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    Toro, parla Lentini: “Juric, sembri Mondonico”

    «Io amavo puntare sempre l’uomo. Ma anche la donna». E così Lentini si apre in un sorriso, microfono in mano. E la sala scoppia in una risata. Poco dopo, invece, nel milionesimo applauso: quando vengono proiettate le immagini del 2 a 0 al Real. Scappò in fuga sulla fascia, dopo che già aveva ispirato l’autorete dell’1 a 0, e fu tranciato in area, però rimase in piedi: «Mica mi chiamo Neymar. Se proprio non mi tiravano giù di brutto, io cercavo sempre di andare avanti, per un fatto di istinto. Mi faceva godere di più». Scartare, resistere alla scivolata di un avversario che si era gettato alla disperata, andare ancora oltre, quindi alzare la testa per scorgere un compagno e fargli spingere il pallone in porta. Quella volta di 30 anni fa, sino all’assist per Fusi.
    Siamo a Valfenera, là dove la provincia di Asti comincia a guardare negli occhi quella di Torino. La sera è ormai scesa e Lentini è qui da metà pomeriggio. Con la figlia di Mondonico, Clara, ha inaugurato la mostra organizzata dal Toro Club locale dedicata a Emiliano: «E io per lui ci sono sempre. Lo consideravo un padre». Tra il taglio del nastro e i discorsi Gigi si mette a guardare le fotografie dell’allenatore che lo fece decollare come nessun altro. Osserva anche le tante pagine storiche di giornale, si mette a rileggere gli articoli, non si ferma ai titoli. Clara è vicina, rievocano, i commenti oscillano tra ricordi così vivi che sembrano di ieri. Gigi dimostra un cuore semplicemente grande, per come si apre quando c’è da promuovere l’associazione benefica creata da Clara in memoria del padre o allorché si ritrova in mezzo ai tifosi che lo guardano e lo toccano anche per rivedere loro stessi, com’erano 30 prima. E quindi rivivere a fiammate nei ricordi del Delle Alpi pieno, del terzo posto, della finale Uefa, dei derby vinti passando sopra alla Juve. E infine della Coppa Italia al cielo, ma a quel punto Gigi era già da un anno al Milan. Siamo davanti ai giornali del 1992, al resoconto di Amsterdam, due pali, una traversa allo scadere. Gigi si gira, ti guarda, allunga il pollice e l’indice, chiude le altre dita, disegna un piccolo spazio nell’aria: «Sarebbe bastato che la palla avesse picchiato contro la traversa anche solo 2 o 3 centimetri più sotto e sarebbe entrata. Invece prese la parte bassa e tornò in campo. E lì cambiò tutta la storia».
    Torino, si riparte da Napoli ma serve di più contro Kvaratskhelia
    In 5 ore e passa a Valfenera lo sommergono di domande, pure di richiami all’attualità. Lo facciamo anche noi, parlandogli di Juric, di come tanti suoi ex compagni abbiano già testimoniato «una somiglianza col Mondo». A Lentini non piacciono i paragoni, ma comprende il senso: la forza delle evocazioni, pur senza confronti impossibili. «Sembrava che il Mondo conoscesse solo il mio nome, in campo pareva che urlasse solo a me, che ci fossi solo io da sgridare. E io gli rispondevo, anche in allenamento. Però senza mai mancargli di rispetto. E finiva sempre tutto dopo neanche un minuto. Si creavano delle dinamiche tra noi davvero come un padre con un figlio. Mi stuzzicava, lo faceva apposta. Per farmi dare sempre di più. Non gli bastava mai: anche quando giocavo bene, anche dopo uno slalom perfetto e un assist gol». Sono i comportamenti di Juric con i suoi, e pensiamo in particolar modo a come arroventa di urla gente come Vlasic, Radonjic: slalomisti dell’estro anche loro. «Sono i metodi che usava il Mondo per caricarmi, mi martellava di continuo. Anche a me piacciono Vlasic e Radonjic. Hanno tecnica, gamba, dribbling di classe. Magari in qualche momento allenatori così ti fanno persino incazzare in campo, ti sembra che ce l’abbiano solo con te. Ci mandavamo spesso a quel paese, in effetti»: esattamente come può accadere nel Toro di oggi. «Ma così tiri fuori il doppio della grinta, non ti siedi mai, pensi sempre di dover dimostrare qualcosa, ti viene voglia di fargliela vedere prima di tutto a lui in panchina. Il Mondo era bravissimo a far rendere i giocatori, con ognuno aveva un metodo differente a seconda dei nostri caratteri. La mia gratitudine è infinita». E «anche questo Toro, come il nostro, vive di assalti alla garibaldina, non di titìc e titòc. Il gioco che piace a me, puntare l’uomo, guardare in faccia la porta avversaria, volare in fuga, scartare. Questo Toro è bello da vedere, da tifare: io lo faccio davanti alla tv, lo farò contro il Napoli e già un po’ penso anche al derby. La squadra di Juric aggredisce tutti, anche le grandi, anche se come rosa è meno attrezzato. Gioca bene, le mette in difficoltà, senza paura. Peccato per la sconfitta col Sassuolo, ma c’è ancora tempo per far bene e ambire a qualcosa di importante in classifica. Tra l’altro anche noi attaccavamo molto con giocatori di estro sulle fasce, io, Rafa… Poi, qualche anno fa, il Mondo cominciò a dire nelle interviste: non ho mai allenato un talento con le potenzialità di Lentini. Non me l’aspettavo. Tutte le volte che penso a lui gli dico grazie. Mi mise in riga, ero anche un po’ un cazzone e mi fece diventare un giocatore di altissimo livello». Quindi si gira di nuovo nel tempo. E ricomincia a leggere i lampi della sua giovinezza, in quegli articoli di 30 anni fa. LEGGI TUTTO

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    Torino, si riparte da Napoli ma serve di più contro Kvaratskhelia. Scossa Sanabria. Probabile formazione

    TORINO – Tre sconfitte nelle ultime quattro partite non hanno permesso al Torino di affrontare la sosta con serenità. Nello stesso tempo, la pausa è servita a Juric per fare il punto della situazione e lavorare, seppure a ranghi ridotti perché gli impegni delle nazionali hanno portato via dal Filadelfia tredici stranieri e Pellegri – che si è infortunato con l’Under 21 -, sui limiti evidenziati dagli incontri di cui sopra, nei quali i granata si sono dovuti arrendere all’Atalanta (con due leggerezze difensive che hanno causato altrettanti rigori), all’Inter (palla persa in uscita quando mancava soltanto un minuto al 90′) e al Sassuolo (la peggior prestazione di questo inizio di stagione, soprattutto per la pochezza nella fase offensiva). Insomma, i problemi di attenzione e concentrazione del passato campionato si sono ripetuti con troppa facilità. Da qui la necessità di cambiare rapidamente il trend, anche perché il calendario che attende il Toro non consente certo distrazioni. Tra le nove avversarie in quarantré giorni che attendono la squadra di Juric prima della lunga pausa per il Mondiale, infatti, ci sono il Napoli (sabato al Maradona), la Juventus (15 ottobre), l’Udinese (23 ottobre), il Milan (30 ottobre) e la Roma (13 novembre). Le altre sono Empoli (9 ottobre), Cittadella in Coppa Italia (18 ottobre), Bologna (6 novembre) e Sampdoria (9 novembre). Insomma, servirà ben altro atteggiamento per riuscire a mantenere una posizione di classifica che permetta di coltivare ambizioni per quando si ricomincerà, momento in cui sarà riaperto il mercato dove la società deve operare almeno due interventi importanti (un centrocampista e una punta) e provare a chiudere la trattativa rimasta di fatto in sospeso con il Leicester per Praet.

    LA PROBABILE FORMAZIONE

    (4-3-2-1) Milinkovic-Savic; Schuurs, Buongiorno, Rodriguez; Singo, Lukic, Linetty, Lazaro; Vlasic, Radonjic; Sanabria. All. Juric
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    Torino a forza tre contro il Napoli: ecco le possibili scelte di Juric

    TORINO – Archiviato lo spazio dedicato alle nazionali per i granata è tempo di ricompattarsi al Filadelfia per rientrare in clima campionato: la trasferta di sabato è complicata assai, al Maradona contro il Napoli che guida la classifica assieme all’Atalanta. Toro tecnicamente inferiore ma non intimorito, forte di 6 buone prestazioni e di una prova steccata, in casa contro il Sassuolo. Una partita, quest’ultima, nella quale i tentativi di Ivan Juric di trovare alternative per aumentare la produzione offensiva non sono andati a buon fine: contro il Napoli si torna alle certezze. A partire dalle corsie offensive dove agiranno Nikola Vlasic e Namanja Radonjic alle palle di Tonny Sanabria: una soluzione che non asseconda del tutto le caratteristiche tattiche del croato, ma la migliore di quelle possibili. Visto pure che Pellegri non è al meglio, e che come Samuele Ricci ancora non è certo della convocazione. Chi non ci sarà di sicuro è Mergim Vojvoda – in fascia si va verso la conferma di Wilfried Singo e Valentino Lazaro – chi invece rientra dopo essere stato assente da Monza in avanti è Alexei Miranchuk. Una dote importante, per un attacco che di recente ha anche pagato la mancanza di alternative. La famosa coperta corta che impone a centrocampo di proseguire con Sasa Lukic e Karol Linetty: Ricci spera nella panchina, Emirhan Ilkhan sta crescendo bene ma sempre in proporzione ai suoi 18 anni. In porta giusto dare fiducia a Vanja Milinkovic, protagonista con la Serbia a differenza di Etrit Berisha rimasto in panchina nell’Albania.
    Probabile formazioneTorino (3-4-2-1): Milinkovic; Schuurs, Buongiorno, Rodriguez; Singo, Lukic, Linetty, Lazaro; Vlasic, Radonjic; Sanabria. All. Juric

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    Rodriguez: «Torino è del Toro. E grazie a Juric sono rimasto»

    TORINO – (e.e.) Con la sua Svizzera andrà ai Mondiali (e l’Italia no, non guasta ricordarlo sempre) e giocherà la prossima Nations League con le grandi, avendo tenuto la categoria. Ricardo Rodriguez è il leader dei rossocrociati e del Torino, dove indossa pure la fascia da capitano dopo l’ammutinamento famoso di Sasa Lukic alla vigilia del debutto in campionato contro il Monza. In Italia, anche nel Milan, lo ritenevano un fluidificante di sinistra, sbagliano. Lo dice lui stesso al portale elvetico 20 Minuten: «Come difensore sinistro nella difesa a tre mi considero tra i primi in Italia», la spiegazione constatazione. I gradi: «Essere capitano del @TorinoFC_1906 è una nuova sfida per me: ho sempre parlato poco. Il derby? La città di Torino è del Toro, si sente in ogni angolo. Prima dell’arrivo di Ivan Juric però volevo andare via». Il tecnico croato lo ha subito messo al posto giusto, dicendolo: «E’ un centrale sinistro». Punto e a capo. Da lì in poi Ricardo è diventato punto fermo, leader ed esempio per tutti.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, le mosse anti Napoli: una gabbia per Kvara

    TORINO – Nelle quattro trasferte affrontate in questo inizio di stagione, il Toro non è mai riuscito a concludere la partita senza subire reti, anche quando ha vinto, come è successo a Monza e a Cremona. Non sono tanti i gol incassati (sei, tre dei quali a Bergamo contro l’Atalanta), ma Juric sta lavorando intensamente anche sull’aspetto legato alla concentrazione e alle disattenzioni. A maggior ragione visto che, sabato, alla ripresa del campionato, i granata sono attesi dal Napoli, primo in classifica insieme con l’Atalanta e miglior attacco del torneo con l’Udinese. Nulla di che stupirsi, intendiamoci: la squadra di Spalletti è una delle principali candidate allo scudetto, trascinata per l’appunto dal georgiano Kvaratskhelia, rivelazione di questo avvio della Serie A, da Raspadori, che anche in Nazionale ha dimostrato di essere in forma strepitosa, e Simeone. Juric sta riflettendo su chi schierare allo Stadio Maradona. Rodriguez è la certezza principale, anche se bisognerà vedere come rientrerà dagli impegni con la Svizzera. Ma, anche non al top, il capitano è elemento imprescindibile. La sensazione è accanto a lui ci sarà Schuurs, che in queste due settimane ha potuto allenarsi al Filadelfia non essendo stato convocato dall’Olanda e che, quindi, ha ulteriormente approfondito le conoscenze che il tecnico croato gli chiede. Schuurs potrebbe essere centrale oppure interpretare la posizione di braccino destro. Il ballottaggio è per la terza maglia da titolare e in corsa sono Buongiorno, ansioso di riscattare la prestazione con il Sassuolo e in questi giorni leader anche nelle convocazioni, e Djidji, che garantisce livelli standard più che notevoli. Uno dei due dovrà accomodarsi in panchina dove, tra i difesnori, ci sarà anche Zima.Guarda la gallerySuperga e Buongiorno, il Torino dentroIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Toro: Pellegri, no lesioni. Ma Juric è in emergenza a Napoli

    TORINO. Attacco Toro: Juric in emergenza a Napoli. Gli esami strumentali cui è stato sottoposto oggi Pellegri hanno dato un esito confortante, in quanto è stata confermata l’inesistenza di una lesione muscolare. Tuttavia la “sofferenza muscolare” già evidenziata dai primi accertamenti a caldo svolti quando ancora era in ritiro nell’Under 21, venerdì mattina, è figlia di una “elongazione al lungo adduttore di destra”. Elongazione “senza lesioni” alle fibre muscolari, specifica per l’appunto il bollettino medico diffuso dal Torino, però neanche un colpo di tosse e via, un giorno di riposo e poi corri come prima. Di sicuro questa diagnosi è la migliore che il club granata poteva sperare di dover emettere, dopo l’infortunio occorso all’attaccante nel corso del primo tempo contro l’Inghilterra, giovedì scorso. Ma la sua convocazione per la trasferta di Napoli (partenza venerdì pomeriggio in charter, incontro il giorno dopo alle 15) è a rischio. Per adesso Pellegri sta sottoponendosi a cure e fisioterapia appropriata, con un graduale lavoro in palestra senza forzare sulla gamba destra. Durante la settimana il suo obiettivo è riuscire a tornare in gruppo, così da guadagnarsi in extremis l’eventuale chiamata. In ogni caso, per un posto in panchina. E valutando con la massima attenzione un suo eventuale utilizzo nel corso della ripresa: il primo obiettivo è evitare ricadute. Altrimenti: niente Napoli e rientro a disposizione con rischi azzerati per la partita successiva, una settimana dopo in casa contro l’Empoli. Ciò significa che, contro la squadra di Spalletti, Juric non avrà scelte: Sanabria di nuovo titolare come contro l’Inter a San Siro (sette giorni dopo, col Sassuolo, era partito dalla panca), con Seck possibile alternativa da prima punta. Adattando il senegalese, che prima punta non è. Come non lo è Vlasic, altra soluzione nel caso adattabile, nell’ottica di un falso nueve. Soluzioni, peraltro, che non hanno avuto fortuna contro il Sassuolo. A Napoli ci si può attendere il rientro di Miranchuk, ma probabilmente partendo dalla panchina: altra soluzione a disposizione, sempre nell’ottica di un eventuale impiego da centravanti atipico. Ancora allenamenti personalizzati per Ricci, che spera peraltro di poter rispondere alla convocazione (con Lukic e Linetty titolari, però): dipenderà da come reagirà a metà settimana quando il centrocampista rientrerà in gruppo. Terapie e lavoro a parte anche per Vojvoda (problemi muscolari accusati prima della partita col Sassuolo).       Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, Dell’Aquila ha stregato Juric

    TORINO – L’attenzione nei confronti dei giovani è ormai un diktat in casa Toro. Una missione iniziata già 15 mesi fa con l’approdo di Ivan Juric, allenatore virtuoso per eccellenza, soprattutto perché il materiale che ha a disposizione è quasi sempre grezzo, dunque facilmente modellabile per le sue idee di calcio. Basti ripercorrere il lavoro svolto nel suo biennio alla guida del Verona: Dimarco, Rrahmani, Kumbulla, Amrabat e tanti altri sono diventati grandi proprio sotto la gestione Juric. Sono arrivati da sconosciuti e sono andati via a suon di milioni, incassati dal presidente scaligero Maurizio Setti. L’intenzione del Toro è ormai quella: cercare talenti da forgiare, farli maturare al Filadelfia e poi permettere loro di spiccare il volo al momento giusto, ovviamente non alla prima tentazione di mercato. Il mirino della società, tuttavia, non è puntato soltanto sulla prima squadra, ma anche sulla Primavera e a cascata sulle categorie giovanili. Il primo nome della lista, quello potenzialmente più vicino a finire nel giro dei grandi nei prossimi mesi, è Francesco Dell’Aquila. Un ragazzo che ha già impressionato nell’avvio di campionato scintillante dell’Under 19 granata: tre gol in cinque partite, di cui due alla corazzata Atalanta (ora in grande difficoltà, ma rimane sempre una big di questa categoria) e uno al Cesena, realizzato da centrocampo con una magia che ha letteralmente conquistato il Piola di Vercelli. Roba da rimanere a bocca aperta, per un attaccante che sta ancora ricercando la migliore condizione fisica.Guarda la galleryIl derby è servito: con la maglia della SerbiaIn settimana ha avuto modo di allenarsi con la prima squadra, impressionando in chiave positiva anche Juric, sempre attento ai giocatori giovani ed estrosi. Quelli che saltano l’uomo, quelli che creano superiorità numerica con una giocata, quelli che sanno infiammare il pubblico ogni volta che toccano palla. Dell’Aquila è fatto di questa materia, pur essendo ancora acerbo. Ovviamente è presto per sbilanciarsi in maniera esageratamente netta: la stagione è appena cominciata e i margini di miglioramento del ragazzo sono enormi, da coltivare settimana dopo settimana. Ma intanto l’ex Spal è già finito sul taccuino di Juric: non è cosa da poco, visto che il tecnico croato è solitamente molto esigente anche con la linea verde. La scoperta di Dell’Aquila, però, ha una paternità definita. Il merito è tutto di Ruggero Ludergnani, bravo a suggerire a Vagnati di inserire il suo cartellino nella trattativa che ha portato Demba Seck dall’Emilia per quasi 5 milioni di euro. Intuizione risalente a gennaio, rivelatasi vincente nel tempo: il classe 2004 è rimasto alla Spal ancora per sei mesi, trascinando l’Under 18 alla vittoria dello Scudetto nella storica finalissima contro il Bologna. Ultimo atto in cui ha messo a segno la doppietta decisiva. Cartolina d’addio, ma anche biglietto da visita da urlo per il Toro, che lo ha accolto a braccia aperte. Scurto ci sta lavorando: sul piano fisico sta crescendo e alla ripresa, nel derby contro la Juventus, ci si aspetta che il bomber punga i cugini bianconeri. Farebbe molto felice anche Juric, che osserverà scrupolosamente ogni singola tappa del suo percorso di crescita.
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    Izzo, il Torino, Juric e la rinascita a Monza

    TORINO – Ivan Juric l’ha messo tra i fuori progetto con Simone Verdi e Simone Zaza. Zaza ha rescisso, Verdi è andato a Verona e lui, Armando Izzo, è già idolo al Monza. «Sono venuto qui – dice a Mediaset il difensore – perché è una società molto ambiziosa, un po’ come sono io. Qui si può crescere molto, si respira una bellissima aria, c’è tanta positività. Sono in prestito secco dal Torino, con i tifosi granata e il presidente Cairo ho un bellissimo rapporto. Il mister (Juric, ndr) ha fatto altre scelte, anche se non le condivido le accetto». LEGGI TUTTO