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    Juve, Soulé dopo l'esordio: “Indimenticabile, un sogno”

    Matias Soulé Malvano, giovane promessa della Juventus Under 23, contro la Salernitana ha fatto il suo esordio in Serie A. Negli ultimi secondi del match contro i granata, Max Allegri ha deciso di farlo entrare in campo con la prima squadra. L’attaccante ha festeggiato con un post su Instagram: “Giornata indimenticabile, qualcosa che ho sempre sognato, e soprattutto con questi bei colori, con un club così grande, grazie a tutti quelli che mi appoggiano dal primo giorno, specialmente a tutta la mia famiglia e ai miei amici. Ora più che mai, 30/11/2021”.Guarda la gallerySalernitana-Juve 0-2, le pagelle bianconere: brillano Dybala e Morata LEGGI TUTTO

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    Dybala, il “rimprovero” del tifoso e la risposta della Joya

    In attesa di mettere la firma sul rinnovo del contratto, Dybala ha smaltito l’infortunio rimediato in nazionale ed è tornato in gol con la Juve. Contro la Salernitana, partita sontuosa della Joya che ha aperto le marcature: dopo aver chiesto e ottenuto il triangolo a Kulusevski ha beffato Belec con un sinistro imprendibile. Il numero 10 ha sfiorato più volte la doppietta nel corso della partita, ma il portiere della Salernitana gli ha chiuso la porta più volte. Sfortunato nel finale in occasione del calcio di rigore per i bianconeri: l’errore dal dischetto però non ha macchiato né il risultato finale, né l’ottima prestazione dell’attaccante argentino.

    Botta e risposta tra Dybala e un tifoso della Juve

    A fine gara, Dybala ha espresso la sua felicità con un post social. Breve e conciso, l’attaccante argentino ha postato uno scatto aggiungendo un secco “+3”. Probabilmente amareggiato per il rigore sbagliato, il numero 10 è stato confortato da tanti commenti dei tifosi bianconeri che gli hanno dimostrato tutto il loro affetto. Tra i vari messaggi ne è apparso uno particolare che ha avuto l’onore di ricevere la risposta della Joya. Un supporter bianconero ha “rimproverato” Dybala per l’errore dal dischetto che ha creato un po’ di problemini ai fantallenatori: “+ 3 ma non al fanta”, aggiungendo una faccina sorridente. La risposta di Paulo non si è fatta attendere: “Preferisco che vinca la Juve”( con l’emoticon dell’occhiolino), ha replicato l’attaccante che ha così lanciato un messaggio d’amore alla sua squadra. LEGGI TUTTO

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    Agnelli rassicura tutta la Juve: “Restiamo uniti”

    TORINO – Con i giocatori aveva già parlato, il presidente Andrea Agnelli. Lo aveva fatto sabato, come raccontato poco dopo in conferenza stampa da Massimiliano Allegri («Il presidente ha fatto un bellissimo discorso: l’ambiente è tranquillo, è la società che penserà a tutto»). Con lo stesso spirito, ieri, il numero uno bianconero ha ritenuto opportuno avere un confronto diretto anche con i dipendenti, con i presenti nel quartier generale della Continassa.

    Sereno

    Tutti chiamati a raccolta, tutti in piedi: 8-10 minuti in cui Agnelli (alla presenza anche di Allegri) ha guardato ciascuno negli occhi dimostrandosi tranquillo e sereno, sottolineando che la Juventus non ha nulla da temere e che ha operato nel rispetto delle norme. Ha rassicurato soprattutto gli ultimi arrivati nella famiglia Juventus, i più giovani, che avevano accolto le ultime notizie con più agitazione. A differenza, invece, di chi alla Juventus c’è già da un pezzo e ha fatto una certa abitudine agli attacchi, alle polemiche.

    Un discorso in linea, insomma, con il comunicato diramato dalla società sabato scorso: «Juventus sta collaborando con gli inquirenti e con la Consob e confida di chiarire ogni aspetto di interesse degli stessi, ritenendo di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità ai principi contabili e in linea con la prassi internazionale della football industry e le condizioni di mercato».

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    Juve, l’impennata plusvalenze nel periodo 2016-20. Dal 2020-21 si cambia rotta

    TORINO – Ecco una “fotografia” dell’andamento dei ricavi, dei costi operativi, del risultato operativo, del risultato d’esercizio, delle plusvalenze nette da cessione dei calciatori e della posizione finanziaria netta della Juventus nelle ultime 12 stagioni.

    Risulta palese come l’aumento delle plusvalenza coincida con quello dei costi operativi: ne è conseguenza, evidentemente. Fa eccezione l’ultimo anno, 2020-21: ed effettivamente con la gestione Federico Cherubini si è iniziato a procedere con un’altra politica e un’altra strategia.

    Il grafico è tratto da una analisi di Luca Malfatti e Gianluca Rosso, titolari del Laboratorio di “sport analytics” presso il dipartimento di economia e statistica dell’università di Torino. LEGGI TUTTO

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    Juve: errori e arroganza. La discesa è senza fine

    Dopo i quattro gol presi dal Chelsea, peggiore sconfitta europea in 17 anni di storia, giusto perché si ricordi, la Juventus non riesce a tornare padrona del proprio destino neanche in campionato, cancellando di colpo le vittorie incoraggianti con Fiorentina e Lazio. La traversa scheggiata da Dybala al sesto minuto di recupero è la fine di un tragitto irto di difficoltà, lacci mentali, guai fisici, errori, superficialità, come il gol dell’Atalanta innescato dall’appoggio parrocchiale di Morata, centravanti da 20 milioni all’anno, cioè il leasing più costoso della storia. È un viaggio al termine della notte, per usare la letteratura di Celine, che sa di sbagli continui, quasi tutti commessi a monte. È una rosa costruita male, perché ha i migliori soltanto a destra (Cuadrado, Chiesa, eventualmente Bernardeschi) e tutti adattati a sinistra, dove finisce spesso per agire Rabiot, una sorta di paradosso. È una società che da tre anni, dopo il licenziamento di Marotta, ha fatto una serie impressionante di errori. Prima delle plusvalenze “a specchio”, con la Consob a sonnecchiare, c’era stata la vicenda squalificante di Suarez e la voragine nei bilanci aperta da CR7.

    Nel frattempo, dietro appunto giocatori oggi in B senza presenze e valutati chi 8, chi 10 milioni di euro, sfumava la forza tecnica della Juve precedente, quella che in 9 anni era riuscita a costruire una superiorità netta, apparentemente inossidabile. Si è scivolati sempre più in basso, una discesa spesso accompagnata da improvvisazione e arroganza. Nel silenzio quasi generale, con molta informazione o paciosa o troppo amica, la Juve ha cancellato se stessa e l’ottimo, anzi lo straordinario realizzato in precedenza. Lo dicono i raffronti: 6 punti in meno di un anno fa, quando già Pirlo era sembrato un azzardo, -15 sulla stagione di Sarri (anno di “melma”, come ha detto Agnelli), -19 sull’annata ultima di Max Allegri. Il quale non sarà ciò che era, come sostengono i critici, ma evidentemente ha anche una squadra smontata da allora a oggi.

    La Juve conosce un solo modo per sopravvivere: non subire gol e andare in contropiede. Appena va sotto, impossibilitata dunque alla transizione, scompare. Sette volte in svantaggio in campionato, solo in una ha ribaltato e in un’altra ha pareggiato. Quattro punti in questa speciale classifica, cioè piena zona retrocessione. La peggiore scelta di Allegri è stata quella di puntare ogni discussione, qualsiasi analisi, sul risultato, teorizzandolo addirittura. Appena viene a mancare questo, non resta altro da presentare, nemmeno la sperimentazione che aveva accompagnato Pirlo.

    Due parole sull’Atalanta, che con Gasperini vince per la prima volta in casa della Juve. Ha guidato con ritmo, con il coraggio di andare uno contro uno pure in difesa, recuperando con Djimsiti o Toloi quando ha dovuto chiudere il buco lasciato dalla linea alta. Zapata ha segnato per la settima gara di fila. A Gasperini, che da agosto pensiamo possa vincere il campionato, sono sin qui mancati Gosens e Hateboer, ha avuto Ilicic a fasi alterne e Muriel per gli spiccioli di gara, oltre al girone di ferro in Champions. Parlando al Sole 24 ore, il presidente Percassi ha detto una frase meravigliosa: «Siamo rimasti umili, sappiamo di essere un miracolo». L’umiltà che a Torino si è persa. Spedito Paratici a Londra, forse la rivoluzione non è finita. Ma il futuro è solamente nella testa di John Elkann, che ha intanto garantito altre centinaia di milioni di euro. Ieri, casualmente, era alla prima partita in casa di questa stagione. LEGGI TUTTO

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    Chiesa e McKennie ko in Juve-Atalanta: le condizioni

    Il tonfo dello Stadium contro l’Atalanta non è l’unica brutta notizia di giornata in casa Juve: Chiesa e McKennie hanno lasciato il campo per infortunio. “Federico starà fuori perché ha un problema al flessore – ha rivelato Allegri in conferenza stampa – Weston invece ha preso una botta al ginocchio (probabile distorsione, ndr) e vedremo se si è girato. Oggi sono tornati Chiellini e Bernardeschi e lunedì torna De Sciglio”. Entrambi domenica svolgeranno degli esami strumentali per valutare l’entità degli stop, anche se appare davvero difficile vederli già in campo per la trasferta di Salerno in programma martedì.Guarda la galleryJuve ko con l’Atalanta: meme e sfottò sui social LEGGI TUTTO

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    Juve, la tentazione di Allegri: Dybala prima punta

    TORINO – Dybala? Ieri l’ho provato prima punta, ma devo valutare come e quanto impiegarlo contro l’Atalanta. Devo cercare di gestirli tutti al meglio, ma soprattutto lui. Voglio fargli trovare con il minutaggio una condizione ottimale, perché siamo nel momento decisivo della stagione, e abbiamo bisogno di tutti: e soprattutto di Dybala». Pensieri e parole di Massimiliano Allegri alla vigilia della sfida contro l’Atalanta. Pensieri e parole, però, colpo di scena… Pronunciate quasi 3 anni fa: era il 24 febbraio del 2018. Ma attenzione: il progetto torna di grandissima attualità perché quel piano d’un Dybala prima punta anti Atalanta che era poi naufragato per intemperie (il match venne rinviato e Higuain fece in tempo a recuperare) potrebbe trovare compimento ora. Proprio perché Dybala è sempre Dybala e anche perché l’Atalanta è sempre l’Atalanta: con le sue caratteristiche, le sue peculiarità, il suo gioco prettamente gasperiniano. […]

    Allegri e la tentazione Dybala

    […] La tentazione, insomma, c’è. Nel caso l’argentino giostrerebbe al centro di un 4-3-qualcosa (Allegri dixit) completato da Morata e Chiesa deputati ad offendere e attaccare gli spazi, fraseggiare con Dybala in fase di possesso palla bianconera, eppoi chiamati a rinculare disegnando una sorta di 4-5-1 in fase di non possesso. Un lavorone, per carità, ma che potrebbe dare dei frutti interessanti. In questa prima parte di stagione, del resto, è emersa in maniera conclamata la difficoltà della Juventus a segnare gol. Allegri l’ha anche detto, in maniera schietta: «In questo momento ci penalizza la differenza reti che è un dato inconfutabile. Magari d’ora in poi faremo quattro gol a partita, non lo so. I gol nelle gambe li abbiamo, solo che ne abbiamo fatti meno. Ne abbiamo realizzati 18 e subiti 15. Le squadre che ci stanno davanti hanno subito i nostri gol, ma ne hanno fatti 30, 32 e 38. Il calcio è cambiato molto ma la differenza reti è quella che ti fa vincere i campionati». E dunque, qualcosa dovrà pur cambiare se si vuole invertire la rotta.

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    Juve, ecco cosa non va: tanto lavoro per Allegri

    TORINO – Non è certo quella strapazzata martedì sera a Stamford Bridge, la vera Juventus 2021-2022. Lo fosse, non avrebbe vinto contro i Blues all’andata. E con merito: il dato di quella sera sugli expected gol (ossia i “gol attesi” sulla base di numero e posizione dei tiri effettuati) recitava 1,39 per i bianconeri e 0,83 per il Chelsea. La vera Juventus 2021-22 però non è neppure quella vista quella sera allo Stadium. Lo fosse, non si sarebbe sgretolata così due giorni fa a Londra e non sarebbe sesta in campionato (assieme a Lazio e Fiorentina), a 11 punti dalle capoliste Milan e Napoli. Proprio questo è il primo dei problemi che Massimiliano Allegri deve risolvere. La Juventus fatica a mantenere il giusto atteggiamento mentale per più partite di fila o all’interno della stessa partita, come martedì sera a Stamford Bridge. […]

    La difesa non è più una garanzia

    […] La solidità della difesa è stata, oltre che un tratto distintivo storico della Juventus, un punto di forza costante del ciclo dei nove Scudetti consecutivi. Nove campionati nei quali la squadra bianconera non aveva mai subito 15 reti nelle prime 13 giornate come in quello attuale. Nonostante il reparto abbia i valori individuali più alti (Bonucci, Chiellini, Danilo, De Ligt), la fase difensiva non è abbastanza efficace e quando sembra diventarlo torna morbida: i quattro gol incassati da Sassuolo e Verona dopo il poker di vittorie 1-0 e l’1- 1 con l’Inter, i quattro presi dal Chelsea dopo i successi senza subire reti con Fiorentina e Lazio sono gli ultimi esempi. Sabato l’Atalanta sarà un esame durissimo quanto probante per dimostrare che la notte londinese è stata un episiodio e che il processo di impermeabilizzazione continua. Ed è un processo che Allegri deve condurre a termine con successo. […]

    Carenza di gol e personalità

    […] E’ vero che nella scorsa stagione, giocando in modo più offensivo, la squadra bianconera aveva realizzato a questo punto 38 gol contro i 27 attuali: 14 però li aveva fatti Ronaldo… Il vuoto lasciato da CR7 è l’emblema dell’ultimo (o primo?) problema bianconero: emblema perché a mancare non è solo Ronaldo.

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    Guarda la galleryChelsea-Juve, si salva solo Szczesny: le pagelle bianconere LEGGI TUTTO