No, non è un caso che a siglare in extremis la vittoria del Napoli sullo Spezia sia stato Giacomo Raspadori, 22 anni, campione. d’Europa, ingaggiato il 20 agosto scorso dal Sassuolo, con la formula del prestito oneroso per 5 milioni di euro, l’obbligo di riscatto fissato a 25 milioni, oltre ad altri 5 legati al rendimento del calciatore e della squadra. Non è un caso perché Raspadori è un altro capolavoro di mercato firmato da Cristiano Giuntoli, 50 anni, da otto direttore sportivo partenopeo, il rivoluzionario silenzioso del boom Napoli. Con l’augusta benedizione di Aurelio de Laurentiis, s’intende.
Il 6 settembre 2004, uno dei più famosi produttori cinematografici divenne presidente del Napoli Soccer, nato sulle ceneri del fallimento e della retrocessione in Serie C, vigorosamente riportato all’onor del mondo. Lo stesso che soltanto quattro giorni fa ha applaudito il Napoli, spellandosi le mani per avere travolto 4-1 il Liverpool (in bacheca 6 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 Coppe Uefa/ Europa League, 4 Supercoppe Uefa, 1 mondiale per club, 19 campionati inglesi, 8 Coppe d’Inghilterra, 9 Coppe di Lega, 16 Charity/ Community Shield). Mai, nei diciotto anni della sua gestione, ADL aveva deciso una rifondazione così radicale della squadra, coniugando il robusto taglio degli ingaggi con l’addio ai veterani Insigne, Koulibaly, Mertens, Ospina, Fabian Ruiz e l’arrivo di Kvaratskhelia, KIm MIn-Jae, Ndombele, Olivera, Ostigard, Raspadori, Simeone, Sirigu, il riscatto di Anguissa. Ecco, Zambo Anguissa. Per avere un’idea di come lavori la squadra di Giuntoli, basti ricordare che il ventiseienne centrocampista camerunese, già nel 2015 figurava nel database di Maurizio Micheli, 54 anni, il simbiotico alter ego del direttore sportivo, l’uomo che ha scoperto Hamsik e Koulibaly e abbiamo detto tutto. Così come per capire chi sia Giuntoli sul mercato, è sufficiente snocciolare alcuni dei suoi grandi colpi partenopei, prima degli ultimi: Allan, Elmas, Zielinski, Di Lorenzo, Mario Rui, Hysaj, MIlik, Lobotka, Manolas, Rrhamani, Meret, Osimhen, Lozano. L’ex dirigente del fenomeno Carpi (dalla D alla A conquistando quattro promozioni in cinque anni) si è superato con l’ingaggio di Kvata Kvaratskhelia, 21 anni, georgiano, pagato 10 milioni di euro, messo sotto contratto per 5 anni, ingaggio netto a stagione di 1,2 milioni di euro (1,7 lordi), così giovane e così già sulla strada per diventare un fenomeno. Al punto che il profilo Twitter ufficiale dell’Uefa, presentando Napoli-Liverpool ha parlato di Kvicha “conosciuto anche come Kvaradona”. Non male per un debuttante assoluto in Serie A (4 gol in 5 partite) e in Champions League.
Dato a Kvicha ciò che è di Kvicha, qui si parla della dimostrazione data da Giuntoli di come un altro calcio sia possibile, anche sul mercato delle folli spese inglesi (il solo Chelsea, che ha appena cacciato Tuchel, ha sborsato 293 milioni di euro). Certo, bisogna avere gli uomini giusti al posto giusto e una rete di osservatori ramificata anche nei campionati meno glamour, tuttavia non poveri di talenti come Kvaratskhelia. Per cederlo, il Rubin voleva 30 milioni: l’uomo di ADL ha mandato a stendere i russi e quando gli stessi, dopo la criminale aggressione putiniana all’Ucraina, hanno ceduto l’attaccante alla Dinamo Batumi, il Napoli ha bruciato sul tempo la concorrenza italiana, straniera e ha chiuso l’operazione con la Dinamo pagando 20 milioni in meno rispetto alla richiesta dei russi.Se è vero che ogni occasione lasciata è persa, Giuntoli non ne perde una. I risultati si vedono. LEGGI TUTTO