Lo shopping degli arbitri. E quel regalo che costò caro
La terna a Milano per una sfida di Coppa Uefa a fare compere nel quadrilatero della moda. Un dirigente della squadra di casa che salda il conto. E una denuncia per tentata corruzione
Milano, un negozio di abbigliamento in una nota via del centro. Alla cassa si presentano tre uomini, in mano stringono un bel po’ di giacche, camicie, cravatte, persino mutande. Stanno per pagare, ma alla cassa la commessa scuote la testa. In quel negozio non si accettano sterline. I tre sono affranti, o danno l’impressione di esserlo. Dietro di loro, un quarto uomo. Sorridente, elegantissimo, amabile nel porgersi. Li ha accompagnati nella boutique, poi si è fatto da parte. Ora chiede spiegazioni. Si sente rispondere: “Non accettano i nostri soldi”. La replica è immediata, da uomo di mondo quale è. “Non c’è problema”. “Ma si figuri, non penserà mica…”. “Ma no, si figuri lei”. “Appena possibile sarà nostra premura restituirle tutto”. “Ma certo, a disposizione”. LEGGI TUTTO