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    Vlahovic conquista la Juve: “Voglio migliorare sotto tutti i punti di vista”

    “Era importantissimo vincere questa partita perché dopo la sosta è sempre difficile, anche mentalmente. Abbiamo avuto il giusto approccio e alla fine siamo riusciti a fare quello che era più importante, ovvero vincere”. A Dusan Vlahovic sono bastati 13 minuti per prendersi la Juve ed entrare subito nel cuore di tutti i tifosi. L’ex bomber della Fiorentina è intervenuto a Dazn dopo il 2-0 al Verona: “Devo ringraziare i compagni e il mister che mi hanno accolto benissimo, aiutandomi tanto. Sto cercando di capire come funziona, devo solo continuare a lavorare sempre più forte”.Guarda la galleryJuve, a Vlahovic bastano 13′: subito in gol su assist di Dybala
    Vlahovic: “Allegri mi ha detto che andrà tutto bene”
    “Oltre a fare gol, vorrei migliorare sotto tutti i punti di vista, dal palleggio allo smarcamento. Allegri mi ha chiesto di stare calmo, di non avere ansia e che andrà tutto bene. La Juve punta sempre gli obiettivi più alti, sono qui per aiutare e dare il mio contributo, vediamo partita per partita. L’esultanza con Dybala preparata? No, era tutto spontaneo”. LEGGI TUTTO

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    Juve-Verona 2-0: Vlahovic e Zakaria show, Allegri sorride

    TORINO – No, non è una Juventus «fuori giri», come temeva Allegri alla vigilia. E’ un’altra Juventus, sveglia e concentrata, quella che cancella le velleità di un Verona sbarcato a Torino con l’ambizione di ripetere la straordinaria prova dell’andata, quando Simeone sembrava Cristiano Ronaldo e i bianconeri s’erano passivamente inchinati al Cholito. E’ una Juve tosta, cattiva, affamata, talmente trasfigurata da piombare su tutti i palloni con insolita veemenza e vincere i duelli: rarità, quest’anno. E poi lì davanti c’è finalmente un riferimento, un attaccante che punta la porta, una “bestia” per come azzanna il match. Gol, set, match: protagonista, Dusan Vlahovic. La prima della Juventus targata DV7 equivale al primo monumento da costruire in onore del nuovo idolo che infiamma lo Stadium, spalleggiato da un generosissimo Morata e da un Dybala che s’accende a tratti, ma quando lo fa sono dolori per gli avversari. Finisce 2-0, perché il bis è servito dall’altra new entry (monsieur Denis Zakaria), e adesso la corsa Champions, con l’Atalanta stoppata dal Cagliari, ingolosisce. Juve quarta in classifica, davanti ai nerazzurri da incrociare domenica a Bergamo. E anche se serviranno ulteriori «svenimenti» da parte dell’Inter, nessun tifoso commetterà peccato se vorrà sognare la sua squadra recuperare otto punti alla capolista che ha pure una partita in meno.Guarda la galleryLa Juve fa festa con Vlahovic e Zakaria: battuto il Verona

    Vlahovic ha fame, tutti affamati

    Nel tridente d’attacco bianconero, con Dybala che ondeggia tra il lato destro e il centro, più Morata bravo ad allargarsi, nel cuore emerge un carrarmato. Mister gol ha il profilo massiccio di un serbo approdato alla Juve nei tempi giusti. Gli stessi che consentono a Vlahovic di prendersi la partita e portarla dalla sua parte in un amen. Tre minuti gli bastano per il primo controllo, sette scarsi per il primo pallone schiaffeggiato con il sinistro e respinto da Montipò, dieci per la prima protesta per un fallo ai suoi danni, non fischiato, dodici per la palombella vincente dell’1-0 su assist sublime di Dybala. Primo gol da juventino al debutto per l’ex Fiorentina: come la Joya, Tevez, Higuain, Sivori, Charles e altre stelle nel firmamento bianconero. Vlahovic è il simbolo inconfondibile di una squadra che governa la partita a suo piacimento: attacca quando trova spazi, difende con ordine e riparte con quei tre davanti, una minaccia costante. Zakaria, altro debuttante, dà solidità e infonde sicurezza lì in mezzo, Arthur seduto sulla sedia del regista fa il suo, Rabiot e De Sciglio governano palloni scivolosi e leggono bene le mosse del nemico. Il Verona cerca di pressare alto, la Juve quand’è costretta rimane bassa e difende in undici, compatta e senza timore di sbagliare. E’ la versione “animalesca” dei bianconeri, quella che troppo spesso è mancata in questa stagione: c’è appetito, c’è fame, c’è il senso di qualcosa che si può ancora correggere come un’annata del genere. Ed è tutto orientato, costruito, finalizzato a scatenare la fisicità di Vlahovic, che meriterebbe anche un rigore dopo un contrasto al limite con Gunter in area veronese. Morata fa – bene – lo sporco lavoro di assistente e assistman geniale: ricevuto il pallone da Dybala, ecco un regalino al serbo che apre troppo l’interno e non centra il portone.

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    Il segno di Zakaria

    Tudor, oltre a Simeone squalificato, deve fare a meno di Faraoni e Caprari: davanti c’è Lasagna e non Kalinic, con Barak chiamato anche a coprire eventuali magagne altrui. Il peccatuccio della Juve è non chiudere la gara nel primo tempo, così il Verona si arma di pazienza e coraggio e in avvio di secondo tempo è Szczesny ad alzare la voce davanti a Lasagna. Ma basta un lampo per ristabilire le distanze, giusto il tempo che serve a Morata per avviare una ripartenza con assist strepitoso per Zakaria. Solo soletto, lo svizzero rompe il ghiaccio come Vlahovic e i decibel montano allo Stadium. Anche questa, una novità a modo suo. Dybala, servito da un colpo di tacco di uno strepitoso Danilo, centra Montipò e il 3-0 resta in canna, anche quando Rabiot riduce Tameze ai minimi termini e sfiora il tris. Allegri tiene tutti in campo per tre quarti di gara, poi cambia Chiellini (che aveva chiesto di uscire) con Rugani e Dybala (non contentissimo) con Cuadrado. Tudor aggiunge Kalinic a Lasagna e toglie Barak, ormai fuori contesto. Tra un tacco e una scivolata, Vlahovic ne ha ancora. Nel finale, applausi anche per Morata sostituito da Kean, mentre Zakaria un po’ malconcio viene rimpiazzato da McKennie. Anche il texano va a un passo dal 3-0 (Kean lo imiterà nel recupero), ma Montipò si conferma di gran lunga il migliore dei suoi. Poi è solo festa, con Vlahovic e Zakaria che cominciano a godersela sul serio.

    Juve-Torino, tabellino e statistiche

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    Atalanta, Gasperini nei guai per la Juve: Musso squalificato, Zapata ancora ko

    Giornata negativa per l’Atalanta di Gasperini. Oltre alla sconfitta contro il Cagliari, per i bermagaschi non ci sono buone notizie: domenica 13 febbraio al Gewiss Stadium arriva la Juventus di Max Allegri. Contro i bianconeri, il tecnico non avrà a disposizione Musso. Il portiere, espulso contro il Cagliari, salterà il match per squalifica. Nella sfida con i sardi, il numero 1 nerazzurro è stato sostituito dal terzo portiere Rossi e non da Sportiello che proabilmente sarà titolare contro la Juve.Guarda la galleryAtalanta sconfitta in casa: Palomino non basta, vince il Cagliari

    Zapata da valutare: out contro la Juve?

    Non solo Musso. Per la sfida contro la Juve, Gasperini dovrà rinunciare anche a Zapata? L’attaccante colombiano è tornato in campo dopo la lesione di primo grado all’adduttore rimediata lo scorso 21 dicembre contro il Genoa, ma la sua partita è durata un quarto d’ora. Subentrato a Muriel al minuto 58, Zapata è stato costretto a chiedere il cambio dopo soli 14 minuti per un problema fisico. L’attaccante nerazzurro ha abbandonato il campo zoppicando e le sue condizioni verranno valutate nei prossimi giorni.

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    Verona, Atalanta e Toro: è pressing sulla Juve!

    TORINO – Verona, Atalanta e Torino: riparte così la Serie A della Juventus. Un inizio di febbraio che metterà pressione nel senso più genuino del termine, viste le caratteristiche delle avversarie. Tre squadre che fanno dell’intensità e della ferocia agonistica il tratto distintivo di un gioco che non ammette pause. In ogni zona del campo, dove la marcatura è pressoché sempre a uomo contro uomo. Tre squadre in cui a fare da capofila c’è Gian Piero Gasperini. L’allenatore, oggi all’Atalanta, ha posto le basi del suo credo tattico nei lunghi anni al Genoa dove, prima in campo e quindi negli staff tecnici, l’allievo più attento è stato sempre Ivan Juric. E il croato, che oggi guida il Torino, si è consacrato nel biennio 2019/21 di Verona dove, in questa stagione, è stato sostituito da Igor Tudor, dopo un breve iniziale interregno di Eusebio Di Francesco. E quindi prima Gasperini, poi Juric, infine Tudor. Ognuno con una personale interpretazione del calcio dove, comunque, la pressione posta sull’avversario è il punto di partenza, cui segue un gioco che sa essere anche divertente e produttivo.Guarda la galleryJuve, la formazione ufficiale di Allegri contro il Verona

    Le statistiche

    Si tratta di una impressione esterna suffragata dalle statistiche elaborate da Wyscout e che trovate nelle tre tabelle in pagina: Verona e Torino si alternano ai primi due posti, mentre l’Atalanta è sempre al quarto, tranne in quella per i falli commessi, dove cala all’ottavo gradino. Una statistica, quest’ultima, in cui emerge l’eccellenza (se vogliamo adoperare questo termine) del calcio italiano, visto che ben sei squadre di Serie A – Torino, Verona, Juventus, Genoa, Roma e Cagliari – sono nella top 10 dei cinque campionati più importanti d’Europa. La conferma di una abilità tattica che finisce per sfociare nel tatticismo, portando a una ricerca esasperata del fallo per impedire alla controparte di colpire.

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    Sport Bild: “Zakaria-Bayern Monaco, i motivi della trattativa fallita”

    Denis Zakaria al Bayern Monaco e non alla Juve? È stata un’ipotesi del mercato invernale appena concluso. Per il club bavarese quella del centrocampista svizzero era un’opportunità, ma secondo Sport Bild il trasferimento non sarebbe andato in porto per diversi motivi. La commissione da pagare al Gladbach, da ben nove milioni di euro, avrebbe fatto desistere il Bayern che non aveva nessuna intenzione di pagare quest’importo. L’altra motivazione è da ricercare nelle qualità di Zakaria, a quanto pare “non abbastanza buono per la squadra di Nagelsmann”.Guarda la galleryJuve, Vlahovic punta la Champions. Visita al Museum con Zakaria
    Zakaria è ciò che serve alla Juve
    Totalmente diversa, invece, la valutazione fatta dalla Juve che ha visto nel centrocampista svizzero proprio quello che mancava nella rosa di Allegri. “È uno dei tre calciatori del Borussia Mönchengladbach ad aver segnato in tutte le ultime 5 stagioni in campionato e, in questa stagione, è uno dei tre centrocampisti di Bundesliga ad aver completato almeno il 90% dei propri passaggi – aveva scritto il club bianconero nel comunicato – Costanza che si rispecchia anche in Nazionale: 40 presenze e 3 gol con la sua Svizzera”.
    Guarda la galleryJuve: Dybala sorride, Zakaria e Vlahovic corrono verso il Verona LEGGI TUTTO

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    Juve, Dybala in rimonta per affiancare Vlahovic contro il Verona

    TORINO – Finirà probabilmente «di corto muso», per citare il modo di dire ippico reso celebre da Massimiliano Allegri, la prima corsa tra Paulo Dybala e Alvaro Morata per un posto accanto a Dusan Vlahovic nell’attacco bianconero, domani sera contro il Verona. La titolarità del serbo non pare infatti in discussione, visto anche come la società bianconera sta promuovendo la partita (ne avete letto a pagina 10), mentre sarebbe sorprendente l’impiego di tutti e tre i principali attaccanti juventini in contemporanea. Sorprendente oggi, perché prossimamente, completato l’inserimento dei nuovi, non è da escludere che Allegri impieghi la Joya dietro a Vlahovic e Morata in un 4-3-1-2, oppure l’argentino e lo spagnolo con Cuadrado alle spalle del serbo in un 4-2-3-1. […]Guarda la galleryJuve: Dybala sorride, Zakaria e Vlahovic corrono verso il Verona

    Morata o Dybala insieme a Vlahovic

    […] Se per Dybala il fatto di avere giocato poco con l’Argentina è un aiuto nella corsa al posto, per Morata il fatto di non aver proprio avuto impegni di Nazionale è senz’altro un punto di forza. Lo spagnolo in queste due settimane si è allenato alla Continassa e ha potuto lavorare con Vlahovic già da sabato scorso. Tutti fattori che vanno a suo vantaggio, assieme alle particolari difficoltà del Verona nel difendersi sui cross, che arrivino su azione o su calcio piazzato: delle ultime 20 reti subite dalla squadra di Igor Tudor, ben 11 sono nate da un pallone messo in mezzo dalla zona laterale, da fermo o in movimento. Più del 50 per cento, e la percentuale sale se dei 20 citati si considerano solo i gol su azione, togliendo dunque due rigori e un gol su punizione diretta: 11 reti su 17 da cross, il 64,7 per cento. Sui calci piazzati saliranno anche i difensori ad accrescere il potenziale aereo, ma è chiaro che aggiungere i 189 centimetri di Morata ai 190 di Vlahovic sarebbe d’aiuto per finalizzare i traversoni su azione. Per quanto né il serbo né lo spagnolo abbiano nel colpo di testa la propria specialità. Morata mantiene un minimo vantaggio, ma Dybala può sperare di colmarlo.

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    Akè: “Voglio spazio nella Juve, il mio idolo è Drogba”

    TORINO – Un esordio di personalità che ha subito conquistato i tifosi, ora Marley Akè vuole continuare a stupire per prendersi sempre più spazio nella Juve di Max Allegri. Il francese, classe 2001, si è raccontato ai microfoni dei canali ufficiali del club bianconero e ha mostrato di avere le idee chiare: “Il mio obiettivo è crescere il più possibile, e farmi trovare sempre pronto, e potermi esprimere ai massimi livelli. Mi sono sentito subito bene, in campo mi sono subito sentito a mio agio, per me è la cosa più importante. In campo mi diverto, perchè mi piace quello che faccio. Mi sento a mio agio quando gioco, fisicamente sto bene. Quindi va tutto bene. Ho già vissuto queste sensazioni, avrei voluto esordire prima con la prima squadra della Juve, ma è successo quando doveva succedere. Prendo la cosa seriamente, so che la cosa più importante è la continuità”. Lucidità nonostante la giovane età per il francese, di origini ivoriane, ex Marsiglia: tre aspetti che portano subito al nome del suo idolo: “Drogba è l’idolo di tutto il Paese, è il giocatore ivoriano più forte di tutti i tempi, ho visto il suo documentario già più di 10 volte. Ha lavorato molto per arrivare dov’è arrivato, è esploso tardi, quindi ha dato prova di grande pazienza e perseveranza. E’ arrivato ad essere uno degli attaccanti più forti della storia del calcio. Mi auguro di guadagnare minuti in prima squadra, di poter dimostrare il mio valore, e di crescere costantemente per farmi trovare pronto”.
    Akè: “Voglio spazio nella Juve”
    Akè ha poi proseguito: “Può sembrare facile, ma è come se la tua testa fosse contemporaneamente in 2 posti diversi, quindi bisogna concentrarsi, bisogna farsi trovare pronti ogni giorno, e dare sempre il massimo, non importa in quale contesto. A Marsiglia c’è molto entusiasmo attorno alla squadra, e credo che questo mi sia servito quando sono arrivato qui. So come restare tranquillo quando scendo in campo, conosco i miei punti di forza, bisogna sapere cosa si è in grado di fare e cosa no, bisogna sapere quale è il contesto nel quale ci si può esprimere meglio, per non restare delusi. Penso ai miei impegni di giorno in giorno, la cosa più importante per me è crescere, conosco le mie qualità”. Insomma, la Juve ha un talento in casa da far crescere e lui sembra proprio non aver paura. LEGGI TUTTO

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    Striscione sotto la Fiesole, denunciato un tifoso della Juve

    FIRENZE – La Digos ha denunciato un uomo di 37 anni con l’accusa di aver affisso lo striscione firmato ‘Viking Juve’ apparso domenica scorsa all’esterno dello stadio Franchi, sulle cancellate esterne che si trovano sotto la curva Fiesole. L’uomo in questione è residente nel Milanese e avrebbe agito con quattro complici, la cui identificazione è però ancora in corso: l’accusa alla quale dovrà rispondere è quella di divieto di affissione di striscioni incitanti alla violenza, a cui si sommano anche un daspo di un anno e una multa per affissione abusiva emesse dal questore della città di Firenze. I cinque sarebbero partiti dal Milanese nella mattinata di domenica, intorno alle 5, per poi farvi ritorno una volta affisso lo striscione con la scritta: “Di Firenze vanto e gloria?!? Ma nemmeno i vostri giocatori ne hanno memoria”. Secondo quanto ricostruito dalla polizia durante le indagini, i cinque non avrebbero comunque goduto di un appoggio logistico in quel di Firenze. LEGGI TUTTO