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    Ranieri, addio al calcio? La frase di Giulini dopo il ko del Cagliari

    Cagliari, Giulini e il futuro di Ranieri
    Tommaso Giulini ha parlato così ai microfoni di DAZN: “Dopo tre sconfitte volevamo invertire il trend. Questa sconfitta è una botta pesante per noi e il mister. Scusateci se parlo io, ma voglio metterci la faccia nei momenti di difficoltà come quello attuale. La gara con il Frosinone ha portato la delusione in casa, non dovevamo perdere. Quando arriva la paura bisogna essere bravi a non portarla in campo. Abbiamo giocato intimoriti contro la Lazio e sbagliato cose semplici. Dovremo essere bravi a interpretare le prossime gare con il timore della retrocessione per dare qualcosa in più”.
    Poi è arrivata la stoccata alla squadra: “Paghiamo tantissimo errori individuali. Gran parte della rosa è sotto le aspettative. Tutti devono prendersi le loro responsabilità. Soprattutto nei confronti dei tifosi”. Su Ranieri e il futuro: “Lui ci può aiutare in questa situazione e non è questione di riconoscenza per quello che ha fatto, ma tutto l’ambiente è consapevole della sua esperienza. Nessuno come lui tiene alla salvezza e a inizio stagione ha detto che questa sarebbe stata l’ultima esperienza in un club e non vuole terminare la carriera con un evento negativo”. In chiusura ha parlato del possibile ritiro: “Deciderà Ranieri quando la squadra si ritroverà a inizio settimana prossima”. LEGGI TUTTO

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    Marotta a Fedez: “Venivo dalla Juve, i tifosi non mi vedevano bene…”

    “Quando sono arrivato all’Inter forse la tifoseria mi ha visto come un intruso o peggio”. Beppe Marotta, ad del club nerazzurro, ha parlato a ‘Wolf – Storie che contano’ il podcast condotto dal noto rapper Fedez. Tanti sono stati gli argomenti trattati dal dirigente che, dal 2018, ha iniziato il suo percorso con la società di Viale della Liberazione dopo gli 8 anni di successi con i bianconeri. E’ partito proprio da questo passaggio l’amministratore delegato salvo poi toccare altri punti: lo stadio, il sistema e Cristiano Ronaldo. 
    Marotta, dalla Juve all’Inter
    Beppe Marotta ha parlato del suo arrivo all’Inter e l’impatto sui tifosi: “Provenivo dalla Juve e forse la tifoseria mi ha visto un po’ come un intruso, ma nello sport contano i risultati” ha detto l’ad dei nerazzurri. Il dirigente ha continuato: “Da quando sono arrivato qui, per merito e per fortuna, sono arrivati risultati buoni. Per questo credo di essere simpatico a buona parte degli interisti”. Passato, presente e poi il futuro: “Quando chiuderò la mia esperienza qui – da poco è arrivato il rinnovo fino al 2027 – vorrei restare in questo ambito ma in una dimensione diversa, occupandomi più dello sport come fenomeno sociale. In Italia siamo molto indietro rispetto agli altri paesi. Voglio mettere a disposizione la mia esperienza per quei bambini e ragazzi che vogliono giocare a calcio, e non solo, e possano farlo gratuitamente in strutture adeguate”. Marotta ha parlato del sistema e dell’apporto di Cristiano Ronaldo… LEGGI TUTTO

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    Yildiz col tic e Allegri con la mano in testa a Huijsen: “Più di mille parole”

    Kenan Yildiz e Dean Huijsen sono il fiore all’occhiello della Juventus. La rappresentazione della bontà del progetto Next Gen creato nel 2018. Sono arrivati in bianconero e in poco tempo si sono guadagnati la stima di Allegri e l’esordio con la prima squadra. Il difensore contro il Milan a San Siro e per il turco a Udine, nella prima giornata. Per entrambi un momento indescrivibile. “Si è avverato un sogno” hanno detto in coro nel documentario ideato su di loro: ‘The Best is Yet to Come’ di Juventus Creator Lab. Uno speciale che ha ripercorso le tappe dei due ragazzi dall’arrivo in bianconero, le partite con la Primavera, la Next Gen fino al loro arrivo in prima squadra. In estate è arrivato anche il rinnovo: Kenan fino al 2027 e lo stesso per Dean. Tappe importanti raccontate anche con le parole di chi li ha visti e li sta vedendo da vicino giorno dopo giorno come Manna, Brambilla e lo stesso Allegri che insieme hanno ribadito: “Sono due giocatori con qualità importanti”. 

    Yildiz: “La Juve mi ha dato le opzioni migliori”

    Il classe 2005 turco è arrivato in bianconero dal Bayern Monaco: “Ero in scadenza e la Juventus è stata la società a darmi le opzioni migliori a livello calcistico, per questo ho scelto di venire qui”. Il calcio come passione e sin da subito punto di riferimento: “Ho iniziato a giocare a 3 anni e a 6 ero già al Bayern”. Un percorso importante che lo ha portato a Torino fino alle porte della prima squadra: “La tournée è stata qualcosa di surreale perché mi sono allenato con i giocatori che prima vedevo in tv”. Dagli USA all’esordio in A: “Mi porto dentro ancora emozioni incredibili. Quando mi riscaldavo ero nervoso e poi quando il mister mi ha chiamato per entrare ho subito detto ‘Wow’. Si è avverato un sogno e voglio continuare così”. Da qui l’aneddoto sui capelli: “Quello di toccarli spesso penso sia un tic. Dopo che li ho tagliati e sono arrivato alla Continassa il mister mi ha detto ‘Sei intelligente'”. Aneddoti e curiosità raccontati anche dallo stesso Huijsen… LEGGI TUTTO

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    Messi e il Mondiale 2026: la frase di Leo sull’Argentina diventa virale

    “… del doman non v’è certezza”. Un salto nel passato con la frase di Lorenzo de’ Medici per dare uno sguardo al futuro. Leo Messi ha parlato del suo futuro con l’Argentina in vista dei prossimi Mondiali nel 2026. Le sue dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo. Dopo la vittoria in Qatar nel 2022 l’argentino aveva aperto alla possibilità di chiudere con la nazionale, ma le recenti prestazioni, compresa la vittoria contro il Brasile nelle qualificazioni del Sud America, e il fatto di sentirsi ancora al top gli hanno fatto pensare di poterci essere tra tre anni in Canada, Messico e Stati Uniti con la maglia della Seleccion. 
    Messi e il dubbio Mondiale 2026
    “Il tempo dirà se ci sarò oppure no” ha detto Leo Messi a Star Plus Campeones. Il capitano dell’Albiceleste che ha sollevato l’ultimo Mondiale, il primo per lui, ha poi aggiunto: “La realtà è che sto per raggiungere un’età in cui normalmente non dovrei poter giocare una competizione così importante come il Mondiale”. Il 10 argentino ha continuato: “In realtà è tutto il contrato. Voglio essere qui, ora più che mai, perché dopo aver passato anni di sofferenza, oggi viviamo un momento speciale e voglio godermelo. Mi trovo bene nel gruppo e mi diverto. Ci piace stare insieme e non voglio pensare a cosa sarà tra due o tre anni, nel calcio sono tanti”. La voglia del presente senza guardare troppo in là questa è l’idea della Pulce, ma le sue parole hanno riacceso la speranza dei tifosi dell’Argentina di poter vedere Leo anche al prossimo Mondiale, almeno lui non l’ha escluso. LEGGI TUTTO

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    Mourinho chiama, Dybala non risponde: “Ho trovato cinque chiamate perse”

    Immaginatevi la vittoria del Mondiale con l’Argentina. Immaginatevi quanti messaggi e chiamate possa aver ricevuto Paulo Dybala subito dopo il trionfo in Qatar ai rigori contro la Francia. Bene e ora immaginatevi Mourinho, innamorato di ognuno dei suoi calciatori e felice dei loro successi anche personale, che chiama la Joya prima ancora di realizzare e festeggiare il fatto di essere diventato campione del Mondo. Un curioso e particolare aneddoto raccontato proprio dal campione argentino a Tyc Sports.

    Dybala: “Mourinho era felice per noi”

    Paul Dybala ha raccontato l’aneddoto nell’intervista al quotidiano argentino: “Finita la partita non avevo il cellulare con me. Arrivo nello spogliatoio, alzo il telefono per parlare con la mia famiglia e mi trovo cinque chiamate perse da Mourinho. Quando l’ho chiamato era felice. Ama gli argentini e ha sempre parlato bene anche dei giocatori che ha allenato: Lo Celso, Foyth, Lamela ma anche di Di Maria e Paredes”. Proprio su Paredes poi la Joya ha rivelato un altro retroscena riguardante il suo arrivo a Roma in estate dopo la parentesi alla Juventus: “Mi aveva detto che sarebbe tornato a Parigi e doveva capire com’era la situazione con l’arrivo di Luis Enrique. Ne ho parlato con Mourinho e mi ha detto che l’idea gli è piaciuta. Poi un giorno è venuto da me e mi ha chiesto ‘Allora Leandro viene da noi?’ e gli ho risposto di sì con certezza. Da quel momento ho chiamato Lea (Paredes n.d.r.) e gli ho detto che doveva venire a Roma. Per fortuna è successo. Volevo venisse qui perché ci troviamo bene e il calcio è vissuto come in Argentina. Stiamo bene e siamo felici con le nostre famiglie qui, ci sentiamo a nostro agio”.  LEGGI TUTTO