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    Juventus, Chiesa punta la Fiorentina. In coppia con Vlahovic, promemoria per Commisso

    TORINO – L’allenamento del mattino per la Juventus in vista del match in programma domenica sera, ore 18:00, contro la Fiorentina. La truppa di Allegri (ma senza Allegri, sostituito dai suoi collaboratori) ha svolto una prima parte di allenamento atletico, a seguire esercizi di tattica e poi una partitella a campo ridotto.

    Juve senza Pogba e Bonucci

    Si è rivisto Paredes, mentre erano ancora assenti Bonucci e Pogba. Il francese prosegue nella sua personale tabella di marcia (a ritmi prudenziali) e ha svolto lavoro in palestra. Le speranze quantomeno di una convocazione per la partita contro i viola, comunque, restano. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic ci riprova: senza gol (in bianconero) da oltre 100 giorni

    Quando l’aveva acquistato a peso d’oro un anno fa, la Juventus si aspettava semmai un bomber da oltre 100 gol in bianconero. Non una bocca di fuoco con le polveri bagnate da oltre 100 giorni. Il ruolino di marcia di Dusan Vlahovic con la maglia del club che ha sposato lo scorso gennaio, è invece impietoso. Certo, le attenuanti non mancano: dalla sospensione della stagione in ossequio al Mondiale in Qatar fino ai problemi di pubalgia che lo stanno limitando da tempo.Guarda la gallerySalernitana-Juventus, la probabile formazione di Allegri

    L’occasione, domani sera a Salerno, è però golosa per interrompere la poco gratificante striscia che perdura dal derby con il Torino, ultimo gol del serbo in bianconero coinciso con l’inaugurazione del filotto di otto vittorie di fila che aveva risollevato la Juventus prima della penalizzazione sancita dalla giustizia sportiva. Correva il 15 ottobre e, da allora, sono trascorsi 115 giorni. Ben di più quelli che separano DV9 dall’ultima rete bianconera lontano da Torino, dato che in stagione ha segnato soltanto in casa e, appunto, al limite in “trasferta” nella stracittadina con i granata. L’ultimo graffio lontano dal Piemonte, per la statistica, è arrivato addirittura il 9 aprile scorso, a Cagliari. Un altro record negativo da scacciare di fronte agli uomini di Nicola, per ritrovare la sensazione di gonfiare la rete e, di conseguenza, il sorriso. LEGGI TUTTO

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    La Juve cerca reti e sorrisi. Il motivo? Fuori casa ha numeri spaventosi!

    TORINO – Gli innamorati pazzi del corto muso non saranno così d’accordo, perché in fondo quanto può contare segnare tanto se alla fine vinci, comunque? Anche di misura, magari con un solo tiro in porta, mentre l’avversario domina epperò impreca contro la sfortuna: se prendi i tre punti, tutto si dimentica. Ma i numeri contano ancora qualcosa e dunque, fuor di “metafora”: la Juventus fuori casa ha il secondo peggiore attacco di questo campionato stramarchiato dal dominio del Napoli. Sei gol segnati in nove trasferte: solamente lo Spezia a quota 4 ha fatto peggio.
    Poca gioia
    E se il rendimento complessivo non è così disastroso – neanche eccellente, tutt’altro – con quattro vittorie, due pareggi e tre sconfitte – la difficoltà nel concretizzare le occasioni create è palese. Torino, Lecce, Verona e Cremonese sono state sconfitte dalla Juve alla stessa maniera: 1-0 sofferto, corto muso al cubo, allo Zini (ultimo successo in trasferta , l’unico nel 2023) addirittura allo scadere dopo che i grigiorossi ultimi in classifica avevano pure sfiorato più volte la rete del vantaggio. Altro dato: mai la squadra di Massimiliano Allegri ha segnato più di un gol nei suoi viaggi lungo lo Stivale. Anzi no, l’ha fatto all’Emirates contro l’Arsenal il 17 dicembre, ma contava nulla: era un’amichevole. Estendendo il conteggio al difficoltoso cammino in Europa, c’è stato un tempo (25 ottobre 2022) in cui la Juve ne ha segnati addirittura tre al Benfica sul campo dei portoghesi: ma anche in quel caso ha avuto un’importanza pari a zero, con eliminazione dalla Champions quale spiacevolissima conseguenza.
    Osi li batte tutti
    Il problema, insomma, è serio. Non sarà irrimediabile, ma grave lo è di sicuro, per una squadra che in generale segna poco e che tra Dusan Vlahovic e Arkadiusz Milik – al netto degli infortuni – ha prodotto meno in coppia rispetto al solo Victor Osimhen (il nigeriano conduce 16 a 12). Alla Salernitana toccherà fornire risposte indirettamente sulla sterilità juventina. Vale a dire, alla peggiore difesa del campionato… LEGGI TUTTO

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    Juve, una vittoria per capire la lezione del Monza. Lazio, che errore Maximiano

    Quattro giorni dopo la lezione del Monza, la Juve ha rialzato la testa dimostrando di avere capito che cosa debba fare per non tenerla bassa, in questo periodo così delicato della sua stagione. Serve come il pane la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia, dove i bianconeri affronteranno l’Inter dello specialista in trofei tricolori a nome Simone Inzaghi. Se è vero che l’uscita a vuoto di Maximiano ha favorito il gol di Bremer, è altrettanto vero che la Juve ha cercato la vittoria con maggiore insistenza rispetto a una Lazio più che mai bisognosa del miglior Immobile. È evidente quanto il capitano abbia bisogno di tempo per recuperare la condizione dopo l’infortunio: tant’è vero che il solo tiro in porta dei biancocelesti ribadisce quanto il quattro volte capocannoniere sia indispensabile a Sarri. Questi, da quando ha lasciato la Juve, non è più riuscito a batterla, sebbene proprio Sarri sia stato l’uomo che ha firmato l’ultimo dei nove scudetti consecutivi bianconeri.Sullo stesso argomentoJuve-Lazio, Bremer: “Siamo di alto livello. Per i problemi extra-campo c’è la società”Juventus

    Ha detto bene Perin: la Juve ha dato la risposta che era chiamata dare, dopo la pessima prova contro il Monza, dominatore allo Stadium in lungo e in largo. Stavolta, il corto muso di Allegri ha funzionato, compattando una squadra che ha bisogno di ritrovare la continuità di rendimento, fondamentale per riscoprire se stessa. In aprile, la semifinale con l’Inter sarà anche la rivincita della finale dell’ultima edizione del trofeo, vinta dai nerazzurri, eppure, in questo momento la Juve deve avere la forza di concentrarsi su ogni partita che l’attende, a cominciare dalla Salernitana. Vlahovic è tornato a giocare in maglia bianconera dopo 104 giorni di assenza e per lui vale lo stesso discorso di Immobile. Per la prima volta insieme dal primo minuto, Dusan ha fatto coppia con Chiesa che, quanto a stato di forma, sta meglio del compagno, ma è soltanto questione di tempo. La Lazio ha pagato a caro prezzo l’assenza di Milinkovic Savic, al quale Sarri ha risparmiato la Juve perché stanchissimo, dopo avere già giocato oltre tremila minuti fra club e Serbia. Le fatiche di Sergej pesano.

    Sullo stesso argomentoJuve-Lazio, Chiesa illumina: che giocata per servire Vlahovic!JuventusGuarda la galleryDa Olimpia in gabbia al ritorno del corto muso di Allegri: le reazioni social dopo Juve-Lazio LEGGI TUTTO

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    Cuadrado, quattro mesi allo sprint e poi… ciao Juve!

    TORINO – Dalla sfida di Coppa Italia con la Lazio ai prossimi quattro mesi, quasi certamente gli ultimi di una serie di otto anni intrisi di juventinità, Juan Cuadrado è giunto al dunque. E il dunque, nel caso dell’88 colombiano, significa provare a tornare trascinatore di una compagnia che in questo momento ha estremo bisogno di punti di riferimento. Non esattamente sicuri in prospettiva, visto che l’ex Chelsea se ne andrà a fine stagione (dove non si sa, ma le offerte da luoghi esotici fioccano), però il tifoso bianconero sarebbe ben felice di ritrovare il proprietario di quel “lato B” – per esempio – che decise un derby nel 2015 avviando la super rimonta della Juve con vista sullo scudetto.
    Indispensabile, a modo suo
    Anche Cuadrado lo desidera, considerato quanto abbia tenuto a rientrare in tempo per dare una mano in una delle stagioni più complicate della storia bianconera. Perché il Panita, che dava del Panita a molti compagni “made in Sud America” e non solo, non vuole abbandonare la Juventus senza aver lasciato un segno ulteriore della sua presenza. Vero, non è più un ragazzino e quando a suo tempo si è trattato di rinnovare il contratto (dal 2022 al 2023), fece scattare l’opzione automatica sull’accordo con il club, valida al raggiungimento della 40ª presenza stagionale, ma senza accettare di ridursi lo stipendio da cinque milioni di euro netti. No a una spalmatura dell’ingaggio, no a un futuro juventino fino a fine carriera, però resta il fatto che Cuadrado non sia esattamente un calciatore così facilmente sostituibile. Non è che la rosa di Massimiliano Allegri, ad oggi, abbondi di uomini in grado di saltare l’uomo e così creare superiorità numerica, né di elementi bravi nel conquistarsi punizioni da mattonelle particolarmente invitanti. Ma della sostituzione del colombiano ci si occuperà quando sarà il momento. In assenza di novità dal mercato invernale, alla Juve conviene tenerselo stretto, e viceversa, finché interruzione del rapporto non separi le parti. LEGGI TUTTO

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    Pergolettese, il dg Fogliazza: “Arbitro scarso. La Juve non ha bisogno di questi aiuti”

    Guarda la galleryPergolettese-Juventus Next Gen, la decide Pecorino: le immagini della partita
    Pergolettese, le parole di Fogliazza
    Il direttore generale della Pergolettese, Fogliazza, ha parlato in conferenza stampa, commentando duramente l’operato del direttore di gara: “L’arbitro ha fatto di tutto per rovinare una bella partita. Pensavo di assistere a una bella sfida tra due buone squadre e invece la direzione del match ha preso una piega che non mi è piaciuta. L’arbitro non è scarso, di più e la Juve non ha bisogno di questi aiuti per vincere. Ha usato due pesi e due misure, questo lo abbiamo visto tutti. L’arbitro, quello più bravo, è quello che non si fa notare in campo. Questo invece ha fatto tutto da protagonista e tutto a senso unico. E’ stato indisponente”. LEGGI TUTTO

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    Sandulli: “La Juve è in Borsa e segue altre norme. Così è stata punita”

    Le ultime settimane a tinte bianconere non sono state scevre di sorprese. Dal filotto che ha dato impulso alla rimonta al recente capitombolo casalingo contro il Monza, in campo. Dalla revocazione della (doppia) sentenza d’assoluzione sul caso plusvalenze alle pesanti sanzioni in merito, fuori dal campo. Scenari che, sulla base di un solido storico in tema di procedimenti sul fronte plusvalenze, quasi nessuno pensava potessero concretizzarsi. Quasi, appunto. Perché le ultime evoluzioni della giustizia sportiva, al pari delle motivazioni pubblicate dalla Corte Federale d’Appello riguardo il -15 inflitto alla Juventus, non hanno fatto trasalire Piero Sandulli. Professore e avvocato, ma soprattutto – in questo frangente – storico presidente proprio della Corte Sportiva d’Appello della Federcalcio. Una figura che, nel corso della propria carriera, ha incrociato a più riprese il club bianconero. Ai tempi di Calciopoli, nell’ormai lontano eppure ancora vivido 2006, così come nel ben più recente 2020, quando si era espresso in favore del 3-0 a tavolino sul Napoli in occasione della famosa sfida cui i partenopei non si erano presentati, prima che il Collegio di Garanzia dello Sport ribaltasse il verdetto. Che possa oggi ripetersi l’altalena di responsi non è dato sapere, ma anche nella circostanza attuale sarà portato in fondo il medesimo iter. Secondo una successione di passaggi imprevista per molti, appunto, ma non per lo stesso Sandulli.

    Piero Sandulli, perché non l’ha sorpresa la revocazione delle sentenze sul caso plusvalenze?

    «Perché da tempo, al pari di diversi altri colleghi, sostengo che il contenitore delle società quotate in Borsa mal si sposi con le società sportive. E la fattispecie attuale della Juventus, una volta di più, lo testimonia».

    In che senso?

    «Nel senso che la revocazione prima e la sentenza poi si sono basati sugli elementi emersi nel corso degli accertamenti prodotti dalla Consob, che per definizione può naturalmente vigilare sui soli club presenti a Piazza Affari. A tal proposito, in tutta sincerità, mi sarei aspettato delle evoluzioni sull’argomento».

    Cioé?

    «Confidavo che la recente riforma dello sport si occupasse di questo tema, che al momento invece rimane come vulnus al sistema. Da qui nasce la sanzione ai danni della Juventus e la mancata sanzione nei confronti di tutte le altre società coinvolte».

    Ma questo non genera una disparità di giudizio all’interno del sistema calcio?

    «Non la reputo una disparità, ma un trattamento diverso sulla base di scelte pregresse diverse. Questa condizione, di fatto, viene accettata dal club nel momento in cui entra in Borsa. E infatti si è arrivati alla sentenza attuale proprio sulla base dell’indagine Consob, che ha portato alla sussistenza di fatti inediti rispetto allo scorso mese di aprile, quando la Juventus era stata assolta».

    Si è fatto un’idea, invece, dei possibili vizi di forma evidenziati dai legali bianconeri e che saranno sottoposti al Collegio di Garanzia dello Sport?

    «Il campo è quello dei tecnicismi, sui quali non ho modo di esprimermi. Tutt’al più è singolare che non ci sia una sola riga sulla quantificazione della richiesta di punti di penalizzazione e sulla diversa metratura adottata dalla Corte».

    Il principio seguito deve in ogni caso essere quello dell’afflittività?

    «Qualora sia possibile sì, altrimenti la sanzione viene rimandata alla stagione successiva. In questo frangente, la penalizzazione è stata misurata sulla classifica in essere al momento, benché non si possa avere la certezza del fatto che risulti decisiva al termine del campionato».

    A proposito: una penalizzazione comminata a stagione in corso, su cui pendono ulteriori gradi di giudizio, non rischia di creare imbarazzi come suggerito anche da De Siervo nei giorni scorsi?

    «La giustizia sportiva ha il dovere di muoversi entro termini contingentati. In virtù di questa caratteristica, per esempio, ai tempi di Calciopoli la Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni era intervenuta già nell’ottobre 2006, mentre la giustizia ordinaria è arrivata ad analogo grado nel 2015». LEGGI TUTTO

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    Lapo Elkann, il silenzio e il dialogo con i tifosi della Juventus: “Uniti più che mai, vinceremo”

    TORINO – #enjoythesilence, il post di Lapo Elkann su Twitter. Goditi il silenzio nel momento della tempesta. Alla Juventus c’è chi sta zitto e c’è chi urla. I tifosi, così, si dividono e provano a dialogare con il nipote dell’Avvocato. «Lapo io ti voglio bene e ti stimo. Ma è anche per colpa del silenzio che siamo in questa situazione… Forse è giunta l’ora di PARLARE. Noi tifosi ne avremmo un gran bisogno!», gli scrivono. E Lapo risponde così: «Capisco bene e capisco la vostra sofferenza, è così per tutti noi bianconeri e perciò in momenti difficili dobbiamo essere UNITI più che MAI. # fino alla fine». «Parla. Non serve a niente questo post Lapo», ribatte un altro. Ancora Lapo: «Serve, a volte come dice il detto il silenzio è d’oro».

    Lapo Elkann, i tifosi: «Siamo con voi»

    Altri ancora: «Lapo ti vogliamo vedere urlare ma solo allo stadio», «Siamo con voi, ma sarà davvero dura contro questi lestofanti», «Andiamo di Superleague e facciamoli fallire», «Lapo hai ragione che dobbiamo essere uniti più che mai ma se rimaniamo in silenzio ci puniranno di più… #FinoAllaFine», «Esattamente ora le parole valgono zero. Ci vogliono i fatti. Tirare fuori le palle, allenatore, giocatori, dirigenti, magazzinieri, preparatori. Uniti dal primo all’ultimo e remare TUTTI verso un’unica direzione. Fino alla fine», «Lapo, io ci sono e ci sarò sempre, la Juve è casa nostra. Mi fido di quello che fate e so che non mollerete di un centimetro per difenderci», «Lapo vogliamo solo essere tranquillizzati visto che sentiamo parlare di serie B, non lo meritiamo noi ne il mondo Juve, abbiamo fiducia in voi, difendeteci da tutta la m…a che ci stanno tirando addosso», «Lapo bisogna difenderci in tutte le sedi la proprietà deve difendere la passione di milioni di tifosi bianconeri», «Lapo ti si vuole bene e sono sicura che parlerai al momento opportuno… Però in questo momento ci servono rassicurazioni si quanto sta succedendo!», «Lapo io ci sono e ci sarò sempre, la Juve è casa nostra. Mi fido di quello che fate e so che non mollerete di un centimetro per difenderci», «Certo… Ora il silenzio ma che si deve trasformare in voce nei posti e tribunali che contano… Non possiamo accettare tutto questo senza una regola scritta… Non possiamo essere sempre noi i primi e i capri espiatori di un sistema malato e che va rifondato… Ciao Lapo», «Lapo, tu e tuo fratello John siete il nostro unico appiglio, l’unica speranza di ribaltare delle sentenze preconfezionate indegne. Vostro nonno non avrebbe consentito questo scempio, e lo sai. Grazie», «Hanno messo in mezzo Exor, quindi potresti parlare eccome … Noi siamo con voi, sempre. Non ci meritiamo un altro 2006…», «Lapo l’intercettazione tra John e Andrea è stata usata in sentenza come prova di colpevolezza. Una sentenza non giuridica ma politica. Stavolta, a differenza del 2006, bisogna TARtassarli», «Una provocazione, ma anche un suggerimento… Dato che è tutto orchestrato per punirci sommariamente per un sistema 20ennale di plusvalenze a specchio! Non è possibile lasciare per sempre la #SerieA e magari arrecare un danno indiretta al sistema ‘anti-Juventino’ ?! #SuperLega» e via così.

    Lapo Elkann e la cessione della Juventus

    Ancora Lapo: «Io non mio occupo di Juve non ho ruoli manageriali, né sono in consiglio. Con unione e compattezza VINCEREMO al più presto», «Guarda la storia, poi parla – in risposta a uno che chiede la cessione della società -. Il futuro sarà ricostruito, ne sono certo», «Il passato è passato, guardiamo al futuro con grinta ed ottimismo, siamo guerrieri Sì o No» e il dialogo continua… LEGGI TUTTO