Verona-Juve: Dybala last minute per Pirlo
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ha scritto per te Carlo Piacenti
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ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – La Juventus si scrolla di dosso cattivi pensieri e pessimo umore con una vittoria rotonda e divertente, con la quale riconquista il terzo posto in classifica, rinfranca Ronaldo, autore di una doppietta, manda segnali confortanti per quanto il divario tecnico con il Crotone è troppo profondo per lasciarsi trasportare dalle iperbole. Il che non toglie nulla all’importanza dei tre punti e del successo: proprio contro i calabresi, all’andata, la Juventus aveva perso due punti sanguinosi per la classifica. Quelli che insieme ai due persi a Benevento avrebbero cambiato il volo della classifica bianconera. Quindi, snobbare il 3-0 sulla Juventus sarebbe un errore gravissimo, perché dopo le sconfitte contro il Napoli e il Porto era fondamentale ritrovare la vittoria, i gol e il buon umore.
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Juve, è tornato Air Ronaldo: che doppietta di testa!
Super CR7, che doppietta di testa!
Ronaldo smania, frigge, si agita e agita anche un po’ gli altri: il fatto di non segnare da tre partita gli provoca quello che sembra un fastidio fisico. Ma poi sale in aria, stacca e rimane in sospensione con quello stile che ricorda Michael Jordan e per due volte, da due posizioni diverse la infila alle spalle di Cordaz. Il primo gol è un capolavoro di tempismo: sul cross di Alex Sandro al 38′, Ronaldo sfila furtivamente dietro i difensori del Crotone sul filo del fuorigioco, poi dal lato destro dell’area piccola salta e quasi aspetta che arrivi la palla per incornarla in rete. Il gol non lo sfama, resta ancora elettrico, al 46′ cerca il raddoppio con un tiro micidiale da fuori area, Cordaz respinge con una certa difficoltà, Ramsey recupera il pallone e crossa per Ronaldo che entrando in area con un terzo tempo, si eleva, si ferma in aria e sbatte il pallone in rete con una testata violenta come un tiro.
Nella ripresa McKennie firma il tris
Nella ripresa la Juventus è più fluida e trova spazi grazie al tentativo, un po’ disperato, del Crotone di trovare il gol. Così il gioco bianconero è più logico e frizzante. Anche se gli errori in fase di finalizzazione sono abbondanti: Ronaldo, Chiesa, Kulusevski sprecano buone occasioni. E’ spietato, invece, McKennie che su un’azione successiva a un corner è lestissimo a controllare il pallone di petto e girarlo in rete per il 3-0. Da lì c’è spazio per un brillantissimo Bernardeschi e un concentrato Fagioli, altre occasioni sprecate e l’attesa del fischio finale per godersi “addirittura” cinque giorni di riposo e allenamenti prima di Verona-Juventus. LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – Scatta l’operazione “whatever it takes”: a qualunque costo.
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Porto-Juve, il rigore su Ronaldo negato ai bianconeri
Il primo vero calo in stagione di Ronaldo
La citazione riporta giocoforza al Mario Draghi presidente della BCE (Banca centrale europea), ora Presidente del Consiglio praticamente per acclamazione. Ma il riferimento è al… Premier bianconero Cristiano Ronaldo. In questo caso al limite entriamo in zona BBC (Gigi Buffon, Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini). Ma va bene lo stesso. La modalità “a qualunque costo” è inevitabile, per CR7, per questione di responsabilità epperò anche di ambizione personale. Sa quanto la Juventus conti su di lui, sa quanto le sue prestazioni e i suoi gol siano importanti per il gruppo, per il gioco, per i risultati. Non è un caso che la doppietta di risultati più deludenti della stagione (ko contro il Napoli in campionato sabato scorso, ko contro il Porto in Championse League martedì sera) sia arrivata proprio in concomitanza con il primo momento di vero calo del fuoriclasse portoghese. Ronaldo è infatti colui che fa e ti fa fare la differenza se è in giornata (giornata… normale, si intende: basta quella). Gli è sufficiente una mezza giocata per inventarsi una marcatura, dunque catalizza il gioco offensivo e ha a disposizione la maggior parte dei palloni in zona gol. Per gli stessi motivi, però, è colui che pesa parecchio sugli equilibri collettivi nei – pur rari – momenti in cui non ingrana. Vuoi perché sempre catalizzatore di palloni, rimane. Vuoi perché comunque un inconscio senso di incredulità generale – se la situazione difficile non la risolve CR7 – si crea…
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Porto-Juve, rigore negato: furia Ronaldo con l’arbitro LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
Classifiche non ha molto senso farne, se non come gioco per discutere tra amici. Diversi il calcio, il format delle competizioni, diversi i ruoli e anche le età, seppur di poco. Però è sicuro che Federico Chiesa sta avendo un impatto sulla Juventus che pochi altri hanno avuto alla prima stagione in bianconero alla sua età. Il gol al Porto con cui potrebbe aver cambiato le sorti della Champions bianconera è solo l’ultimo mattone dello status che si sta costruendo da quando, quattro mesi fa, ha debuttato in casa del Crotone, l’avversario di lunedì sera. Uno status da stella della Juventus.
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Juve ko con il Porto ma Chiesa salva Pirlo nel finale
Numeri da stella
Perché solo le stelle negli ultimi 30 anni hanno fatto quel che sta facendo lui. A cominciare proprio dai gol. Due reti in Champions, cinque in campionato e una in Coppa Italia. Risalendo fino a 30 anni fa, 1990 considerando l’inizio della stagione, ci sono stati solo tre giocatori che, approdati alla Juventus nell’anno solare in cui compivano 23 anni o meno (Chiesa li ha festeggiati il 25 ottobre) hanno segnato di più nello stesso arco di tempo (19 giornate di campionato, sette turni di Coppa europea e quattro di Coppa Italia): Roberto Baggio (22 nel 1990-91), Zlatan Ibrahimovic (9 nel 2004- 05) e Paulo Dybala (12 nel 2015-16). David Trezeguet ne segnò otto come Chiesa nel 2000-01. Il fatto che i quattro citati siano quattro attaccanti e Chiesa un’ala rende ancor più significative le cifre del numero 22: alle quali aggiungere cinque assist e un rigore procurato. LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
Non siamo ai livelli dei bidoni al posto del cuore, questo no. Anche perché c’è ancora modo di recuperare nonostante i danni subiti (oltreché fatti). Ma è chiaro che in casa Juventus – giocatori, società, ambiente, tifosi – si sia vissuta con incredulità e fastidio una serata che dal punto di vista della direzione di gara ha lasciato parecchio a desiderare. Mettiamola così: il fischietto spagnolo Carlos Del Cerro Grande non ha offerto una prestazione meno inadeguata di quella offerta dalla squadra bianconera. Ergo, in misura quasi analoga ha contribuito alla sconfitta del gruppo di Andrea Pirlo.
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Porto-Juve, il rigore su Ronaldo negato ai bianconeri
Problemi anche per il Var
L’elenco degli svarioni è vario e variegato. Gli interventi dell’addetto Var, tuttavia, non sono pervenuti. E va bene che tecnicamente se l’arbitro vede e giudica un contatto falloso o meno, da lì non ci si muove. Però davanti a certi macro errori risultano difficili da comprendere certe dinamiche interne. E comunque, quel che forse è anche più indigesto in ottica bianconera: l’elenco degli svarioni di cui sopra è andato via via sviluppandosi in un rigoroso crescendo di cui il penalty non concesso alla Juventus al 94’ nonostante l’abbattimento di Cristiano Ronaldo è il culmine.
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