consigliato per te

  • in

    Juve, così Allegri sfrutta la qualità che serve per la Champions League

    TORINO – Non si vincono le partite da soli, ma i singoli possono aiutare a vincerle. Lo si è visto in maniera plastica martedì sera, grazie alla prestazione di Paulo Dybala contro lo Zenit San Pietroburgo. Una partita perfetta, la sua, che ha trasformato la Juventus confusa – almeno quella scesa in campo contro Sassuolo e Verona – in squadra irresistibile. Certo, occorre fare la tara degli avversari, apparsi non all’altezza della Champions League. Però i bianconeri sono stati di nuovo compatti e determinati, con una prestazione confortante dal punto di vista tattico e caratteriale. E con un leader ritrovato in campo. Dybala, per l’appunto.Guarda la galleryJuve-Zenit, le pagelle: Dybala migliore in campo, McKennie show

    La Juventus ha avuto un atteggiamento diverso, a cominciare dalla “presenza” sul terreno di gioco. Se contro il Verona aveva sviluppato soltanto il 26% della partita nella trequarti avversaria, contro lo Zenit è stata per il 35% del tempo nella trequarti russa, cui aggiungere un 45% a centrocampo, per lasciare agli ospiti solo il 22% dalle parti di Szczesny. Una squadra che ha preferito attaccare per il 47% dalla fascia destra (dove spingeva Chiesa), ma cercando la conclusione virando in mezzo: il 65% dei tiri è stato effettuato nell’area avversaria (il 47% a Verona), con un altro 65% da legare ai tiri scoccati dal centro. Analisi che hanno indicato come Dybala si sia mosso galleggiando sulla trequarti juventina, tra Alvaro Morata e il resto della squadra, in una posizione che ne ha esaltato le qualità.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

    Guarda la galleryJuve, festa sui social per la qualificazione agli ottavi di Champions LEGGI TUTTO

  • in

    Dybala super, la Juve è agli ottavi: Zenit ko all'Allianz

    TORINO- Adesso l’importante è non esagerare con gli elogi per il filotto europeo di vittorie conseguite da una Juventus comunque trasformata: nello spirito, nella personalità, nella voglia di azzannare l’avversario. Gestire poco, correre, attaccare molto e vincere: potenza dei primi giorni di ritiro alla Continassa, aspettando conferme a breve. I bianconeri battono (4-1) lo Zenit, scappano nel girone di Champions, si qualificano agli ottavi con due giornate d’anticipo e ora contendono al Chelsea la palma del primato, decisiva con un occhio al sorteggio che verrà. Un leader su tutti allo Stadium: Paulo Dybala, autore di una prestazione superlativa, da capitano vero. Glielo chiedevano tutti, la Joya non ha tradito.

    Le Roi Paulo

    Allegri ne cambia cinque rispetto alla Juve sconfitta a Verona, con il rientrante De Ligt, ribaltando il centrocampo e fidandosi dell’ottima vena di McKennie (suoi gli ultimi due gol bianconeri, seppur inutili) al posto di Bentancur. Lo Zenit cerca l’impresa contando sulla verve di Mostovoj e Claudinho dietro il bomber iraniano Azmoun. Succede però che Dybala e soci alzino subito i ritmi, siano costanti nella pressione, tengano il palleggio e il possesso senza sprechi e/o attese passive dell’avversario. Paulo è il solito tuttofare, bravo anche ad attaccare la profondità e con Bernardeschi preciso nel centrare il russo Kritsyuk. È il primo squillo del match, ne seguiranno altri a partire dal terzo palo/traversa della Joya: lo Zenit viene dopo il Sassuolo e il Verona, stavolta l’argentino ci prova con il destro, ma l’interno del palo respinge il pallone. All’antipasto segue il primo piatto: minuto 11, su azione d’angolo battuto da Bernardeschi è decisiva la sponda aerea di De Ligt e il mancino di Dybala è una sentenza. E qui il 10 si sovrappone a un altro 10, perché Paulo esulta come Platini l’8 dicembre 1985 a Tokyo in Coppa Intercontinentale contro l’Argentinos Juniors dopo il famoso gol annullato a Le Roi Michel. La posa è praticamente identica, Dybala (e Platini) come Paolina Borghese del Canova: tutto non casuale, la 105ª perla in bianconero consente a Dybala di superare il mito francese e agguantare John Charles. E’ una partita a senso unico: l’argentino conduce lo show, sua la sterzata e l’assist a Morata che non centra il portone. È un gol sbagliato, lo spagnolo se ne farà una ragione. Ma la sfiga ci vede benissimo e quando nessuno se l’aspetta ecco l’1-1 beffardo: cross di Karavaev, Bonucci la devia di testa e la traiettoria del pallone è talmente ingannevole da beffare Szczesny. È un lampo, perché poi la partita la fa sempre la Juve con Locatelli che arma un poco fortunato Chiesa prima di un gol annullato a Morata per leggero fuorigioco.

    Guarda la galleryDybala supera Platini ed esulta come Le Roi

    Traverse e magie

    Si ricomincia nel ricordo dell’ultima occasione sprecata da McKennie in coda al primo tempo (Kritsyuk c’è). E si ricomincia ancora con un mancino di Dybala lievemente largo dopo aver scherzato Karavaev. Ma è una Juve in palla, brava a mixare il movimentismo di Bernardeschi e la vivacità di McKennie, il senso della posizione di De Ligt e l’ordine di Locatelli. Manca il guizzo di Chiesa, che si fa attendere ma quando si accende sono dolori. L’esterno sprinta in occasione del rigore per la Juve: stop irreale e fuga con sgambetto evidente di Claudinho. Dybala prima mette il pallone a lato, ma l’arbitro fa ripetere e allora la Joya sfrutta l’occasione: 2-1 in archivio. Il brasiliano dello Zenit prova a dare un senso alla sua serata impegnando Szczesny, che si ripeterà deviando un tiro velenoso del subentrato Malcom. Non gira bene ai bianconeri, visto che dopo i gol sale a due anche il conteggio dei legni: la traversa di McKennie grida vendetta. Chiesa, si diceva: sublime la rete del 3-1 (avviata da un’intuizione di Bernardeschi) e provate a chiedere a Lovren come ci si senta ad essere messi giù da una sola finta, terribilmente bella e determinante, al pari del diagonale di sinistro che chiude la partita e consente alla Juve di passare in modalità gestione. Allegri regala il finale a Rabiot e Arthur, che rimpiazzano Bernardeschi e Locatelli, poco prima della rete di Morata. Lo spagnolo non segnava da 43 giorni (Juve-Milan 1-1). C’è tempo per la standing ovation a uno strepitoso Dybala: dentro Kulusevski, oltre a Rugani per Bonucci. Il 2-4 di Azmoun su sponda di Dzyuba nel recupero non cambia le cose. Esulta lo Stadium, non succedeva dal 17 ottobre. Una vita fa, di questi tempi un po’ bianchi e un po’ neri.

    Guarda la galleryDybala show, la Juve rinasce: poker allo Zenit in Champions LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Zenit: Dybala esulta come Platini a Tokyo

    TORINO – Robe da dieci. Il gol e l’esultanza. Paulo Dybala cita i classici, anzi il classicissimo e dopo il gol dell’1-0 segnato allo Zenit esulta sdraiandosi su un fianco, la testa appoggiata al palmo della mano, a imitare l’esultanza di Michel Platini l’8 dicembre del 1985 a Tokyo nella finale Intercontinentale. In quel caso, però, il gol di Michel fu annullato dall’arbitro Volker Roth per un inesistente fuorigioco di Brio. La rete era stata talmente bella (sombrero all’avversario e tiro al volo) che Platini non andò neanche a protestare, ma applaudì ironicamente l’arbitro per poi sdraiarsi nella posa di Paolina Borghese che questa sera Dybala ha imitato. Quella finale, poi, la Juventus la vinse ai rigori con il penalty decisivo proprio di Platini. Con la rete realizzata contro lo Zenit, Dybala sale a quota 105 gol con la maglia della Juve, superando proprio Platini (104): ecco spiegato l’omaggio della Joya.Guarda la galleryDybala supera Platini ed esulta come Le Roi LEGGI TUTTO

  • in

    Dybala, la Juve guarda alla Joya per uscire dal tunnel

    TORINO – La Juventus è volata ieri pomeriggio alla volta di Verona con parecchi dubbi da risolvere, almeno per chi vede dall’esterno. Massimiliano Allegri si tiene le proprie certezze ben secretate nel suo intimo, con uno scioglimento dei vari nodi nell’imminenza del match. Alcune di queste certezze le ha già messe all’incasso ieri. Come il rientro di Federico Bernardeschi, tornato disponibile dopo il guaio alla spalla accusato contro l’Inter. O come l’assenza di Federico Chiesa che, come Aaron Ramsey (una non-notizia, questa), ha accusato un lieve affaticamento muscolare nell’ultima seduta ed è rimasto a casa, unitamente con Mattia De Sciglio e Moise Kean. Una assenza, quella dell’azzurro, che scombussola le carte all’ultimo istante e che rende di ancor più difficile decrittazione la formazione da mettere in campo. Scelte delicate, visto che occorre infilare subito nel cassetto dei ricordi la sconfitta interna contro il Sassuolo e che si deve pensare a martedì, quando a Torino si presenterà lo Zenit San Pietroburgo e un pareggio basterà per aggiudicarsi nuovamente l’ingresso agli ottavi di finale di Champions League (attenti ai russi: dopo aver vinto 7-1 con lo Spartak Mosca, ieri si sono ripetuti con un 4-1 alla Dinamo Mosca).

    Dybala guida la Juve

    Una delle poche sicurezze sarà ritrovare Paulo Dybala dal primo minuto. Mercoledì l’argentino è stato uno dei pochi a salvarsi nella confusione emersa contro il Sassuolo: era la prima da titolare, dopo l’infortunio patito contro la Sampdoria il 26 settembre, e ha fatto di tutto per onorare fino in fondo il ruolo di capitano. In attesa dell’ufficializzazione del rinnovo di contratto, è al numero 10 che la Juventus guarda per tirarsi fuori da una situazione complicata. E il partner? L’altra sera Alvaro Morata ha deluso come non mai, talmente avulso dal contesto della serata che la sostituzione con Kaio Jorge è stata accompagnata con un boato da parte del pubblico.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Sassuolo, precedenti ok per i bianconeri

    Juventus-Sassuolo è un match valido per la decima giornata di Serie A e si gioca mercoledì 27 ottobre alle 18.30. A tenere banco non è solo la sfida nella sfida tra i “geni” Dybala e Berardi. Per entrambe è fondamentale vincere per dare continuità ai risultati e salire in classifica. Dai bianconeri ci si aspetta anche una prova convincente, abbinata alla conquista dell’intera posta.
    Come finirà Juventus-Sassuolo? Indovina il risultato!
    Due problemi per Dionisi allo Stadium
    Il Sassuolo storicamente porta bene ai colori bianconeri. Detto altrimenti, quando incrocia i neroverdi la Signora si esalta. Negli ultimi 10 precedenti in Serie A la Juventus ha sempre segnato almeno due gol agli emiliani, col picco di 7 reti segnate in un colpo solo a febbraio 2018. Dionisi non ha neanche il tempo di godersi il 3-1 al Venezia che già deve risolvere un doppio problema. La Juventus è il primo, il secondo è rappresentato dal fatto che finora i suoi ragazzi hanno sempre incassato 2 reti esatte in ciascuna delle 4 trasferte disputate. La Juventus nelle ultime 3 esibizioni si è limitata a segnare un gol contro Torino, Roma e Inter. Le premesse per veder salire il suo coefficiente realizzativo nel match dell’Allianz Stadium sembrano esserci. L’Over 1,5 Casa, che vuol dire Juve in gol due o più volte, è un’opzione da tenere d’occhio. LEGGI TUTTO

  • in

    Inter-Juve, Dybala: “È arrivato il mio momento, sarò leader”

    MILANO – “Per come si era messa la partita è un punto molto importante, noi giochiamo sempre per vincere ma oggi l’Inter ha giocato molto bene a calcio. Dobbiamo migliorare la fase offensiva, se giochiamo solo per vincere di un gol non basterà. Dipende dalla partita però, se possiamo vincere 1-0 va bene così, anche se noi giochiamo per segnare tanto”. Dybala analizza così a Dazn il pareggio acciuffato nel finale dalla Juve contro l’Inter grazie a un suo rigore. Poi aggiunge: “Voglio aiutare i miei compagni e fare il meglio per me e i tifosi, stare fuori non mi piace, ultimamente ho avuto tanti infortuni ed è brutto uscire perché faccio di tutto per stare bene. Io leader oggi e nel futuro? Dopo tanti anni qui, imparando dai più grandi e dai leader, che per fortuna ne ho avuti tanti, uno cresce e cerca di aiutare i giovani e i nuovi. È arrivato il mio momento, faccio il meglio per la squadra”.Guarda la galleryDybala riprende Dzeko su rigore: 1-1 tra Inter e Juve LEGGI TUTTO

  • in

    “Inter favorita: Juventus, servono testa e forza”

    TORINO – «Importante, ma non decisiva»: così Massimiliano Allegri. E non potrebbe dire diversamente il tecnico. La rincorsa della Juventus, partita con la vittoria di La Spezia e fatta di 12 punti in quattro partite in campionato, ha riaperto le prospettive bianconere, con una rimonta in classifica che permette di guardare al big-match del Meazza domenica sera con occhi differenti. E più sereni. «Sarà una bellissima serata – aggiunge Allegri -: per la prima volta ci saranno 60.000 spettatori, si torna a vivere un certo tipo di partite e con due squadre importanti, le più importanti del calcio italiano, insieme con il Milan. Non è una gara decisiva. Quella con la Roma lo era molto di più ai fini della classifica. Mi aspetto la prestazione e mi aspetto il risultato, ovviamente, che renderebbe ancora più bella la serata: ci permetterebbe di fare un salto in avanti anche se, comunque, c’è tanto giocare. La stagione si decide a febbraio, conterà esserci in quel momento».
    Difesa a treAllegri fa la conta e ritrova tutti. A cominciare da Paulo Dybala: «Sta bene, ha fatto due allenamenti con la squadra e sarà a disposizione. Rabiot si è negativizzato, devo vedere come sta, visto che non ha potuto lavorare con noi. Arthur? Ha giocato due spezzoni, dà qualità alla squadra. Gli serve trovare minutaggio per diventare uno dei titolari. Chiesa anche l’altro giorno ha fatto cose buone. La formazione la deciderò all’ultimo momento. In difesa ho quattro centrali e Chiellini sta bene. Quando De Ligt sarà pronto a giocare nel centro-destra potremo disporci a tre: è un ruolo che può tranquillamente ricoprire». E visto l’assetto tattico dell’Inter, Allegri pensa al 3-5-2 già per la trasferta di Milano, con Danilo (in attesa del De Ligt di cui sopra) in difesa con Bonucci e Chiellini, una linea di centrocampo con Cuadrado, Bentancur, Locatelli, Bernardeschi e Alex Sandro, più Morata e Chiesa in attacco. Un assetto basculante, pronto a trasformarsi in un 4-4-2 difensivo, con arretramento di Alex Sandro e scivolamento di Bernardeschi sulla sinistra.
    Il valore dei cambiUna Juventus nuovamente completa negli uomini a disposizione e, soprattutto, equilibrata nei valori: chi entra non fa rimpiangere chi esce, come si è visto a San Pietroburgo: «Chi è entrato ha fatto ciò che mi aspettavo. Le riserve devono avere la testa giusta, a cominciare dall’atteggiamento in panchina. Devono mettersi a disposizione: si gioca ogni tre giorni, i cinque cambi intorno al 60′ rendono diverse le partite. All’inizio li conoscevo meno, ora sono più agevolato ma è merito loro: danno un contributo importante». Il tutto per una Juventus differente, come diceva Bonucci, rispetto a quando c’era Cristiano Ronaldo: «Quando hai uno come CR7, che fa 30 gol a stagione, è normale che la squadra si appoggi su di lui,. Partito lui, ognuno ha più responsabilità, si deve cercare il gol con più gente possibile. Con l’Inter servirà grande attenzione difensiva, loro sono forti fisicamente e tecnicamente, in uno stadio che spingerà molto. Non voglio mettere le mani avanti: per me resta la favorita allo scudetto. Noi dovremo essere lucidi, dei killer quando abbiamo palla». LEGGI TUTTO

  • in

    Inter-Juve, Dybala accelera: lavoro in gruppo per il 10 di Allegri

    TORINO – Questa mattina la Juve si è ritrovata alla Continassa per proseguire la preparazione in vista del derby d’Italia contro l’Inter di domenica (ore 20.45 a San Siro): il gruppo diretto da Max Allegri ha lavorato con un focus sulla costruzione delle manovra, con i calciatori che non hanno giocato mercoledì contro lo Zenit che hanno chiuso l’allenamento con una partitella a campo allungato. Sul fronte dei singoli arrivano ottime notizie per i bianconeri: Paulo Dybala ha svolto l’intera seduta con i compagni ed è da considerarsi recuperato per la sfida alla squadra di Inzaghi. LEGGI TUTTO