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    Toro, Ansaldi alt per il derby ma Aina c'è

    TORINO – Il pareggio contro il Venezia ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Per quello che poteva essere e non è stato: il gol divorato da Mandragora a tempo scaduto, forse ancor di più del rigore+espulsione di Djidji, grida ancora vendetta. Con una vittoria al Penzo, il Toro avrebbe riscosso il credito maturato con la fortuna dopo la sconfitta contro l’Atalanta e il pareggio contro la Lazio, due gare in cui i granata hanno raccolto nettamente meno di quanto seminato. Ma ora c’è il derby. Quanto fatto fino a ieri non conta più: di fronte alla Juventus servirà il miglior Toro possibile.

    Ansaldi fuori. Aina c’è per il derby

    Juric è convinto di potersela giocare: già l’anno scorso imbrigliò due volte i bianconeri col suo Verona, sia allo Stadium che al Bentegodi. Un doppio 1-1 che fa ben sperare i tifosi del Toro, che per la sfida di sabato ritrova Ola Aina sulla corsia di sinistra. È possibile che sia lui il prescelto a scendere in campo dall’inizio su una fascia che a Venezia è stata di Cristian Ansaldi. L’assenza del nigeriano al Penzo, causa un problema familiare, agevola la sua titolarità: il suo passo, nel duello con Cuadrado, può rivelarsi letale in fase offensiva e per questo motivo Juric sta pensando seriamente di schierare dal primo minuto l’ex Fulham. Ieri, oltre ad Aina, al Filadelfia c’era il resto della comitiva. Doppio programma di allenamento: i calciatori reduci dall’impegno a Venezia hanno svolto una sessione di scarico (ad eccezione di Ansaldi che si è limitato a sole terapie per i postumi di un trauma contusivo al ginocchio sinistro, rimediato in uno scontro di gioco col lagunare Mazzocchi), mentre gli altri elementi si sono prima concentrati sulla tecnica e poi sulla parte atletica. (…)

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    Juve, i convocati di Allegri per il Chelsea

    TORINO – Diramata la lista dei convocati di Massimiliano Allegri per la sfida di questa sera contro il Chelsea, valida per la seconda giornata della fase a gironi della Champions League. Con gli infortuni di Dybala e Morata, l’allenatore bianconero potrà contare di fatto su un solo attaccante di ruolo, Moise Kean.

    Juve, i convocati per il Chelsea

    Questa la lista dei convocati per Juve-Chelsea:

    Portieri: Szcezsny, Pinsoglio, Perin.

    Difensori: De Sciglio, Chiellini, De Ligt, Danilo, Cuadrado, Alex Sandro, Bonucci, Rugani.

    Centrocampisti: McKennie, Bernardeschi, Chiesa, Rabiot, Locatelli, Bentancur, Kulusevski.

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    Chiesa: “Alla Juve per vincere tutto. Inizio al di sotto degli standard”

    È stata l’estate di Federico Chiesa. Dopo un’ottima stagione con la Juve, l’esterno ex Fiorentina è stato tra i protagonisti della vittoria dell’Italia di Mancini all’Europeo. Il classe ’97, figlio d’arte – il padre Enrico ha giocato con Sampdoria, Parma e Fiorentina, tra le altre -, ha rilasciato un’intervista al tabloid inglese Telegraph e ha parlato della magica notte di Wembley dell’11 luglio. “Probabilmente la notte migliore della mia vita. Abbiamo subito gol all’inizio e ci ha un po’ spaventati, era strano perché non concedevamo di solito e subire presto un gol in finale è difficile. Però ci siamo rifatti, con la nostra umiltà e mentalità. L’Inghilterra è stata fantastica, una finale combattuta e finita ai rigori: lì Donnarumma è stato il migliore, ha parato due rigori e si è meritato il premio. Alla fine metà dei giocatori piangeva e l’altra parte correva per il campo cercando di abbracciare Donnarumma. Emozione, pianti, un sogno che si avvera”. 
    Juve casa e Chiesa: il sogno riparte
    Chiesa sulla scelta della Juve e l’inizio di stagione
    Federico parla poi di questa prima parte di stagione con la Juve: “Non siamo sugli standard del passato alla Juve. Ci sarà più pressione su di me e sui miei compagni di squadra dopo la vittoria degli Europei, ma vogliamo sia così. Io sono qui per questo, per questo ho scelto la Juve. Alla Juve perché vogliamo vincere tutto e la pressione è il prezzo da pagare, perché qui le richieste sono più elevate”. L’ex Fiorentina spiega poi perché ha scelto i bianconeri: “L’anno scorso quando sono arrivato qui per la prima volta ero felicissimo. So anche io come Giorgio Chiellini, Bonucci, tutti gli altri, lo staff, il presidente, qual è la mentalità della Juve: si tratta di vincere, sempre. Nient’altro va bene. Ed è bellissimo. L’aver vinto con l’Italia mi rende ancora più entusiasta, voglio vincere sempre di più. Poi ho 23 anni, ho appena vinto l’Europeo e gioco nella Juve, sono felice! Ho ancora tanta fame, però, voglio vincere e dimostrare sempre di più a tutti e a me stesso, migliorando ogni anno di più. Ora c’è il Chelsea, che è un avversario importantissimo”. Chiesa, poi, commenta così una dichiarazione di Prandelli, secondo cui Federico potrebbe diventare il miglior calciatore d’Europa: “C’è ancora molto lavoro da fare – replica il giocatore- , molto da migliorare, ma spero che un giorno questa frase diventi realtà. Le richieste dal mercato aumentano perché ho appena vinto un torneo internazionale e gioco alla Juve, ma è ciò che voglio. Perché voglio sempre dare il massimo”. 
    Juve in stile Blues: così si batte il Chelsea
    Guarda la galleryChampions, Allegri cambia faccia alla Juve: la probabile formazione col Chelsea
    Juve, Chiesa si racconta
    È un Chiesa a 360 gradi, che racconta anche dell’infanzia e dei sogni: “Studiavo inglese. I miei genitori credevano che sarei potuto diventare un calciatore, ma pensavano che avrei anche potuto fare qualcos’altro. Mia mamma mi ha sempre ripetuto: ‘Se hai buoni voti a scuola, avrai buone prestazioni anche nel calcio e viceversa. Le due cose sono complementari. Oggi l’istruzione è fondamentale, nel mio caso per esempio aiuta a superare la pressione dei media. Posso razionalizzare le cose, quello che mi succede e riesco a tenere la testa concentrata. Vi faccio un esempio: io sono su Instagram, ma non lo uso mai, non ce l’ho sul telefono, perché so che non rappresenta la realtà”. La sua carriera si sarebbe potuta fermare prestissimo, ecco perché: “Ero nelle giovanili della Fiorentina e non giocavo, quindi ho pensato di smettere e provare qualcos’altro. Poi con l’aiuto della mia famiglia ho deciso di continuare, allenarmi sempre più duramente e crescere fisicamente, dato che ero piccolo e magro, a 14 anni non avevo il fisico dei miei compagni e quindi non giocavo. Nella vita ho due passioni: il calcio e l’universo. È sempre stato così. Penso che sia una questione legata al mistero: sappiamo molto di ciò che ci circonda, ma non l’intera storia. È questo mistero che mi affascina, ci penso molto”. 
    Juve-Chelsea, Chiellini l’anti Lukaku
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    Caso Donnarumma, Gigio chiama Juve

    «Sarà una grande sfida contro il Manchester City, una squadra fantastica». Così Ander Herrera, uno degli uomini più in forma del Paris Saint Germain, ha iniziato la sua conferenza stampa di avvicinamento al match clou di questa giornata di Champions League. Il centrocampista spagnolo ha inoltre evidenziato quanto «siamo consapevoli della pressione aleggia su di noi, perché a nessun’altra squadra d’Europa è richiesto di vincere obbligatoriamente la Champions». L’ultima frase rende chiaro quanto a Parigi la tensione sia altissima. I tifosi vogliono vedere trasposto sul campo l’infinito potenziale a disposizione di Mauricio Pochettino, che dopo l’inizio compassato manifestatosi nel pareggio di Bruges è adesso però obbligato a dimostrare qualcosa in campo. Il tecnico argentino ha messo però le mani avanti, esclamando: «Siamo ancora in una fase di costruzione. I fatti sono questi. Ora ci toccherà affrontare il City e il miglior allenatore del mondo, Pep Guardiola. Sia loro sia noi sogniamo di poter vincere la Champions». Più pompiere che incendiario, l’argentino non ha sciolto i dubbi sulla titolarità di Lionel Messi, con il quale va ricomposta una piccola incrinatura: «Leo sarà convocato ma non so se partirà dall’inizio. Deve adattarsi a una nuova squadra e a una nuova cultura. Ma con il passare del tempo sono sicuro che le cose andranno bene per tutti».

    Donnarumma dalla panchina anche con il City?

    Chi dovrebbe nuovamente accomodarsi in panchina è Gianluigi Donnarumma, apparentemente ancora fuori dalle dinamiche del club. La situazione potrebbe dunque spingere il suo agente Mino Raiola a cercare una rapida via di fuga, anche per il mercato di gennaio, con la Juventus come possibile destinazione. Sul fronte City, dopo la bella vittoria in campionato contro il Chelsea che ha permesso ai Citizens di prendersi una piccolissima rivincita sulla squadra di Tuchel dopo la cocente delusione rimediata nella finale di Champions dello scorso maggio, i ragazzi di Guardiola sono chiamati ad un’altra impresa non da poco: fermare il trio d’attacco più forte del mondo. Alla domanda su come arginare il trio Messi-Mbappè-Neymar, il tecnico catalano ha risposto con un secco: «Non lo so».

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