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    Il calcio è tutto velocità e business. Ma impari dalla decisione di Prandelli

    Nella lettera d’addio dell’ex tecnico della Fiorentina emerge tutto il disagio legato alla frenesia del calcio odierno. Il pallone è sentimento, il sentimento si fa impresa. Ma non succede il contrarioIl calcio spietato. Il calcio solitario e cattivo. “Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono”. LEGGI TUTTO

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    Chi si ferma non è perduto: l'addio e la lezione di Prandelli

    Ci vogliono forza e coraggio non solo per andare avanti, ma anche per dire che non ce la si fa più. E nella lettera dell’ormai ex tecnico della Fiorentina c’è un grande messaggio: non abbiate paura di fermarvi e del giudizio altrui, perché stare bene con se stessi vale più di ogni altra cosaCesare ha detto basta. Con una lettera toccante, sincera, in cui si è messo a nudo, senza difese e senza paure. Quando qualcuno pensa che una ammissione di fragilità sia un segno di debolezza, non sa che è proprio quello il momento in cui ci si sente finalmente liberi e quindi più forti e più veri. Perché ci vogliono forza e coraggio non solo per andare avanti, ma anche per dire che non ce la si fa più. Per confessare di non avere le energie necessarie. Per parlare della propria inadeguatezza e incapacità di restare in un ambiente che cambia in modo troppo veloce per stargli dietro. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “Io come Prandelli. Dormivo poco, troppa tensione. E dissi basta”

    L’ex c.t. azzurro: “Allenavo il Parma: vincemmo a Verona 2-0, ma non provai emozione. Capii che ero arrivato al capolinea e non avevo più nulla da dare. Cesare è un uomo sensibile”Chiamatelo ombra, stress, angoscia. Chiamatelo come volete. È un momento che, prima o poi, nella vita capita. Arrigo Sacchi lo ha attraversato nel 2001. E ora ricorda. LEGGI TUTTO

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    Commisso: panchine, mercato, stadio e grane. Bilancio viola di due anni a due facce

    A giugno il secondo anniversario del presidente a Firenze. Il suo progetto è a metà tra i grandi investimenti per le infrastrutture e la discontinuità tecnica Tra pochi mesi saranno due anni di presidenza. Rocco Commisso è arrivato a Firenze nel giugno del 2019 con la gioia di chi poteva finalmente vivere da protagonista la sua grande passione. Quel calcio che gli aveva cambiato la vita aprendogli le porte della prestigiosa Columbia University. LEGGI TUTTO

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    Fiorentina, lo strano caso di Callejon: chi l'ha visto?

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