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    Juve-Inter, piano anti Brozovic: le soluzioni di Allegri

    Ci fosse stato ancora Kulusevski, non ci sarebbero stati dubbi: avrebbe giocato alle spalle di Vlahovic e avrebbe avuto il compito di schermare, marcare, pressare Brozovic, l’uomo chiave dell’Inter, pronto a tornare in campo proprio domenica sera all’Allianz Stadium, come leggete nella pagina a fianco. È una battuta, ma solo in parte: lo svedese, nella sua stagione e mezzo in bianconero, ha giocato titolare il 43% delle volte in cui è stato disponibile (35 partite, in 39 è entrato e in 6 è rimasto in panchina), ma la percentuale si impenna contro i nerazzurri: 83%.Sullo stesso argomentoJuve-Inter, nel Derby d’Italia l’occasione per fare il DybalaJuventus

    Inizialmente in panchina nella sua prima sfida, la pesante sconfitta 2-0 in campionato del 17 gennaio 2021 (entrò al 58’, poco dopo il raddoppio interista), ha giocato dall’inizio tutte le successive cinque: tre con Pirlo (le semifinali di Coppa Italia, 2-1 per la Juve a Milano e 0-0 a Torino, e il ritorno di campionato, 3-2 per i bianconeri) e due con Allegri (1-1 in campionato e 2-1 per l’Inter ai supplementari in Supercoppa). Tutte e cinque le volte nella posizione e con i compiti citati all’inizio. Compiti che anche Sarri, al suo primo Derby d’Italia, aveva ritenuto così importanti da affidarli a un giocatore specifico: Bernardeschi, schierato trequartista alle spalle di Dybala e Ronaldo nella vittoria per 2-1 della Juve a San Siro il 6 ottobre 2020 (al ritorno, vittoria per 2-0, la Juve non dedicò invece particolari attenzioni al croato).

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    Allegri: “Avevo firmato con il Real, poi ho scelto la Juve”

    TORINO – “Avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato”. Questa la rivelazione fatta da Massimiliano Allegri, che in questi giorni sta preparando la super sfida contro l’Inter, in un’untervista a GQ Italia che sarà in edicola a partire dal 5 aprile. Una scelta di cui il tecnico bianconero non si pente: “Se ho avuto dubbi? No, da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto alcsun dubbio. A livello professionale sarebbe stato il coronamento di un percorso, certo: Milan, Juve, Real. Ma nella vita non si può avere sempre tutto e io sono davvero contento e orgoglioso di aver allenato per quattro anni il Milan e ora essere al sesto in un club come la Juventus. Al Real ho detto no due volte – ha ribadito -. La prima è stata mentre ero in fase di rinnovo con la Juve: dissi al presidente del Real che avevo già dato la mia parola a Andrea Agnelli”.
    Dna bianconero
    A proposito del ritorno in bianconero l’allenatore toscano ha ribadito che “è una bella sfida, interessante, che ho la fortuna di affrontare al fianco di una proprietà che è la stessa da sempre, e che ha voglia come me di tornare a vincere. Quando sono arrivato la prima volta nel 2014 era tutto diverso; Antonio Conte aveva fatto un gran lavoro insieme alla società, vincendo tre campionati e costruendo una squadra molto forte che andava solo rifinita. Quest’anno è una squadra molto diversa da quella, con molti giovani, con giocatori forti ma con meno esperienza. Però stiamo ripartendo da una base chiara, che è il Dna della Juventus, e che consiste nel tornare a vincere ma sapendo soffrire e avendo voglia di lottare sempre – ha aggiunto Allegri -. Tornando ho trovato un gruppo di ragazzi disponibilissimi oltre che tecnicamente bravi. Si sono messi subito a disposizione, con molta voglia di lavorare che è un elemento che ti trasmette questo club. Io credo che la Juve stia ritrovando il senso d’appartenenza, che è molto importante in prima squadra ma anche nel settore giovanile”.
    Sopresa Danilo, conferma Morata
    Allegri a tal proposito ha rivelato che “una sorpresa meravigliosa è stato Danilo. È un campione, un ragazzo molto intelligente, responsabile e che si mette sempre a disposizione della squadra. I Bonucci e i Chiellini li conosciamo già, però Danilo è stato veramente una scoperta”. A gennaio l’allenatore toscano ha convinto Morata a rimanere a Torino nonostante le sirene del Barcellona: “La sera che la società ha preso Vlahovic ho chiamato Alvaro e gli ho detto: ‘Non ti muovi da qui perché ora con lui diventi un giocatore molto più importante’, e così è stato. Discutere Morata tecnicamente è da folli; è normale che se gli si chiede di far cose che non è in grado di fare possa non rendere al meglio, ma non dimentichiamoci che lui si è messo a disposizione e ha giocato per mesi in una posizione che non era propriamente la sua – ha sottolineato -. Vlahovic? È un ragazzo giovane, con poca esperienza internazionale, che però ha qualità, vuole e può migliorare, e ha tutto il tempo per farlo. Davanti alla porta ha una cattiveria assoluta. La Juventus ha fatto un acquisto importante: nel mondo lui, Mbappé e Haaland sono i più forti in circolazione della loro generazione”.
    L’arte del calcio e il ‘modello’ Guardiola
    Dalla Juve il discorso si allarga al calcio italiano in generale. “Credo che il problema principale è che si usano i giocatori come cavie degli allenatori, sia nelle prime squadre che nei settori giovanili. Ma il calcio è un’arte, madre natura ha il suo peso. Tutti possono migliorare, certo, ma se uno è scarso può diventare meno scarso, non diventerà mai uno bravo. E uno che è bravo può diventare più bravo. Va ovviamente data un’organizzazione, va data un’idea di gioco, poi però il calcio di fatto ha una componente psicologica e umana da cui non si può prescindere – insiste il tecnico bianconero -. Ci sono giocatori che un anno fanno bene e un altro fanno male, perché? Perché sono esseri umani. I giocatori non sono tutti uguali e non si può pensare che le cose che facciamo un anno andranno bene per tutti gli altri anni. Ai ragazzi va insegnato il gioco del calcio, perché uno che ha conoscenza del calcio poi gioca ovunque”. E Allegri cita anche Guardiola, “che è un allenatore straordinario: tutti pensano a partire dal basso, lui ha comprato un portiere che lancia la palla a ottanta metri. Questo per dire che spesso la gente si fa abbindolare da cose che non esistono: alla fine c’è da vincere la partita. E tutte le partite non sono uguali, senza contare che all’interno della partita ce ne sono tante diverse”. LEGGI TUTTO

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    Dybala re a Milano: solo l'Inter può regalargli un ruolo da protagonista

    TORINO – Sarà uno dei tormentoni dei prossimi due mesi: dove andrà Paulo Dybala? Perché è vero che il prossimo mercato sarà animato dai movimenti di Mbappé e Haaland, ma la Joya libera a zero dal primo luglio, non può che far gola a molti. La sua esperienza in campo internazionale – 53 presenze e 18 gol in Champions – può servire a molte squadre che puntano ai titoli nazionali e intendono fare strada in Europa. L’argentino, dopo l’annunciato divorzio con la Juventus, non ha fretta di scegliere la prossima destinazione. Chi lo conosce bene è convinto che voglia rimanere in Italia, anche per prendersi immediatamente una rivincita sulla Juventus, ma le sirene che arrivano da Spagna, Inghilterra e Francia sono forti.Sullo stesso argomentoDybala all’Inter: l’agente incontra MarottaCalciomercato Inter

    Vuole un ruolo da protagonista

    E probabile che Dybala, al di là delle offerte economiche, sceglierà la piazza che gli garantirà non solo maggiore spazio, ma un ruolo da protagonista, quello che negli ultimi anni a Torino gli era stato tolto prima da CR7 e ultimamente da Vlahovic. L’Inter, in questo senso, sembra essere la destinazione migliore per possibilità di “vendetta” sportiva sulla Juventus e una posizione da leader tecnico, ma le insidie per Beppe Marotta, l’ad nerazzurro che lo portò a Torino quando era un talento pronto a esplodere, sono tante. A partire proprio dal corteggiamento di un ex nerazzurro: Diego Simeone […]

    Guarda la galleryDa Dybala a Belotti, la Top 10 dei parametri zero in Serie A LEGGI TUTTO

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    Aldo Serena: “Meglio gli 80 milioni per Vlahovic che i 100 per Ronaldo”

    Buongiorno Aldo Serena, secondo lei, la Juventus sotto sotto ci crede allo scudetto?

    «Conosco l’ambiente bianconero e finché i numeri non ti condannano ci credi, anzi devi crederci. Quindi penso che alla Juventus ci provino, anche se sinceramente la considero poco probabile, perché devono rallentare in tre davanti e la Juventus dovrebbe vincerle tutte. Però è giusto che alla Juventus pensino di potercela fare».

    Domenica è più decisiva per l’Inter o per la Juventus?

    «Lo è per tutte e due, ma certo se l’Inter perde spezza molte delle speranze scudetto».

    Guarda la galleryJuve, test con la Pro Sesto in vista dell’Inter: Zakaria in campo, Rugani a segno

    Quanto ha cambiato la Juventus l’arrivo di Vlahovic?

    «Tanto. Perché quando hai un attaccante che sa anche crearsi le occasioni da solo, che può essere pericoloso da metà campo, puoi canche rischiare di meno a sbilanciarti in avanti. Forte pure l’impatto psicologico: se sai che c’è lui in campo che prima o poi la butta dentro ti senti più tranquillo, anche se per caso ti trovi improvvisamente in svantaggio».

    Cosa l’ha impressionata maggiormente di Vlahovic?

    «La mole associata all’elasticità. È un gigante di muscoli che sa muoversi nello stretti. Dinamico e leggiandro, nonostante l’altezza. E poi ha tecnica notevole: soprattutto con il sinistro, su destro deve lavorarci, ma il gol contro il Villarreal dimostra che lo sta già facendo».

    […]

    Il prezzo, 80 milioni, è quindi giusto?

    «Ci sono delle regole basilari nel calcio: il portiere e il centravanti devono essere affidabili. E Vlahovic non solo è forte, ma ha grandi margini di miglioramento. La Juventus in quel ruolo era carente. Intendiamoci, Morata è un fior fiore di attaccante, ma credo gli abbia giovato togliersi le resposabilità di quel ruolo, lui è un attaccante di servizio, un giocatore utilissimo alla squadra, ma forse non in grado di prendersi la responsabilità del centravanti».

    Meglio spesi gli 80 per Vlahovic o i 100 per Ronaldo?

    «Forse quelli per Vlahovic, perché ha 22 anni e può dare un contribuito sempre più importante e per molti anni. Ronaldo, quando è arrivato aveva già un’età e, per quanto abbia segnato tanto, sia stato decisivo e un grande professionista, è innegabile che avesse iniziato la primissima parte della fase calante della carriera».

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    Sullo stesso argomentoVlahovic scalda il big match con l’Inter: “Forza Juve”Juventus LEGGI TUTTO

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    Juve, allenamento in vista dell'Inter: presenti Zakaria e Alex Sandro

    TORINO – Cinque giorni al Derby d’Italia. In seguito ai due giorni di riposo concessi da Massimiliano Allegri alla squadra, la Juve è tornata in campo quest’oggi al Training Center per iniziare a preparare il big match di domenica contro l’Inter. Il gruppo si è ritrovato nel pomeriggio e ha lavorato su diverse esercitazioni tra le quali possesso palla e tiri in porta dopo le combinazioni di gioco. Alex Sandro e Denis Zakaria hanno svolto solo una parte della seduta con la squadra, mentre Dusan Vlahovic ha partecipato a tutto l’allenamento. Presente anche Juan Cuadrado, rientrato in anticipo dagli impegni con la sua Colombia. Per domani prevista una seduta mattutina alla Continassa. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic scalda il big match con l'Inter: “Forza Juve”

    TORINO – Lo sguardo rivolto verso gli spalti, la maglia da riscaldamento pre-gara e un gesto con la mano sinistra: così il bomber della Juventus Dusan Vlahovic si presenta in un post su Instagram, accompagnato dall’inequivocabile didascalia “Forza Juve”, nella settimana che porta al big match contro l’Inter. La foto del serbo ex Fiorentina ha fatto immediatamente incetta di like, tra cui quelli dei compagni di squadra Matthijs de Ligt, Leonardo Bonucci, Alvaro Morata, Weston McKennie, ancora ai box dopo l’infortunio rimediato nell’andata degli ottavi di Champions a Vila-Real, e Carlo Pinsoglio, oltre ad Arianna Caruso della Juve Women. Nei commenti, il grido dei tifosi è unanime: il popolo bianconero gli chiede a gran voce almeno un gol contro i rivali storici. Vlahovic, ad ogni modo, dovrà essere valutato attentamente dal tecnico Massimiliano Allegri, avendo rinunciato alla convocazione in nazionale per un problema all’inguine – evidenziato da un’eloquente smorfia di dolore – nel corso dell’ultimo match di campionato vinto 2-0 all’Allianz Stadium contro la Salernitana.Maglia Juve Vlahovic: approfitta dell’offerta! LEGGI TUTTO

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    La Juve-Inter dei Nazionali: sfida dell'altro mondo

    Derby d’Italia, ok. Si sa. Anche se ormai risulta persino riduttivo. Quello che si giocherà domenica all’Allianz Stadium tra Juventus e Inter assume – anche questa volta – i connotati d’un match internazionale, mondiale. Condizionato – per l’appunto – dal rientro di giocatori provenienti da svariate latitudini e longitudini. La qual cosa potrebbe ovviamente andare a condizionare rendimenti, prestazioni e risultato se non sarà gestita opportunamente dai due tecnici Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi , che al momento di definire le formazioni (o i cambi) dovranno tenere in conto anche i minutaggi disputati dai loro giocatori in questa sosta per le Nazionali, l’umore con cui si ripresenteranno (nero, ad esempio, sarà quello degli azzurri Bonucci , Chiellini , De Sciglio , Locatelli , Barella , Bastoni appena estromessi dal Mondiale, insieme con l’Italia tutta), i chilometri percorsi da ciascuno (con annessi fusi orari superati).

    La Juve prepara la sfida con l’Inter

    La Juventus ha risposto con 12 elementi alle convocazioni dei commissari tecnici. E chiaramente bisogna considerare che se non fossero stati infortunati/acciaccati, anche i vari Paulo Dybala , Federico Chiesa , Federico Bernardeschi , Weston McKennie , Denis Zakaria sarebbero stati chiamati a giocare per le rispettive selezioni. Allegri, dunque, in questi giorni ha lavorato con pochi elementi a disposizione. Ha fissato la ripresa degli allenamenti, alla Continassa, per domani. Gradualmente recupererà, pezzo per pezzo, tutti gli assenti. Il primo dei rientranti, a sorpresa, sarà il colombiano Juan Cuadrado : è stato ammonito contro la Bolivia e dunque, diffidato, non potrà giocare contro il Venezuela, ecco perché è stato esentato dal restare con il gruppo. […]

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    Inter, come arriva alla sfida con la Juve

    […] La missione Stadium entrerà nel vivo domani con la ripresa degli allenamenti alla Pinetina. Simone Inzaghi – che ha fissato strategicamente l’orario di inizio dei lavori sempre al pomeriggio per accogliere i nazionali al rientro – attende in gruppo pure Stefan De Vrij e soprattutto Marcelo Brozovic , i due lungodegenti che hanno lavorato anche in questi giorni al centro sportivo (ieri ai due si è aggiunto Lautaro Martinez , immediatamente arruolato dopo essersi negativizzato dal Covid). Il centrale olandese e il metronomo croato – spina dorsale della squadra – dovrebbero gradualmente riprendere insieme ai compagni: c’è certezza sul ritorno di Brozovic a Torino, mentre quella di recuperare De Vrij è una speranza, ma in difesa Inzaghi ha comunque più scelta per attutire gli effetti dell’assenza dell’olandese. Piuttosto, visti i precedenti mai fortunati dell’Inter con i nazionali, l’allenatore si augura che tutti rientrino sani alla base.

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    Sullo stesso argomentoJuve-Marotta, la resa dei conti: domenica la sfida veritàJuventusMaglia Juve Vlahovic: approfitta dell’offerta! LEGGI TUTTO

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    Juve-Marotta, la resa dei conti: domenica la sfida verità

    TORINO – Certo, quando ancora c’era Fabio Paratici nelle vesti di responsabile del mercato bianconero, il faccia a faccia da derby d’Italia risultava ancora più pepato e intriso di sentimentalismi (e non era necessariamente l’affetto, il sentimenti più in voga…). Da una parte infatti, quella nerazzurra, figurava l’amministratore delegato Beppe Marotta: che alla Juventus a un certo punto è stato ritenuto non più funzionale ai piani e alle strategie. Dall’altra, quella bianconera, l’uomo che ne aveva preso il posto dopo anni e anni d’un apprendistato sfociato anche oltre la soglia del rapporto fraterno.[..] Oggettivamente si fatica a non riconscere che l’approdo di Marotta all’Inter abbia avuto gli effetti sperati, riportando il club alla vittoria e ad un ruolo di sicuro protagonista del panorama nazionale, come non lo era da tempo. Lo Scudetto vinto lo scorso anno lo dimostra (stessa parabola bianconera: un anno di rodaggio, poi il trionfo) e pure il fatto che in questa stagione sin dall’estate tutti indicassero l’Inter quale favorita (persino Allegri), certifica un certo buon livello di lavoro svolto. […]Guarda la galleryLa Juve verso l’Inter: la probabile formazione di Allegri

    La Juve e il dopo Marotta

    Ciò che è possibile fare, però, è sottolineare il fatto che è iniziata una strategia più arrembante, o azzardata, o ambiziosa, o rischiosa, o passionale (a ciascuno la scelta in base alla propria sensibilità): a partire dall’acquisto di Cristiano Ronaldo- accanto al quale era seduto Paratici in conferenza stampa di presentazione e mica Marotta che pure era ancora in carica, – s’è passati a De Ligt (85 milioni), Chiesa (che risulta formalmente in prestito il primo anno a 3 milioni e il secondo a 7 ma c’è un obbligo di riscatto fissato ad ulteriori 40 milioni più bonus), Vlahovic (75 milioni). In passato mai si erano spese cifre simili per giocatori comunque giovani e che avevano grandi potenzialità, ma in buona parte ancora le dovevano dimostrare. No, sotto la gestione Marotta solo in un caso s’era osato tanto, ma l’uomo in questione era Gonzalo Higuain: attaccante già esperto e fresco realizzatore del record di gol segnati in Serie A. Decisamente un investimento sicuro per l’immediato, non una scommessa in prospettiva alla Chiesa, De Ligt, Vlahovic (presi tutti 20enni o poco più). Proprio Vlahovic, peraltro,rappresenta uno degli elementi di distacco più emblematici tra le strategie tipiche della Juventus marottiana rispetto a quella post. Mai, in passato, s’era speso tanto in una sessione invernale di calciomercato. Cherubini e Arrivabene, invece, hanno fatto il botto. Tornando al discorso delle grandi cifre, la controprova la offre proprio il mercato che ha fatto Marotta in casa nerazzurra. [..] In questi tre anni di mercato messo a confronto (non considerando la prima stagione di Marotta all’Inter visto che era entrato in carica solo a dicembre e dunque non aveva partecipato alla campagna estiva), a fronte dei 408,5 milioni spesi dai nerazzurri, ecco i 467,6 spesi dai bianconeri con Paratici e Cherubini prima, e con Cherubini e Arrivabene poi. Posto, però, che ai 467,6 sborsati fino ad ora si aggiungeranno certamente i 40 milioni 8più eventuali bonus) che la Juventus pagherà alla Fiorentina pe ril riscatto obbligatorio di Chiesa così come i 28 più eventuali bonus per il riscatto di Kean. Si va oltre 550. Attenzione però ad un aspetto: oltre alle ambizioni da Champions, influiscono anche i prescisi contesti. Marotta doveva aprire un ciclo, la Juve ringiovanire un gruppo che ormai aveva fatto la storia. Non a caso l’età media nerazzurra è di circa 30 anni, quella bianconera di 27. Fin qui, comunque, le riflessioni. Domenica la palla passa al campo.

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    Maglia Juve Vlahovic: approfitta dell’offerta! LEGGI TUTTO