi riferimenti al fatto di doversi «meritare» certi ingaggi. È da tre stagioni che Dybala si sente messo in discussione dalla società: nell’estate del 2019 era stato al centro del tentativo di scambio con Lukaku (fallito proprio per il no di Paulo allo United); poi era spuntato il Tottenham di Pochettino (che lo avrebbe fortemente voluto) e la Juventus aveva volentieri ascoltato le proposte, ritenendole poi inadeguate sotto il profilo economico. Se da una parte la Juventus dichiara la centralità di Dybala nel progetto, dall’altra ha preso in seria considerazione la sua cessione e nutre dei dubbi sull’opportunità di concedergli un contratto da top player, alla luce delle ultime discontinue prestazioni. Ma una stretta di mano rimane una stretta di mano e il dubbio che possa essere disattesa (ma la Juventus non ha mai riformulato nuove offerte al ribasso finora) agita l’animo del giocatore e del suo entourage.

    Il gesto

    Da qui la rabbia di Dybala e il plateale gesto di ieri sera dopo il gol segnato contro l’Udinese. Un gesto che ha diviso i tifosi, molti dei quali non hanno preso bene la non esultanza e quello sguardo truce rivolto alla tribuna della dirigenza. Dybala, evidentemente percepisce un clima ostile intorno a sé, ma va puntualizzato che, dall’estate del 2015 a oggi, ha guadagnato 73,1 milioni di euro lordi (38,7 netti) in sei stagioni e mezza. Che sono comunque parecchi soldi. Il dilemma, che nella testa di ogni tifoso va risolto, è se sono abbastanza per digerire qualche punzecchiatura o no. LEGGI TUTTO

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    Juve, Dybala gol e polemica contro la dirigenza: che sguardo ai dirigenti

    TORINO – Paulo Dybala segna e sfida la dirigenza della Juventus. Dopo aver firmato il gol del vantaggio della Juventus contro l’Udinese (segnato al 19′ con una girata di sinistro su assist di Kean), il numero dieci argentino non ha esultato, ha respinto l’abbraccio dei compagni con un gesto abbastanza secco e ha cercato con uno sguardo truce qualcuno in tribuna. Certamente non la fidanzata Oriana Sabatini.

    Arrivabene

    Dopo le dichiarazioni di Maurizio Arrivabene, sempre abbastanza severo con Dybala, al quale aveva mandato messaggi neanche troppo in codice sul rinnovo del contratto. Aveva detto l’amministratore delegato bianconero domenica scorsa: «Abbiamo detto che ci saremmo seduti di nuovo con i giocatori a febbraio, anche per prenderci il tempo di valutare. Ognuno deve guadagnarsi il proprio posto in squadra e ognuno deve dimostrare che vale il valore gli si dà. Quindi senza se e senza ma, ognuno di noi – dirigenti, calciatori e allenatori – deve fare il suo dovere. E viene giudicato per questo. Dybala non è un giocatore scarso, vediamo nelle prossime partite: questo lo sapete voi, lo sappiamo noi. Guardiamo avanti e cerchiamo di raggiungere tutti insieme gli obiettivi che ci siamo sempre posti, questo è molto, ma molto importante». E aveva ribadito mercoledì sera, prima di Inter-Juventus, sul valore di Dybala: «Un confronto con Dybala? Non mi confronto con nessuno, dico quello che penso. Voglio vedere carattere, grinta e voglia di vincere. Chi porta il numero 10 nella Juventus deve rendersi conto del peso che ha questo numero per noi. Il discorso che ho fatto su di lui vale per tutti».

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    Come Trezegol

    E così questa sera, dopo il gol all’Udinese, è arrivata la silenziosa, ma eloquente, risposta di Dybala con quello sguardo di sfida che a qualcuno ha ricordato quello di David Trezeguet molti anni fa. Era il 2007, ultima giornata del campionato di Serie B, Trezeguet aveva un futuro incerto davanti a sé e dopo aver segnato una doppietta si rivolse verso la tribuna facendo con le mani gesti per dire: «Ho fatto 15 gol e mi vogliono mandare via». Per la cronaca, non lo mandarono via: rinnovò il contratto e segnò ancora moltissimi gol. LEGGI TUTTO