DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI) – Il Milan prosegue la preparazione a Dubai in vista del ritorno in campo previsto il prossimo 4 gennaio contro la Salernitana alle 12.30 all’Arechi. I rossoneri, dopo aver superato il Lumezzane 3-2 in rimonta nell’amichevole a Milanello, sono volati negli Emirati, dove affronteranno Arsenal (oggi, martedì 13 dicembre, alle ore 15) e Liverpool (venerdì alle ore 16-30) – entrambe le gare saranno visibili su DAZN -. Al rientro, prima del campionato, ci sarà poi anche la sfida in Olanda contro il Psv in programma giorno 30 dicembre alle ore 18.15. A Dubai c’è anche Zlatan Ibrahimovic, out per infortunio dalla fine della scorsa stagione. Il gigante svedese lavora per recuperare prima possibile e dare una mano ai propri compagni nella seconda parte di stagione. Ai microfoni di Sky, in una lunga intervista, ha affrontato diversi temi: dalla lotta scudetto alla finale di Supercoppa italiana in programma Riyad contro l’Inter il prossimo 18 gennaio.
Come stai?
“Sto bene, sto migliorando. Sto seguendo il mio protocollo, ogni giorno che passa sto migliorando”.
È passato un po’ di tempo dalla tua ultima partita. Come hai aiutato la squadra in questo periodo?
“Quando ci sono le partite si vede molto che sono vivo in panchina. Sto provando ad aiutare la squadra in tutti i modi, ma quando non sei in campo non è facile. Ci sto provando in ogni modo a dare motivazione, adrenalina, spingendo i compagni a fare meglio soprattutto quando sbagliano. Ma la squadra sta facendo molto bene, al momento siamo secondi e siamo cresciuti tanto: quelli che erano giovani si sono assunti più responsabilità e sono diventati più maturi, mentre chi era qua quando abbiamo vinto sa cosa si deve fare per vincere ancora”.
Cos’è che ti è mancato in questi ultimi mesi?
“Alla squadra manca Ibra e a Ibra manca la squadra. Manca tutto, quando sei in campo è tutta un’altra cosa: c’è l’adrenalina, il pubblico, l’odore del campo, i duelli. Manca sentirsi vivo dentro il campo. Non posso spiegare la sensazione che c’è in campo, quando si smette non c’è più quell’adrenalina che è difficile da trovare altrove. È tutto questo che mi manca, ma quando mi sono operato mi sono detto che devo avere pazienza perché poi la soddisfazione sarà ancora più grande e sarà tutto più bello. Al momento, però, serve solo pazienza”.
Hai deciso di operarti nel momento in cui avete vinto lo scudetto o avevi già deciso prima?
“Ho deciso di operarmi per la mia salute, per stare bene, non per giocare. Non stavo bene, negli ultimi sei mesi stavo veramente male e chi è dentro la squadra e lavora con noi sapeva quale fosse la situazione. Purtroppo non si poteva parlare di questa cosa perché la squadra era in una situazione delicata, potevamo vincere lo scudetto e soprattutto io non volevo che si parlasse di questa cosa per una questione di rispetto per me e per la situazione. Non volevo che qualcosa potesse disturbare la squadra in un momento così importante o potesse portare negatività. Abbiamo deciso poi con l’allenatore, il club e lo staff medico di fare l’operazione dopo l’ultima partita. A quel punto abbiamo fissato l’obiettivo, stare bene per poi riprendere a giocare a calcio”.
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