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    Vlahovic salva la Juve al 95’: solo un pari contro il Bologna in 9

    TORINO –  Di buono c’è la reazione finale, quella che – con il Bologna ormai in 9 – ha portato la Juventus ad acciuffare quantomeno il pari. Pari che però non è esattamente il risultato sperato. Anzi. E peraltro, men che meno, conforta una prestazione che per un tempo e mezzo è stata piuttosto moscetta e rinunciataria da parte dei bianconeri padroni di casa al cospetto d’un Bologna al contrario da applausi (finché non ha perso la testa…) per organizzazione di gioco e comunque intraprendenza. Poi, per carità, molto si potrà discutere su certe decisioni arbitrali (in primis il rigore non concessa per fallo su Morata) ma ciò non toglie che sarà ancora più opportuno, in casa Juve, riflettere sul perché e il percome non si riesca a scendere in campo sin da subito con la giusta tensione. Ok la sfortuna di pali e traverse e il rigore negato, ma si può e deve fare di più. Soprattutto, lo si deve fare prima…

    Le scelte

    Allegri ovvia all’emergenza a centrocampo avanzando il raggio d’azione del Jolly Danilo – che dove lo metti sta, e fa la sua figura – e arretrando/accentrando un po’ quello di Cuadrado. Brasiliano (regista) e colombiano formano infatti la linea a 3 completata da Rabiot. Unico di ruolo. In attacco il tridente è composto da Dybala, Vlahovic e Morata. Da parte sua il Bologna risulta bello corto e compatto: linea a 5 di centrocampo e i soli Arnautovic e Orsolini in attacco, sempre pronti a sacrificarsi e rinculare.

    Primo tempo

    Dybala verticalizza già al terzo e la combinazione tra Cuadrado e Dybala porta quest’ultimo al tiro. Sbilenco, il tiro. Il Bologna non sta a guardare, si rende al contrario pericoloso innescato da un disimpegno sbagliato di Dybala: la palla finisce a Orsolini che però non approfitta della buona occasione. L’argentino – una volta smaltito il sospirone di sollievo – si prende il cazziatone di Danilo. Meglio Morata che in avanti, sul versante sinistro, sforna buoni cross all’indirizzo di Vlahovic: all’11’ incornata dell’ex viola termina alta di un soffio. Peccato solo che lo spagnolo ecceda nel lavoro al servizio dei compagni, in corsia, anziché andare anche a creare densità in area. Nel finale di primo tempo Juventus leggermente più aggressiva. Gli esterni salgono un po’ (anche De Sciglio prende coraggio e mentri) e Vlahovic-Morata sono più chiamati in causa. Proprio da una conclusione De Sciglio-Cuadrado giunge una buona conclusione di Danilo dalla distanza. Non è facile, tuttavia, varcare le linee rossoblù: se Skorupski è reduce da 11 partite senza subire reti, un motivo c’è. E peraltro i suoi compagni (Orsolini, ad esempio) sono tutt’altro che rinunciatari, potendo: devono infatti intervenire Danilo, prima, e Chiellini, poi, per sbrogliare situazioni complicate.

    La ripresa

    Nella ripresa subito Arnautovic pericoloso: lascia sul posto De Sciglio, si gira e conclude con la palla che va ad un soffio dal palo. Ma è ancor più clamorosa l’occasione bianconera poco dopo: Vlahovic crossa in mezzo Morata di testa, poi la palla va verso Rabiot che mette alto a porta vuota. In 4 minuti, più emozioni che nei primi 45. Al sesto la svolta, il solito Arnautovic castiga: sesto gol consecutivo incuneandosi dietro De Ligt e dribblando Szczesny. La Juve prova a reagire ma pare non esser cosa: al 10’ conclusione di De Sciglio, poi Danilo (servito da Cuadrado) è sfortunatissimo e di testa coglie il palo. E pure De Ligt va a un passo dall’1-1 ma Skorupski è nel posto giusto e respinge.

    Assalto finale

    A questo punto Allegri le prova tutte: cambi a volontà. Passando per un 4-2-3-1 si giunge ad un 4-4-2 classico con Morata e Vlahovic (appunto, per creare densità) cui però si aggiunge al 41’ alla disperata anche Kean. L’episodio che imprime una nuova sterzata all’incontro: Soumaoro abbatte Morata che si sta involando in area e poi sul vantaggio Cuadrado colpisce l’incrocio dei pali. Avesse segnato, nessun dubbio. Ma a questo punto scatta il checking dell’arbitro, al monitor della Var. Cartellino rosso a Soumaoro per il fallo e a Medel (dopo già un giallo per proteste). Ma inspiegabilmente Sacchi non assegna il penalty. Quando il ko sembrava servito, l’invenzione di Morata che in sforbiciata volante serve Vlahovic il quale insacca un gol importantissimo. Ma che non cancella le perplessità e la delusione per una prestazione così sottotono, sia pure sfortunata.

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    Lapo Elkann a Mihajlovic: “Non vedo l'ora di abbracciarti”

    TORINO – Lapo Elkann prima del match tra i suoi amatissimi bianconeri e il Bologna twitta: «Certamente tifo la Juve e mi auguro di vincere, ma non dimentico l’affetto e la stima per il mio amico Sinisa Mihajlovic che sta lottando come un guerriero in una partita molto importante. Non vedo l’ora di vederti e abbracciarti». Miha sta combattendo contro la leucemia, è il suo secondo tempo nel match più duro: ma non è solo, siamo tutti con lui. LEGGI TUTTO

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    Tudor compie 44 anni: gli auguri speciali della Juve

    Igor Tudor, ex difensore croato ora allenatore del Verona, compie oggi 44 anni. Nato a Spalato il 16 aprile 1978, ha mosso i primi passi da calciatore proprio all’Hajduk prima di sbarcare in Italia, divenuta ormai la sua seconda patria. A portarlo in Serie A è la Juve nell’estate del 1998. Tudor ha solo 20 anni ma si è già messo in mostra.
    Tudor e i trionfi con la Juve
    Con la Vecchia Signora giocherà per 6 anni e mezzo mettendo in bacheca 2 scudetti, 2 Supercoppe italiane e una Coppa Intertoto. Nel 2005, chiuso da Thuram e Cannavaro, va in prestito al Siena, dove conquista due salvezze. L’anno seguente torna a Torino ma a causa di diversi problemi fisici non scende mai in campo ma festeggia comunque il ritorno del club nella massima serie. Per terminare la carriera decide di tornare a casa, all’Hajduk Spalato, chiudendo così il cerchio. Tornerà alla corte della vecchia Signora nella stagione 2020-21 come vice di Pirlo. La Juve e i suoi tifosi non lo hanno dimenticato e nel giorno del suo 44* compleanno lo hanno voluto omaggiare sui propri social. LEGGI TUTTO

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    Juve, ecco la quarta maglia: colori, arte, inclusione. Verrà indossata contro il Bologna

    Dopo indiscrezioni e primi spoiler, la Juve ha ufficialmente mostrato a tutti il quarto kit nato il collaborazione con Adidas e lo street artist Kobra. La maglia speciale verrà indossata dalla nella sfida contro il Bologna, in programma per domani. Anche la Juventus Women indosserà la nuova maglietta nella partita di Coppa Italia contro il Milan che si giocherà il primo maggio.

    Juve, come è nato il progetto della quarta maglia

    La quarta maglia della Juve è nata dalle idee, dalla visione e dall’arte di Eduardo Kobra, famosissimo street artist brasiliano. Kobra ha portato avanti anche una bellissima iniziativa in Brasile: nelle scorse settimane infatti ha dipinto il murale della Juventus Academy di Perus, distretto a nord ovest di San Paolo (sua città natale). Un capolavoro, il suo, che attraverso il sorriso di due bambini vuole raccontare i valori di educazione, unione e inclusione del calcio, che Kobra, da sempre molto attento ai temi sociali, ama rappresentare attraverso l’utilizzo di forme geometriche e colori. Quegli stessi colori che dipingono, letteralmente, il Quarto Kit. I colori e il calcio, dunque, si uniscono in una divisa che, così come la street art di cui Kobra è uno dei massimi esponenti, vuole essere portavoce di valori inclusivi, vuole raccontare un mondo in cui le differenze si fondono per creare qualcosa di grande.

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    Juve, col Bologna tutto su Zakaria e Rabiot: il lanciato e il rilanciato

    TORINO – Tira la volata ai suoi, Massimiliano Allegri… E, nello specifico, tira in porta. Al volo. Durante l’allenamento (di ieri). Lo fa in una classica sfida, di quelle che piacciono tanto a lui, in cui si diverte a rivaleggiare con i suoi calciatori per dimostrare che pure “il mister” qualcosa la sa combinare con il pallone tra i piedi… Ma, soprattutto, al di là dell’indole personale, lo fa per alleggerire il clima, stimolare il gruppo, cementare lo spogliatoio. Fermo restando che tra una conclusione e l’altra al volo (prima con gli scarpini, poi a piedi nudi) trova il modo di dare qualche indicazione ad esempio ad Alvaro Morata: «Quand’è così, mira l’angolino basso». Indicazione che Morata osserva alla lettera («Vedi, mister?», rimarca poi).E via così: con Dusan Vlahovic, con Federico Bernardeschi, con i tre portieri Wojciech Szczesny, Mattia Perin, Carlo Pinsoglio. […]Guarda la galleryJuve, Vlahovic sfida Cristiano Ronaldo: sarebbe il 10° capocannoniere bianconero

    Le scelte di Allegri

    […] Le scelte di formazione saranno dunque limitate e saranno proprio le opzioni di mediana a condizionare modulo e 11 titolare. Denis Zakaria e Adrien Rabiot saranno giocoforza i prescelti: un lanciato e un rilanciato da Allegri. Nel senso che lo svizzero, pur essendo ultimo arrivato, ha già catturato l’attenzione e dimostrato a tecnico e società di avere la stoffa per stare alla Juventus. Il francese, invece, reduce da difficoltà e critiche, ha però raccolto da Allegri stima e fiducia. Non a caso Rabiot, con i suoi 2.697 minuti in 38 presenze, è nella top-5 dei bianconeri (di movimento) più utilizzati sinora.

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    Juve, Morata: “Che rimpianto la finale di Champions! Tevez uno dei più forti di sempre”

    È un Alvaro Morata senza veli quello che ha parlato ai microfoni di Dazn nel format 1vs1. L’attaccante spagnolo ha tracciato un bilancio sulla stagione della Juve: “Ci sono stati tanti momenti diversi, ma credo ci sia stata una crescita importante da parte della squadra, come gruppo. Le valutazioni si faranno quando faremo le valigie per andare in vacanza. Si capisce la differenza quando certi episodi, un fallo sulla linea ad esempio, possono cambiare le partite. Siamo tornati a essere Juve, all’inizio non era così. Guardiamo con positività il futuro. I rimpianti non servono a nulla. Abbiamo vissuto 2-3 mini stagioni dentro la stessa. È importante quello che si sta facendo, quello che abbiamo nella testa, lamentarsi non serve a niente. Vogliamo giocare anche una finale di Coppa Italia che comunque una coppa, quando uno smette di giocare e torna nella stanzetta dei ricordi, è sempre importante. Le foto con le coppe contano più delle altre cose. A volte si dà per scontato vincere una Coppa Italia o una Supercoppa italiana, ma ci sono tanti campioni che non le hanno vinte”.Guarda la galleryJuve, Vlahovic sfida Cristiano Ronaldo: sarebbe il 10° capocannoniere bianconero LEGGI TUTTO

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    Sun: “United, offerto un maxi ingaggio a Pogba: lo spogliatoio si ribella”

    MANCHESTER (Inghilterra) – Paul Pogba andrà quasi certamente in scadenza di contratto con il Manchester United alla fine della stagione, ma la dirigenza del club sta lottando contro il tempo per trovare una soluzione che non comporti l’addio a parametro zero. Secondo quanto riportato dal ‘Sun’, le alte cariche dei ‘Red Devils’ hanno presentato un’offerta da 400.000 sterline a settimana all’inizio di questa stagione, con un ulteriore bonus di altre 100.000 sterline. Secondo numerose indiscrezioni l’offerta ricevuta dal centrocampista francese ha fatto infuriare alcuni dei suoi attuali compagni di squadra, che non ritengono l’ex Juve “meritevole” di un simile aumento di stipendio, dato che “gioca di rado”. Sempre stando al ‘Sun’ alcuni dei giocatori sono frustrati dalle modalità che Pogba ha spesso usato di recente per criticare il club e parlare del proprio addio a Old Trafford. La stampa inglese, in coro, ha anche aggiunto – grazie a una fonte all’interno dello spogliatoio – che potrebbe esserci un “ammutinamento” contro la società se Pogba dovesse accettare l’offerta e rimanere. Attualmente, sul classe ’93, ci sono il Paris Saint-Germain, il Real Madrid e infine la Juve, data per favorita nella corsa per ingaggiarlo. LEGGI TUTTO

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    Juve, Chiellini valuta: sarà Giorgio d'America?

    Il 14 agosto saranno 38 (anni), ma la voglia di giocare non pare svanire. Che sia la Juventus, con cui ha un accordo fino al 2023, o altrove. Questo emerge dalle parole di Giorgio Chiellini, tra i protagonisti dell’evento di presentazione di Reset Group, agenzia del suo storico procuratore Davide Lippi. «Mi godo la giornata, a breve vediamo – così il capitano bianconero -. Sono contento, sono sereno: devo capire e valutare tante cose. Nel frattempo penso alle partite, mi godo quelle». Un concetto ribadito dallo stesso Lippi, aprendo a una ipotesi oltre l’Atlantico: «È ancora presto per parlare del futuro di Giorgio, lui è concentratissimo sulla Juventus e pensa solamente a chiudere al meglio la stagione. Sirene dall’America? Parliamo di un atleta internazionale. Non si sa quale destinazione potrà avere, ma le offerte non mancheranno. Con un giocatore del genere ci vuole pazienza per prendere le decisioni». Un futuro su cui ha finito per pesare in maniera determinante la precoce e deludente eliminazione dell’Italia al playoff mondiale contro la Macedonia del Nord. Perché, se gli azzurri si fossero qualificati a Qatar 2022 battendo anche il Portogallo, per Chiellini sarebbe stato naturale rimanere alla Juventus, sua casa dal 2005.Sullo stesso argomentoJuve, Chiellini sul futuro: “Devo valutare tante cose, vedremo a breve”Calciomercato Juventus

    Il centrale difensivo avrebbe potuto preparare l’appuntamento di novembre-dicembre continuando a frequentare la Serie A, per farsi trovare pronto alla chiamata di Roberto Mancini. Il fallimento di Palermo ha invece cambiato radicalmente le carte in tavola per tutti, a cominciare da chi – come Chiellini – è ormai vicino a salutare il calcio giocato. Ma l’addio, se ci sarà, dovrebbe concretizzarsi nel 2023. Come accennavamo, il capitano è ancora legato alla Juventus per un’altra stagione, ma questo non significa che le strade non potranno dividersi. Il motivo sta tutto nel rapporto quasi ventennale che si è creato tra società e giocatore, uno entrato nella storia bianconera con i successi e le partite collezionate: giunto a quota 554 presenze, ha raggiunto il terzo posto tra gli juventini di sempre, strappando la posizione sul podio a Gaetano Scirea e ponendosi alle spalle di Alessandro Del Piero (705) e Gigi Buffon (685). Per questo se Chiellini chiederà di essere lasciato libero a fine stagione, non ci saranno problemi di sorta. L’idea che frulla da tempo nella testa del centrale è quella di una esperienza di vita all’estero, per sé e per la famiglia. E la Mls statunitense non è più quel cimitero degli elefanti di un tempo, ma un torneo di alto profilo.

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