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    Messi il sogno dell’Inter? Ecco cosa diceva Conte

    La rottura forse definitiva è arrivata martedì sera, quando Leo Messi ha comunicato al Barcellona la volontà di rescindere il contratto. Un terremoto che ha portato immediatamente alcuni club sulle sue tracce. Nonostante le parole della dirigenza blaugrana (“la sua cessione non è neanche contemplata”), il futuro del fuoriclasse argentino appare lontano dal Camp Nou. E tra le squadre che sognano di accogliere la Pulce c’è anche l’Inter di Suning: “Zhang ci ha provato o ci proverà” aveva dichiarato l’ex patron Moratti nei giorni scorsi. Le parole dell’ex agente di Messi, Josep Maria Minguella, che si è detto sicuro sull’acquisto da parte del club nerazzurro hanno rafforzato il concetto: “Andrà all’Inter. In Italia si pagano meno tasse, non a caso in Serie A gioca Cristiano Ronaldo”. A distanza di un mese torna invece a riecheggiare la conferenza stampa di Antonio Conte dopo la vittoria sul Genoa per 3-0: “Messi? Stiamo parlando di fantacalcio, stiamo parlando di situazioni che in questo momento non sono accostabili all’Inter per tantissimi motivi. Non penso ci sia un pazzo al mondo che non voglia Messi però sono situazioni che sono veramente molto lontane dall’Inter, da quello che si sta facendo, da quello che si sta cercando di fare e costruire. Noi abbiamo bisogno di creare una base solida. È fantacalcio e quando c’è fantacalcio la squadra che viene accostata è sempre l’Inter”. LEGGI TUTTO

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    Conte resta all'Inter: è ufficiale

    SOMMA LOMBARDO (Varese) – In una villa nel varesotto si è svolto il tanto atteso incontro fra Antonio Conte e Steven Zhang, il cui esito ha portato alla conferma del tecnico salentino sulla panchina dell’Inter per la stagione 2020-2021. L’ex allenatore di Juve, Nazionale e Chelsea ha esposto al presidente nerazzurro e alla dirigenza al completo (erano infatti presenti al summit anche Marotta, Ausilio, Antonello e l’avvocato Capellini) le ragioni dei recenti malumori, manifestati pubblicamente al termine del campionato e dopo la finale di Europa League persa contro il Siviglia. Nessun ribaltone in seno alla dirigenza, tutti confermati al proprio posto, mentre tramonta la candidatura di Massimiliano Allegri, a un passo dall’ereditare la panchina di Conte per la seconda volta in carriera dopo l’avvicendamento alla Juve nell’estate del 2014. 
    Inter, il summit tra Conte, Zhang e la dirigenza
    L’incontro ha avuto inizio intorno alle ore 15 e il tecnico, l’ultimo ad arrivare, si è presentato senza il proprio avvocato accanto. Dopo un paio d’ore il luogo del summit, che doveva restare segreto, è stato preso d’assalto da un nutrito gruppo di tifosi. Intorno alle 18 il falso allarme: la macchina di Conte è stata vista andar via, ma alla guida non c’era il tecnico salentino, bensì uno dei suoi autisti. Si è andati avanti senza sosta per circa trenta minuti, quando l’ex allenatore della Juve ha lasciato la villa dalla nona uscita, mentre Zhang si è trattenuto al telefono parlando in viva voce. L’epilogo è stato rendicontato dal sito ufficiale dell’Inter, attraverso un comunicato: “L’incontro di oggi tra il Club e Antonio Conte è stato costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia. Con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto”. LEGGI TUTTO

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    Inter, Zhang ha il jolly per Conte: Petrachi come nuovo ds

    MILANO – È il giorno della verità per l’Inter. Dal colloquio tra Steven Zhang e Antonio Conte si capirà se potrà continuare il tempestoso matrimonio tra l’allenatore e il club nerazzurro. Una “mission impossible” quella che si è dato il presidente, dopo che Suning ha espresso molta preoccupazione per il rischio di dover predisporre una “finanziaria” per mantenere a libro paga Spalletti (9 milioni i costi per il club), liquidare Conte (che, nella prossima stagione, prenderà 12 milioni) e stipendiare Massimiliano Allegri, il quale difficilmente – sapendo quanto guadagna il collega – si muoverà per meno di 8 milioni annui (il doppio per i conti societari). Non solo per questo Zhang proverà a salvare un rapporto in frantumi: il divorzio, oltre a non essere capito dalla stragrande maggioranza dei tifosi, porterebbe a inevitabili ripercussioni sulla squadra che, nelle finali di Europa League, è apparsa un corpo unico con il suo allenatore. La situazione cambierebbe se fosse Conte a fare un passo indietro, ma risulta difficile pensare che possa dimettersi lasciando sul tavolo, a cuor leggero, una montagna di soldi, oltre all’ambizione di poter strappare lo scudetto alla Juve nella stagione che verrà.
    Inter, Moratti sul futuro di Conte: “Ha fatto bene ma decide Suning”

    Questione ds
    In questo quadro già di per sé complicato, si innesta la ricca offerta arrivata dalla Roma a Piero Ausilio, messo in ombra dallo sbarco di Marotta all’Inter, ma legato da un rapporto di grande stima con Zhang che gli ha allungato il contratto fino al 2022 nonostante tra il direttore sportivo e Conte il feeling fosse sottozero. Il presidente potrebbe trovarsi costretto a sostituire due figure chiave nell’area tecnica, allenatore e ds, da qui l’ultima idea nata in questi giorni alquanto convulsi: ingaggiare Gianluca Petrachi – attualmente senza squadra dopo le esperienze alla Roma e al Torino -, ovvero un ds legato a Conte da una solidissima amicizia. Potrebbe essere quel “parafulmine” chiesto dall’allenatore dopo che questi aveva denunciato il fatto di essersi sentito poco protetto durante la stagione. […]
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    Inter, Allegri ha due assi da calare

    L’Inter ha fretta di definire la pratica Conte e programmare il futuro con un nuovo allenatore in panchina in caso di rottura con l’ex ct. Per questo l’incontro tra il tecnico salentino e Steven Zhang dovrebbe svolgersi già nel tardo pomeriggio di oggi. Non c’è tempo da perdere per chiudere la pratica Conte e in caso di fumata nera trovare l’accordo con Massimiliano Allegri, il candidato numero uno (probabilmente l’unico) per succedere a Conte, come successo sei anni fa alla Juventus.

    Modulo preferito
    Allegri attende l’evoluzione della situazione. Ed è pronto ad affrontare questa sfida ancora più compressa nei tempi rispetto a quella che ha vinto in bianconero. La nuova stagione per l’Inter inizierà nei primi giorni di settembre. Non è ancora stata fissata la data precisa del raduno, ma ai giocatori sono stati concessi circa dieci giorni di vacanza dopo la finale di Europa League di venerdì scorso. Allegri ha un vantaggio rispetto all’estate del 2014. Il modulo più indicato per questa Inter è proprio quello praticato dall’allenatore livornese al debutto in Serie A con il Cagliari nella stagione 2009-10: il 4-3-1-2, utilizzato anche al Milan nell’annata successiva, quello dello scudetto in rossonero. Il sistema di gioco con il trequartista è il più logico per la formazione nerazzurra perché permetterebbe di migliorare il difficoltoso inserimento di Eriksen (sempre centellinato da Conte dopo l’acquisto dello scorso gennaio). Inoltre consentirebbe di salvaguardare la coppia gol formata da Lukaku e Lautaro, sempre che l’argentino resti in nerazzurro di fronte al corteggiamento del Barcellona, alle prese con la variabile Messi grande sponsor del connazionale.
    Ancora Nainggolan
    Curiosamente nel 4-3-1- 2 di Cagliari talvolta il trequartista di Allegri era un certo Radja Nainggolan che dieci anni dopo è in bilico proprio tra la formazione rossoblù e l’Inter.
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    Brozovic, tifosi dell’Inter furiosi per un commento sui social

    Il futuro dell’Inter si gioca martedì. Tra due giorni infatti è previsto l’incontro tra Antonio Conte e il presidente nerazzurro Steven Zhang, da cui si capirà se davvero ci sono le possibilità per andare avanti insieme. Probabilità che, ad oggi, sembrano ridotte al minimo. Il nome in pole per sostituire Conte rimane quello di Massimiliano Allegri, in una staffetta come ai tempi della Juventus nel 2014, quando il livornese subentrò a ritiro già iniziato dopo l’addio dell’allenatore pugliese. La delusione in casa Inter per il ko di Europa League contro il Siviglia non è ancora passata e coinvolge, soprattutto, i diretti protagonisti. Uno su tutti, Marcelo Brozovic. Il centrocampista croato è tornato protagonista sui social. Prima ha messo il suo “like” alla notizia proveniente dalla Germania dell’interessamento da parte del Bayern, poi a un tifoso che si augurava per lui un futuro lontano da Milano, ha risposto con un eloquente “Speriamo” accompagnato dalla sua solita emoji e scatenando le reazioni stizzite dell’intero popolo nerazzurro.
    Lo stile Zhang e le medaglie tolte dal collo
    I tifosi consolano Lukaku sui social LEGGI TUTTO

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    Inter, i tifosi consolano Lukaku sui social: #WeLoveYouRom è virale

    TORINO –  ”We Love You Rom”, ”Ti amiamo Rom”. È l’hashtag che sta spopolando su Twitter tra i tifosi dell’Inter, rilanciato anche dalla stessa società nerazzurra per dimostrare la vicinanza a Romelu Lukaku, sfortunato protagonista nella finale di Europa League. Una sua deviazione, sulla rovesciata di Diego Carlos, ha infatti regalato al Siviglia il gol del decisivo 3-2, dopo aver sprecato la palla per il vantaggio. Il modo peggiore per Lukaku per concludere una stagione da record, in cui ha segnato 34 gol come Ronaldo alla sua prima annata in nerazzurro, con la 34/a rete segnata proprio nella finale con il Siviglia per il momentaneo 1-0 che aveva illuso i tifosi.
    Il silenzio social di Lukaku
    Dopo il ko Lukaku, che ha anche disertato la cerimonia di premiazione, si è chiuso in un silenzio social strano per lui, sempre abituato ad essere protagonista sul web. Da qui la scelta dell’utente di Twitter PeppinInter e dei tifosi interisti di lanciare un hashtag, diventato primo in tendenza, per stare vicini al proprio bomber.
    Lukaku: “Amo l’Inter da quando ero piccolo”
    “Quest’anno siamo cresciuti molto come squadra ed è un onore rappresentare un club che ho amato sin da quando ero bambino. Sì, quello che è successo in finale mi ha fatto inc…, ma reagirò. Una cosa sicura è che l’Inter non è morta e quest’esperienza ci renderà migliori come squadra”. Romelu Lukaku rompe così il silenzio, dopo il ko nella finale di Europa League, con un post su Instagram. “C’è unione e stiamo andando nella giusta direzione. Ai tifosi voglio dire grazie per essere così di aiuto ogni partita o in trasferta, vi voglio bene. Ho apprezzato i messaggi ricevuti. Torneremo, sempre forza Inter”, ha concluso il bomber belga. LEGGI TUTTO

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    Godin dopo il ko in Europa League: “L'Inter crescerà, è solo una pausa”

    MILANO – Diego Godin vede il bicchiere mezzo pieno, all’indomani del ko dell’Inter nella finale di Europa League contro il Siviglia: “Finisce una stagione intensa e diversa nel calcio – le parole del difensore uruguaiano su Instagram – per tutto quello che è successo nel mondo, mentre continuiamo a lottare per tornare alla normalità. Ci sarebbe piaciuto tanto vincere e regalare il trionfo ai nostri tifosi, ma non è stato possibile. Spero che vi sentiate comunque orgogliosi del lavoro e lo sforzo fatto in campo ieri e per tutta la stagione”. 
    Godin: “Ricarichiamo le batterie per tornare con più voglia”
    “Questa è solo una pausa nel percorso”, assicura l’uruguaiano, ieri autore del gol del provvisorio 2-2. “Un percorso – aggiunge – che questa squadra ha intrapreso per continuare a crescere e per raggiungere gli obiettivi che merita la storia di questa società”. “Adesso ci riposiamo e carichiamo le batterie per tornare con ancora più voglia ed entusiasmo”, conclude il ‘Faraon’. LEGGI TUTTO

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    Inter, l'infrangibile tabù di Conte

    Beffardo, crudele, inappellabile. Il verdetto di Colonia castiga l’Inter oltre i suoi demeriti, assegna allo splendido Siviglia la sesta Coppa Uefa/Europa League della sua storia, conferma la maledizione di un trofeo che il calcio italiano non vince da ventun anni e la Beneamata da ventidue, ostenta ancora una volta l’infrangibile tabù europeo che perseguita Antonio Conte. Con la Juve, nel 2013 era stato eliminato nei quarti di Champions League dal Bayern e, nel 2014, era arrivato alla semifinale della competizione venendo eliminato dal Benfica. Con l’Italia, nel 2016, è stato eliminato nei quarti dell’Europeo dalla Germania dopo i calci di rigore. Con l’Inter, nel 2019, è stato eliminato nella fase a gironi della Champions League e nel 2020 ha raggiunto la finale dell’Europa League, ma è stato sfortunatamente castigato proprio dal suo uomo migliore, il Grande Lukaku.
    Conte: “L’Inter deve pensare al futuro, con o senza di me”

    Non c’è bisogno dei bizantinismi regolamentari che spesso, inopinatamente, trasformano le autoreti in gol, per rimarcare come a punire i nerazzurri sia stata la maledetta, decisiva deviazione del belga sulla rovesciata di Diego Carlos. No, così no! Romelu ha tutto il diritto di prendersela contro questa beffa atroce. Proprio lui che ieri sera ha segnato il gol numero 34 di una stagione da record, eguagliando il Ronaldo della stagione ’97-’98, proprio lui che aveva avuto sui piedi una palla gol decisiva, ma ha commesso un errore raro e per giunta fatale. Il Siviglia ha pienamente meritato questo nuovo trionfo che esalta il gran calcio di Julen Lopetegui, sapientemente messo in pratica dai suoi uomini. I complimenti agli spagnoli devono essere pari alla loro bravura, ma anche l’Inter merita gli applausi perché da Colonia torna a testa alta.
    Siviglia-Inter 3-2: Godin e Lukaku non bastano, festa spagnola
    Dice bene Handanovic: le sconfitte insegnano molte cose, l’esperienza internazionale ai massimi livelli si matura anche perdendo una finale di Europa League contro la squadra che ne ha vinte più di tutti. Quest’Inter ha un futuro: deve mandare a memoria gli errori commessi e farne tesoro. Tre gol ha preso dagli spagnoli come tre gol aveva preso dal Borussia Dortmund il 5 novembre, quando era stata eliminata dalla Champions. Ed è paradossale prenderne atto, a proposito di una squadra che ha firmato 113 gol in stagione (con 19 marcatori diversi), soltanto tre in meno rispetto ai 116 dell’Atalanta e di una difesa prima del Siviglia perforata una volta sola in agosto fra Getafe, Bayer e Shakhtar. La lezione di Colonia è severa, ma l’Inter sa che riprovarci è un dovere. LEGGI TUTTO