TORINO – La prossima Serie A proporrà il debutto in panchina di due allenatori provenienti dalla B, quelli che più hanno stupito nella passata stagione: Andrea Sottil, nuovo timoniere dell’Udinese, prelevato dall’Ascoli, e Massimiliano Alvini su cui scommette la Cremonese dopo aver portato ai playoff di B il Perugia (che a inizio stagione era accreditato, a dir tanto, di una salvezza tranquilla). Entrambi raggiungono la A dopo una formativa gavetta, dimostrando nelle serie minori, anche dilettantistiche, di saper fare il mestiere e meritarsi un’occasione nel calcio che conta.
L’ASCOLI DA PLAYOFF – Andrea Sottil, figlio del Filadelfia, classe ’74, arcigno difensore del Toro dal 1992 al 1994, dopo un’onesta carriera passando anche per Fiorentina, Atalanta, Udinese, Reggina, Genoa, Catania, Rimini e Alessandria, si è approcciato con molta umiltà al mestiere di allenatore, iniziando con i Giovanissimi del Lucento, società dilettantistica piemontese. Poi una costante ascesa passando per Siracusa, Gubbio, Cuneo, Paganese, ancora Siracusa, Livorno, Catania e Pescara. Con gli abruzzesi conquista una salvezza in B ai playout che gli vale l’ingaggio, nel dicembre 2020, all’Ascoli, dove compie il suo primo capolavoro: da terzo allenatore stagionale eredita una squadra spacciata, ultima a 6 punti, e la fa viaggiare a una media da playoff salvandola. Nella stagione appena conclusa, con un organico pressoché analogo, centra i playoff di B, un ottimo 6° posto chiudendo davanti a formazioni ben più blasonate. Sottil predica un calcio equilibrato, il 4-3-1-2 è il modulo di riferimento, ma all’Udinese non avrà problemi a praticare il 3-5-2 tipico dei friulani: è comunque nelle sue corde. In sintesi, è un’occasione strameritata, conquistata con i risultati dopo 11 anni di mestiere.
LA SCALATA DEL PERUGIA – Discorso analogo per Massimiliano Alvini, classe ’70, ex giocatore dilettante, che solo un anno fa, quando approdava a Perugia, era circondato da molto scetticismo. Gli umbri lo avevano ingaggiato in fretta e furia dopo la “fuga” di Fabio Caserta al Benevento e non c’era molta fiducia in lui perché la stagione precedente non era riuscito a salvare la Reggiana in B (ma l’anno prima con gli emiliani aveva vinto i playoff di C guadagnando una sorprendente promozione). E invece, con una squadra su cui non scommetteva nessuno, ha incantato assai: tutte le big della B faticavano a fare punti contro il Perugia perché dovevano confrontarsi con una squadra tignosissima. Difesa a tre, giocatori pronti ad andare sempre all’uomo contro uomo, in un 3-5-2 con qualche variazione, inserendo uno o due trequartisti ma senza schiodarsi dai tre difensori. Risultato: gli umbri all’ultima giornata hanno centrato i playoff, scalzando il più quotato Frosinone di Grosso. Agli spareggi promozione, la squadra di Alvini è uscita subito nel turno preliminare di Brescia, penalizzata da un arbitraggio pessimo, una costante che ha afflitto il Perugia per tutta la stagione, altrimenti chissà dove sarebbe potuto arrivare. Dunque, Sottil e Alvini: teniamoli d’occhio. Sono attesi da compiti non facili, soprattutto il secondo a Cremona. Ma la loro occasione se la sono guadagnata sul campo, nessuno ha regalato loro niente. E chissà che possano portare qualcosa di nuovo alla scuola italiana degli allenatori. LEGGI TUTTO