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    Italia, Miretti e Fagioli si raccontano: dal centrocampo ideale della Juve alla chiamata di Mancini

    COVERCIANO – Prima convocazione ufficiale con la Nazionale per Nicolò Fagioli e Fabio Miretti. I due centrocampisti della Juventus sono stati chiamati dal ct Mancini per i prossimi appuntamenti contro Albania e Austria. Nel primo giorno di raduno i due giovani bianconeri sono intervenuti sul profilo twitter della Nazionale nell’appuntamento “Azzurri Live” raccontando le loro emozioni per la convocazione in azzurro e particolari sul loro modo di essere dentro e fuori dal campo. “Abbiamo lavorato in due gruppi, da una parte chi ha giocato ieri e dall’altra chi ha giocato meno”, queste le prime parole sull’allenamento odierno di Fagioli e Miretti che raccontano il momento quando hanno scoperto la chiamata di Mancini: “Quando abbiamo visto la convocazione eravamo a casa, sinceramente non ce lo aspettavamo. Poi sono arrivati tanti messaggi dalla famiglia, dagli amici e abbiamo capito. Una bella soddisfazione”. LEGGI TUTTO

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    Italia, Mancini chiama Chiesa, Fagioli e Miretti

    TORINO – Le prestazioni con la maglia Juventus sono state notate anche da Roberto Mancini. Il commissario tecnico infatti ha premiato con la convocazione in Nazionale i due giovani bianconeri Fagioli e Miretti, nel gruppo per le partite contro Albania e Austria, in programma rispettivamente mercoledì 16 e domenica 20 novembre. Una lista come sempre orientata verso la linea verde, che conterà pure il classe 2006 Simone Pafundi dell’Udinese, il più giovane della truppa. LEGGI TUTTO

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    La Juve azzurra a Verona: 5 su 11 in campo. E non finisce qui

    TORINO – A Verona l’ultimo esempio, tra titolari e sostituti. Prendete l’undici atteso al Bentegodi: Mattia Perin, Leonardo Bonucci, Nicolò Fagioli, Manuel Locatelli, Moise Kean, tutti in campo dal primo minuto. E aggiungete al menu chi sarà prevedibilmente a disposizione, a partire dal “veterano” Fabio Miretti, passando per Federico Gatti, naturalmente aspettando che torni Federico Chiesa e con Daniele Rugani che, a meno di sorprese, ha perso il ballottaggio con Bremer. Totale: 5 giocatori italiani impiegati da Massimiliano Allegri dall’inizio contro i gialloblù ultimi in classifica e se non è un primato stagionale, poco ci manca. Di certo i 5 azzurri in campo rappresentano un record in questa stagione travagliata, ma che si può ancora raddrizzare.
    Giocano perché valgono
    Non siamo più ai tempi del blocco Juventus trionfante al Mundial 1982 o ai nove bianconeri iridati nel ’34 con il ct Vittorio Pozzo al timone, perché per altro qui si tratta di giovani che devono ancora affinarsi e completarsi del tutto, ma insomma: il quadro è chiaro e incoraggiante. E pazienza se i “maligni” e i “superbi” del maestro Francesco De Gregori sentenzieranno in eterno che questa Juve si sta italianizzando solamente perché i big sono in infermeria: come si può pensare che i vari Fagioli e compagnia di giovani rampanti possa trovare spazio quando Paul Pogba tornerà in sella? Sostengono, tronfi e boriosi. Sono gli stessi che tacciono Allegri di aver fatto ricorso ai talenti solamente quando non c’era più nessuno o quasi a disposizione, non per inclinazione naturale di Max. Amen, i fatti raccontano che questa Juve per metà azzurra – il ct Roberto Mancini sentitamente ringrazia – è chiamata ad accelerare il rilancio in campionato, avviato dalle quattro vittorie consecutive senza gol subiti, che incredibilmente rischiano di riportare i bianconeri in zona Champions League. Ma vi ricordate cosa si diceva di questa squadra solamente un mese fa, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan? Roba da pazzi, in un certo senso…
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    Iran e Mondiale in Qatar: chi specula sulla esclusione non fa bella figura

    TORINO – Continua il pressing sulla Fifa per l’esclusione dell’Iran dai Mondiali del Qatar. Dopo le lettere delle organizzazioni umanitarie e di coreografici personaggi (come Paolo Zampolli, sedicente “manager di modelle” che ha presentato Melania Krauss a Trump ricevendone in cambio l’incarico di ambasciatore della Repubblica Domenicana presso l’Onu, con annessi scandali legati alla sparizione di fondi) ora è il turno “più cogente” dei club del campionato ucraino. I qualic chiedono che l’Iran sia escluso dai prossimi Mondiali a causa del sostegno militare di quel Paese all’invasione da parte della Russia. L’amministratore delegato dello Shakhtar Donetsk, Sergei Palkin, ha infatti accusato l’Iran di “partecipazione diretta agli attacchi terroristici contro gli ucraini”, suggerendo che la Nazionale del suo Paese, l’Ucraina, dovrebbe essere ammessa in Qatar come sostituta.

    Le speculazioni

    Andiamo con ordine e cominciamo dal fatto che la questione potrebbe ottenere qualche attenzione in più dalla Fifa rispetto alle vicende legate ai diritti umani in Iran, questioni in cui tanto il Cio quanto la Fifa (a cascata) tengono a non intervenire se non con raccomandazioni o generici avvisi. Altrimenti è ovvio che un Mondiale in Qatar non lo organizzeresti mai… Qui, invece, si entra nel tema dell’aggressione ali altri stati membri e la questione potrebbe avere un peso diverso, non fosse che tira in ballo il ginepraio delle alleanze e non di una aggressione diretta. E, in tutto questo, non va trascurata l’inelegante (per non dire di peggio) conclusione di Palkin che chiede l’ammissione dell’Ucraina in spregio alla libertà di decisione sancita dallo statuto della Fifa.

    Le conseguenze

    Che non sarebbe a vantaggio, lo ribadiamo per l’ennesima volta, dell’Italia o di qualche altra Nazionale a caso, bensì della prima esclusa della Confederazione del Medio Oriente: gli Emirati Arabi. Insomma, sarebbe appena il caso che si smettesse di speculare sulla tragedia interna dell’Iran, sia che lo perseguano ambigui personaggi a metà tra il mondo gossip e della “politica”, sia che venga in mente a dirigenti calcistici. Che non offrono, neanche loro, una edificante immagine di se stessi.
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    Maccabi-Juventus: cosa c’è da sapere sul Sammy Ofer Stadium. Ecco perché Bonucci lo ricorda…

    INVIATO AD HAIFA
    Lo stadio in cui giocherà la Juventus questa sera è il nuovissimo Haifa International Stadium, meglio noto come io Stadio Sammy Ofer. Dal nome del magnate – impero marittimo, settore bancario e immobiliare – che in sostanziosa parte lo ha finanziato donando oltre 20 milioni di dollari su comunque oltre mezzo miliardo di dollari spesi in tutto) per la sua realizzazione.
    L’impianto è stato costruito a partire dal 2009 ed è stato inaugurato nel 2014. E’ utilizzato da Maccabi Haifa, Hapoel Haifa e a volte anche dalla Nazionale israeliana. L’italia vi ha giocato il 5 settembre 2016 in occasione della partita di qualificazioni ai Mondiali del 2018 e nell’occasione ha battuto Israele per 3 gol a 1 con i gol di Pellè, Candreva su rigore e Immobile. Il ct era Ventura,  Chiellini venne espulso. Da segnalare la presenza di Bonucci in campo (nella BBBC) e Rugani in panchina. Stasera, dunque, tira aria di deja vu per i due difensori i quali confidano che si ripeta anche il risultato.
    La capienza dell’impianto è di 30.780 posti tutti esauriti in prevendita per ogni partita.
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    Maccabi-Juventus: cosa c’è da sapere sul Sammy Ofer Stadium. Ecco perché Bonucci lo ricorda…

    INVIATO AD HAIFA – Lo stadio in cui giocherà la Juventus questa sera è il nuovissimo Haifa International Stadium, meglio noto come lo Stadio Sammy Ofer. Dal nome del magnate – impero marittimo, settore bancario e immobiliare – che in sostanziosa parte lo ha finanziato donando oltre 20 milioni di dollari su comunque oltre mezzo miliardo di dollari spesi in tutto) per la sua realizzazione.

    L’impianto e il precedente

    L’impianto è stato costruito a partire dal 2009 ed è stato inaugurato nel 2014. E’ utilizzato da Maccabi Haifa, Hapoel Haifa e a volte anche dalla Nazionale israeliana. L’italia vi ha giocato il 5 settembre 2016 in occasione della partita di qualificazioni ai Mondiali del 2018 e nell’occasione ha battuto Israele per 3 gol a 1 con i gol di Pellè, Candreva su rigore e Immobile. Il ct era Ventura, Chiellini venne espulso. Da segnalare la presenza di Bonucci in campo (nella BBBC) e Rugani in panchina. Stasera, dunque, tira aria di deja vu per i due difensori i quali confidano che si ripeta anche il risultato. La capienza dell’impianto è di 30.780 posti tutti esauriti in prevendita per ogni partita.
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    Gentile, il compleanno con le sue donne: la mamma e la Juventus

    TORINO – «Ieri per me è stato un compleanno speciale perché tu sei sempre con me mamma…». Così scrive su Instagram Claudio Gentile, dopo aver festeggiato i suoi primi 69 anni. Le sue due donne: la madre sempre a fianco e la Juventus, appesa sulla parete e nel web, con i post sempre apprezzati dall’ex difensore campione del mondo nel 1982 con l’Italia di Enzo Bearzot. E arrivano anche gli auguri del ct azzurro Roberto Mancini. Oltreché dei tifosi che non dimenticano l’uomo che ha fermato Zico e Maradona. LEGGI TUTTO

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    Juve, guarda Hasa: ha i piedi d'artista

    La leggenda narra che Cristiano Ronaldo, all’età di 10 anni, venne ceduto dall’Andorinha al Nacional de Madeira per due palloni e un gioco di maglie. Ora: che Luis Hasa, giovane talento in forza all’Under 19 di Montero, possa ricalcare le orme del portoghese è tutt’al più un ondivago auspicio della Juventus. Il trequartista classe 2004, però, rientra a pieno titolo nell’abbondante schiera di giocatori i cui primi passi in carriera sono stati frutto di un baratto. L’episodio, in questo caso, prende forma nell’anno di grazia 2012, quando l’attento lavoro di scouting sul territorio permette al club bianconero di mettere gli occhi prima e le mani poi su un minuto ragazzino di 8 anni che inventa calcio nell’allora San Domenico Savio, piccola società che affondava le radici in provincia di Asti. I dirigenti del club sono entusiasti di poter offrire alla Juventus un proprio tesserato, ma in cambio chiedono timidamente un favore: “Tra poche settimane ospiteremo un torneo giovanile, non è che potete mandarci anche la vostra squadra?”. L’avventura di Hasa con i bianconeri nasce da quella risposta, naturalmente affermativa. E sboccia, anno dopo anno, all’interno del vivaio di Vinovo, fino a colorarsi anche d’azzurro.
    Prima rete in azzurro
    Il piccolo Luis, infatti, nasce a Sora da genitori albanesi e gode di doppia nazionalità, ma fino ai 18 anni non risulta eleggibile per regolamento dalle selezioni dell’Italia. Così il suo esordio in Nazionale, nonostante da anni sia uno dei talenti più in mostra dell’intera annata 2004, avviene soltanto con l’Under 18, che la scorsa estate contribuisce a trascinare sino alla finale dei Giochi del Mediterraneo. A febbraio la prima volta in Under 19, gruppo in cui è stato confermato dal ct Bollini – insieme agli altri bianconeri Dellavalle, Turco e Mancini – per le qualificazioni all’Europeo di categoria in corso di svolgimento in Polonia. Lì dove gli azzurri hanno steccato la prima gara con l’Estonia e dove si sono salvati in extremis nella seconda contro la Bosnia. Grazie a una rete, neanche a dirlo, proprio di Hasa. La prima in Nazionale, alla decima presenza complessiva, nonché quella che ha fissato il punteggio finale sul 3-2, al minuto 88, con un colpo da biliardo dal limite soltanto 5′ dopo essere subentrato in campo. Una stoccata decisiva per le speranze degli azzurri, che domani (ore 14) di fronte ai padroni di casa si giocheranno l’accesso alla fase finale della manifestazione.
    Guarda la galleryJuve-Benfica Youth League: l’1-1 dei baby di Montero in rimonta
    Una perla contro il Psg
    I colpi e i movimenti di Hasa, però, non stanno attirando soltanto ora le attenzioni degli addetti ai lavori. Basti pensare che, su consiglio di Simone Bernardo, il giovane bianconero già due anni fa era stato inserito nella scuderia della CT10 Management, l’agenzia di Francesco Totti: mica male per un ragazzo cresciuto con il numero 10 sulle spalle, maglia che indossa tuttora in Under 19 nonostante la presenza in organico di elementi di spessore assoluto come Yildiz. Oggi, invece, la procura di Hasa è nelle mani di Federico Pastorello, che ne sta accompagnando la crescita a Vinovo: sotto l’ala del mentore Bonatti, il rifinitore tascabile già lo scorso anno ha collezionato 29 presenze in Under 19 da sotto età, mentre in questo primo scampolo di stagione con Montero ha offerto una perla di rara bellezza con una punizione che si è infilata sotto l’incrocio dei pali all’esordio in Youth League in casa del Psg. Soltanto un piccolo antipasto di quel che sarà: se lo augura la Juventus, ma anche la Nazionale.
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