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    Inter, c’è da sistemare il bilancio: 60 milioni da trovare

    MILANO – Il 26 ottobre 2018, quando Steven Zhang è diventato presidente, aveva annunciato che il club avrebbe puntato ai migliori tra dirigenti, allenatori e giocatori. Parole che non sono rimaste lettera morta, considerato che il suo primo colpo è stato Beppe Marotta, l’architetto dei trionfi bianconeri, chiamato da Suning a fare altrettanto in nerazzurro. All’epoca dei fatti, gli orizzonti erano molto diversi, considerato che il governo di Pechino favoriva ancora gli investimenti cinesi nel calcio in Europa e le ambizioni erano altissime. Il vento è poi cambiato, ma l’amministratore delegato, pur non avendo più in mano la fuoriserie che gli era stata consegnata, è ugualmente riuscito nell’obiettivo: riportare l’Inter ai fasti morattiani. Con la Supercoppa vinta a Riad, per Marotta è il 4° trofeo milanese, dove – almeno a livello italiano – ha già completato la collezione una stagione fa (allo scudetto conquistato da Antonio Conte, si erano aggiunte Coppa Italia e Supercoppa portate in dote da Simone Inzaghi). Un percorso virtuoso che fa da trait-d’union con gli anni bianconeri, in cui Marotta ha messo in fila, prima dell’addio nell’autunno del 2018, sette scudetti, quattro Coppe Italia e tre Supercoppe di Lega. Una fama di “vincente seriale” sempre più cementata dai risultati: anche per questo nei giorni del ribaltone societario a Torino, più di un tifoso bianconero sognava il ritorno dalla porta principale dell’amministratore delegato. Il quale, invece, forte del contratto firmato con l’Inter fino al 2025, si è posto entro la fine del mandato come obiettivo primario la conquista della seconda stella che lo porterebbe (e porterebbe Suning) nella storia del club e pure del calcio italiano.Guarda la galleryInter, il rientro a Milano e i festeggiamenti sull’aereo con la Supercoppa LEGGI TUTTO

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    Milan-Inter, le pagelle: Dzeko da incorniciare, Tomori disarmato

    Para quello che può parare, non è certo lui l’anello debole della difesa rossonera. Reattivo nel primo tempo su Dzeko e Dimarco, due interventi che illudono la gens milanista.

    CALABRIA 5

    Dalla sua parte Dimarco detta legge per un tempo. Timido anche quando si tratta di affacciarsi nella metà campo avversaria. Dest (34’ st) ng.

    KJAER 5.5

    Era il talismano, ma anche lui viene travolto dalle distrazioni generali. Si riprende facendo leva sull’esperienza, energico nel corpo a corpo con Martinez nel cuore dell’area. Kalulu (19’ st) 5.5 Torna in campo dopo le amnesie di Lecce, ma non respira l’aria del riscatto.

    TOMORI 4

    I pericoli veri arrivano dalle fasce e non al centro, ma fa mancare la sua consueta vigoria fi sica, soprattutto quando Lautaro Martinez lo beffa siglando il gol che chiude i giochi.

    HERNANDEZ 4

    Quando gli sfilano alle spalle, sono sempre dolori. E nel momento in cui allunga la falcata, perde il pallone che arma il contropiede nerazzurro che, solo per caso, non sfocia in gol.

    TONALI 6

    Resta una garanzia anche nelle serate meno brillanti, nel primo tempo è l’unico a prendere per mano la squadra e avanzare il raggio d’azione. Su Dzeko fa una brutta fi gura, certo, ma non toccava a lui quella copertura…

    BENNACER 6

    L’inferiorità numerica a centrocampo ne esalta lo spirito agonistico, soprattutto in avvio di secondo tempo. Ci prova più volte dal limite, il pallone viaggia spedito ma lontano dalle coordinate giuste.

    MESSIAS 5

    C’è, però si vede a sprazzi, vive nell’incertezza tra chi non ha ancora deciso se attaccare o difendere. Origi (29’ st) 5 Non può fare molto per raddrizzare la tremebonda macchina rossonera, comunque non ci prova nemmeno.

    DIAZ 5.5

    Lotta con tutte le energie che ha in corpo, eppure dovrebbe fare la differenza con la tecnica. Sul piano della volontà non si discute, però invece che cercare i corridoi per farsi lanciare, si lascia anestetizzare dall’attenta copertura avversaria. De Ketelaere (29’ st) ng Tocca un paio di palloni, ma non è questa l’ambientazione migliore per risollevare la testa. Inutile infi erire con un’altra insufficienza.

    LEAO 5

    Quando si accende, i nerazzurri devono cominciare a corrergli dietro. Cerca insistentemente il tiro, nell’unico nello specchio trova un attento Onana. Rientra nella categoria dei giocatori che fanno trattenere il respiro a un intero stadio quando il pallone fi nisce tra i loro piedi, ma a Riad l’effetto successivo, è quasi sempre un rimpianto collettivo.

    GIROUD 5.5

    Generoso come sempre, il Mondiale non lo ha spremuto come qualcuno sospetta, quello che gli manca è la materia prima, cioè palloni giocabili dentro l’area avversaria. Rebic (34’ st) ng.

    ALL. PIOLI 5

    I blackout difensivi restano una costante di questo avvio di 2023, a zavorrare ogni partita. Questo è l’ennesimo derby nel quale si fa imbrigliare in un copione nel quale a ogni passaggio sbagliato in impostazione, fa il paio un’azione pericolosa dell’Inter. La parola crisi ora diventa una fastidiosa appendice alla stagione. LEGGI TUTTO

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    Milan-Inter, Inzaghi re di Supercoppa: “Sono qui per vincere trofei”

    RIAD (Arabia Saudita) – 4 su 4, Simone Inzaghi entra nell’olimpo degli allenatori che hanno conquistato per più volte la Supercoppa Italiana e grazie al 3-0 della sua Inter contro il Milan raggiunge Capello e Lippi in questa speciale classifica. Al termine della finale di Riad, il tecnico nerazzurro commenta: “Fa piacere essere insieme a Capello e Lippi, fa paicere aver vinto coì contro un avversario di valore. Stasera festeggiamo e poi pensiamo alla prossima partita. Bisogna ringraziare anche i giocatori dello scorso anno che ci hanno portato fino a qui e i tifosi che sono arrivati qui”. Elogi per tutti da parte di Inzaghi che prosegue: “Serate così siamo abituati ad averne, stasera c’era qualcosa in più perchè giocavamo un derby in una finale, negli ultimi settantanni è capitato solo due volte e l’Inter aveva sempre perso. Sono orgoglioso di me, del mio staff e dei miei ragazzi”.Guarda la gallerySerie A, chi fa giocare i giovani in prima squadra: Juve sul podio
    Inzaghi: “Sono all’Inter per vincere trofei”
    “Si, siamo stati squadra. Abbiamo fatto una partita determinata, di attenzione, concentrazione. Le finali vanno giocate così”. Svela il segreto del successo il tecnico nerazzurro che a fine gara non riesce ad eleggere un personale man of the match: “Bravi tutti dal primo all’ultimo, dopo un 3-0 in una finale e in un derby non posso dire il migliore in campo”. Poi la chiusura con lo sguardo volto al futuro, ai prossimi impegni di Champions League e la rimonta in campionato per provare a riacciuffare il Napoli: “I ragazzi si meritano questo, noi siamo qui per aiutarli e per vincere trofei in una società come l’Inter. Stasera è giusto godersi questa vittoria, ma poi bisognerà subito tornare a pedalare”. LEGGI TUTTO

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    Supercoppa Milan-Inter, più che una finale: dall’Arabia parte la rincorsa al Napoli

    Obiettivi

    Discorsi che riguardano il futuro, il presente è milanese. In campo alle 20, per una partita che sa già di salvagente per la stagione per il Milan, un po’ meno per l’Inter. Stefano Pioli giunge da due settimane di prestazioni e risultati controversi, culminati con l’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia per mano di un Torino ridotto in dieci. Di conseguenza, un possibile traguardo è già stato tagliato fuori. Ne restano tre, con un bis in campionato reso complicato dalla cavalcata del Napoli, con un ottavo di Champions League contro un Tottenham sì malconcio, ma pur sempre Tottenham, e con una Supercoppa da conquistare. Simone Inzaghi parte da una posizione di forza per quanto riguarda gli obiettivi di stagione, tutti aperti. In Coppa Italia arriverà la vincente di Atalanta-Spezia, mentre in Europa ci sarà il Porto, avversarie rognose, comunque abbordabili. Resta complicato il discorso campionato e c’è, per l’appunto, la Supercoppa. Un po’ meno salvagente rispetto al Milan, ma comunque trofeo da mettere in bacheca. Come accaduto la passata stagione, in accoppiata con la Coppa Italia.

    Lo specialista

    Inter detentrice uscente e all’inseguimento del Milan: sei successi contro sette. I rossoneri vinsero la prima edizione del trofeo, quella datata 1988 (ma con finale il 14 giugno 1989) battendo 3-1 la Sampdoria. I nerazzurri vinsero quella successiva, superando a loro volta i blucerchiati 2-0. C’è un solo derby nell’albo d’oro, quello del 6 agosto 2011, quando il Milan vinse 2-1 a Pechino, con Ibrahimovic (unico superstite del match: stasera vedrà il match in tv a Milano) e Boateng a ribaltare il vantaggio firmato Sneijder. Pioli cerca il primo trofeo da allenatore, dopo aver vinto il primo campionato. Inzaghi è invece specialista dell’appuntamento: due successi con la Lazio, 2017 e 2019 (questa edizione proprio a Riad, ma allo stadio dell’Università re Sa’ud), e quella già ricordata con l’Inter.

    Per ripartire

    Sarà una serata in cui le due squadre non si presentano al meglio. Il Milan, a Lecce, ha fatto preoccupare Pioli dal punto di vista dell’approccio, in una partita rimessa in piedi soltanto dalla reazione del secondo tempo, più di orgoglio che di ordine tattico. L’Inter, contro il Verona, ha ottenuto il massimo con il minimo sindacale: tre punti senza entusiasmare, con la mente già rivolta a Riad. L’importanza dell’appuntamento e il derby in campo neutro possono riaccendere testa e gambe, per una partita che può essere il propellente giusto per aggredire il campionato con rinnovata convinzione. Pioli ritrova Sandro Tonali, squalificato a Lecce, mentre Inzaghi riavrà Nicolò Barella dal 1’: due inserimenti fondamentali.

    Fuorigioco semiautomatico

    In vista campionato ci sarà anche il debutto del fuorigioco semiautomatico, già visto al Mondiale e in Champions. Avverrà in una cornice da “quasi” esaurito. I seggiolini del King Fahd International Stadium saranno gremiti da quasi 58mila spettatori (a causa di questioni logistiche i biglietti in vendita erano il 90% della capienza dello stadio) e i tifosi si faranno sentire, eccome. Steven Zhang sarà seduto in tribuna a tifare Inter, Gerry Cardinale seguirà il Mlan da New York. Dall’Italia arriveranno circa 500 sostenitori delle milanesi, per una gara che per Riad conta tantissimo, come confermato ieri da Hammad Albalawi, il General Manager of Strategic Planning and Investments del ministero dello Sport: «Siamo molto fieri di ospitare la Supercoppa italiana tra Milan e Inter. Per noi è un evento molto importante. Da poco qui si è trasferito Cristiano Ronaldo, abbiamo visto l’importanza per il Qatar di organizzare il Mondiale, vedremo lo sviluppo anche per le nostre Accademie nei prossimi anni. Inter e Milan sono famose in tutto il mondo, l’Arabia Saudita ha dimostrato di essere al livello per poter ospitare un evento di tale portata». LEGGI TUTTO

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    Crespo gioca il derby di Supercoppa tra Milan-Inter: “Leao fa paura, Lautaro nel cuore”

    MILANO – Sei Supercoppe italiane affrontate, cinque vinte (più un Community Shield giocato col Chelsea e vinto). Se c’è qualcuno che sa come portare a casa il trofeo che domani Milan e Inter si contenderanno a Riad, quello è Hernan Crespo. Lo ha vinto da giocatore di Parma, Lazio, Milan e Inter (2 volte). Crespo, sta ancora festeggiando il Mondiale vinto dalla sua Argentina? «È stato bellissimo, da 36 anni lo aspettavamo e sì, seppur lavorando qui in Qatar, me lo sono goduto da tifoso». Lei ha scelto di cominciare la sua carriera da tecnico girando il mondo e ora si trova all’Al-Duhail. Il prossimo step sarà l’Europa? L’obiettivo è tornare in Italia? «Senza dubbio. Ho deciso di fare una determinata gavetta. Con il Defensa y Justicia in Argentina ho vinto la Coppa Sudamericana nel 2020, un po’ come se il Cagliari, senza offesa, vincesse l’Europa League, e ho lanciato un certo Enzo Fernandez. Poi nel 2021 con il San Paolo, uno dei club più importanti del Brasile, ma una sorta di gigante addormentato perché non ha i soldi di Flamengo e Palmeiras per competere ad altissimi livelli, ho conquistato il campionato Paulista che la società non vinceva dal 2005. E adesso me la gioco in Qatar». Che esperienza è? «Mi ha affascinato venire qui nell’anno dei Mondiali. Sono arrivato all’Al-Duhail a marzo e abbiamo superato il girone della Champions asiatica da primi in classifica. In campionato, nonostante sia stato senza i nazionali qatarioti per sei mesi, siamo secondi a due punti dalla vetta. Sono contento, stiamo andando bene».  Sullo stesso argomentoArgentina, Scaloni premiato come miglior ct del 2022: la Top 10Argentina LEGGI TUTTO

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    Inter, Brozovic-Kessié: operazione possibile

    Avanti, a fari spenti, ma avanti. Nessuno a Barcellona e a Milano ha chiuso la porta al possibile scambio fra Franck Kessie e Marcelo Brozovic emerso durante il weekend. Mentre nella giornata di ieri si sono rincorse le smentite, da parte dei club, degli intermediari e pure di alcuni giornalisti spagnoli, sul possibile altro affare ventilato sull’asse Catalogna-Lombardia, ovvero Depay-Correa, non si sono invece alzate voci sullo scambio fra i due centrocampisti. È evidente che si tratti di un’operazione complessa, magari complicata da imbastire in 15 giorni, ma è una trattativa che da giovedì, ovvero al rientro in Italia dei dirigenti nerazzurri dopo la Supercoppa italiana, potrebbe anche subire un’accelerazione. È vero che Kessie al Barcellona è arrivato solo a luglio, ma l’ivoriano con Xavi è chiuso, non contento e tornerebbe di corsa in Italia. È vero che Brozovic ha rinnovato il contratto lo scorso anno ed è sempre stato considerato un elemento indispensabile per l’Inter, ma Inzaghi, che nell’ultima stagione perse punti importanti senza il croato, in questa ha saputo farne a meno inventandosi Calhanoglu davanti alla difesa. Dunque qualcosa potrebbe smuoversi perché ci sono aspetti che potrebbero portare benefici a entrambe le squadre e società.Guarda la galleryInter-Bologna, i voti: Dzeko spento, Skriniar e Acerbi non sbagliano nulla

    Ruoli, ingaggi ed età

    Il Barcellona a centrocampo ha tre intoccabili – Busquets, Pedri e Gavi -, Xavi sta cercando di recuperare anche De Jong, ma un erede di Busquets servirebbe e Brozovic era già un obiettivo prima che rinnovasse con l’Inter. Kessie è un giocatore che al club nerazzurro piace da tempo e più volte il ds Ausilio ha provato a prenderlo, cercando di scambiarlo anche col Milan ai tempi di Conte, senza successo. A dicembre Atangana, l’agente dell’ex rossonero, lo ha offerto all’Inter e il club nerazzurro non ha detto no, salvo però averlo in prestito e con parte dell’ingaggio pagato dal Barcellona. Nella rosa di Inzaghi un elemento come Kessie manca, un po’ perché Barella non ha una vera alternativa e poi perché, tolto Gagliardini, manca un centrocampista fisico, di peso. L’ipotesi di uno scambio con Brozovic potrebbe eliminare il problema stipendio, visto che Kessie a Barcellona ha firmato un contratto da 6.5 milioni più bonus, la stessa base del croato a Milano. Certo, l’eventuale operazione non risolverebbe il problema di cassa dell’Inter – per quell’aspetto rimane in pole Dumfries, valutato intorno ai 50 milioni e nel mirino di diversi club di Premier: attenzione a cosa potrebbe accadere negli ultimi dieci giorni di dicembre -, ma permetterebbe alla società di Viale di Liberazione di mettere comunque a bilancio un’ottima plusvalenza, visto che il cartellino di Brozovic è ormai quasi completamente ammortizzato (500mila euro il suo peso nell’esercizio che si chiuderà il 30 giugno). Senza contare che il croato ha compiuto 30 anni a novembre e nelle ultime due stagioni ha avuto alcuni problemi fisici, mentre Kessie è di quattro anni più giovane.

    Sullo stesso argomento LEGGI TUTTO

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    Diretta Inter-Verona ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Inter-Verona, segui la partita LIVE sul nostro sito
    Inter-Verona: diretta tv e streaming
    Inter-Verona, anticipo della 18ª giornata del campionato di Serie A, è in programma alle ore 20.45 allo stadio San Siro di Milano e sarà visibile in diretta su DAZN, SkySport Calcio, SkySport 251 e sulla piattaforma SkyGo.
    Le probabili formazioni di Inter-Verona
    INTER (3-5-2): Onana, Bastoni, Acerbi, Skriniar; Dimarco, Mkhitaryan, Calhanoglu, Gagliardini, Darmian; Martinez, Dzeko. Allenatore: Simone Inzaghi. A disposizione: Cordaz, Brazao, De Vrij, D’Ambrosio, Dumfries, Gosens, Bellanova, Stankovic, Asllani, Barella, Carboni, Correa. Indisponibili: Brozovic, Handanovic, Lukaku, Dalbert. Squalificati: -. Diffidati: -.
    VERONA (3-4-2-1): Montipò, Dawidowicz, Hein, Ceccherini; Depaoli, Tameze, Ilic, Doig; Kallon, Lazovic; Djuric. Allenatore: Zaffaroni. A disposizione: Chiesa, Berardi, Perilli, Gunter, Magnani, Cabal, Copola, Terracciano, Veloso, Sulemana, Verdi, Henry, Piccoli. Indisponibili: Cortinovis, Faraoni, Lasagna, Praszelik. Squalificati: -. Diffidati: Henry, Hongla, Veloso.
    ARBITRO: Fabbri di Ravenna
    ASSISTENTI: Valeriani-Di Monte
    IV UOMO: Minelli
    VAR: Fourneau
    ASS. VAR: Marchetti
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    Diretta Inter-Parma 0-1: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    MILANO – All’alba dei 45 anni, che compirà il prossimo 28 gennaio, Gigi Buffon torna a San Siro. Il portiere campione del Mondo nel 2006 si prepara per difendere i pali del Parma nella sfida valida per gli ottavi di Coppa Italia contro l’Inter, in uno stadio dove è stato protagonista, da avversario dei nerazzurri e del Milan o da portiere della Nazionale, in 49 occasioni. La prima, addirittura 9515 giorni fa, il 22 dicembre 1996, in un Milan-Parma 0-1. Probabile che si affidi a lui, il mister dei ducali Fabio Pecchia, che si avvia a questa gara con “serenità ed entusiasmo”: “Questa sfida ce la siamo guadagnata sul campo. Voglio vedere da parte dei miei le cose che sappiamo fare, tenendo conto dell’avversario, ma facendole con estrema determinazione”.
    Inter-Parma, diretta live
    45+2′ – FINE PRIMO TEMPO
    39′ – GOL DEL PARMA: gialloblù in vantaggio con il bellissimo gol di Juric.
    26′ – Cambio nel Parma: problema fisico per Man, entra Juric.
    23′ – Che occasione per Gagliardini, che calcia fuori da buona posizione su assist di Gosens.
    18′ – Fischi dei tifosi nerazzurri per Buffon, che per tanti anni ha vestito la maglia della Juve.
    10′ – L’Inter ci prova da calcio d’angolo.
    3′ – Parma pericoloso: errore della difesa dell’Inter e tiro di Vazquez parato da Onana.
    1′ – FISCHIO D’INIZIO LEGGI TUTTO