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    Juve, Miretti: “Pronto a vivere il sogno”

    TORINO – Fabio Miretti, come sta vivendo questo trittico in Finlandia con l’Under 19? Prima il pareggio (2-2) con la Germania, quindi il 4-0 ai padroni di casa in cui ha anche segnato e ora la sfi da decisiva contro il Belgio. È ottimista?

    «Sì, il clima nel gruppo azzurro è sicuramente positivo. Sappiamo di essere una squadra forte, ce la possiamo giocare con tutte. Siamo stati bravi a fare quattro gol alla Finlandia, di fatto è un segnale chiaro che abbiamo mandato a tutti: ci siamo, vogliamo chiudere in testa al gruppo e quindi ora faremo di tutto per riuscirci nell’ultimo match con il Belgio. Abbiamo visto qualche loro partita su Youtube, ma come sempre sarà importante l’approccio».

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    Lei è un centrocampista in grado di ricoprire tutti i ruoli. Come viene utilizzato dal ct Nunziata e in quale posizione si trova meglio per esprimere tutto il potenziale?

    «Quest’anno in azzurro con Nunziata, che usa il rombo, sono stato impiegato un po’ ovunque: ho fatto il mediano, la mezzala e il trequartista. Se devo dire la verità, io mi trovo bene in tutte e tre le situazioni per cui mi posso adeguare senza problemi in base alle esigenze del commissario tecnico».

    Il trittico in Finlandia è iniziato con il match tosto contro la Germania. Se li aspettava così determinati i tedeschi?

    «La Germania, è noto, ha nel carattere e nella determinazione le qualità principali a qualsiasi livello di Nazionale. Qualcuno degli avversari lo avevamo già sfidato nelle Nazionali più giovani, come in Under 17 nelle amichevoli. Forse con un pizzico di bravura in più avremmo potuto vincerla tranquillamente, però ci è mancata un po’ di lucidità sotto porta in alcune occasioni e nel finale abbiamo pagato un nostro errore. Ma la prestazione è stata più che positiva».

    Dopo la bruciante eliminazione dell’Italia dal Mondiale in Qatar a novembre, vestire la maglia azzurra dà uno stimolo in più per la voglia di ripartire al più presto alla ricerca di risultati anche nelle selezioni più giovani come la vostra?

    «Assolutamente sì, c’è voglia di far bene. Anche se non siamo la Nazionale maggiore, vogliamo comunque portare l’Italia più avanti possibile. Speriamo magari un giorno di essere anche noi convocati nella prima squadra azzurra, ma adesso dobbiamo concentrarci sulla qualificazione all’Europeo con l’Under 19».

    Il suo modello di calciatore ideale qual è? E da piccolo aveva un idolo?

    «Il mio idolo da piccolo è sempre stato Nedved anche se non so il motivo, visto che ero proprio un bambino quando ho iniziato a tirare i primi calci. Avevo 4 anni e lui mi piaceva tantissimo. Ora il giocatore che mi affascina di più e a cui mi ispiro è il belga Kevin De Bruyne del Manchester City. Quello che mi stupisce del suo modo di giocare è la tecnica, ma soprattutto la visione di gioco: sa sempre come, quando e dove passare la palla. È davvero un fuoriclasse, un centrocampista completo sotto tutti i punti di vista».

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    Juve, parla la madre di Rabiot: “Critiche? Adrien non deve dimostrare nulla”

    Veronique, poi, spiega: “Non gli hanno mai perdonato nulla. E questo dall’età di 17 anni. Errori, ognuno li fa per tutta la vita. Non ci rendiamo conto che i calciatori sono adolescenti quando iniziano, che devono crescere come uomini. Non sono robot. In Italia la stampa dice che fa male? Non se ne preoccupa e gioca tutte le partite. Vorrei che il grande pubblico sapesse qual è il percorso dei calciatori per raggiungere i massimi livelli. Tutto quello che diciamo è: ‘Sono strapagati, ecc…’ Ma la gente non sa quanto ciò richieda loro sacrifici, una mentalità d’acciao”. Veronique Rabiot è chiamata a dividersi tra il ruolo di mamma e quello di agente: “Capita che ci ritroviamo a parlare e gli do consigli come mamma, lui mi parla e a volte si risparmia delle cose che dovrebbe dire alla Veronique agente. Sono una persona autoritaria, è vero, i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non quello descritto dai media. Non ho mai cercato la luce dei riflettori, non ho bisogno di notorietà. Tra me e Adrien c’è un bel rapporto familiare e lavorativo”. Infine glissa su quanto accaduto sugli spalti durante il match degli Europei tra Francia e Svizzera: “Non posso parlarne, c’è una procedura in corso”.  LEGGI TUTTO

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    Juve, 25 nomi in vista dell’estate. Zaniolo, Frattesi, Rudiger, Emerson: ecco il listone

    TORINO – Contatti, sondaggi, incontri. La Juventus si avvicina ad aprile, il mese delle prime scelte, con tante idee sul tavolo. Ci sono almeno 25 giocatori, tra difensori centrali (colore blu nell’infografica a fianco), terzini (colore rosso), centrocampisti (colore granata), esterni/attaccanti (colore grigio), nei pensieri del ds Federico Cherubini. Ovviamente non arriveranno tutti, al massimo uno per ruolo al netto delle cessioni, ma salvo cambi di programma, nuovi incastri e future opportunità sono alte le possibilità che i regali 2022-23 per Massimiliano Allegri vengano pescati all’interno di questo listone.Guarda la galleryJuve, pronta la rivoluzione: 25 nomi in vista dell’estate LEGGI TUTTO

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    La Juve-Inter dei Nazionali: sfida dell'altro mondo

    Derby d’Italia, ok. Si sa. Anche se ormai risulta persino riduttivo. Quello che si giocherà domenica all’Allianz Stadium tra Juventus e Inter assume – anche questa volta – i connotati d’un match internazionale, mondiale. Condizionato – per l’appunto – dal rientro di giocatori provenienti da svariate latitudini e longitudini. La qual cosa potrebbe ovviamente andare a condizionare rendimenti, prestazioni e risultato se non sarà gestita opportunamente dai due tecnici Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi , che al momento di definire le formazioni (o i cambi) dovranno tenere in conto anche i minutaggi disputati dai loro giocatori in questa sosta per le Nazionali, l’umore con cui si ripresenteranno (nero, ad esempio, sarà quello degli azzurri Bonucci , Chiellini , De Sciglio , Locatelli , Barella , Bastoni appena estromessi dal Mondiale, insieme con l’Italia tutta), i chilometri percorsi da ciascuno (con annessi fusi orari superati).

    La Juve prepara la sfida con l’Inter

    La Juventus ha risposto con 12 elementi alle convocazioni dei commissari tecnici. E chiaramente bisogna considerare che se non fossero stati infortunati/acciaccati, anche i vari Paulo Dybala , Federico Chiesa , Federico Bernardeschi , Weston McKennie , Denis Zakaria sarebbero stati chiamati a giocare per le rispettive selezioni. Allegri, dunque, in questi giorni ha lavorato con pochi elementi a disposizione. Ha fissato la ripresa degli allenamenti, alla Continassa, per domani. Gradualmente recupererà, pezzo per pezzo, tutti gli assenti. Il primo dei rientranti, a sorpresa, sarà il colombiano Juan Cuadrado : è stato ammonito contro la Bolivia e dunque, diffidato, non potrà giocare contro il Venezuela, ecco perché è stato esentato dal restare con il gruppo. […]

    Guarda la galleryLa Juve verso l’Inter: la probabile formazione di Allegri

    Inter, come arriva alla sfida con la Juve

    […] La missione Stadium entrerà nel vivo domani con la ripresa degli allenamenti alla Pinetina. Simone Inzaghi – che ha fissato strategicamente l’orario di inizio dei lavori sempre al pomeriggio per accogliere i nazionali al rientro – attende in gruppo pure Stefan De Vrij e soprattutto Marcelo Brozovic , i due lungodegenti che hanno lavorato anche in questi giorni al centro sportivo (ieri ai due si è aggiunto Lautaro Martinez , immediatamente arruolato dopo essersi negativizzato dal Covid). Il centrale olandese e il metronomo croato – spina dorsale della squadra – dovrebbero gradualmente riprendere insieme ai compagni: c’è certezza sul ritorno di Brozovic a Torino, mentre quella di recuperare De Vrij è una speranza, ma in difesa Inzaghi ha comunque più scelta per attutire gli effetti dell’assenza dell’olandese. Piuttosto, visti i precedenti mai fortunati dell’Inter con i nazionali, l’allenatore si augura che tutti rientrino sani alla base.

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    Juve, Fagioli: “Under 23 importante, ti permette di crescere nel club”

    FIRENZE – “Rispetto alla gara pareggiata venerdì scorso, contro la Bosnia pensiamo che sarà ancora più difficile perché hanno la stessa intensità del Montenegro quando pressano ma penso anche che abbiano più qualità, quindi sicuramente sarà più difficile ma se noi la interpretiamo nel modo giusto ci togliamo la soddisfazione di vincere”. Con queste parole, Nicolò Fagioli, centrocampista della Juve attualmente in prestito alla Cremonese, ha parlato della sfida tra l’Italia Under 21 e la Bosnia che si giocherà martedì a Trieste. “Ci dispiace per il pareggio rimediato contro il Montenegro perché pensavamo che facessimo una partita diversa”, ha aggiunto Fagioli.
    Fagioli: “All’estero i giovani giocano di più”
    “Vedo che in Spagna, forse in Inghilterra un po’ meno, ma anche in Germania e Francia, i giovani giocano di più rispetto all’Italia”, ha sottolineato Fagioli. “Sicuramente qui quando un giovane gioca e poi magari nei top club sbaglia una partita o due, si critica subito il giocatore, si dice che non è pronto e che magari deve andare a fare prima un’esperienza fuori, e quindi anche per l’allenatore è difficile farlo giocare con continuità. Non ha tutti i torti mister Nicolato a dire che nei principali campionati in Italia si fa fatica a dare fiducia ai giovani “perché anche noi lo sentiamo e lo vediamo. Quando vediamo gli altri giovani giocare nel Real Madrid o nel Barcellona dispiace che in Italia non succeda lo stesso. Speriamo che con il tempo cambino le cose, me lo auguro”.
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    “Dobbiamo guardare a noi stessi”
    Sulla gara di qualificazione a Euro 2023 contro la Bosnia, Fagioli ha pochi dubbi: “Le difficoltà maggiori della gara in programma martedì prossimo a Trieste contro la Bosnia ce le possiamo creare solo noi, così come è successo contro il Montenegro, perché a livello di qualità pensiamo di essere una delle migliori squadre. Dobbiamo più guardare a noi stessi e capire cosa che non è andato nella partita contro il Montenegro, e se cambiamo atteggiamento penso che non ci saranno problemi”.
    Fagioli: “Ci è dispiaciuto per la Nazionale”
    “Il campo anche per il Montenegro era brutto, quindi non è una scusa da trovare. Abbiamo interpretato male la partita e dobbiamo affrontare la Bosnia con un atteggiamento totalmente diverso”, ha detto il classe 2001 nativo di Piacenza, che dopo ha raccontato anche della sua delusione per la mancata qualificazione della Nazionale maggiore a Qatar 2022: “Ci è dispiaciuto perché per noi vedere un Mondiale in tv è sempre qualcosa di bellissimo. A livello personale poi mi riunisco con gli amici e la famiglia”. Ora siamo concentrati su quello che dobbiamo fare con l’Under 21, poi salendo di età speriamo di arrivare il più possibile di questa squadra in Nazionale A”.
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    Gli obiettivi di Fagioli, tra Cremonese e Nazionale
    Fagioli ha parlato anche dei suoi obiettivi da qui a fine stagione, non nascondendo la speranza di ottenere sia la promozione in serie A con la Cremonese che la qualificazione con l’Under 21 azzurra agli Europei di categoria: “Con la Cremonese la promozione in serie A non sarà facile, anzi, sarà una guerra fino alla fine con tutte le altre-ha concluso Fagioli-. Mentre qua anche se vinciamo la prossima partita penso che non saremmo già qualificati in anticipo, quindi ce la giocheremo martedì e poi nell’ultimo turno con Svezia, Lussemburgo ed Irlanda”. Proprio Fagioli si è però detto soddisfatto del percorso di crescita lui intrapreso: “Il progetto che ha con l’Under 23 la Juventus è importante perché quando esci dalla ‘Primavera’ o sei un fenomeno o è difficile che un giocatore sia subito pronto”, ha puntualizzato. “L’Under 23 ti aiuta perché ti permette di rimanere nel club, fai già un campionato di adulti, e quindi migliori. Inoltre per me andare alla Cremonese è stato importante quest’anno, sono felice della scelta che ho fatto. Giocare alla Juve è troppo importante per un giovane ma è anche molto difficile. A livello personale mi sono adattato quest’anno subito al campionato di serie B e penso di star facendo una buona stagione anche se posso fare meglio, non essendo neanche finito il campionato, e ci stiamo giocando qualcosa di importantissimo sia per me che per la società. La Cremonese inoltre ha avuto il merito di volermi prendere negli ultimi giorni di mercato, ed ha merito anche mister Fabio Pecchia che conoscevo già dai tempi dell’Under 23 della Juve”.

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    Juve, un regalo per Allegri: McKennie è il colpo per il rush finale

    TORINO – Un colpo (quasi) a sorpesa Massimiliano Allegri potrebbe riceverlo anche per il finale di stagione. Non dal mercato, che riaprirà in estate, bensì dall’infermeria: ossia Weston McKennie […] La riabilitazione del centrocampista americano, infortunatosi nella gara d’andata contro il Villarreal (frattura composta del 2° e del 3° osso metatarsale del piede sinistro), sta proseguendo bene.Sullo stesso argomentoJuve, McKennie in visita al Los Angeles FCJuventus

    Mckennie: ecco quando potrebbe rientrare

    L’ex Schalke 04 sta rispettando le tabelle e, se tutto andrà secondo programmi, tornerà a disposizione di Allegri a fine aprile. Il conto alla rovescia di McKennie è già iniziato. La Juventus dovrebbe ritrovare il dinamismo del texano e il suo prezioso senso del gol almeno per le ultime 4 gare di campionato, che in caso di vittoria nel derby d’Italia contro l’Inter potrebbero essere decisive non soltanto per blindare la qualificazione alla prossima Champions League. Dal match casalingo del primo maggio contro il Venezia al Genoa, passando per la sfida alla Lazio di Maurizio Sarri fino all’ultima di Serie A, al Franchi. Al conteggio, in caso di passaggio del turno in Coppa Italia (la Juventus ha vinto 1-0 la gara d’antata contro la Fiorentina), potrebbe aggiungersi anche la finale contro la vincente del derby milanese.

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    Juve-Marotta, la resa dei conti: domenica la sfida verità

    TORINO – Certo, quando ancora c’era Fabio Paratici nelle vesti di responsabile del mercato bianconero, il faccia a faccia da derby d’Italia risultava ancora più pepato e intriso di sentimentalismi (e non era necessariamente l’affetto, il sentimenti più in voga…). Da una parte infatti, quella nerazzurra, figurava l’amministratore delegato Beppe Marotta: che alla Juventus a un certo punto è stato ritenuto non più funzionale ai piani e alle strategie. Dall’altra, quella bianconera, l’uomo che ne aveva preso il posto dopo anni e anni d’un apprendistato sfociato anche oltre la soglia del rapporto fraterno.[..] Oggettivamente si fatica a non riconscere che l’approdo di Marotta all’Inter abbia avuto gli effetti sperati, riportando il club alla vittoria e ad un ruolo di sicuro protagonista del panorama nazionale, come non lo era da tempo. Lo Scudetto vinto lo scorso anno lo dimostra (stessa parabola bianconera: un anno di rodaggio, poi il trionfo) e pure il fatto che in questa stagione sin dall’estate tutti indicassero l’Inter quale favorita (persino Allegri), certifica un certo buon livello di lavoro svolto. […]Guarda la galleryLa Juve verso l’Inter: la probabile formazione di Allegri

    La Juve e il dopo Marotta

    Ciò che è possibile fare, però, è sottolineare il fatto che è iniziata una strategia più arrembante, o azzardata, o ambiziosa, o rischiosa, o passionale (a ciascuno la scelta in base alla propria sensibilità): a partire dall’acquisto di Cristiano Ronaldo- accanto al quale era seduto Paratici in conferenza stampa di presentazione e mica Marotta che pure era ancora in carica, – s’è passati a De Ligt (85 milioni), Chiesa (che risulta formalmente in prestito il primo anno a 3 milioni e il secondo a 7 ma c’è un obbligo di riscatto fissato ad ulteriori 40 milioni più bonus), Vlahovic (75 milioni). In passato mai si erano spese cifre simili per giocatori comunque giovani e che avevano grandi potenzialità, ma in buona parte ancora le dovevano dimostrare. No, sotto la gestione Marotta solo in un caso s’era osato tanto, ma l’uomo in questione era Gonzalo Higuain: attaccante già esperto e fresco realizzatore del record di gol segnati in Serie A. Decisamente un investimento sicuro per l’immediato, non una scommessa in prospettiva alla Chiesa, De Ligt, Vlahovic (presi tutti 20enni o poco più). Proprio Vlahovic, peraltro,rappresenta uno degli elementi di distacco più emblematici tra le strategie tipiche della Juventus marottiana rispetto a quella post. Mai, in passato, s’era speso tanto in una sessione invernale di calciomercato. Cherubini e Arrivabene, invece, hanno fatto il botto. Tornando al discorso delle grandi cifre, la controprova la offre proprio il mercato che ha fatto Marotta in casa nerazzurra. [..] In questi tre anni di mercato messo a confronto (non considerando la prima stagione di Marotta all’Inter visto che era entrato in carica solo a dicembre e dunque non aveva partecipato alla campagna estiva), a fronte dei 408,5 milioni spesi dai nerazzurri, ecco i 467,6 spesi dai bianconeri con Paratici e Cherubini prima, e con Cherubini e Arrivabene poi. Posto, però, che ai 467,6 sborsati fino ad ora si aggiungeranno certamente i 40 milioni 8più eventuali bonus) che la Juventus pagherà alla Fiorentina pe ril riscatto obbligatorio di Chiesa così come i 28 più eventuali bonus per il riscatto di Kean. Si va oltre 550. Attenzione però ad un aspetto: oltre alle ambizioni da Champions, influiscono anche i prescisi contesti. Marotta doveva aprire un ciclo, la Juve ringiovanire un gruppo che ormai aveva fatto la storia. Non a caso l’età media nerazzurra è di circa 30 anni, quella bianconera di 27. Fin qui, comunque, le riflessioni. Domenica la palla passa al campo.

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    Vlahovic, il messaggio di affetto per Mihajlovic: “Forza, mister!”

    TORINO – Attraverso una storia pubblicata sul proprio account Instagram, il centravanti della Juventus, Dusan Vlahovic, ha voluto mandare un messaggio di incoraggiamento al suo connazionale Sinisa Mihajlovic, che questa mattina in conferenza stampa ha spiegato che dovrà assentarsi dalla panchina del Bologna per alcune partite per essere ricoverato e scongiurare una possibile ricomparsa della leucemia.Guarda la gallerySerie A, tutti con Mihajlovic: quanto affetto sui social LEGGI TUTTO