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    Juve, Chiesa in vacanza col fisioterapista

    TORINO – Il trionfo all’Europeo vale anche una bella botta. È il caso di Federico Chiesa che, durante la finale di domenica scorsa contro l’Inghilterra, ha abbandonato il campo poco prima del novantesimo con la caviglia destra sanguinante. L’euforia per la vittoria e i successivi festeggiamenti hanno inizialmente fatto passare in secondo piano il dolore. Nei giorni scorsi l’ala della Juventus e della Nazionale si è sottoposta ad accertamenti. Gli esami, effettuati in Toscana, hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a Chiesa e alla Juventus. Nessuna lesione, ma comunque una bella contusione. Tutto ampiamente risolvibile durante le vacanze post Euro in modo tale da essere pronto per la ripartenza delle prossime settimane. Ma tanto Chiesa quanto la Juventus non vogliono correre rischi. E così, stando a quanto filtra dagli ambienti vicini al 23enne bianconero, il figlio d’arte, in vacanza con la fidanzata Federica, in questi giorni è seguito anche un uomo dello staff medico juventino. Chiesa alternerà sole e relax a qualche terapia. Federico è abituato ad andare di corsa e a non perdere tempo. Dopo essersi ambientato a tempi di record nella sua prima stagione a Torino, adesso ci tiene a ripetersi per presentarsi al nuovo allenatore Massimiliano Allegri in forma.

    Chiesa è giovane ma è già molto maturo

    Un po’ il carattere e i consigli del padre Enrico. E un po’ le lezioni imparate vedendo lavorare da vicino Cristiano Ronaldo e Giorgio Chiellini nella sua prima annata alla Juventus: Chiesa è giovane, ma è già molto maturo e ha chiaro in testa che per migliorare e raggiungere il top è necessario fare sacrifici e curare ogni dettaglio.

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    Italia, Grifo: “Esclusione dall'Europeo come un pugno in faccia”

    L’attaccante esterno del Friburgo Vincenzo Grifo ha parlato al canale televisivo tedesco Sport1. Il calciatore, in Germania da molte stagioni e convocato in azzurro in molte partite dal ct Mancini, dopo la vittoria dell’Italia agli Europei ha voluto rilascaire questa dichiarazione: “Per me non partecipare agli Europei è stato molto doloroso, come un pugno in faccia. Ho avuto bisogno di qualche giorno per elaborare la delusione della mancata convocazione. La mia famiglia e i miei amici mi hanno aiutato, dicendomi di essere comunque orgoglioso di quel che ho fatto. Mancini mi ha chiamato e mi ha detto, con un discorso rapido, che non rientravo nei suoi piani. Credo sia stato difficile anche per lui prendere la decisione. Non l’ha motivata concretamente, ma apprezzo che mi abbia telefonato di persona. In fin dei conti ha fatto tutto bene, ha azzeccato ogni decisione. Il successo dell’Italia è stato meritato, fin dal primo momento”. LEGGI TUTTO

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    Zanetti: “Mancini ha trasformato l'Italia! Lautaro? Ci siamo sentiti”

    BUENOS AIRES (Argentina) – Ha parlato ai microfoni di Canal IP, in Argentina, il vice presidente dell’Inter, Javier Zanetti. Il dirigente nerazzurro ha commentato la vittoria dell’Italia agli Europei, elogiando il grande lavoro svolto dal commissario tecnico Roberto Mancini: “Dopo il mancato ingresso al Mondiale, l’Italia ha avuto un grande cambiamento grazie al lavoro di Mancini. L’allenatore ha messo insieme con il piede giusto una rosa di calciatori giovani ed esperti, e hanno tutti un’ottima tecnica calcistica. E poi in finale l’Inghilterra ha fatto poco per vincere la Coppa. Hanno segnato un gol a inizio partita, ma poi hanno ceduto la gara all’Italia, che ha saputo approfittarne”.
    Italia-Inghilterra, il tabellino
    Zanetti sulla Coppa America
    Il discorso è poi passato sulla Coppa America vinta dalla sua Argentina. Zanetti ha speso belle parole per Rodrigo De Paul, fresco di passaggio all’Atletico Madrid: “De Paul ha fatto un grandissimo torneo, in finale è stato il miglior giocatore. Non è una novità per me, perché lo vedo tutte le domeniche nel calcio italiano. Ha avuto una grande crescita, una maturità che gli permette di essere un giocatore riconosciuto da tutti. È un giocatore per un grande club”. Nell’intervista si è parlato anche di Lautaro Martinez: “Ci siamo scambiati dei messaggi, sono molto contento per lui, che ha avuto la possibilità di essere il numero nove della Nazionale che ha raggiunto questo titolo. Ho visto come lavora, si comporta molto bene dentro e fuori dal campo. Dopo aver vinto il campionato con l’Inter era molto eccitato per questa Coppa America”. Poi un pensiero su Leo Messi, finalmente campione dopo tante finali perse: “Conosco molto bene Messi e so che il suo sogno era vincere qualcosa di importante con la nazionale argentina”. LEGGI TUTTO

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    Da Locatelli e Pessina fino a Chiesa: per i ragazzi di Wembley il futuro è adesso

    TORINO – Potete chiamarla “Generazione Wembley” perché è lì, nello stadio più iconico della storia del calcio antico e moderno, che questo manipolo di azzurri ha saputo trovare l’energia e la sfrontatezza per affermarsi e porre le basi per un futuro incoraggiante per la Nazionale. Roberto Mancini ha saputo miscelare l’esperienza, la saggezza dei più esperti con questo carico di entusiasmo che è letteralmente deflagrato durante l’Europeo, praticamente quando il torneo è entrato nella fase a eliminazione diretta. Il ct non ha lasciato niente al caso e, da quando ha assunto il gravoso incarico di ridare una dignità al nostro calcio ferito dall’esclusione del Mondiale 2018, ha scandagliato ogni angolo del nostro movimento calcistico, non esitando un attimo a regalare una vetrina a giovani talenti in cerca di affermazione come nel caso di Nicolò Zaniolo che ha assaporato l’azzurro ancora prima di celebrare l’esordio in serie A. Il romanista a Wembley non c’era, penalizzato dall’ennesimo infortunio di una carriera a singhiozzo, ma il ct non ha mai depennato il suo nome dalla lista dei futuri prospetti.

    In Italia il processo di maturazione è stato appena accennato

    L’Euro 2020 ha stabilito che in Italia l’orizzonte calcistico non presenta un contorno definito, il processo di maturazione è stato appena accennato. Il titolo europeo sarà difeso nel 2025 in Germania con molti dei protagonisti della magica notte londinese perché il progetto prefigurato da Mancini non ha una data di scadenza e, anzi, ha già inserito nel proprio mirino la prossima fermata, il Mondiale 2022. E’ sufficiente scorrere i nomi dei freschi campioni continentali per capirlo: da Donnarumma in porta a praticamente l’intero settore di centrocampo e attacco dove figurano ben otto under 26.

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