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    Milan, Ibrahimovic infiamma i tifosi sui social. E su Mbappé e Haaland…

    MILANO – A Ibrahimovic basta anche un semplice post su Instagram per incendiare i cuori dei tifosi del Milan. Se poi in questo mette in mostra il suo fisico da urlo e i progressi in allenamento, ecco allora che il gioco è fatto e che l’attesa per il suo ritorno diventa sempre più alta, come confermato dall’innumerevole quantità di messaggi di risposta che propongono l’emoticon delle fiamme. Zlatan ha dato un nuovo aggiornamento sul suo stato di forma, usando come didascalia un semplice “Just wait”, cioè “Basta aspettare”. Ancora un altro po’, insomma, e il Diavolo potrà contare di nuovo sul suo leader in campo e fuori. LEGGI TUTTO

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    Milan, Ibrahimovic al Policlinico San Donato: visita a bimbi in cura

    MILANO – Tanti sorrisi e grandissime emozioni tra i bimbi del reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’Irccs Policlinico San Donato (Gruppo San Donato) questo pomeriggio quando hanno ricevuto la visita di Zlatan Ibrahimovic. Il fuoriclasse svedese del Milan ha regalato momenti di serenità tra i piccoli tifosi, portando in dono anche magliette autografate e posando per foto ricordo. Un pomeriggio da sogno per i bambini che hanno potuto incontrare e conoscere uno dei campioni più amati e idolatrati del mondo del pallone. Ibrahimovic, che sta recuperando dall’operazione al ginocchio, resta comunque al fianco della comunità di Milano per iniziative come quella odierna. L’evento – si legge nella nota della struttura meneghina – è stato promosso da Gsd Foundation, fondazione non profit del Gruppo San Donato che propone tra le sue innumerevoli attività attività anche progetti volti all’umanizzazione delle cure. LEGGI TUTTO

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    Milan, visita di controllo al ginocchio per Ibrahimovic: l'esito

    MILANO – Prosegue positivamente il percorso di riabilitazione di Zlatan Ibrahimovic verso il ritorno in campo. Il 40enne attaccante svedese del Milan, fa sapere la società rossonera, è stato visitato a Lione dal dottor Bertrand Sonnery Cottet. Il controllo, a tre mesi dall’intervento chirurgico del ginocchio sinistro è andato bene e il giocatore continuerà il suo percorso riabilitativo come da programma. Il suo ritorno in campo dovrebbe avvenire dopo la sosta per il Mondiale in Qatar. LEGGI TUTTO

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    Ibra: «Non mi ritiro, altrimenti il calcio muore»

    «Non mi ritirerò mai. Se e quando mi ritirerò, il calcio sarà morto». Sullo sfondo le meraviglie della Sardegna, in primo piano lui, Zlatan Ibrahimovic, 41 anni da compiere e una voglia matta di tornare a incidere il proprio marchio su un campo di gioco. L’attaccante del Milan campione d’Italia risponde dalle vacanze alle curiosità dei tifosi, disteso su un lettino davanti a un panorama semplicemente mozzafiato, mentre si nota chiaramente uno strumento sanitario applicato a protezione del ginocchio sinistro operato a fine giugno a Lione dal dottor Bertrand Sonnery-Cottet, lo stesso luminare con il quale Paul Pogba si consulterà per capire se intervenire o meno sul menisco lesionato. Ibra sorride e, anche se non può giocare, gli bastano due parole scambiate sui social con i followers – che lui ama chiamare «believers» – per dare un segnale, di quelli che infiammano la passione del popolo rossonero, già al top dopo l’ultimo scudetto. «Gigio, non ti agitare – dice poi Zlatan a Gianluigi Donnarumma che s’era collegato nel frattempo alla diretta Instagram -. Ci sono troppe persone che ci stanno guardando, stai tranquillo». Tempo di scherzi, tempo di gag con il portiere del Paris Saint-Germain, per l’occasione “soprannominato” «nasone». Ibra, anche senza un pallone, sa dare una marcia in più. LEGGI TUTTO

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    Ibra-Milan per sempre: anno in campo e poi dirigente

    MILANO- La volontà del Milan e Zlatan Ibrahimovic è quella di andare avanti insieme ancora per un anno, ma con un ruolo rivisto e modificato per quanto riguarda l’aspetto tecnico, sempre lo stesso a livello di leadership dentro lo spogliatoio. Salvo complicazioni, Ibrahimovic perderà “solo” tre mesi di stagione ovvero quelli che vanno da agosto a novembre dove il Milan giocherà ben 21 partite tra campionato e girone di Champions League. I dialoghi tra Ibrahimovic e Paolo Maldini sono stati costanti e continui nel corso degli scorsi mesi e Ibrahimovic sa che non può più essere la stella in campo di questo Milan che, oggettivamente, senza di lui sul rettangolo di gioco con costanza ha vinto lo scudetto. Questione di ritmo e di condizione fisica, ma è tra le sacre mura degli spogliatoi di Milanello che Zlatan fa ancora la differenza. Non vola una mosca se deve dire qualcosa e questo suo supporto al lavoro di Stefano Pioli è stato fondamentale per la crescita di tanti giocatori, che lo indicano sempre come l’esempio da seguire per arrivare ad alti livelli. Nel corso delle prossime settimane, non appena arriveranno i rinnovi ufficiali di Maldini e Ricky Massara, il dossier Ibrahimovic verrà affrontato con il diretto interessato. Lo stipendio crollerà nettamente e sarà strutturato con una base fissa bassa più tutta una serie di bonus legati a presenze, obiettivi personali e di squadra. Potrebbe essere il suo ultimo anno da giocatore prima, chissà, di un futuro dirigenziale sempre dentro il Milan. Guarda la galleryLautaro oltre 100 mln, 3 Juve nei primi 10: i Top Serie A del Cies FOTO LEGGI TUTTO

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    Milan, un trionfo con tre firme speciali: Maldini, Pioli e Ibrahimovic

    MILANO – Da “Una Poltrona per Due” a uno Scudetto per tre. Il trionfo del Milan, che torna Campione d’Italia dopo 11 anni di agognata attesa, ha tante firme e tanti padri, ma fondamentalmente è anche un sogno progettatto a tavolino, se mai i sogni potessero essere progettati. E’ la riproposizione plastica di una “visione”, o meglio di un duro lavoro, quello portato a termine grazie al giusto mix di competenza, lungimiranza, pazienza e coraggio. Un ritorno alla vittoria con tre firme in calce: quella di Maldini, simbolo, che già basterebbe, di appartenenza e competenza, quella di Pioli, paziente tessitore di un capolavoro “artigianale” e quella di Ibrahimovic, vero e proprio mental coach di un manipolo di ragazzi, ancor prima che trascinatore sul campo.
    Milan, festa in Piazza Duomo
    Sassuolo-Milan 0-3: Pioli vince lo scudetto
    Dici Maldini, pensi Milan
    E’ stato il figlio di papà Cesare il “regista occulto” di un trionfo inatteso, eppure reale e realmente perseguito attraverso scelte e decisioni, apparse a volte impopolari, ma verificatesi estremamente efficaci. L’addio a Donnarumma è stato il primo step della rivoluzione rossonera: la rinuncia al portierone protagonista del trionfo azzurro agli Europei, andato via a parametro zero, poteva essere un vero trauma, ma la scelta di Maignan si è rivelata come mai azzeccata e forse anche di più: tra parate e personalità, nessun rimpianto e anzi forse quel “segreto” che ha spinto il Milan verso il sognato Scudetto. Ma anche la perseveranza su Tonali, che aveva pagato oltremodo per la critica il “salto” dal Brescia, il lavoro psicologico fatto su Theo Hernandez, per renderlo consapevole delle sue capacità. Un Paolo Maldini semplicemente perfetto, che ora può davvero godersi il suo ruolo di eterna bandiera dopo la controversa parentesi di fine carriera, che ha rischiato di allontanarlo definitivamente da un Milan, che a occhio e croce non potrà più farne a meno.
    Guarda la galleryTrionfo Milan: Giroud e Kessie segnano i gol scudetto
    Pioli il “saggio”: calma e fiducia, fino alla vittoria
    Il coronamento di una carriera, a dispetto dell’aspetto già molto lunga, dal campo alla panchina, in un crescendo che lo ha consacrato come “santone” e non più come l’allenatore “che fa bene solo il primo anno”. Stefano Pioli ha resistito alla bufera Rangnick e alle critiche degli scettici, lavorando sul gruppo innanzi tutto, mantenendo un’invidiabile flessibilità nelle scelte da effettuare ogni volta a fronte degli infiniti imprevisti, senza mai una lamentela. E soprattutto, nella fase decisiva del campionato, infondendo nei suoi calma e furore, pazienza e consapevolezza, fino alla vittoria. Dalla creatività con la quale di volta in volta ha ridisegnato la squadra, alla rotazione continua in determinati ruoli, per ricavare sempre il 100% dai suoi giocatori, il capolavoro di Pioli è un elogio della semplicità, che però non va scambiata per banalità, perché da intendersi relativamente a quelle “scelte di campo”, troppo spesso scambiate per inestricabili equazioni.
    Ibra lo “sciamano”, capace di trasformati
    Il dodicesimo uomo in campo è stato lui: Zlatan Ibrahimovic, tornato al Milan non per svernare, ma per vincere. Lo svedese certo avrebbe immaginato di farlo a suon di gol e assist, ma quando l’anagrafe gli ha presentato il conto non si è minimamente posto il problema, trasformandosi in una figura fondamentale, capace comunque di tenere unite tutte le componenti della squadra rossonera, infondendo coraggio ai suoi compagni, cui ha spiegato per filo e per segno come vincere. Laddove non è arrivato con le gambe, ha fatto breccia con la mentalità, trasformando letteralmente la personalità del gruppo, spingendolo al limite e gestendone gli umori e le paure, trasformandole in sfrenate ambizioni.
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    Torino-Milan, Pioli con sette assenti: out anche Ibrahimovic

    CARNAGO (Varese) – Sono sette gli indisponibili in casa Milan in vista della trasferta contro il Torino in programma questa sera alle 20.45: oltre a Romagnoli, Florenzi e Kjaer, il tecnico rossonero Stefano Pioli dovrà rinunciare anche a Zlatan Ibrahimovic, che dà forfait per un sovraccarico al ginocchio sinistro, Bennacer, Rebic e Castillejo, tutti indisponibili per un affaticamento muscolare e non partiti per il capoluogo piemontese con il resto della squadra. LEGGI TUTTO