consigliato per te

  • in

    Juve, due nodi per il vice Vlahovic

    Uno degli snodi del mercato Juventus riguarda l’attacco. Tutto (o quasi) ruota intorno ad Alvaro Morata e a Moise Kean, in questo momento lontani – per differenti motivi – dal compito di vice Dusan Vlahovic nella prossima stagione. Il primo, ieri sera protagonista (con gol) nella Spagna contro il Portogallo, vorrebbe restare a Torino, come hanno raccontato i messaggi sociale disseminati lungo lo stagione. Morata si trova benissimo in città, e in bianconero, e non vorrebbe allontanarsi. Il problema è rappresentato dalla sua situazione contrattuale. Lo spagnolo è al secondo anno di prestito dall’ Atletico Madrid, anno in cui l’accordo prevede il possibile riscatto da parte della Juventus. Un’idea che il club bianconero ha anche preso in considerazione, ma soltanto di fronte a un considerevole sconto da parte della controparte biancorossa. Per il cartellino di Morata servono infatti 35 milioni: troppi per la Juventus, che ne mette sul piatto non più di 20, cifra che l’Atletico ritiene bassa. I contatti ci sono ma, finora, non si è arrivati al nocciolo della questione. Per Kean, invece, la questione è meramente tecnica. L’annata dell’azzurro è stata a dir poco complicata, anche se i suoi (pochi) gol hanno risolto più di una situazione difficile.Sullo stesso argomentoSzczesny strizza l’occhio a Pogba: “Tra i più forti del mondo”Calciomercato Juventus

    Quello che non ha convinto è stato il rendimento complessivo del centravanti, apparso fuori dal gioco e poco incisivo se chiamato a partita in coso. Per questo Kean non ha alzato le barricate quando si è ragionato su una sua possibile stagione lontano da Torino, per poter rigenerarsi appieno. Come Morata, anch’egli è in prestito, dall’Everton. Ma, nel suo caso, c’è un obbligo di riscatto per una cifra considerevole (28 milioni), pagabile in tre esercizi. Un’operazione che dovrebbe essere risolta nei prossimi giorni. Con il mancato riscatto di Morata e un prestito di Kean, si aprirebbe così un vuoto dietro Vlahovic. Tatticamente alla Juventus servirebbe uno con le caratterestiche tecniche dello spagnolo e il carattere di Mario Mandzukic, uno che sappia muoversi da seconda punta con la capacità di sacrificarsi con cattiveria per il gruppo. Però Massimiliano Allegri spinge anche per un elemento che possa far tirare il fiato a Vlahovic, visto il numero importante di partite che attende il serbo, tra club e Nazionale. Molti i nomi sul taccuino – da Luis Muriel a Giacomo Raspadori, per esempio – ma la sensazione è che non se ne farà nulla fino a quando non saranno decisi i destini di Morata e Kean.

    Sullo stesso argomento LEGGI TUTTO

  • in

    Sky Sports Uk: “Pogba alla Juve, ecco quando ci sarà l'annuncio”

    TORINO – Una proposta difficile da rifiutare: triennale da 8 mlioni netti a stagione più bonus. Filtra un sensibile ottimismo per la chiusura in tempi brevi della trattativa che porterebbe nuovamente Paul Pogba alla Juve. Il francese, una volta salutato il Manchester United, sarebbe infatti sempre più incline ad accettare l’offerta dei bianconeri: i colloqui con Pimenta, che segue il 29enne centrocampista dopo la morte di Mino Raiola, sono andati avanti speditamente e alla società bianconera sarebbero state fornite assicurazioni verbali sul sì del calciatore. Nonostante gli approcci di Psg e Real Madrid, a Torino – riporta “Sky Sports Uk” – sono convinti che si chiuderà presto e un annuncio potrebbe arrivare in occasione della messa in onda il 17 giugno di “The Pogumentary” prodotto da Amazon Prime.  LEGGI TUTTO

  • in

    Miretti, camaleonte per Allegri: “Juve, emozione indescrivibile”

    Fabio Miretti, cosa significa essere stato convocato nell’Under 21 e come si è trovato negli schemi del ct Paolo Nicolato al primo allenamento?

    «Ovviamente ogni volta che si viene chiamati in Nazionale è un onore e a maggior ragione con l’Under 21 per uno come me che sono sotto età. Non posso che essere strafelice per questa convocazione. Il mister sta cominciando a conoscere il mio modo di giocare e nelle sedute ho avuto un’ottima impressione iniziale, vediamo cosa riuscirò a trasmettergli negli allenamenti. Io sono ovviamente disponibile a giocare in qualsiasi ruolo a seconda di quelle che saranno le sue esigenze. Non ho pretese, ci mancherebbe altro».

    In questa stagione, nella parte finale, è arrivata anche la prima squadra della Juventus dove ha giocato in tutti i ruoli del centrocampo. In quale crede di potersi esprimere al meglio?

    «Il mio ruolo ideale penso sia la mezzala ma mi trovo bene anche a fare il mediano o il trequartista come mi è capitato di fare con la Nazionale Under 19. Mi trovo bene a fare qualsiasi ruolo a centrocampo».

    Sullo stesso argomentoJuve, scatto su Molina: l’affare si scaldaCalciomercato Juventus

    Che emozioni le ha regalato l’esordio in Serie A in bianconero?

    «Sicuramente da quando ho iniziato ad allenarmi stabilmente con la prima squadra sono cresciuto molto. Ho avuto la fortuna di fare alcune partite da titolare ed essendo un tifoso cresciuto nel settore giovanile juventino è stata un’emozione indescrivibile giocare con la squadra del mio cuore. Stare con campioni di questo livello mi ha permesso di crescere tantissimo sia dal punto di vista tecnico che come persona. Per cui è stato un percorso che mi ha aiutato molto».

    […]

    Ha vissuto anche l’esperienza dello stage a Coverciano con Mancini, cosa le ha lasciato?

    «E’ stata una bella esperienza, mi ha fatto piacere che il ct mi abbia convocato anche se poi di fatto ho vissuto un solo giorno. Abbiamo fatto una partitella undici contro undici, una sfida di livello perché tutti i calciatori erano bravissimi».

    […]

    Sullo stesso argomentoBaggio: “Juve? Vincere per nove anni di fila non capita per caso”Calcio

    Cosa le ha dato in più Allegri?

    «MI ha dato tanti spunti su cui lavorare. Sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto nella fase difensiva che è un fattore su cui posso ancora migliorare tanto. Allegri e il suo staff mi hanno fatto capire quanto sia importante che io riesca a crescere in quel settore».

    […]

    È vero che i giovani italiani sono un po’ indietro rispetto ai coetanei degli altri Paesi?

    «Non saprei, ma non credo. In Under 19 stiamo facendo un bel percorso. Forse all’estero fisicamente sono un po’ più preparati». 

    […]

    Un aggettivo per questa stagione?

    «Entusiasmante. Per gli adattamenti che ho dovuto fare nelle diverse squadre. E poi è stato stimolante giocare con persone nuove che sono diventati amici». 

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

    Sullo stesso argomentoNations League, Italia-Germania: una sfida nel segno della JuveItalia LEGGI TUTTO

  • in

    Juve su Kostic: tutto sul miglior crossatore della Bundesliga 

    Player of the Season della scorsa Europa League. Miglior crossatore dell’ultimo quadriennio della Bundesliga. Per inquadrare Filip Kostic e il suo peso nell’Eintracht Francoforte potrebbero bastare questi due dati. A trent’anni, l’esterno serbo ha trovato la sua dimensione. Dopo che le prime due esperienze in Germania, a Stoccarda e ad Amburgo, si erano chiuse entrambe con la retrocessione, la scelta di trasferirsi “am Main”, sulle rive del fiume Meno nel 2018 è stata vincente. Da ala si è trasformato in “quinto”, sempre battendo la sua amata fascia sinistra. E il rendimento si è impennato. Merito di Adi Hütter, allenatore attualmente disoccupato dopo una stagione al Borussia Mönchengladbach: è stato lui, a settembre 2018, a convincerlo ad arretrare la posizione di partenza nello scacchiere. Intuizione vincente, per tutti. Compreso Kostic, che ha potuto sfruttare maggiormente il suo impatto fisico avendo più campo da percorrere in avanti.Sullo stesso argomento LEGGI TUTTO

  • in

    Di Maria vede la Juve: l’argentino vuole Torino

    TORINO – Scherza con Paulo Dybala e Leandro Paredes, s’allena al fianco del Papu Gomez e di Rodrigo de Paul: c’è stata e c’è tanta Italia tra i compagni di Angel Di Maria, nel ritiro dell’Albiceleste. Stasera a Londra sfiderà gli azzurri nella Finalissima, di fronte Italia e Argentina, i vincitori dell’Europeo e della Copa America. Prima di scendere in campo, però, si gioca un’altra partita nella capitale inglese, quella tra l’agente dell’ala argentina e il ds della Juventus Federico Cherubini.Guarda la galleryPre Italia-Argentina: Di Maria con Florenzi, Chiellini “marca” Lautaro

    La missione

    Il dirigente bianconero unisce l’utile al dilettevole nel viaggio a Londra: prima il dovere, cioè il vertice con il procuratore dell’ex Psg per portare a casa il primo colpo del mercato estivo, poi il piacere di assistere al big match di Wembley dove potrà applaudire Giorgio Chiellini nell’ultima partita del difensore anche con la maglia azzurra.

    Sensazioni della vigilia in chiave mercato? Conta molto la volontà di Di Maria, che ha individuato nella Juventus la destinazione giusta per chiudere la sua esperienza in Europa. Una carriera lunga e luccicante, iniziata al Benfica, che lo prese a 19 anni dal Rosario Central, proseguita al Real Madrid, con cui ha vinto Champions e Supercoppa Europea, al Manchester United e, soprattutto, al Psg, dove c’è rimasto per sette stagioni, fino alla scadenza del contratto.

    Adesso vuole vivere un’ultima grande avventura europea in Italia (uno dei top campionati che ancora gli manca) prima di fare ritorno a casa, come ha ribadito nell’intervista a Olé. «Il mio sogno è quello di finire la carriera al Rosario central». La Juventus, che resta l’unica concreta possibilità in mano all’argentino, ha deciso di accontentarlo accettando la firma soltanto per un anno, consapevole che in questo modo non potrà sfruttare il Decreto Crescita, lo sconto fiscale che si applica nei contratti pluriennali. Il club avrebbe preferito un accordo biennale, ma Di Maria si è reso disponibile ad abbassare leggermente le cifre dell’ingaggio (7 milioni più bonus) per far combaciare le sue esigenze (restare in Europa soltanto un anno) a quelle bianconere. Insomma, a meno di clamorose sorprese, oggi potrebbe già esserci la fumata bianca di una trattativa decollata ormai un mese fa, con continui contatti tra le parti per valutare se domanda e offerta collimavano, se i desideri del giocatore potevano coincidere con le necessità del club.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

    Guarda la galleryItalia-Argentina, Di Maria pensieroso: ha in testa la Juve? LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, Allegri si racconta: “De Ligt leader, Locatelli capitan futuro. Conta solo vincere”

    Un gioco da tavola, versione calcistica del Monopoli, si alzano le carte e si fanno le domande, Andrea Barzagli nella veste di giornalista, Massimiliano Allegri in quello dell’intervistato, protagonisti dello speciale di Dazn “TeoreMax – La versione di Allegri” in esclusiva sulla App da oggi. L’allenatore della Juventus si racconta parlando di passato e futuro, di rimpianti e gioie, di Dna e leadership, di addii e ritorni con il contorno di battute e sorrisi. «L’unico che mi è mancato allenare è Messi – confessa -. Ho allenato anche CR7. Poi Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo, Buffon, un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava…».Sullo stesso argomentoLa Juve di Allegri, il Real di Ancelotti, il vincere e il bel giocoJuventus

    I campioni

    Si parte in salita, con la Juventus che non ha battuto in questa stagione le prime tre in classifica. «No, non ci erano superiori, ma se non abbiamo mai vinto, qualcosa c’è mancato sotto l’aspetto caratteriale o della gestione» dice Allegri. E si entra subito nel vivo della discussione, affrontando la questione della leadership: «O ce l’hai o difficilmente ti viene a una certa età. In questo gruppo, Chiellini è stato importante, come anche te Andrea, come Buffon o Marchisio, parlando degli italiani». Il Conte Max indica chi potrà diventare leader. «Per il futuro ce ne sono due, De Ligt e Locatelli. Manuel è stato un ottimo acquisto, potrà esse re il capitano, ha le caratteristiche tecniche e morali per stare tanti anni alla Juve. Poi, quest’anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso, deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra. È la squadra che ti riconosce come leader».

    Sullo stesso argomentoVlahovic e Dybala come Tevez e Baggio: la Juve sceglie i five momentsJuventus

    E Dusan Vlahovic come rientra in questa classifica, bomber o leader, o entrambi. «Vlahovic può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite».

    Guarda la galleryMercato Juve, da Koulibaly a Pogba: i sogni di Allegri

    L’Under 23

    Dai campioni ai talenti in crescita: Allegri ha un’attenzione particolare verso i giovani visto che quest’anno ne ha fatti debuttare cinque in prima squadra. «L’Under 23 è un passaggio molto importante per la crescita dei ragazzi, il distacco tra Primavera e prima squadra, soprattutto quando si parla di una grande squadra come la Juventus, è troppo ampio. Sono più pronti ma è un discorso che riguarda anche la prima squadra: quando vengono con noi, hanno un livello più alto e quindi riescono a tenere i ritmi fisici e tecnici, quindi anche l’allenamento della prima squadra non si abbassa di livello. Miretti ha fatto 4 partite, buone, è stato molto bravo. La sua qualità è l’affidabilità». I due anni di stop «mi sono serviti, mi sono riavvicinato alla famiglia, a casa, agli amici. Ho apprezzato alcune cose che quando siamo nella “centrifuga” diventa difficile. Ora però avevo bisogno di rientrare». Allegri si lascia così andare a pensieri filosofici su gioco, vittorie e obiettivi.

    Sullo stesso argomentoVlahovic toglie il numero 7 da Instagram: arriva il cambio di numero sulla maglia?Juventus LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, Morata via? Occhio a Milik, Muriel e Martial

    TORINO – Incontri, cene, contatti. La finale di Champions League di questa sera allo Stade de France tra Real Madrid e Liverpool ha trasformato Parigi nella capitale del mercato. Un vertice importante, non ancora risolutore, ha visto spettatrice interessata anche la Juventus. Già, perché ieri sotto la Tour Eiffel l’entourage di Alvaro Morata ha avuto un primo colloquio con l’Atletico Madrid, club proprietario del cartellino dell’attaccante juventino. Gli spagnoli, come ripetuto più volte pubblicamente anche dal presidente Enrique Cerezo, vogliono sapere se la Juventus riscatterà Alvaro dopo il prestito biennale (prezzo fissato a 35 milioni) o se alla Continassa faranno un passo indietro. 
    (…)
    Il post Morata
    In casa Juve non ci si illude troppo, anche per questo sono già cominciati i ragionamenti e i sondaggi per l’eventuale post Morata. I dirigenti stanno valutando due tipologie di attaccante: un centravanti più classico in grado di dare il cambio a Dusan Vlahovic oppure un giocatore più simile a Morata, cioè abile sia da punta esterna sia da centrale. Il preferito del primo gruppo è il vecchio pallino Arkadiusz Milik, già vicino alla Juventus ai tempi del Napoli e oggetto di interessamenti anche in inverno. Il polacco a giugno sarà riscattato dall’Olympique Marsiglia, ma in caso di offerta da parte di un top club potrebbe anche partire. Senza contare che i rapporti tra l’OM e la Juve sono ottimi grazie al passato bianconero del presidente dei francesi, lo spagnolo Pablo Longoria. Alla Continassa, però, stanno pensando anche ad attaccanti più duttili, alla Morata appunto. Meglio se in saldo o in prestito. Come potrebbero essere Luis Muriel dell’Atalanta e Anthony Martial del Manchester United, di rientro dal prestito al Siviglia e già trattato dalla Juventus a gennaio prima della virata su Vlahovic.
    Tutti gli approfondimenti sull’edizione odierna di Tuttosport
    Guarda la galleryMorata, tra il futuro incerto e la voglia di Juve: social tutto in bianconero FOTO LEGGI TUTTO

  • in

    Mercato Juve, Koulibaly in bianconero agita Napoli

    TORINO – A trent’anni, e con gli ultimi otto passati a trascinare una piazza tanto esigente quanto stimolante ricavando (anche) la delusione di uno scudetto che sembrava in pugno, sei il primo a guardarti allo specchio per capire cosa sarà del tuo destino. Pensi al futuro, ti fai domande, ti dai risposte. Ora, non è detto che Kalidou Koulibaly lascerà sicuramente il Napoli, perché nel mercato l’imprevisto è quasi una regola, tuttavia il rischio esiste. E non è il frutto di quelle indiscrezioni che poi il vento d’estate si porta via. Qui si tratta di numeri e intenzioni che parlano e urlano più forte di qualsiasi eventuale riflessione: il difensore franco-senegalese ha il contratto in scadenza il 30 giugno 2023 e non sembrano esistere spiragli in vista di un prolungamento. Ipotesi da non escludere completamente, per carità, ma che trova sempre meno sponsor in circolazione. È in previsione un contatto tra le parti, con il presidente Aurelio De Laurentiis già chiaro sul tema («Non posso obbligarlo a rimanere») e l’agente del 30enne che fa il suo mestiere, mentre il giudizio di Luciano Spalletti non è un mistero, neanche per i più testoni: «Per me è incedibile, Koulibaly è un leader».Guarda la galleryJuve, chi resta, chi è in bilico e chi parte: le mosse per Allegri

    C’è anche la Juve su Koulibaly

    La Juve in questa situazione s’è tuffata come avrebbe fatto qualsiasi società bisognosa di un centrale di livello top. A maggior ragione se è vero che ADL a un bonifico da 35 milioni direbbe sì. E i 100 rifiutati a suo tempo? Passato remoto. Trentacinque milioni, comunque non lo “zero” che scatterebbe in caso di conferma dell’ex Genk fino alla scadenza: ma sarebbe un atto di masochismo puro da parte della società liberare il giocatore in regime di svincolo. Se poi KK andasse alla Juve, apriti cielo: l’ombra del ricordo di Gonzalo Higuain incombe, ecco perché Napoli s’interroga e cerca certezze che ora non può avere.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO