Negli anni ‘90, quelli di quel ‘jeu à la nantaise’ che rendeva orgoglioso il club per eccellenza della Loira Atlantica, il Nantes si trovò sulla strada della Juventus nella sua miglior stagione di sempre in Europa. La squadra allora allenata da Jean-Claude Suaudeau, laureatasi campione di Francia l’anno precedente, fu fermata dalla Vecchia Signora in semifinale della Champions League. Oggi, non è solo la presenza nella meno prestigiosa Europa League a confermarne il downgrade, ma anche un gioco lontanissimo da quello che trent’anni fa fece innamorare un paese intero per la sua velocità e per la sua bellezza. Non è più il Nantes di Nicolas Ouedec e Patrice Loko, la coppia gol dell’ultimo titolo, né tantomeno è quel Nantes nel quale esplose da giovane un tale Claude Makelele, poi grande alleato di Zinedine Zidane in Nazionale. Non è più neanche il Nantes di Didier Deschamps, che vi si formò come calciatore e rappresenta il più grande anello di congiunzione tra i gialloverdi e i bianconeri. È un Nantes che lotta per non retrocedere in Ligue 2 e che sta disputando l’Europa League per via dell’exploit del 7 maggio, quando vinse la Coppa di Francia contro il Nizza grazie a un gol su rigore di Ludovic Blas, il suo elemento più vivace e talentuoso, nonché capitano. Il trequartista, alla Beaujoire da tre anni, è orfano di Kolo Muani, passato all’Eintracht Francoforte, e l’attacco della squadra gestita da un esperto motivatore come Antoine Kombouaré ne ha risentito. L’egiziano Mohamed, schierato da unica punta, fa quel che può ma non è accompagnato con costanza. Con poche idee in mezzo al campo e più grato agli sforzi dell’animo che alle dimostrazioni tecniche, il Nantes è attualmente sedicesimo nel campionato francese.Guarda la galleryLa Juve-Nantes che c’è già stata: la semifinale 1996 di Champions League
Nantes carico per la sfida alla Juventus in Europa League
Lo stesso animo che ogni tanto permette ai Canaries di ottenere qualche trionfo sporadico, l’ultimo in casa dell’Olympiakos giovedì scorso, deriva dall’enorme passione dei tifosi locali. Una passione che viene raccolta dallo stesso allenatore, il quale è tutt’uno con i supporter e aveva in qualche modo preannunciato lo scontro con la Juve alla vigilia: “Tra il Barça e la Juve ne vedremo delle belle, ma la Coppa è una competizione per i tifosi e per i giocatori”. Come a dire, andiamo a divertirci e vediamo cosa ne esce. Perché, del resto, dopo essere passata come seconda nel girone, la squadra gialloverde sapeva che le sarebbe potuto toccare un rivale complicato. A commentare il sorteggio è stato l’amministratore delegato Franck Kita, figlio del contestatissimo presidente Waldemar: “Quando arrivi ai sedicesimi di una competizione europea è logico che dovrai affrontare una grande squadra. In questo caso ci è toccata la Juventus, un’istituzione del calcio europeo. Sarà una bellissima partita. E noi siamo felici. Siamo l’outsider e affronteremo con molto piacere la Juve alla Beaujoire. E moriamo dalla voglia di conoscere il loro di stadio”. Motivatissimi a far bene, gli uomini di Kombouaré affronteranno questa doppia contesa con entusiasmo. Coscienti, però, che per prepararla bene dovranno prima dimostrare a sé stessi di venir fuori dalla zona calda del campionato. Perché il vero obiettivo del Nantes è la salvezza.
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