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    Inter: futuro Dumfries, c’è il Tottenham ma non è solo

    MILANO – Il suo Mondiale non è ancora decollato, però Denzel Dumfries continua ad avere numerosi estimatori in Premier. Al Chelsea si è infatti aggiunto il Tottenham dove Emerson Royal e Matt Doherty stanno deludendo Antonio Conte per il loro modesto rendimento. A prescindere dal futuro dell’allenatore, gli Spurs difficilmente manderanno all’aria l’identità tattica trovata nel corso dell’anno e mezzo con l’ex commissario tecnico azzurro in panchina e questo rende comunque interessante il profilo di Dumfries.
    In cerca di un Lazzari
    E proprio Dumfries tra i titolari dell’Inter è quello considerato più cedibile anche perché nell’anno e mezzo passato a Milano ha fatto vedere molti pregi (legati al suo strapotere fisico), ma non è mai migliorato nella correzione dei difetti: poca precisione nei cross, tendenza a fare sempre gli stessi movimenti e a risultare quindi prevedibile per gli avversari. Di tutt’altra pasta è Manuel Lazzari, il grande sogno di Simone Inzaghi che, a giudicare dal fresco rinnovo con la Lazio fino al 2027, è destinato a rimanere tale. L’Inter – qualora dovessero aprirsi spiragli per la cessione di Dumfries (30 milioni la base d’asta) – utilizzerà Lazzari come “prototipo” per scandagliare il mercato.
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    Inter, Mondiale amaro: i nerazzurri non brillano in Qatar

    MILANO – Qatar… amaro. Finora dall’emirato – escludendo Brozovic di cui parliamo a fianco – non sono arrivate belle notizie per l’Inter e Simone Inzaghi. Non fossero bastate le esclusioni all’ultimo di Gosens e soprattutto Correa, ecco che ieri è esploso il caso Onana (approfondito a pagina 14), ultimo tassello di un avvio di Mondiale finora non a tinte nerazzurre. Gli altri giocatori presenti in Qatar, infatti, nelle prime due gare non hanno brillato.  Sullo stesso argomentoCamerun, la decisione ufficiale su Onana: il comunicatoCamerun

    Delusione Lautaro Martinez

    Chi ha deluso di più è stato senza dubbio Lautaro Martinez. Sul “Toro”, centravanti titolare dell’Argentina, c’erano grandi aspettative, ma in due gare alla portata, non solo non è riuscito a fare gol, ma è stato pure sostituito dal ct Scaloni per rendimento insufficiente. Contro l’Arabia il numero 10 nerazzurro aveva segnato due reti, ma entrambe in fuorigioco e, come noto, l’Argentina è uscita poi sconfitta. Ma per assurdo a Lautaro è andata peggio contro il Messico, gara in cui si è visto veramente poco e che l’ha visto uscire dal campo dopo 63 minuti sul punteggio ancora di 0-0. Nonostante queste prestazioni, Scaloni stando ai rumors provenienti dal ritiro della Selección, dovrebbe dargli ancora una possibilità per il match decisivo di domani contro la Polonia, gara che l’Argentina dovrà vincere per non essere clamorosamente eliminata.   

    Lukaku senza condizione

    Stesso destino che rischia il Belgio, sconfitto domenica dal Marocco e ora costretto a battere la Croazia giovedì. Nell’ultimo quarto d’ora contro la squadra nordafricana si è rivisto in campo Lukaku, alle prese con il difficile recupero dall’infortunio alla coscia sinistra patito a fine agosto e che l’ha visto protagonista di due ricadute, l’ultima il 29 ottobre. Prima del Mondiale l’obiettivo del Belgio era riavere al meglio Lukaku proprio per la gara con gli slavi, ma è difficile pensare che “Big Rom” possa essere protagonista anche se ieri il ct Martinez ha incrociato le dita: «Vedremo nei prossimi giorni se Romelu potrà partire titolare contro la Croazia, ma lo spero». A Milano osservano.   

    Sullo stesso argomentoBelgio-Marocco, Martinez annuncia: “Lukaku ci sarà”. Hazard contro le criticheMondiali 2022

    Dumfries e De Vrij senza squilli

    A chiudere il quadro delle spine nerazzurre, Dumfries e De Vrij. A differenza dei compagni, oggi i due olandesi dovrebbero staccare il pass per gli ottavi da primi in classifica visto che affronteranno il modesto Qatar. Ma fin qui la squadra di Van Gaal non ha impressionato. Dumfries è sembrato quello dell’Inter, a volte devastante sulla fascia, altre timido e impacciato. De Vrij, invece, non ha ancora messo piede in campo, a conferma di un 2022 non indimenticabile. Acerbi gli ha rubato il posto e il suo contratto rimane in scadenza a giugno: l’Inter valuta il rinnovo a cifre simili alle attuali (4 milioni) per non perderlo a zero, ma la situazione si chiarirà nelle prossime settimane. 
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    Questione San Siro: le ruspe? Possono attendere, per ora…

    MILANO – L’argomento non sarà all’ordine del giorno nel Cda dell’Inter programmato per discutere la trimestrale, però resta una spina conficcata nel fianco di chi – forse non rendendosi conto di cosa rappresentasse per i milanesi – voleva rottamare San Siro per costruire un nuovo stadio. Un’azione che il club nerazzurro ha condotto a braccetto con il Milan. I cinesi di Suning e gli americani di RedBird (ed Elliott) sembrano sempre più in un vicolo cieco e pure il sindaco Sala è su un letto di spine, considerati i mal di pancia della sua maggioranza sull’argomento e il timore che le squadre decidano di emigrare a Sesto San Giovanni (che propone l’area ex Falck), lasciando il Comune, come spesso ribadito dal sindaco “con il cerino in mano”, ovvero la necessità di gestire un impianto da quasi 80mila posti con costi molto alti.
    Il ruolo di Asm Global
    A ingarbugliare ulteriormente la vicenda, l’orientamento del governo con il sottosegretario di Stato alla cultura Vittorio Sgarbi che, sin dal suo insediamento, ha dato battaglia all’intenzione di demolire il Meazza (mentre La Russa, presidente del Senato, ha avanzato al sindaco Sala l’idea di mantenere in vita i due impianti uno al fianco dell’altro). La questione è fortemente divisiva (pochi giorni fa è stato depositato l’ennesimo ricorso al Tar) e in questo quadro trae forza il comitato “Sì Meazza” che, attraverso il suo portavoce, Luigi Corbani, in una nota ha elencato i tre motivi che, anche in caso di via libera del Comune al progetto di Milan e Inter per la realizzazione di un nuovo stadio nell’area di San Siro, impediranno di radere al suolo l’attuale impianto. Il primo motivo citato da Corbani riguarda il fatto che “lo stadio di Milano è un bene tutelato: oltre alle decisioni del ministero dei Beni e delle Attività culturali, preannunciate dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, comunque nel 2025 scatta la tutela per i settant’anni del secondo anello, parte integrante del primo e del terzo anello”. Il secondo motivo è legato agli equilibri politici in giunta: “Non esiste più la maggioranza in Consiglio comunale a sostegno della demolizione del Meazza, a meno che il sindaco voglia appoggiarsi sulla Lega di Matteo Salvini”. Ultimo motivo per sperare che San Siro rimanga lì dov’è è l’ingresso sulla scena di Asm Global, società disposta a gestire l’impianto nel caso in cui Milan e Inter dovessero confermare la volontà di costruire un nuovo stadio di fianco al Meazza. In questa ingarbugliatissima vicenda l’unica certezza è che sarà la Scala del Calcio a ospitare la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026.
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    Inter, Robinson o Sosa se parte Gosens

    C’è Antonee Robinson al centro dei pensieri dell’Inter. La notizia di Tuttosport è stata confermata ieri dal Sun. Piero Ausilio ha promosso a pieni voti l’esterno sinistro del Fulham che gioca negli Stati Uniti ma ha passaporto inglese e che, nel gennaio 2020, era già del Milan. Il suo passaggio in prestito dal Wigan venne congelato a causa di un problema cardiaco, risolto poi grazie a un intervento chirurgico. Guaio superato e Robinson ha confermato pure al Mondiale il perché, ai tempi, aveva stregato Paolo Maldini, uno che, di esterni sinistri se ne intende. A rendere interessante l’operazione, il fatto che il Fulham, in assenza di rinnovo, sarà costretto a vendere l’esterno in estate, essendo il suo contratto in scadenza nel giugno 2024. Il club londinese valuta il cartellino 20 milioni ma le condizioni, tra qualche mese, potrebbero anche essere decisamente più favorevoli. L’Inter sta ragionando in ottica estiva anche perché devono crearsi le giuste condizioni per una cessione di Gosens. In pratica, il tedesco deve chiedere di essere ceduto e, contestualmente, deve arrivare un’offerta da non meno di 20-25 milioni. Il tutto può anche succedere, anche se risulta difficile pensare che l’Inter possa incassare tanti soldi da un giocatore che ha fatto pochissimo nella prima parte di stagione perdendo pure il treno per il Mondiale. Detto questo Ausilio, come giusto che sia, deve farsi trovare pronto e, oltre a Robinson, tiene sempre bene al centro del mirino Borna Sosa. Il fatto che a inizio novembre il croato abbia cambiato procuratore (lasciando Fali Ramadani per entrare nella scuderia di Jonathan Barnett) denota come il croato a 25 anni, li compirà il 21 gennaio, voglia fare il grande salto.

    Su Sosa pure l’Atalanta

    Già a fine agosto l’Inter aveva individuato lui come sostituto di Gosens quando sembrava poter decollare la trattativa, poi rivelatasi un fuoco fatuo, con il Bayer Leverkusen. Lo Stoccarda non aveva fatto un prezzo amichevole, valutando il cartellino 25 milioni (dopo aver rifiutato un’offerta da 18 da parte dell’Atalanta) mentre Ausilio – prima di battere ritirata visto il mancato incastro col Bayer per Gosens – contava di spuntarla con una formula comunque economicamente vantaggiosa (un prestito oneroso con diritto di riscatto). La situazione potrebbe riproporsi a gennaio in fotocopia: sul croato c’è ancora l’Atalanta e potrebbe tornare pure l’Inter se si dovesse muovere qualcosa per Gosens. Per quanto riguarda Robinson, difficile che il Fulham accetti un prestito oneroso con diritto di riscatto, a meno che l’americano non prolunghi di un altro anno il contratto in scadenza nel 2024.
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    Djidji a zero: occhio Torino, l’Inter ha un alleato

    MILANO – Trova conferme nell’ambiente nerazzurro l’indiscrezione di giovedì del nostro giornale, ovvero l’interesse dell’Inter per Koffi Djidji, 30enne difensore franco-ivoriano del Torino in scadenza di contratto nel giugno 2023. Il centrale, che con Ivan Juric ha scoperto una seconda vita calcistica, non sembra al momento così vicino al rinnovo col club granata, anzi. La prospettiva di poter disputare gli ultimi anni di carriera in una società come l’Inter, dunque potendo lottare per lo scudetto e giocare la Champions, lo intriga. Il fatto poi che fra i suoi procuratori ci sia Paolo Busardò chiude il cerchio. L’agente internazionale ha lavorato moltissimo con l’Inter la scorsa estate, operando da intermediario nelle operazioni Bremer e Skriniar, poi non concretizzate, e quella per il trasferimento di Casadei al Chelsea; il tutto ricordando che Busardò fa parte dell’agenzia Caa Base Ltd di Frank Trimboli e che fra i suoi assistiti c’è Bellanova passato proprio in estate dal Cagliari all’Inter. Djidji, che con Juric gioca per lo più da braccetto di destra, è stato individuato dalla dirigenza dell’Inter – che ragiona su un contratto da 2-3 anni a 1.5 milioni – come perfetto rinforzo low-cost per completare il pacchetto di alternative ai titolari della difesa nella stagione ’23-24, in attesa di capire cosa succedere con i tanti elementi in scadenza, ovvero Skriniar, De Vrij, D’Ambrosio e Darmian, oltre ad Acerbi che andrà eventualmente riscattato dalla Lazio.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Inter-Lukaku, sale l'ansia: Wilmots e quelle verità non dette

    MILANO – «Lukaku a casa come Benzema? È diverso. Tanto per cominciare, la Francia ha ancora Mbappé, Griezmann, Giroud, Dembélé e Coman. Noi non abbiamo quel lusso. Come Lukaku non ne abbiamo due, quindi dobbiamo correre il rischio. Lui però è in buone mani, ovvero quella di Lieven Maesschalck. Inoltre il Ct della Nazionale ha stilato un protocollo con il giocatore e lo staff medico e, se tutto andrà bene, Lukaku sarà pronto già dalla terza partita. Certo, qualcosa può sempre andare storto». Marc Wilmots, dal 2009 al 2016 nello staff della Nazionale belga, prima da vice, poi come commissario tecnico, ha spiegato quello che nessuno alle latitudini di Doha ammetterebbe neanche sotto tortura: il Belgio non poteva fare a meno di Lukaku nel Mondiale che molti considerano il “canto del cigno” di una generazione splendida che però non ha raccolto niente. I Diavoli Rossi stasera faranno il loro esordio con il Canada ma l’orizzonte temporale per il centravanti è già spostato più in là, come pure spiegato ieri da Roberto Martinez: «Siamo molto contenti dei suoi progressi ma non sono in grado di dire se sarà disponibile per la 2ª o 3ª partita del girone: o meglio, se seguissi il consiglio dei medici, direi per la terza (con la Croazia il 1° dicembre, ndr); se invece seguissi le sensazioni del giocatore, probabilmente c’è una possibilità per averlo nella seconda (quindi con il Marocco, domenica ndr)». Nella speranza che nulla vada storto, Big Rom rimetterà piede in campo a poco più di un mese dalla gara con il Napoli, in calendario il 4 gennaio. Però, da qui al big match attraverso cui l’Inter vuole riaprire il campionato, manca un’era geologica se si parla di calcio. Perché innanzitutto bisognerà capire quanta strada farà il Belgio in Qatar, inoltre occorrerà capire come crescerà il minutaggio del centravanti in gare dove l’agonismo sarà ai massimi livelli.Sullo stesso argomentoBelgio, il ct Martinez: “Canada? Non è qui per caso. Lukaku ancora ko”Belgio

    Ferie ridotte al minimo per Lukaku

    Facile pensare che, anche nella migliore delle ipotesi (ovvero che Lukaku torni all’Inter senza aver accusato nuovi problemi muscolari), Simone Inzaghi e il suo staff dovranno ripartire da zero nella preparazione atletica funzionale alla seconda parte di stagione. Essendo il belga un grandissimo professionista, potrebbe anche decidere di tagliarsi le ferie (l’ha fatto in estate quando addirittura ha cominciato la preparazione insieme ad Onana in Sardegna prima di tornare ad Appiano) però agli atti restano gli strascichi del primo infortunio muscolare importante avuto in carriera (complicato da una ricaduta, sempre al bicipite femorale sinistro) e una prima parte di stagione in cui il belga ha giocato pochissimo (5 partite, ma appena 22 minuti in campo – con Plzen e Sampdoria – dopo il primo infortunio che risale al 28 agosto). Tutte incognite che vanno considerate in vista della gara col Napoli quando non ci sarà da stupirsi se Inzaghi ripartirà con Dzeko e Lautaro. In tal senso, la clessidra per Big Rom potrebbe essere spostata fino al derby di Supercoppa del 18 a Riad. Vincerlo, magari grazie a un Lukaku finalmente al 100%, potrebbe dare un senso diverso alla seconda parte di stagione.

    Guarda la galleryGli ‘italiani’ del Mondiale più preziosi: Vlahovic al top, Lukaku crollaIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Alcaraz come Lautaro, così l'Inter si prepara a un blitz argentino

    MILANO- Per ora Carlos Alcaraz, 19enne centrocampista del Racing, l’ha visionato dal vivo il suo vice, Dario Baccin, ma chissà che Piero Ausilio, ds dell’Inter, nel 2023 non possa tornare ad Avellaneda, come nel febbraio 2018 quando volò in Argentina per strappare alla concorrenza di diversi top club europei un certo Lautaro Martinez. Allora l’Inter aveva maggiore libertà economica (il “Toro” è costato complessivamente 29.5 milioni), ma alla fine del mercato di gennaio, i dirigenti nerazzurri avranno più chiara la situazione e potranno essere stilati i programmi in vista della prossima stagione.  Sullo stesso argomentoDzeko e gli altri precari: c’è mezza Inter in scadenzaCalciomercato Inter

    Le qualità di Alcaraz

    Alcaraz è uno dei giocatori di maggiore prospettiva e talento che l’Inter ha segnato sul proprio taccuino, un giocatore che per caratteristiche potrebbe essere l’ideale alter ego di Barella e prendere il posto in rosa di Gagliardini, il cui contratto è in scadenza nel giugno 2023 e difficilmente verrà rinnovato (anzi, sul centrocampista, che non pare volersi muovere fino al termine della stagione, ci sono diversi club interessati per averlo già a gennaio, fra cui Cremonese, Monza e Siviglia). A centrocampo, infatti, Inzaghi e l’Inter possono ritenersi a posto per cinque dei sei posti necessari nell’organico anche in vista della stagione ’23-24: Barella, Brozovic, Calhanoglu, Mkhitaryan e Asllani sono delle garanzie.  Alcaraz sarebbe la ciliegina sulla torta, un ragazzo del 2002 con alle spalle già un’ottima esperienza a livello di prima squadra visto che col Racing ha debuttato nel gennaio 2020 e ha già messo insieme più di 80 partite con 12 gol. Ovviamente sul ragazzo, così come già successe quasi cinque anni fa con Lautaro Martinez, c’è una grande concorrenza. L’Inter, come aveva rivelato nei giorni scorsi l’agente di Alcaraz, Sebastian Lopez, si è informata da tempo. In estate c’era stato un incontro fra la dirigenza e il procuratore, ma i nerazzurri avevano visionato Alcaraz e chiesto informazioni su di lui già prima, visto che il presidente del Racing, Victor Blanco, ne parlava così a maggio a “FcInterNews”: «Alcaraz all’Inter? I rapporti con loro sono da sempre buoni, un aspetto che è sempre d’aiuto quando si deve negoziare».

    Sullo stesso argomentoCalciomercato Inter: piace Matturro, ma ha una clausola da sei milioniCalciomercato Inter

    La strategia dell’Inter

    Il prezzo di partenza è alto, ma non altissimo. E’ vero che esiste una clausola di rescissione da 25 milioni, ma l’Inter sa che con 15 milioni, forse qualcosa meno, Alcaraz potrebbe essere acquistato. Il club nerazzurro, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, ha pure una carta in più da giocarsi per convincere il Racing e abbassare l’esborso economico: inserire nell’operazione il cartellino di Facundo Colidio, 22enne attaccante argentino che i nerazzurri hanno prestato a gennaio al Tigre dove ha collezionato 44 presenze con 8 gol e 8 assist. Colidio piace molto al Racing e al suo allenatore Gago… 
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    Correa: niente esami, ma solo vacanze. L'Inter e il programma per la ripresa

    MILANO – Niente esami, solo vacanza. Questa è la cura scelta dall’Inter per guarire il malessere di Joaquin Correa, depennato da Lionel Scaloni dalla lista della Nazionale argentina per i mondiali per un non meglio precisato problema al tendine d’Achille della gamba sinistra. Lo staff medico dell’Inter conosce bene il problema e l’ha gestito nelle ultime settimane. Correa infatti soffre di un risentimento al tendine rotuleo del ginocchio che ne ha limitato il minutaggio in campo dopo le partite saltate con Sassuolo e Barcellona. Non a caso, dopo i 76 minuti giocati col Bayern, il Tucu è entrato nell’ultimo quarto d’ora con la Juve, è rimasto in panchina col Bologna e ha giocato solo nel finale a Bergamo.

    L’Inter e la cura per Correa
    L’Inter – dal punto di vista medico – è tranquilla: l’argentino non farà nuovi esami ma andrà in vacanza ed è atteso per la partenza per il mini-ritiro a Malta (4 dicembre). Lì sarà fondamentale il lavoro anche psicologico da parte di Simone Inzaghi: la botta è stata forte, ma l’allenatore (che ha rinunciato a Dybala anche per tutelare il Tucu, suo pupillo) è l’uomo giusto per restituirgli il sorriso. Anche perché, in attacco, all’Inter, di positività ne servirà molta per affrontare la seconda parte di stagione, dopo che la prima – per Lukaku ma pure per Correa – si è chiusa in modo tutt’altro che memorabile.
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