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    L’Inter corre tanto. Eppure il crollo arriva nella ripresa

    MILANO – Questa sera a San Siro con il Bologna inizia un nuovo campionato per l’Inter: dopo tre stagioni vissute quasi sempre tra primo e secondo posto con la costante ambizione dello scudetto, la squadra nerazzurra dovrà lottare soprattutto per chiudere tra le prime quattro nella zona Champions League. Difficile immaginare una rimonta verso la vetta a -11 dal Napoli con sei squadre davanti in classifica. È lo stesso senso di realismo che ha spinto il club a reagire con decisione alla sconfitta con la Juventus. Beppe Marotta ha criticato soprattutto la differenza del rendimento tra casa e trasferta.Sullo stesso argomentoInter, che cosa c’è dietro le durissime parole di Marotta dopo il ko con la JuveInter

    Ma c’è anche un altro aspetto ambivalente in questa primo tratto di stagione in campionato e Champions League. L’Inter va molto bene nei primi tempi, ma crolla alla distanza. Nei primi 45’ ha segnato 18 gol subendone 8. Dopo l’intervallo la situazione si capovolge: 17 gol fatti e 18 subiti. Da una differenza reti di +10 nella prima frazione a una di -1 nella seconda. Prendendo in considerazione solo il campionato, il dato diventa ancora più marcato: 14 gol fatti e 5 subiti nei primi tempi, 11 fatti e 14 subiti nei secondi. Da +9 a -3. È in questo contesto che sono maturate le sconfitte che stanno rallentando la marcia in campionato. E dire che, analizzando le statistiche, non sembra emergere un problema di tenuta atletica. L’Inter è la seconda squadra di Serie A per chilometri medi percorsi ogni giornata (110, quattro in meno della Lazio prima). Ed è nel gruppo delle migliori per scatti fatti.

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    Inter e Belgio, che tensione! Lukaku non recupera

    La sensazione, a meno che la situazione non peggiori nei prossimi giorni dopo la ricaduta subita in seguito alla sua comparsa in nerazzurro contro Viktoria Plzen e Sampdoria, è che Romelu Lukaku riuscirà a recuperare in tempo per il Mondiale in Qatar. Resta un’ipotesi rischiosa, perché ad oggi le condizioni fisiche dell’attaccante del Belgio non lasciano tranquilli, ma è pur vero che le ultime dichiarazioni del ct Roberto Martinez lasciano aperta non una finestra, piuttosto un portone. La data limite è il 1° dicembre, quando la nazionale dei Diavoli Rossi affronterà la Croazia nell’ultima partita del girone cui prendono parte anche Canada e Marocco. Per quel giorno, Lukaku dovrebbe essere a posto.
    Oggi non è pronto, un domani…
    Martinez, ad ogni modo, non ha ancora deciso, ma sta per farlo. Il suo punto della situazione ai francesi dell’Équipe: «Per il momento, Lukaku è nelle mani dei medici e non è idoneo a giocare. Deciderò poco prima di comunicare la lista dei 26. Di sicuro noi abbiamo bisogno di lui e se sarà in grado di partecipare a una delle prime tre gare, verrà con noi. Altrimenti al Mondiale non ci sarà». L’attesa mista alla tensione restano palpabili e c’è chi, forse non a torto, pensa che sia a dir poco azzardato convocare un calciatore che ad oggi non è né al top, né nelle condizioni minime per tornare a giocare. Ma Lukaku è Lukaku: per il Belgio conta anche questo.

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    Adani e Cassano, la loro Juve-Inter: “Vittoria immeritata”, “che schifo”

    La Juve di Allegri, alla quarta vittoria consecutiva – la prima in un big match stagionale – continua ad avvelenare la domenica calcistica di Adani e Cassano. Dopo il 2-0 rifilato all’Inter i due ex nerazzurri hanno aspramente criticato la prestazione della squadra bianconera. “Penso sia palese a tutti che domenica la Juve non abbia meritato di vincere, ma ha sfruttato la cattiveria che invece l’Inter non ha avuto” – il riassunto dell’ex difensore e opinionista – “I nerazzurri potevano segnare 4 gol nel primo tempo, mentre il secondo tempo poteva portare a un 2-2: questa è la verità”, la chiosa finale da depositario del sapere. Oltre alle critiche alla Juve, il commentatore ha sottolineato alcuni difetti dell’Inter: “Qui vengono fuori i difetti della squadra di Inzaghi: non raccoglie quanto produce e, al contrario, subisce tutto quello che concede. L’Inter è stata migliore della Juve da un punto di vista calcistico, ma non è stata cattiva. E alla Juve tanto è bastato per vincere”.

    Cassano, eco ad Adani: “Vincere così mi fa schifo”

    Dello stesso di avviso di Adani anche il compagno di trasmissione nella Bobotv: “Per 45 minuti la Juventus non ha fatto mezzo tiro in porta in casa, hanno lasciato fare la partita all’Inter. Se l’Inter faceva due o tre gol nel primo tempo, nessuno poteva dire niente. A risolvere la partita ci hanno pensato due sgasate di un giocatore fantastico come Kostic. Sullo 0-0 i nerazzurri potevano fare tre gol e sull’1-0 potevano pareggiare e andare in vantaggio. Lautaro Martinez si è mangiato un gol clamoroso”. L’ex calciatore si è detto addirittura schifato per il modo in cui è arrivata la vittoria della Juve: “La vittoria dei bianconeri non è meritata. È un modo di vincere che mi fa schifo. Sono due squadre definitivamente fuori dalla lotta scudetto a meno di un crollo di Napoli e Milan”.
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    Inter, ti giochi 60 milioni. Senza Champions sono guai

    MILANO – Nel day after nerazzurro fanno rumore le parole di Beppe Marotta. «Con la Juventus sconfitta meritata. Non guardo mai le statistiche, ma in questo caso devono imporci riflessioni importanti – ha sottolineato l’amministratore delegato allo Sports Business Talk di Rcs Academy – Abbiamo preso 19 gol, di cui 16 in trasferta con 4 sconfitte (a cui va aggiunta quella a San Siro con la Roma, ndr). Siamo l’Inter e non siamo abituati a questi numeri, serve un’analisi interna approfondita. Tante le sconfitte fuori casa, dobbiamo capire perché c’è questa differenza tra casa e trasferta». Simone Inzaghi ci sta ragionando da un po’ e pure prima della Juventus aveva parlato di «dettagli su cui lavorare per far sì che non ci sia più questa differenza tra gol presi a San Siro e quelli incassati in trasferta». In tal senso l’assenza di Romelu Lukaku è un alibi che può tenere (con Big Rom la squadra è ancor facilitata a tenere il baricentro basso) ma – come pure giustamente sottolineato da Inzaghi dopo la sconfitta con la Juve – a Torino i gol sono arrivati per due contropiedi figli di errori individuali (clamoroso quello di Barella sull’1-0 che ha incanalato la partita).Sullo stesso argomentoInzaghi, Inter-Porto e la Champions: “Voglio regalare un sogno ai tifosi”Inter

    Oggi l’allenatore avrà occasione per confrontarsi con i dirigenti e per capire se tutti i giocatori saranno arruolabili per la gara col Bologna (ci sono un paio di acciaccati da valutare) ma, guardando un po’ più lontano, il test vero per capire se l’Inter ha iniziato a invertire la tendenza sarà domenica a Bergamo «Gli scontri diretti precedenti penso siano serviti per capire come e dove possiamo rimediare», l’auspicio di Marotta che – non poteva essere altrimenti – non ha certo issato bandiera bianca nemmeno per lo scudetto: «Il campionato, come dicono tutti, sarà anomalo. Quando riprenderemo a gennaio con l’importante sfida contro il Napoli e ci saranno ancora 25 giornate da giocare, con 75 punti in palio. Il cammino fino a oggi è costellato da queste 4 sconfitte fuori casa, sono tante per l’Inter. Dobbiamo capire da dove viene la differenza sostanziale tra le gare che giochiamo in casa e quelle che giochiamo in trasferta».

    Sullo stesso argomentoJuventus-Inter, Inzaghi: “Dovevamo fare fallo su entrambi i gol”Inter

    Già però i numeri sono impietosi per questa Inter che non perdeva tante partite in avvio di campionato dal 2011-12 (6 in 12 giornate): quella fu una stagione balorda, con Gasperini, Ranieri e quindi Stramaccioni ad avvicendarsi in panchina e sesto posto finale. Discorso simile nel 2016/17 con 5 ko nelle prime 13 e altri tre tecnici cambiati (De Boer, Pioli e Vecchi) e addirittura settimo posto finale. Ancora più stridente è però il paragone tra quanto sta accadendo in questa stagione al confronto delle ultime tre annate in cui l’Inter ha collezionato due secondi posti in campionato inframmezzati dallo scudetto vinto con Conte nel 2020-21 (il gruppo è pressoché lo stesso). Nell’anno tricolore l’Inter ha perso tre volte in un campionato intero, mentre nella prima stagione con l’ex ct in panchina e nell’ultimo torneo, con Inzaghi sulla tolda di comando le sconfitte sono state 4, comunque meno rispetto a quelle subite quest’anno prime 13 giornate.

    Sullo stesso argomentoStramaccioni boccia l’Inter e promuove la Juve. Su Miretti e Fagioli…Serie A

    Annata, quella attuale, che ricorda l’ultima di Spalletti in panchina (2018/19) quando i ko furono ben nove ma il quinto arrivò alla 21ª giornata. Quella fu una stagione segnata dalla “degradazione” di Icardi e l’uomo di Certaldo fu comunque bravissimo a guidare l’Inter fino al quarto posto. Lo stesso dovrà fare Inzaghi anche perché in ballo ci sono i 60 milioni che garantisce la Champions (57 milioni gli introiti certificati nell’ultimo esercizio di bilancio). Perché è giusto pensare ancora allo scudetto, ma non bisogna perdere lo sguardo dall’obiettivo che garantisce la sopravvivenza economica al club. E, se il campionato fosse finito a Torino, l’Inter – che comunque dista tre punti dal quarto posto – sarebbe stata fuori pure dalla Conference League…

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    Champions League Napoli, Inter e Milan: le parole di Spalletti, Zanetti e Baresi

    I sorteggi degli ottavi di Champions League per le tre italiane vedono il Napoli trovarsi davanti i vincitori dell’ultima Europa League dell’Eintracht Francoforte, l’Inter contro il Porto di Conceicao e il Milan con il Tottenham di Antonio Conte. L’urna di Nyon ha regalato questi accoppiamenti per il primo turno della fase ad eliminazione diretta della competizione, questa la reazione dei tre club attraverso le parole di Spalletti, Zanetti e Baresi. LEGGI TUTTO

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    Serie A, la classifica a confronto: Juventus bene, Inter in caduta. Verona shock

    Il 2-0 ai danni dell’Inter ha lanciato la Juventus di Allegri alla quarta vittoria di fila in campionato, permettendo al tecnico di sorpassare il collega nerazzurro e piazzarsi a soli due punti dalla zona Champions. Una vittoria che potrebbe regalare la tanto sperata svolta al club bianconero, ora in attesa di affrontare Verona e Lazio prima della pausa riservata al Mondiale. Dopo tredici giornate, il saldo rispetto alla passata stagione resta positivo (+4 punti). Un anno fa il tredicesimo turno aveva visto lo straordinario successo in trasferta contro la Lazio di Sarri, battuta per 2-0 grazie ai due rigori trasformati da Bonucci. LEGGI TUTTO

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    Diretta Juventus-Inter Primavera, finisce il primo tempo: 0-0

    Segui la diretta di Juventus-Inter Primavera su Tuttosport.com
    53′ – Hasa, dal vertice sinistro dell’area, non viene pressato dagli avversari: conclusione di destro, Botis vola e devia in tuffo. 
    47′ – Dopo 2′ di recupero il primo tempo si chiude sullo 0-0. Duplice fischio di Galipò e squadre negli spogliatoi.
    37 ‘ – Doppia occasione per l’Inter: prima Zuberek calcia dal limite e non trova lo specchio per poco, poi Andersen arriva con la punta e sciupa una grandissima occasione per portare avanti i nerazzurri di Chivu. 
    22′ – Errore della retroguardia dell’Inter, Mancini ne approfitta e serve Hasa che, però, apre troppo il piattone e grazia Botis.
    9′ – Mbangula semina il panico sull’out di sinistra e mette in mezzo dove Turco non arriva per questione di centrimetri. 
    4′ – Mancini libera Turco che, a tu per tu, non riesce a battere Botis, bravo a parare.
    1’ – Tutto pronto al Campo Ale & Ricky dello Juventus Training Center per il match tra i bianconeri di Montero e i nerazzurri di Chivu valido per il posticipo dell’11ª giornata del Campionato Primavera.
    Formazioni ufficiali Juventus-Inter Primavera
    JUVENTUS (4-4-2): Scaglia; Valdesi, Huijsen, Dellavalle, Rouhi; Ripani, Nonge, Hasa, Mbangula; Turco N., Mancini. Allenatore: Montero. 
    INTER (3-5-2): Botis; Stante, Fontanarosa, Di Pentima; Zanotti, Grygar, Andersen, Martini, Dervishi; Zuberek, Iliev. Allenatore: Chivu.
    Arbitro: Galipò di Firenze. Assistenti: Toce e Lencioni. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Inter, le pagelle dei nerazzurri: Barella, che erroracci!

    Nulla può sui gol, ma tiene in vita l’Inter fino al raddoppio di Fagioli grazie alla gran parata (con l’aiuto del palo) sul diagonale di Kostic. Prima del gong, evita il tris su Chiesa. Il migliore tra gli interisti, il che è tutto dire.

    SKRINIAR 6

    Ringhia sugli avversari con tanta, forse pure troppa foga, come prova il brutto intervento su Alex Sandro che gli costa l’ammonizione e consiglia Inzaghi di cambiarlo. Però, dietro, lui non sbaglia niente. Darmian (36’ st) ng.

    DE VRIJ 5

    L’attacco febbrile di Bastoni gli consegna una maglia da titolare (al suo posto avrebbe dovuto giocare Acerbi). Il che, con il senno di poi, non è esattamente una buona notizia per Inzaghi, considerato che si perde Danilo sull’azione del raddoppio poi inficiato dal Var. In più, quando nella ripresa la Juve inizia ad attaccare con convinzione, dà sempre una sensazione di estrema precarietà.

    ACERBI 6

    Dovunque lo metti sta anche se, per il modo in cui era stata impostata la partita da Inzaghi, serviva più spirito propositivo, dote che Bastoni ha più nel dna. Però per lui vale il discorso fatto per Skriniar: magari non avrà giocato una gran partita, però quanto meno non ha commesso strafalcioni.

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