TORINO – A La Plata si piange. Si piange mentre si marcia. Si piange e si marcia per chiedere giustizia, per far piena luce sui motivi che hanno portato all’infarto costato la vita a César Gustavo “Lolo” Regueiro, 57 anni, cardiopatico, colpito da arresto cardiaco mentre tentava di lasciare lo stadio Juan Camilo Zerillo, per tutti El Bosque, durante la battaglia campale tra i tifosi del Lobo e la Polizia prima dello scontro di cartello della Liga Profesional tra Gimnasia y Esgrima La Plata e Boca Juniors.
LA RABBIA NON TRAMONTA E mentre la giustizia prosegue con le indagini dopo i gravi incidenti di giovedì sera, i tifosi Triperos si sono ritrovati, con un passa parola nelle radio che si occupoano solo di calcio e di Gimnasia, nei social media e pure porta a porta e nei club, qualche ora fa, nei pressi dello stadio dove sono scoppiati gli incidenti per chiedere che venga chiarito quanto accaduto e che si vada in profondità alla ricerca dei responsabili della morte di Regueiro. «Portate magliette, bandiere e candele. Protesteremo, ci faremo sentire e rifletteremo, tutti insieme, su questa tragedia. Hanno ucciso uno dei nostri. Non può finire così. Gimnasia UNITO» è il testo del tweet postato dall’account @GimnasiaLat.
ADUNATA DI MASSA Il messaggio, diventato virale sui social network, ha ottenuto lo scopo. In migliaia hanno pianto, marciato e chiesto giustizia per Lolo. E mentre si piangeva, si marciava e si esigeva una inchiesta seria, a pochi chilometri da El Bosque, veniva comunicato l’esito dell’autopsia: la morte di Regueiro è stata causata da «un arresto cardiaco non traumatico, come emerso dopo rigorosi studi istopatologici». “De la cuna hasta el cajón”, dalla culla alla tomba con il Gimnasia. Giustizia per Lolo, basta morti di stadio.
Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO