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    Il Modena che verrà con Bisoli

    TORINO – Che Modena sarà quello che affronterà, sotto la guida della famiglia Rivetti, il suo terzo campionato di fila in Serie B? La scorsa stagione, i canarini si sono “portati avanti” col lavoro. Assumere nel finale di campionato un marpione delle panchine cadette come Pier Paolo Bisoli, potrebbe essere stata la mossa giusta. Al contrario di quella fatta un anno fa, quando si scommetteva sull’esordiente (in B) Paolo Bianco: poteva essere l’uomo giusto, il promettente curriculum non mancava, avendo lavorato per De Zerbi e Allegri. Però alla fine, il campo, ha detto che la squadra ha finito per replicare, grossomodo, l’annata precedente, quella con Attilio Tesser, i valori delle due squadre erano più o meno analoghi. Con Tesser però, colui che aveva portato in B i canarini dopo un memorabile testa a testa con la Reggiana, si soffrì molto meno, la squadra non ebbe certI lunghi blackout avuti con Bianco, pur disputando un campionato che era più competitivo di quello appena concluso. Dunque toccherà a Bisoli, legatosi ai canarini fino al 2025, allenatore della vecchia scuola, difesa e contropiede ma non solo, proseguire il lavoro impostato nel finale della scorsa stagione: il tecnico di Porretta Terme prese il Modena il 4 aprile, lo trovò al 13° posto, con la squadra attanagliata dalla paura di retrocedere e la piazza un po’ troppo sulle barricate quando c’era da stare calmi e provare a ragionare su come levarsi dai guai. Con Bisoli arrivavano 8 punti in 5 gare la salvezza andava in porto, Modena che chiudeva la stagione al 10° posto, a 4 lunghezze dai playoff e ad altrettanti punti dai playout. Attenzione, però. Bisoli, probabilmente, pur allenando in piazze più blasonate, sarà sempre ricordato per la formidabile annata fatta col Sudtirol, quando subentrando sulla panchina altoatesina, riuscì a portare una squadra e una società debuttante in B, in semifinale playoff contro il Bari, venendo eliminato con qualche rimpianto: dopo la vittoria di misura dell’andata, al Druso di Bolzano, nel ritorno al San Nicola, pur in superiorità numerica, fu sconfitto dal Bari, che andò in finale in virtù del miglior piazzamento in campionato. Quel Sudtirol però, giocava un 4-4-2 molto interessante per la compattezza che mostrava in campo, con difesa e centrocampo sempre vicine e mai slegate, cioé ciò che forse più servirà al Modena che verrà, per provare a conquistarsi una stagione migliore dell’ultima appena trascorsa. Il neo ds, Andrea Catellani, che ha appena sostituito Davide Vaira, destinato al Pisa, in queste ore è soprattutto impegnato a sfoltire la rosa con elementi come Manconi (che piace al Benevento e Avellino), Giovannini e Guiebre destinati a fare le valige. Il problema maggiore che aveva la squadra dell’anno scorso era però lo scarso peso offensivo (si era fatta sentire la partenza di Diaw). Dunque quest’anno si vorrebbe un bomber importante come Coda, su cui però ci sono anche altri club, probabilmente più avanti nell’ottenerlo dal Genoa, proprietario del cartellino. Intanto, è stato riscattato un centrocampista da tenere d’occhio come Simone Santoro, giunto a gennaio dal Perugia, da cui magari ci si attendeva di più, nei suoi primi sei mesi coi canarini, ripensando al giocatore visto in B col Perugia. Però il ragazzo c’è tutto e ha i mezzi per imporsi nella prossima stagione, la mediana canarina è forse il punto di forza del Modena, specie quando Gerli e Palumbo danno il meglio di sé. Resta il fatto che, per provare a fare il salto di qualità, il Modena deve essere più “pesante” in attacco. LEGGI TUTTO

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    Il Modena degli italiani può fare i playoff

    TORINO – C’è anche il Modena di Attilio Tesser in lizza per i playoff, ed è una bella notizia per il calcio italiano, la squadra che domenica ha fatto 2-2 in casa con la corazzata Genoa, era l’esaltazione del tricolore: su 16 giocatori utilizzati, 14 erano italiani, uno è un marocchino nato ad Abano Terme (Oukhadda, ex giovanili Toro, nel giro dell’Under 23 del Marocco, si spera di non rimpiangerlo come Cheddira, anche se col Genoa è stato espulso) e un solo vero straniero, il moldavo Ionita (arrivato a gennaio dal Pisa). E’ vero, il Modena si presentava a questa B come una matricola di spessore, capace nella scorsa a stagione di salire dalla C mettendo insieme 21 risultati utili di fila con 14 vittorie consecutive, una delle promozioni più belle di Tesser, in precedenza capace di portare in B il Novara (col doppio salto alla A in due stagioni), la Cremonese (facendo una rimonta leggendaria sull’Alessandria) e il Pordenone (sfiorando poi la A, arrivando in semifinale playoff). Però, in questa B dalle grandi piazze, era difficile che il Modena potesse ritagliarsi uno spazio da protagonista, anche se bisognava guardarlo col rispetto che si deve a un allenatore che centra (quasi) sempre l’obiettivo e che conosce la categoria come pochi. Certo, in stagione non sono mancati momenti difficili ma patron Rivetti non è un mangia-allenatori anzi, non ama proprio cambiare guida tecnica e ha pagato dare sempre fiducia a un esperto nocchiero come Tesser, che ha fatto ritrovare la B al Modena al primo anno della gestione societaria da parte della famiglia Rivetti, autentici innamorati del pallone, loro per primi promotori di una squadra essenzialmente italiana, encomiabili anche perché scelgono di usare maglie che rispettano i colori sociali tradizionali, senza proporre gli improbabili pastrocchi con cui quasi tutte le società vessano le proprie tifoserie. I progetti per il futuro parlano anche di riportare il Modena in quella Serie A che manca dal 2004. Ma per quest’anno, con la concorrenza feroce che propone questa B, è già un gran bel risultato essere oggi all’8° posto, con gli stessi punti di Palermo e Pisa, appena uno in meno del Cagliari e tante piazze blasonate alle spalle. Insomma, sono ben altre le squadre “obbligate” a conquistare un posto negli spareggi promozione, il Modena può provarci a fari spenti, senza pressioni. Anche perché i valori in squadra non mancano. In porta c’è Gagno, che nella cavalcata della scorsa annata si segnalò per il gol da 80 metri che portò alla vittoria chiave sull’Imolese. Al netto di qualche sbavatura (come domenica scorsa l’uscita imprecisa sul gol genoano di Dragusin), resta un portiere che più spesso porta punti; in difesa ha un buon peso la coppia centrale, Pergreffi (la sua storia calcistica è un mito a Modena) e Cittadini (scuola Atalanta, se n’è innamorato il ct Mancini ma starà fuori un mese per una lesione muscolare, poteva essere chiamato in azzurro alla prossima convocazione); sulla sinistra cresce bene il 21enne Ponsi, ex vivaio Fiorentina. Mediana dove s’impone sempre più Gerli, bello rivederlo in B, la meritava da tempo. Davanti reparto ben assortito che però dovrà scontare un mesetto d’assenza di Diaw: con Tesser era diventato grande (lo valorizzò al meglio nel Pordenone che lo vendette al Monza), col tecnico di Montebelluna è tornato ad esserlo (10 reti fra campionato e Coppa Italia). Al mercato di gennaio è arrivato Strizzolo (già due gol, dopo le tre reti del girone d’andata nel Perugia), altro uomo di Tesser. Per non parlare di due giocatori che stanno dando parecchio (e non era scontato che ciò accadesse): il trequartista Tremolada (10 assist fra campionato e Coppa Italia) e l’attaccante (che ora gioca sottopunta) Falcinelli (7 gol totali), uno che in B ha fatto cose importanti ma che andava verificato dopo una annata da spettatore in A nel Bologna. Per non parlare di Bonfanti, l’attaccante classe 2002 più interessante di tutta la B, già 6 reti e nel mirino di Torino e Sassuolo, con lui si sta facendo strada anche il 21enne Giovannini. Insomma, zitto zitto, il Modena di Tesser ha le carte in regola per provarci a ritagliarsi un posto al sole e chissà che la conferma possa arrivare già sabato quando i canarini saranno ospiti della Reggina, avanti di 4 punti ma in grossa crisi. La voglia di provarci c’è. Ma è meglio non dirlo. LEGGI TUTTO