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    Grosso, Gila e i Campioni del Mondo in B

    TORINO – Grosso, Gila e poi gli altri. Nella Serie B dei tanti Campioni del Mondo, nel giorno dell’Immacolata loro due hanno brillato, mentre per gli altri è un po’ più dura. Certo, anche Fabio Cannavaro, vincendo da spietato ex a Parma, ha avuto una bella soddisfazione ma il suo Benevento resta attardato in classifica  e nonostante la voglia di alzare l’asticella, deve ancora raddrizzare la stagione. Stesso discorso per un altro eroe di Germania 2006, quel Daniele De Rossi che dopo 3 ko di fila, ha strappato uno 0-0 con la sua Spal a Perugia (gli umbri hanno fallito un rigore calciato sulla traversa da Melchiorri). Fabio Grosso invece, a 45 anni, dopo essere stato un allenatore discusso per tanto tempo, sta conducendo un’annata trionfale col Frosinone, avviandosi a vincere il titolo d’inverno, essendo in testa alla B con 9 punti di vantaggio sulla terza e, da ieri, 6 sulla seconda, la Reggina di un altro Campione del Mondo, Pippo Inzaghi, travolto in casa dai ciociari, un 3-0 ineccepibile, grande prova di maturità della squadra di Grosso che ha giocato la migliore partita stagionale nello scontro diretto più delicato (perderlo, voleva dire essere raggiunti in classifica dai calabresi). Il suo Frosinone sta stupendo tutti. Certo, si sapeva che la squadra era competitiva. Ma che comandasse la B alla media di 2.18 punti a partita, non l’avrebbe pronosticato nessuno. Anche perché, dopo aver mancato i playoff nella passata stagione, persi all’ultima giornata, patron Stirpe e il dg Angelozzi hanno rivoluzionato la squadra, dando a Grosso una rosa più profonda ma che era tutta da assemblare, quasi da zero, con tante scommesse giovani da verificare. E invece, fin dalla prima uscita, il Frosinone è un’orchestra che incanta a prescindere degli interpreti e dal modulo. Grosso cambia tantissimo ma l’azzecca quasi sempre. Le sue sostituzioni sono le più incisive della B e la sua squadra è la meno battuta del torneo (10 gol al passivo): su 16 uscite, 9 si sono chiuse senza incassare reti. Si pensava che molto lo si dovesse a Lucioni, capitano e leader della difesa, salito in A un anno fa col Lecce. Invece nel trionfo sulla Reggina non s’è sentita la sua mancanza per infortunio anzi, il 3° gol è andato a segnarlo il suo sostituto, il polacco Szyminski mentre la Reggina non riusciva a fare un tiro in porta. Insomma Grosso, dopo aver suscitato per anni dubbi sulle sue reali capacità di allenatore, in questa stagione sta facendo un capolavoro. Se continua così, a fine annata patron Stirpe potrebbe trovare parecchi corteggiatori per lui, perché ora Grosso è uno degli allenatori emergenti che più va tenuto d’occhio. Per il 40enne Alberto Gilardino invece, è stato un esordio sulla panchina del Genoa davvero indimenticabile. Il club rossoblù stava vivendo giorni roventi. Settimana iniziata con l’esonero (tardivo) di Blessin, con lui il Grifone stava perdendo il treno per la A diretta. E proseguita con la condanna in 1° grado a 6 anni per Manolo Portanova, centrocampista rossoblù implicato in una turpe vicenda (stupro di gruppo) anche se fino al verdetto definitivo è un uomo libero (ieri è stato convocato ma è andato in tribuna). A Marassi poi, arrivava quel Sudtirol che con Bisoli aveva messo insieme la più lunga serie positiva del torneo, 12 partite senza ko. Morale, il Genoa di Gilardino l’ha vinta 2-0 e hanno segnato due dei giocatori più discussi dei rossoblù, Puscas (alla prima rete per il Grifone) e Aramu. Così, complice la caduta della Reggina, il Genoa si è ritrovato di nuovo in corsa per la zona A diretta, che ora dista solo 3 punti. E questo anche grazie alle scelte di buon senso di Gilardino che a differenza di Blessin ha messo i giocatori al loro posto, fatto scelto logiche e soprattutto rivitalizzato una truppa depressa. Anche perché il Gila, in panchina, non è proprio di primo pelo. Prima di portare in questo inizio di stagione i ragazzi del Genoa in testa al campionato Primavera 2, s’era fatto la sua sana gavetta. Ritiratosi nel 2018, aveva iniziato dalla Serie D, nel Rezzato, come dt e assistente dell’allenatore Luca Prina, che l’aveva svezzato nei Giovanissimi della Biellese, invertendo poi i ruoli nel corso della stagione. L’annata successiva, l’esordio su una panchina di C, alla Pro Vercelli. Poi torna in D per una piazza importante come Siena che dopo il ripescaggio in C guida anche nei professionisti. Al Genoa è ufficialmente ad interim. Ma se nelle ultime tre uscite del 2022 andrà bene, nessuno più penserà ai nomi accostati nei giorni scorsi alla panchina rossoblù (Ranieri, Bjelica e Semplici), sarà automatico rinnovargli la fiducia anche per la ripresa di metà gennaio, dopo la pausa, quando inizierà il girone di ritorno. E nel frattempo gli altri due Campioni del Mondo della B che non avevamo ancora citato, Gigi Buffon a Parma e Cesc Fabregas a Como, entrambi fuori per infortunio e attesi per il 2023, prendono nota da quei colleghi-campioni che un domani potrebbero provare a emulare in panchina. LEGGI TUTTO

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    La rincorsa di Longo al Como

    TORINO – La risalita non è semplice ma piano piano il Como di Moreno Longo prova a uscire dalla zona retrocessione. L’ex tecnico di Torino e Alessandria è in sella dalla 7ª giornata. Aveva ereditato una squadra che nelle prime 6 uscite aveva raccolto solo 3 punti, frutto di altrettanti pareggi. Con lui sono arrivati 11 punti in 8 partite, cioè ora il Como viaggia alla media di 1.37 punti a gara. Non male, viste le premesse, di questo passo la salvezza può arrivare, anche se la situazione sul fondo della classifica è molto incerta. Nelle altre annate, a questo punto della stagione, le indiziate di retrocessione c’erano già. Adesso, con tante big trovatesi nella zona calda, è impossibile pronosticare chi finirà in C. Certo, il Como avrebbe un organico in grado di raddrizzare una stagione iniziata male, complice i problemi di salute che avevano afflitto il tecnico Giacomo Gattuso, andato in panchina solo alla prima giornata e poi rilevato dal vice Guidetti. La società, per non mancare di rispetto a Gattuso, che è una bandiera lariana, lo ha aspettato il più possibile, sperando fino all’ultimo che potesse tornare in sella. Ma quando si è insediato Longo, la situazione si era parecchio incancrenita. Il suo stesso esordio (ko per 3-1 a Cosenza) metteva qualche brivido. Poi gradualmente la squadra si è assestata, ha vinto 3 partite di fila in casa e ora è terzultima, con le carte in regola per uscire dalla zona retrocessione. Al mercato di gennaio il club dei fratelli Hartono (la proprietà più ricca d’Italia), potrà aggiustare la rosa, servirebbe nuova linfa in ogni reparto. Anche se già la scorsa estate non erano mancati gli sforzi per provare a essere protagonisti in B dopo la salvezza agevole della passata stagione, quando il Como era una matricola. Tuttavia, per una ragione o per un’altra, i tanti nomi illustri sbarcati sul Lario, finora sono molto al di sotto delle aspettative. Non solo la stella Fabregas, giunto in ritardo di condizione e che finora ha lavorato per raggiungere il livello dei compagni. Anche da nomi del calibro di Cutrone, Baselli, Mancuso, Faragò, Da Riva, Binks e Vigorito era lecito attendersi di più. Ma nulla è perduto, visto quanto è corta la classifica, quel che conta è che ora la squadra si sia rimessa in linea di galleggiamento, in attesa di fare quel salto di qualità che le permetta di uscire dalle sabbie mobili della classifica. Domenica alle 15, il Como sarà di scena ad Ascoli, campo non certo semplice ma bisogna invertire la rotta soprattutto in trasferta, dove finora sono arrivati solo 2 punti, discorso che vale anche per la gara successiva, la sera dell’8 dicembre a Palermo. Poi, l’11 dicembre, i lariani ospiteranno la Reggina (che pur seconda in classifica, qualche rovescio in trasferta l’ha vissuto). Il 18 altra trasferta a Terni e chiusura del girone d’andata a Santo Stefano in casa col Cittadella. Dunque, in 5 uscite, di cui solo 2 in casa, il Como dovrà mettere insieme almeno 8 punti, in modo di arrivare al giro di boa a una quota che consenta loro nel girone di ritorno di mettere in sicurezza una stagione natta sotto una cattiva stella. Ma dalla quale ci si può risollevare, perché i mezzi ci sono tutti. LEGGI TUTTO

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    Genoa, assalto alla zona Serie A

    TORINO – La 13ª giornata di Serie B si chiude oggi pomeriggio con Genoa-Como (fischio d’inizio alle 16.15). I liguri, dopo la caduta di lunedì scorso in casa della Reggina, cercano di riprendersi la zona promozione diretta: con 3 punti riagganciano proprio la Reggina al 2° posto. Il ko del Granillo ha lasciato qualche scoria nella calda piazza rossoblù e Blessin, per la prima volta dal suo sbarco a Genova nel gennaio scorso, è stato messo in discussione da larghe fette della tifoseria. Non è piaciuto il modo in cui il Genoa ha perso a Reggio Calabria e il fatto che la squadra, pur considerata dagli addetti ai lavori come la più forte della B, fatichi ad esprimere tutto il suo potenziale, soprattutto in attacco, pur disponendo di un reparto sulla carta formidabile. Così, per ovviare anche ai problemi offensivi, oggi Blessin potrebbe schierare il Genoa col 4-4-2, con Coda in avanti affiancato da Puscas, finora piuttosto trascurato dal tecnico tedesco. Novità anche negli altri reparti: Frendrup potrebbe scalare a terzino sinistro, lasciando il suo posto in mediana a Badelj, al rientro dopo la squalifica, che giocherebbe in coppia con Strootman mentre Gudmundsson e Aramu giostrerebbero da esterni alti. Il Genoa finora ha raccolto poco a Marassi: una sola vittoria (sul Modena) e 4 pareggi (con Benevento, Parma, Cagliari e Brescia), la svolta è d’obbligo. Sull’altro fronte c’è un Como terzultimo ma che dall’avvento di Moreno Longo in panchina ha raccolto 9 punti in 6 gare, con 3 vittorie interne e altrettanti ko fuori casa, dove ha racimolato finora un solo punto, a inizio stagione, a Pisa. Nelle ultime ore, l’indisponibilità di Baselli, utilizzato da Longo come vertice basso del 4-3-1-2, potrebbe rilanciare quella che doveva essere la stella della B, lo spagnolo Cesc Fabregas, già campione del Mondo e d’Europa, ma che con Longo non è titolare e che quando l’ha utilizzato l’ha fatto giostrare sulla trequarti.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Fabregas: se ci sei, batti un colpo

    TORINO – Col Frosinone sempre più solo in vetta, la 12ª giornata di Serie B prosegue oggi con una gara alle 16.15, Como-Venezia, il turno si chiuderà domani alle 20.30 col match clou Reggina-Genoa che definirà la classifica in testa. Ma oggi invece, si gioca una gara delicatissima. Perché Como e Venezia sono fra le maggiori sorprese negative di questo primo terzo di stagione, entrambe penultime con soli 9 punti, pur avendo ben altre ambizioni. Nei lariani, verrebbe da dire: Fabregas, se ci sei batti un colpo. Sarebbe ingeneroso scaricare sullo spagnolo, già Campione del Mondo e d’Europa, tutti i problemi del Como. Però i suoi numeri sono impietosi: il 35enne centrocampista finora ha giocato per 373’ spalmati su 6 apparizioni, con un assist che risale al 17 settembre, nel 3-3 interno con la Spal. Con l’avvento di Moreno Longo in panchina, Fabregas ha giocato da trequartista nelle prime tre uscite, restando poi malinconicamente in panchina nelle ultime due, nelle quali il Como ha battuto in casa il Benevento e perso a Parma. Certo, il giocatore va anche gestito, viste le stagioni vissute in precedenza al Monaco, funestate da problemi fisici e con pochissime partite giocate. In settimana, Fabregas ha fatto sapere che a Como finirà la sua carriera da giocatore (ha firmato un biennale) e probabilmente sta già studiando da allenatore, favorito dal soggiornare in panchina, senza dimenticare che lo spagnolo, assieme a Thierry Henry, è anche diventato socio del club, il più ricco d’Italia, controllato dai fratelli indonesiani Hartono. Quanto alla gara di oggi, Longo chiede più attenzione su angoli e calci da fermo, dai quali sono arrivati 9 dei 21 gol subiti (peggior difesa del campionato assieme al Cosenza, che però ha giocato una gara in più). Sull’altro fronte, c’è molta curiosità per il Venezia, nel quale fa il suo secondo esordio in panchina Andrea Soncin, che aveva già guidato gli arancioneroverdi nelle ultime 5 uscite della passata stagione, quando la squadra in A era già virtualmente retrocessa. Rileva il croato Ivan Javorcic che aveva racimolato un solo punto nelle ultime 4 gare. Soncin comunque, è in carica ad interim: la sua permanenza è legata alla prova di oggi e a quella di sabato prossimo in casa con la Reggina. Poi ci sarà la sosta per le Nazionali (ma la B giocherà durante il Mondiale) e la società deciderà il da farsi. Per l’eventuale sostituzione, in pole c’è Alfredo Aglietti ma fino all’ultimo si cercherà di convincere Beppe Iachini, sempre molto amato dalla piazza per i suoi trascorsi da giocatore coi lagunari.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Fabregas contro Cannavaro: si salvi chi può!

    TORINO – Fabregas contro Cannavaro: si salvi chi può! Chi l’avrebbe detto, ma siamo a questo punto. Sabato, fischio d’inizio alle 14, al Sinigaglia di Como arriva il Benevento e va in scena uno scontro che odora di spareggio salvezza, poco importa che fra i protagonisti ci siano due campioni del mondo. La classifica parla chiaro: il Como è penultimo, ha 6 punti e se vince aggancia il Benevento a quota 9, ad ora una lunghezza sopra la zona playout. Insomma, Fabregas e Cannavaro potevano essere le stelle di prima grandezza della B e invece, per ora, si giocano la permanenza nella categoria. Del resto, i loro numeri dopo 9 giornate, son quel che sono. Il 35enne spagnolo, già fuoriclasse di Barcellona, Arsenal e Chelsea, nel Como ha finora raccolto 373’ di gioco, spalmati su 6 presenze: ha saltato le prime due uscite perché stava rincorrendo la forma, ha debuttato nel ko interno col Brescia (0-1), giocando gli ultimi 18’. Saltata la trasferta di Frosinone per un affaticamento muscolare, ha giocato 23’ nella sconfitta interna col Sudtirol (causando con un fallo di mano il rigore del raddoppio ospite), 76’ nel 3-3 con la Spal (producendo un assist), tutta la partita nei ko di Cosenza e Modena, inframmezzati dalla vittoria sul Perugia, l’unica dei lariani, in cui è rimasto in campo per 78’. Il Como  da tre partite è sotto la guida di Moreno Longo che ha sostituito Giacomo Gattuso, andato in panchina alla prima giornata e poi fermato da problemi di salute. Con l’ex tecnico di Torino e Alessandria, al di là della vittoria sul Perugia, sono arrivati due preoccupanti tonfi a Cosenza e Modena, 3-1 e 5-1. Non si può certo scaricare tutte le responsabilità su Fabregas, visto che nei lariani abbondano stelle e stelline (Cutrone, Cerri, Baselli, Mancuso, Faragò). Però a Como fa discutere come viene impiegato lo spagnolo. Longo sta utilizzando il 4-3-1-2, già impiegato nel turno precedente al suo insediamento, quando in panchina andava in vice di Gattuso, Guidetti. Ma quando Longo si presentò, disse che Fabregas l’avrebbe visto bene in una corposa mediana, in un 3-5-2, non da trequartista nel modulo finora usato sotto la sua gestione. Vedremo se col Benevento ci saranno novità nell’assetto, anche alla luce della figuraccia rimediata a Modena, coi tifosi lariani che hanno lasciato lo stadio dopo il quarto gol. E se Fabregas piange, Cannavaro non ride. Il Campione del Mondo e Pallone d’Oro 2006, alla sua prima esperienza in Italia da allenatore dopo i fasti cinesi, non riesce a risollevare il Benevento, 15° in classifica sotto di 10 punti dalla Ternana prima,  a -7 dal Benevento della passata stagione che un anno fa, dopo lo stesso numero di giornate, era al 3° posto. Nelle tre partite della sua gestione, Cannavaro, che ha firmato fino al 2024 per un milione complessivo, ha racimolato 2 punti, il suo Benevento viaggia a una media di 0.66 a partita. Il suo predecessore, Fabio Caserta, ne aveva raccolti 7 in 6 gare, media 1.16. Insomma, già da Como bisogna svoltare, prima che sia troppo tardi, anche se il rendimento dei campani finora è stato frenato dall’alto numero di infortunati. Ma sabato potrebbero tornare disponibili Simy e Viviani, mentre il prezioso Acampora che pareva prossimo al rientro, ha riportato una distrazione di primo grado al bicipite femorale e ne avrà per un mese. LEGGI TUTTO

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    Cannavaro, come è dura la B

    TORINO – Come è dura la B per Fabio Cannavaro. Il Campione del Mondo e Pallone d’Oro 2006, alla sua prima esperienza in Italia da allenatore, non riesce proprio a risollevare il Benevento che dopo 9 giornate è 15° in classifica con 9 punti, appena una lunghezza sopra la zona playout e soprattutto sotto di 10 rispetto alla Ternana prima, con 7 punti in meno rispetto al Benevento della passata stagione che un anno fa, dopo lo stesso numero di giornate, era al terzo posto. E nel capoluogo campano, dopo la sbornia per il suo insediamento, ormai datato un mese fa, ci si interroga sulla bontà della scelta. In tre partite, Cannavaro ha racimolato 2 punti, dunque il suo Benevento viaggia a una media di 0.66 a partita. Il suo predecessore, Fabio Caserta, ne aveva raccolti 7 in 6 gare, media 1.16. Sarebbe un po’ presto per fare paragoni, bisognerebbe che l’ex difensore raggiungesse almeno lo stesso numero di partite di chi iniziò l’annata. Ma intanto, la situazione si sta facendo pesante e al momento, l’attesa svolta che doveva esserci col suo arrivo, c’è stata sì, ma al contrario. Certo, le attenuanti non mancano, a iniziare dall’alto numero di infortuni che hanno sicuramente minato il rendimento della squadra e da diversi giocatori che scendono in campo in una forma precaria. Ma a rivedere le tre uscite del Benevento firmato Cannavaro, c’è poco da stare allegri. L’ex difensore esordì il 2 ottobre in casa con l’Ascoli: primo tempo pessimo, squadra bloccata e passata in svantaggio, con la fortuna che più volte i marchigiani mancarono il raddoppio. Ripresa migliore, pareggio e nel finale una traversa che però, per quello che s’era visto, se fosse stato gol avrebbe dato 3 punti immeritati. Quindi la trasferta a Bolzano in casa Sudtirol: qui il Benevento passa per primo ma poi subisce il pari degli altoatesini, il cui allenatore Bisoli, a fine partita, parlerà di 1-1 che stava loro stretto. Fino al patatrac di sabato scorso: all’intervallo della sfida interna con la Ternana, il Benevento era sopra 2-0, a fine gara, gli umbri l’avevano ribaltata sul 2-3. Nel dopo partita, Cannavaro ha parlato di aspetto mentale da curare, di una squadra troppo disattenta sui calci piazzati, che dev’essere più cinica e cattiva nel portare a casa i punti e soprattutto di “una paura che non deve esistere”. Paura però, che sembra più presente nel suo Benevento che in quello del suo predecessore. Per carità, non è che con Caserta le cose filassero lisce e  tutto sommato, per le ambizioni della piazza, il suo esonero poteva starci. Ma certi risultati interessanti con lui erano arrivati: il pari a Marassi col Genoa e la vittoria sul Frosinone (squadre che ora sono a -1 dalla vetta), oltre a quella di Venezia, partite in cui paure particolari non s’erano viste. Ora la riscossa del Benevento potrebbe passare dal recupero di alcuni giocatori chiave. Cannavaro spera soprattutto nel ritorno di Glik, anche se per l’immediato potrebbero essere pronti solo Simy e Acampora, quest’ultimo un fondamentale tuttocampista, fra i più positivi della passata annata, che si chiuse in semifinale playoff. E sabato alle 14, il Benevento sarà di scena a Como, altra grande delusione di questo campionato, reduce dal bruciante 5-1 incassato a Modena. Dei lariani, in estate, s’era soprattutto parlato per l’arrivo di Fabregas, altro Campione del Mondo, come Cannavaro, che fatica a incidere in una B che non guarda in faccia nessuno e sa essere spietata coi nomi altisonanti. Per entrambi, non è ancora il tempo di trarre conclusioni, con 29 partite ancora da giocare. Resta il fatto che quando si punta su certi nomi di grido, di sicuro si fa marketing che porta, nell’immediato, molta attenzione sul club e l’entusiasmo della piazza. Ma che poi funzionino, è tutto un altro discorso. LEGGI TUTTO

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    Stasera Como-Brescia: è il Fabregas day

    TORINO – La 3ª giornata di Serie B si chiude stasera col derby lombardo Como-Brescia (ore 20.45), potrebbe essere il giorno dell’esordio in Serie B della stella spagnola Cesc Fabregas, 35 anni, per la prima volta è fra i convocati nei lariani. L’ex Campione del Mondo e d’Europa è sbarcato in Italia quasi un mese fa e col suo fisioterapista di fiducia ha seguito un programma atletico personalizzato, viene da un biennio nei francesi del Monaco in cui per infortuni ha giocato poco, serve attenzione. Stasera partirà dalla panchina, pronto a dire la sua in un Como che cerca ancora la prima vittoria, finora due pareggi con Cagliari in casa (1-1) e a Pisa (2-2), in entrambe le gare i lariani di Jack Gattuso (ancora assente per un’indisposizione, in panchina il vice Guidetti) si sono fatti raggiungere. Fabregas ha fatto un’autentica scelta di vita: ha scelto Como anche perché è vicina alla Svizzera, dove andranno i figli a studiare. Lui invece, è in Italia per studiare da allenatore o dirigente, anche perché è entrato nel capitale sociale del Como (assieme all’ex stella del calcio francese, Thierry Henry, anche lui stasera a Como) controllata dai fratelli Hartono, facoltosi indonesiani, sono la proprietà calcistica più ricca d’Italia.Como che dovrebbe schierare in mediana l’ultimo acquisto Faragò, per l’altro colpo di livello delle ultime ore, l’attaccante Cutrone, si attende il transfer dalla Federazione inglese mentre per la porta c’è la speranzaa di arrivare a Carnesecchi. Di fronte, un Brescia che dopo aver vinto nell’esordio, in casa col Sudtirol (2-0), viene dal tonfo di Frosinone (3-0). Cellino ha dichiarato chiuso il mercato e ha bloccato la vendita della punta Moreo che sembrava destinato al Pisa, il patron delle rondinelle non intende rinforzare una concorrente. Ma prima del 1 settembre, giorno di chiusura del mercato, potrebbe cedere al Toro il gioiello della difesa, Cistana, a suo tempo convocato da Mancini. Chi vince prova ad andare in scia delle due prime della classe, Genoa e Ascoli, in testa con 7 punti dopo aver vinto, rispettivamente, in casa di Pisa (0-1) e Palermo (2-3).Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Serie B subito spettacolo, oggi tocca al Palermo dell'Emiro

    TORINO – Con ancora negli occhi lo scoppiettante 2-2 dell’anticipo fra Parma e Bari (proprio giusto chiamare A2 questa B), oggi si prosegue con tre gare, il resto della prima giornata domani sera, sempre alle 20.45, su Sky, Dazn ed Helbiz Live.  
    IL PALERMO La gara più interessante di oggi è Palermo-Perugia. Attesi al Barbera 20mila spettatori per il terzo esordio coi siciliani dell’allenatore Eugenio Corini, dopo quelli da giocatore (fu una colonna del Palermo a inizio millennio) e da tecnico (esperienza sfortunata i tempi di Zamparini). Corini non ha avuto molto tempo per lavorare sulla squadra, è stato scelto al posto del dimissionario Silvio Baldini soltanto dopo un casting infinito mentre la squadra è ancora un cantiere e da qui alla fine del mercato potrebbe cambiare volto con almeno 5 innesti (ormai fatta per l’arrivo in mediana di Stulac dall’Empoli). Di fronte ci sarà il Perugia di Castori, sconfitto immeritatamente a Cagliari nel 1° turno di Coppa Italia, complice il solito errore arbitrale che spesso ha danneggiato gli umbri nella passata stagione e a Perugia si teme la presenza di Fourneau al Var che agli ultimi playoff diresse Brescia-Perugia, annullando in maniera inspiegabile all’89’ quel che poteva essere il gol della vittoria umbra.
    FABREGAS Ma di assoluto livello si prospetta anche Como-Cagliari. Nei lariani non farà il suo esordio la stella (di tutta la B) Cesc Fabregas: lo spagnolo non è stato convocato perché è ancora indietro di preparazione, Gattuso dovrebbe approfittarne per riportare la squadra al tradizionale 4-4-2, visto che in Coppa Italia, a La Spezia, passando al 3-5-2, modulo che si vorrebbe adottare per favorire Fabregas, i liguri si sono imposti 5-1. Dal mercato è atteso almeno un colpo per reparto: Puscas in avanti, Mazzitelli in mezzo, Vignali dietro. E il Cagliari? Liverani accetta di essere considerato, assieme al Genoa, la prima favorita per la A. Il maggiore investimento è l’arrivo in avanti di Lapadula, ma in mediana ha già incantato Viola, non convocati gli ultimi due tesserati, Millico e Dossena, c’è da riconquistare l’affetto della piazza che ancora non ha digerito il modo in cui è maturata la retrocessione.E attenzione anche a Cittadella-Pisa. I veneti, al 7° campionato di fila in B, ogni anno sono poco accreditati ma poi non sbagliano mai la stagione, anche se a maggio non hanno fatto i playoff dopo 5 partecipazioni di fila, raggiungendo due volte la finale. In Coppa Italia, il Cittadella di Gorini si è levato lo sfizio di andare a vincere 3-2 a Lecce nei supplementari, stasera mancherà ancora Embalo ma l’attacco Tounkara-Asencio è di tutto rispetto. Nel Pisa invece, curiosità per il neo tecnico Rolando Maran che iniziò la sua carriera in panchina proprio al Cittadella. Compito non semplice, il suo: c’è da raccogliere l’eredità di Luca D’Angelo, tecnico-totem a Pisa, e mettersi alle spalle il ko del 29 maggio in finale playoff col Monza. La squadra è stata quasi rifondata ed è ancora incompleta, manca soprattutto la punta di peso da affiancare a Torregrossa (oggi assente, gioca l’infinito Masucci), diversi giocatori sono arrivati negli ultimi giorni (oggi debuttano il promettente Esteves e Ionita) e si vedrà se la squadra avrà fatto progressi dopo il preoccupante 4-1 incassato dal Brescia in Coppa Italia. Ma sulla carta, anche il Pisa può essere una delle tante contendenti nella lotta per la A.
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