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    Juve, Chiellini firma il rinnovo. Dybala rientra e tratta

    TORINO – Prima di Cristiano Ronaldo, sicuramente Carlo Pinsoglio ritroverà Paulo Dybala in campo per le mitiche sfide a tiri in porta di fine allenamento. Già, perché se CR7 godrà di qualche giorno di vacanza in più come tutti i reduci dall’Europeo, la Joya, avendo saltato la trionfale Coppa America dell’Argentina, mercoledì vivrà fin dalla prima seduta l’Allegri bis. Un’opportunità per programmare una grande ripartenza dopo i tanti acciacchi dell’ultima stagione, ma anche un’occasione per far ripartire in prima persona le trattative per il rinnovo di contratto. L’accordo tra la Juve e il numero 10 scade nel 2022. Dybala, dopo una lunga fase di stallo, è pronto a riprendere il negoziato: stavolta al posto di Fabio Paratici (trasferitosi al Tottenham) ci sarà il suo successore Federico Cherubini dall’altra parte del tavolo. Rivedersi di persona sarà il primo passo della cosiddetta Fase 2, ma non l’ultimo: Paulo vuole capire bene il progetto che la Juventus ha in mente per lui e nelle prossime settimane è atteso a Torino anche Jorge Antun, il rappresentante dell’ex Palermo. LEGGI TUTTO

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    Juve, Scaloni fa fuori Dybala dai convocati dell'Argentina

    Il ct dell’Argentina, Lionel Scaloni, che oggi compie 43 anni, ha diramato la lista ufficiale dei convocati per le prossime partite che aspettano la Selección ad inizio giugno contro il Cile (4 giugno) e la Colombia (9 giugno), valevoli per le qualificazioni al Mondiale del Qatar 2022. Presenti otto giocatori che militano in Serie A: Correa della Lazio, De Paul e Musso dell’Udinese, Lautaro Martinez dell’Inter, Martinez Quarta e Pezzella della Fiorentina, Palomino e Romero dell’Atalanta. Assente a sorpresa Paulo Dybala, l’attaccante della Juventus tornato nella parte finale a disposizione di Pirlo ma fuori dalle scelte di Scaloni. LEGGI TUTTO

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    Dybala-Lukaku, il bivio di Paratici alla Juve

    Era il 4 agosto del 2019 e da Manchester rimbalzava una delle più brutte notizie ricevute da Fabio Paratici nel suo decennio juventino: Paulo Dybala non aveva trovato un accordo con lo United e rifiutava il trasferimento. E così saltava, a un passo dalla conclusione, lo scambio con Romelu Lukaku, che aveva già trovato l’accordo con la Juventus. Qualche giorno dopo, Beppe Marotta ingaggiava il poderoso centravanti belga (pagandolo 80 milioni tutto compreso) e lo tessereva per l’Inter. Insomma, il rifiuto di Dybala ha cambiato la storia delle ultime due stagioni del calcio italiano.

    La Juve con Lukaku e Ronaldo?

    Cosa sarebbe stata la Juventus di Maurizio Sarri con Lukaku al fianco di Ronaldo? E, soprattutto, cosa sarebbe stata l’Inter di Conte senza il suo trascinante centravanti? Ognuno può immaginare i suoi scenari, ma è indubbio che cambiare la squadra di Lukaku sposta anche gli equilibri di forza. Chissà cosa frullerà in testa, questa sera, a Fabio Paratici quando li osserverà in campo davanti a lui, vedendo scorrere le sliding doors forse più condizionanti di questi dieci anni. Anche perché in queste due stagioni il rendimento di Lukaku è stato nettamente superiore a quello di Dybala: 62 gol contro 22, 40 gol di differenza e la capacità di trascinare la squadra che l’argentino non ha avuto neanche nella seconda parte della scorsa stagione (quella dopo lo stop per Covid), quando Dybala aveva segnato gol pesantissimi per lo scudetto, apparendo per poi riscomparire nel gorgo degli infortuni e delle ricadute e di problematici recuperi di forma.

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