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    Parisi: “Papà, gioco per te. Ora salvo l’Empoli, poi una big”

    L’esterno dell’Empoli tra il ricordo del passato e le prospettive future: “La maglia dell’Avellino per me valeva più dei soldi. Capuano mi ha aiutato tanto. I miei modelli? Theo, Roberto Carlos, Jordi Alba”Fabiano Parisi va veloce, e non solo in campo. Brucia sullo scatto le categorie come gli avversari: dai dilettanti alla Serie A in un baleno, un salto triplo riuscito talmente bene da essere già un uomo mercato. L’Empoli si conferma una squadra che non solo sa creare giovani ma li sa pescare. Parisi, chiamato a raccontarsi, si conferma un ragazzo con le idee molto chiare: “Il sogno è sempre stato quello di diventare calciatore. Certo, il mio non è stato un percorso breve né facile. Però ci ho sempre creduto e il primo che ci credeva era mio padre”. LEGGI TUTTO

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    Napoli, la decima di fila è pura sostanza

    Con la decima vittoria consecutiva, il Napoli lancia un altro messaggio al campionato: a questo giro non si lasciano per strada nemmeno le partite poco glamour, quelle che nel passato anche recente hanno inceppato il cammino degli azzurri. Stavolta, invece, anche l’Empoli si è dovuto inchinare alla squadra di Spalletti che, però, per sbloccare la gara ha dovuto aspettare un “rigorino” fischiato da Pairetto per un tocchettino su Osimhen (comunque ancora determinante nell’indirizzare l’inerzia della gara) in uscita dall’area. Episodio borderline che comunque non può mettere in discussione la totale supremazia del Napoli, sancita da un possesso palla debordante (75% contro il 25% dei toscani) e da una sostanziale inoperosità di Meret. Qualche perplessità, casomai, l’ha suscitata una minore brillantezza del Napoli che non ha aggredito la gara come ci aveva abituato fino ad ora: ritmo blando, circolazione di palla precisa ma scolastica. La causa? Una stanchezza figlia delle due battaglie contro Liverpool e Atalanta, più i cambi decisi (proprio per questo) da Spalletti.

    I cambi cambiano

    Non che il Napoli abbia perso identità e misure, ma innegabilmente è mancata un poco di imprevedibilità e di aggressività nella fase finale della manovra. Tanto è vero che gli ingressi di Lozano, Elmas e Zielinski hanno permesso di chiudere una partita che dopo il rigore il Napoli aveva comunque già installato nel modo giusto. La sensazione, però, è che a Udine servirà maggiore fisicità e che la sosta stia arrivando al momento giusto per consentire di caricare energie fisiche e mentali. E a conferma di come Spalletti, finora, non abbia sbagliato in nulla la propria strategia.

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