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    Palermo e Brunori: la stessa crisi

    TORINO – In estate, il Palermo era considerata dalle agenzie di scommesse la prima favorita per la promozione in A. Dopo 8 giornate, i rosanero di Alessio Dionisi sono invece noni, a 8 punti dalla capolista, il Pisa di Filippo Inzaghi. Ancora presto per parlare di fallimento, con 32 turni da giocare. Ma la strada sembra essere quella, considerato che siamo a metà ottobre e il Palermo non ha ancora vinto una partita in casa, quando imporsi con regolarità al Barbera dovrebbe essere il pilastro su cui fondare in ritorno in quella Serie A che per i colori rosanero manca dal 2017. Un dato potrebbe rassicurare: il Palermo, con soli 7 gol al passivo, ha la miglior difesa della B, assieme all’imbattuto Spezia di D’Angelo. Il problema è che Dionisi ha uno dei peggiori attacchi: 8 reti segnate, soltanto Reggiana, Catanzaro, Carrarese e Cosenza ne hanno realizzate meno (7). Questo è il dato più preoccupante che tiene in ansia tutto il clan rosanero, a iniziare dal primo tifoso del Palermo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In passato, in visita in città e al suo club del cuore, non ha mancato di incontrare la squadra che da quando è stata rilevata da City Football Group, cioè dal Manchester City, il club più potente e importante al mondo, avrebbe dovuto dominare la B senza colpo ferire. E invece siamo alla terza stagione di fila in Serie B e continuando così, l’obiettivo pare destinato a fallire anche quest’anno. Ma se la squadra non segna, è anche perché in estate la società non ha sciolto l’equivoco Brunori, anzi, forse l’ha creato. Il bomber italo-brasiliano è in rosanero dal 2021 e nelle ultime tre stagioni è stato il munifico capocannoniere della squadra (in rosanero è a 60 reti in 116 presenze). Poi, cosa è successo? Anche se alla fine non si fece nulla perché il Palermo chiedeva troppo,  nei mesi estivi era trapelata una certa voglia, da entrambe le parti probabilmente, di chiudere il rapporto. Erano le scorie nate dopo la mancata promozione in A, il Palermo la scorsa primavera è stato eliminato in semifinale playoff dal Venezia, poi salito in A, dopo aver fatto fuori la Sampdoria di Pirlo al turno preliminare. Fatto sta che in questa annata, Brunori è l’ombra di se stesso, ha segnato una sola rete, su rigore, nella vittoria per 1-3, al Menti di Castellammare, sulla rivelazione Juve Stabia. Questo perché Brunori non è più il leader della squadra, in questa B ha raccolto 8 presenze per 365′ giocati con Dionisi che ha dato gradualmente più centralità al francese Thomas Henry, classe 1994 come Brunori, giunto in estate dal Verona in prestito, ma anche lui con le polveri bagnate (8 presenze, un solo gol sempre nella vittoria di Castellammare, 377’ giocati). Solo che la situazione, prima della sosta per le nazionali, si è ulteriormente ingarbugliata per la sconfitta interna ad opera della Salernitana con cui il Palermo è andato alla pausa: stavolta Brunori è tornato ad essere titolare, la staffetta con Henry è avvenuta al 63’ ma la frittata è arrivata lo stesso. Anche perché in avanti ci si attendeva molto da un altro francese, Jeremy Le Douaron che di mestiere dovrebbe fare l’ala sinistra ma che in estate era stato presentato anche come il possibile attaccante-principe del Palermo, tanto più che arriva dalla A francese ed è stato l’acquisto più oneroso (sui 4 milioni). Ma ad oggi, siamo a 4 presenze anonime (per usare un eufenismo) in B con 165’ di gioco. Insomma, nei prossimi due mesi abbondanti di campionato, tutto l’attacco rosanero sarà sotto esame (e meno male che per gli strappi sulla fascia c’è sempre Di Mariano, il nipote di Totò Schillaci, che non tradisce mai). Però se la squadra non decolla – alla ripresa il Palermo sarà di scena a Modena – e Brunori non riesce a riaffermare la sua leadership sulla piazza, quella cessione che non è arrivata in estate, potrebbe giungere nella sessione di mercato di gennaio 2025. LEGGI TUTTO

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    Inter nella bufera: Dimarco e Acerbi esultano in faccia a Henry! E Frattesi…

    Dimarco, Acerbi e Frattesi: cosa è successo
    Proprio in occasione questo episodio ha fatto discutere il comportamento di Federico Dimarco e di Francesco Acerbi. L’esterno (che nel Verona ha anche giocato nella stagione 2020/2021) e il difensore nerazzurri, subito dopo l’errore, hanno infatti deciso di correre ad esultare in faccia all’attaccante francese, che intanto era disperato per aver sciupato l’ultima occasione della partita. In ogni caso, Henry non si è scomposto e non ha minimamente reagito alla provocazione del suo avversario. Tra le altre cose, prima che l’attaccante calciasse dagli 11 metri, le telecamere hanno inquadrato Frattesi mentre calpestava il dischetto del calcio di rigore. LEGGI TUTTO

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    Henry duro con Mbappé: «Il club conta più del giocatore!»

    TORINO – Praticamente ogni giorno che passa la relazione tra Kylian Mbappé e il Paris Saint-Germain sembra logorarsi un po’ di più, sembra essere un romanzo infinito a cui, quasi quotidianamente, viene aggiunto un nuovo capitolo. In Francia e non solo, nelle ultime ore, si sta facendo un gran parlare dell’irrigidimento del numero 7 e del suo continuo polemizzare con il club nonostante abbia rinnovato il suo contratto con il Psg solamente la scorsa estate. Il motivo delle polemiche? La decisione di Christophe Galtier di impiegarlo in posizione di prima punta, non il ruolo prediletto dal crack di Bondy. Aggiungete a tutto ciò che le ottime prestazioni sfoderate in questo inizio di stagione da Lio Messi e Neymar Júnior hanno eroso e non poco la leadership dell’attaccante francese. Resta da capire se, realmente, Mbappé insisterà per cambiare aria dopo il Mondiale in Qatar, approfittando della finestra di mercato di gennaio.
    Aspre critiche Chi non ha gradito l’atteggiamento del bomber nato nell’hinterland di Parigi è stato Thierry Henry, che senza mezzi termini lo ha criticato aspramente: «A nessuno piace essere costretto a esprimersi in ciò in cui non sei bravo, essere esposto a qualcosa che rischia di minare la credibilità, che può offuscare la luce. C’è, però, qualcosa che è più grande di tutto e di tutti ed è il bene della squadra, la gloria e il successo del club. Hanno fatto sentire a Kylian che il club sta sopra a qualsiasi altra cosa e il fine ultimo è il successo della squadra oppure i dirigenti del Psg hanno lasciato credere a Mbappé che, in cima a tutto, al di sopra di ogni altra cosa ci fosse lui?», attacca l’ex attaccante dell’Arsenal in un’intervista rilasciata a CBS Sports. Per far capire meglio la situazione Henry ha voluto tracciare un parallelo sulla attuale situazione di Mbappé e su quella che ha vissuto lui in prima persona ai tempi del Barcellona: «Per rendervi più comprensibile la vicenda vi racconterò quanto successo a me quando ero in attività. Non mi è mai piaciuto giocare da prima punta oppure largo nel tridente, come mi veniva chiesto quando vestivo la maglia blaugrana. Non è che non lo sopportassi: lo odiavo proprio! Eppure l’ho fatto per la squadra. Sempre. Non mi andava giù di fare l’esterno alto a sinistra nemmeno dopo 100 partite e non so quanti gol realizzati con la maglia della Nazionale francese. Eppure lo facevo! Conta solo una regola: se l’allenatore ti chiede di fare qualcosa, lo fai, senza discutere».
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    Stasera Como-Brescia: è il Fabregas day

    TORINO – La 3ª giornata di Serie B si chiude stasera col derby lombardo Como-Brescia (ore 20.45), potrebbe essere il giorno dell’esordio in Serie B della stella spagnola Cesc Fabregas, 35 anni, per la prima volta è fra i convocati nei lariani. L’ex Campione del Mondo e d’Europa è sbarcato in Italia quasi un mese fa e col suo fisioterapista di fiducia ha seguito un programma atletico personalizzato, viene da un biennio nei francesi del Monaco in cui per infortuni ha giocato poco, serve attenzione. Stasera partirà dalla panchina, pronto a dire la sua in un Como che cerca ancora la prima vittoria, finora due pareggi con Cagliari in casa (1-1) e a Pisa (2-2), in entrambe le gare i lariani di Jack Gattuso (ancora assente per un’indisposizione, in panchina il vice Guidetti) si sono fatti raggiungere. Fabregas ha fatto un’autentica scelta di vita: ha scelto Como anche perché è vicina alla Svizzera, dove andranno i figli a studiare. Lui invece, è in Italia per studiare da allenatore o dirigente, anche perché è entrato nel capitale sociale del Como (assieme all’ex stella del calcio francese, Thierry Henry, anche lui stasera a Como) controllata dai fratelli Hartono, facoltosi indonesiani, sono la proprietà calcistica più ricca d’Italia.Como che dovrebbe schierare in mediana l’ultimo acquisto Faragò, per l’altro colpo di livello delle ultime ore, l’attaccante Cutrone, si attende il transfer dalla Federazione inglese mentre per la porta c’è la speranzaa di arrivare a Carnesecchi. Di fronte, un Brescia che dopo aver vinto nell’esordio, in casa col Sudtirol (2-0), viene dal tonfo di Frosinone (3-0). Cellino ha dichiarato chiuso il mercato e ha bloccato la vendita della punta Moreo che sembrava destinato al Pisa, il patron delle rondinelle non intende rinforzare una concorrente. Ma prima del 1 settembre, giorno di chiusura del mercato, potrebbe cedere al Toro il gioiello della difesa, Cistana, a suo tempo convocato da Mancini. Chi vince prova ad andare in scia delle due prime della classe, Genoa e Ascoli, in testa con 7 punti dopo aver vinto, rispettivamente, in casa di Pisa (0-1) e Palermo (2-3).Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Serie A, il pronostico di Roma-Venezia

    Serie A, penultima giornata di campionato. Allo stadio Olimpico va in scena il confronto tra la Roma di José Mourinho e il Venezia di Andrea Soncin.
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    Giallorossi favoriti, scopri il pronostico
    Per le quote non sembrano esserci dubbi su chi conquisterà i tre punti al novantesimo. I giallorossi in classifica hanno 34 punti in più dei veneti ed in casa con 25 reti segnate e 15 subite hanno fatto registrare 10 vittorie, 5 pareggi e soltanto 3 sconfitte.
    Il Venezia in trasferta non sembra dare le giuste garanzie, Henry e compagni lontano dal “Penzo” hanno alzato bandiera bianca in 12 match su 18.
    La Roma non vince da 4 gare consecutive ma davanti al proprio pubblico ha regalato per ben 9 volte il Parziale/Finale 1/1. Pellegrini e soci all’Olimpico ogni volta che hanno chiuso in vantaggio il primo tempo hanno poi sempre conquistato i tre punti al triplice fischio. LEGGI TUTTO

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    Può starci il Goal in Venezia-Lazio

    La classifica parla chiaro: la Lazio al momento ha 11 punti in più del Venezia, un divario enorme che però non trova riscontro nell’andamento “casa/fuori” delle due squadre. I biancocelesti infatti con una partita disputata in più in trasferta (9 match) hanno totalizzato lo stesso numero di punti (8) ottenuto dai veneti nelle prime 8 gare interne.
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    Piccoli problemi esterni
    La Lazio in casa non teme rivali, con 25 gol segnati viaggia a una media di 2,77 reti a partita (6 vittorie, 2 pareggi e 1 sola sconfitta). In trasferta invece Pedro e compagni vedono la loro media realizzativa scendere fino a 1,22 (11 gol in 9 gare). Undici sono anche le reti segnate dal Venezia in casa. Henry e soci nelle precedenti 4 gare disputate nei lidi amici sono rimasti a secco soltanto contro l’Inter. I veneti hanno realizzato un gol alla Juventus (1-1), tre nella sconfitta con il Verona (3-4) e tre nelle vittoria con la Roma (3-2). L’undici di Sarri parte favorito ma occhio alle sorprese, il “Goal” può rispondere presente al novantesimo. LEGGI TUTTO